martedì 30 agosto 2016

Un desiderio chiamato "Spagnola". 


   E così accompagnai mio suocero di nuovo a letto. Non avevo molto tempo, perché tra meno di un’ora avrei dovuto raggiungere il negozio. Di solito la mattina era Moana ad occuparsi di suo nonno, poi io tornavo nel pomeriggio e le davo il cambio.
   Il padre di Stefano si mise sul letto, ma senza coprirsi con le coperte. Voleva che vedessi bene la sua erezione, e d’altronde come potevo non vederla? Gli slip riuscivano a stento a contenerla. La mia attenzione fu presto catturata da una serie di fotografie che stavano sulla scrivania. Le presi e le guardai ad una ad una, accorgendomi con grande stupore che erano fotografie di Moana tutta nuda in pose porchissime. Erano fotografie scattate con una vecchia polaroid; mio suocero ne aveva una, per cui era facilmente ipotizzabile che gliele avesse scattate lui. In una di quelle foto c’era Moana seduta sul divano del salotto, con le cosce oscenamente aperte e con un sorriso di complicità rivolto a chi aveva scattato la foto, e cioè mio suocero. In un’altra c’era Moana a novanta, col culo spalancato, e il suo orifizio anale offerto all’obiettivo.
- Cosa sono queste porcherie? – domandai al padre di Stefano in tono severo. – Voglio farti presente che Moana è tua nipote. Lo capisci questo? 
- E allora? Cosa c’è di male se le ho scattato qualche foto? Le ho dato dei soldi per farlo.
- L’hai pagata?
- Sì, le servivano per comprare delle scarpe, e in cambio le ho chiesto di farsi fotografare nuda. E lei ha accettato senza fare obiezioni.
   Mio suocero era un gran porco, ma mia figlia era proprio una gran puttana. Misi via le fotografie senza sapere cos’altro dire. Avrei fatto i conti con Moana in un secondo momento. Intanto era venuto il momento di chiedere a mio suocero quali erano le sue intenzioni. Allora mi misi coi pugni contro i fianchi, proprio lì davanti alla testiera del letto, ben consapevole di indossare una vestaglia trasparente che mi copriva poco e niente, e lui mi guardava con occhi accesi di desiderio. Mi fissava le tette, che a lungo aveva desiderato senza mai nascondermelo, come già vi ho detto in precedenza. Stavo per dirgliene quattro, perché c’era davvero bisogno che qualcuno lo mettesse in riga.
- Ti ho visto mentre ci spiavi la scorsa notte, sai? – dissi. – Ti sembra giusto spiare tuo figlio mentre fa l’amore con sua moglie?
- Sì, però ho notato che la cosa ti ha eccitato molto. Non negare. Quando hai scoperto che vi stavo spiando ti sei accesa come un camino.
   Cazzo, era vero. Infatti non ci provai neppure a difendermi. Non so dirvi con certezza il motivo, ma sapere che lui era lì a guardarci, mentre Stefano mi montava, mi aveva fatto perdere la brocca. Sono sempre stata un po’ esibizionista, e questo penso che ormai lo sapete, probabilmente era stato questo il motivo di quella folle eccitazione. In più c’era anche che a guardarci non era una persona qualsiasi, ma il padre di Stefano, il quale aveva avuto sempre un debole per me. Quindi lasciare che ci spiasse in un momento così privato era un modo per farmi desiderare ancora di più. Perché parliamoci chiaro, in fin dei conti il fatto che mio suocero mi desiderava era un fatto che mi eccitava da impazzire.
- Beh, spero che ti sia piaciuto guardarci mentre lo facevamo – dissi facendo finta di essere un po’ risentita per l’accaduto.
- Non era mica la prima volta che lo facevo.
   Cadevo davvero dalle nuvole, e così lui mi ricordò di quando io e Stefano eravamo fidanzati da poco, avevamo diciotto anni e vivevamo ancora a casa dei nostri genitori. E spesso andavo a dormire a casa sua, e quindi facevamo l’amore nella sua stanzetta. Mio suocero mi confessò che molte volte ci aveva spiati dal buco della serratura.
- Come potevo non spiarvi? Mio figlio era fidanzato con la leggendaria Sabrina Bocca e Culo, di cui tutti parlavano, e non potevo non godermi lo spettacolo di vederti montata.
- Cosa?! Tu sapevi che io ero Sabrina Bocca e Culo?
- Io l’ho sempre saputo, fin dal primo giorno che sei entrata in casa nostra. Sabri, non so se te ne rendi conto, ma tu eri il sogno erotico di tutti gli uomini della città. E quando Stefano ti ha portata a casa non potevo crederci. Mio figlio è davvero un uomo fortunato. Certo, molti hanno avuto la fortuna di averti, soprattutto nel buco di dietro, da quello che si dice in giro, ma è a mio figlio che hai permesso per la prima volta di entrarti in figa.
- Sì, questo è vero. La mia bocca e il mio culo hanno fatto godere centinaia di uomini, ma solo a Stefano ho dato questa – dissi sfiorandomi l’inguine con il palmo della mano.
- Ogni volta che venivi a pranzo da noi la domenica per me era un vero tormento, e tu lo sapevi. Mi facevano impazzire le tue grosse tette, e tu facevi di tutto per sbattermele in faccia con le tue scollature ai limiti dell’osceno.
   Sì, infatti lo sapevo che mi aveva sempre desiderato. Per questo andavo a casa dei genitori di Stefano sempre vestita come una zoccola. Perché sentirmi gli occhi di mio suocero addosso mi faceva perdere la testa.
- Spesso mi facevo le seghe pensando a te che mi facevi una spagnola – disse, - in città lo sapevano tutti che le spagnole erano una delle tue specialità.
- Infatti. E lo sono tutt’ora – risposi.
- Sai, il fatto che tu abbia scelto mio figlio mi rende davvero molto orgoglioso.
   Quella frase mi fece sciogliere come un ghiacciolo al sole. Così mi avvicinai e gli diedi una carezza sul viso, e lo ringraziai di cuore. Vidi che il suo cazzo era ancora oscenamente dritto sotto le sue mutande. Pensai a quel punto che se gli avessi dato quello che aveva sempre sognato non ci sarebbe stato nulla di male. D’altronde non è che dovevo dargli uno dei miei buchi, ma soltanto una spagnola. Cosa mi costava, in fin dei conti? Ne avevo fatte così tante che avevo perso il conto. E poi era stato molto dolce ad aprirsi con me. Così, senza pensarci troppo, con le dita gli tirai giù gli slip e il suo enorme cazzo schizzò fuori come un missile pronto al decollo. Poi mi allentai la cintola della vestaglia e feci uscire fuori le mie tette. Ci misi il suo attrezzo in mezzo e iniziai a segarlo premendogli i seni intorno alla sua erezione. Continuai fino a farlo sborrare copiosamente. Gli schizzi saltarono da tutte le parti, principalmente sul mio viso.
- Sei stata fantastica – sussurrò. – Proprio come nei miei sogni.
- Ora cerca di riposare – gli dissi. – Io devo andare a sistemarmi, altrimenti faccio tardi al negozio.
   Non avrei mai pensato che un giorno avrei fatto una spagnola al padre di Stefano. Ma dal momento che era una delle cose che più desiderava, perché avrei dovuto negargliela?

Sabrina.

1 commento:

  1. sabrina è proprio il sogno di ogni uomo!! bellissima la spagnola al suocero porcone..

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