mercoledì 9 dicembre 2015

Dopocena con schizzo.

(in foto: AJ Applegate, Big Anal Booty, HardX.com)


   Per la cena d'affari mia madre mi consigliò (o forse dovrei dire che mi obbligò) di indossare un vestito davvero porco, molto corto e con uno scollo molto generoso che mi arrivava fino all'ombelico. Lei non fece diversamente, indossando un vestito da sera rosso in cui le sue belle tette grandi riuscivano a stento a trattenersi dentro. Infatti ogni tanto le aureole dei suoi capezzoli si scoprivano, e lei era costretta a sistemarsi meglio il vestito. Ma c'era poco da fare, le sue tette sarebbero scivolate certamente fuori. Erano troppo grosse per stare in quel vestito.
   Mio padre ci accompagnò all'appuntamento. Io avevo davvero poca voglia di fare quella cosa, ma mia madre mi disse di cercare di essere carina. Io non riuscivo a capire se mio padre si rendesse conto di quello che stavamo facendo; o era completamente ingenuo, oppure come mia madre pensava che gli affari erano pur sempre affari. Ma chissà, forse ero io che mi stavo facendo tutto un film in testa, e forse era davvero solo una cena.
   Arrivammo al ristorante dove avevamo fissato l'appuntamento con i due, un ambiente elegante ma non eccessivamente. Mio padre ci salutò; lui non era stato invitato. L'invito era solo per mia madre e per me. Questo era un altro particolare che mi fece pensare che non sarebbe stata solo una cena. Comunque appena entrammo in sala non passammo di certo inosservate per come eravamo vestite. Sembravamo due puttane di alto rango. Paolo, così si chiamava il politico che mia madre voleva arruffianarsi, era seduto in fondo alla sala con suo figlio, il quale aspirava senza dubbi a me, d'altronde ero lì per lui. Non era difficile intuirlo che mentre mia madre si lavorava Paolo io mi sarei dovuta lavorare suo figlio.
   Quando ci videro vennero verso di noi a baciarci la mano, poi ci accompagnarono galantemente al loro tavolo. Il figlio di Paolo fece scivolare una mano sul mio culo e me lo palpò, e io gliela allontanai bruscamente guardandolo in cagnesco. Ci mettemmo a sedere e Paolo cominciò con una serie di convenevoli davvero disgustosi, dicendo a me e a mia madre quanto eravamo belle. Le lusinghe si sprecavano. Solo suo figlio non diceva niente, continuava a fissarmi e a cercare di infilarmi una mano sotto il vestito, per cercare di raggiungere la mia fighetta. Ma io puntualmente gli allontanavo la mano.
   Mia madre e Paolo cominciarono a parlare di lavoro e di quella benedetta concessione per i locali del negozio. Ad un certo punto suo figlio mi prese il polso e mi portò la mano verso la patta dei suoi pantaloni, che aveva precedentemente aperto tirando fuori il cazzo già bello duro. Mi costrinse a prenderglielo in mano, e io non mi opposi. Pensai che se lo avessi segato e se avessi fatto un buon lavoro facendolo sborrare, forse mi avrebbe lasciata in pace per tutta la serata. E allora cominiciai a lavorarmelo per bene, mentre mia madre e Paolo parlavano di affari. Speravo soltanto di non dare scandalo; qualcuno avrebbe potuto vederci. Purtroppo non ci fu verso di farlo venire subito, nonostante mi stessi impegnando non poco. Gli stavo facendo davvero una sega colossale, e lui riusciva a resistere bene alle mie attenzioni. Mentre glielo menavo lui mi sussurrava cose porche all'orecchio.
- Che gran maiala che sei - mi diceva. - Secondo me c'hai il buco del culo rotto.
- Sbrigati a sborrare - gli dissi. - Mi si sta stancando il braccio.
   Notai che anche dall'altra parte del tavolo stava succedendo qualcosa di altrettanto porco. Anche mia madre stava facendo una sega a Paolo. Lo capii perchè lui ad un certo punto disse: "fai piano, sennò mi fai sborrare subito". E mia madre: "come desideri". Alla fine ci accompagnarono anche a casa, anche se non avevano ancora sborrato, e la cosa mi fece insospettire non poco. Come mai ci stavano accompagnando a casa senza aver neppure concluso niente? Poi la risposta arrivò presto. Era in macchina che i due volevano concludere la serata, appropriandosi delle nostre bocche. E così partimmo; io ero seduta dietro, il figlio di Paolo era accanto a me e mi guardava con il desiderio acceso di avermi stampato negli occhi. Mia madre era davanti insieme a Paolo. Ad un certo punto lui disse:
- Ebbene, la nostra serata si avvia verso la conclusione, adesso non mancano che le vostre divine bocche sui nostri caldi membri - Paolo tirò giù la lampo dei pantaloni mentre guidava e fece uscire fuori il suo cazzo dritto. Lo stesso fece suo figlio, e io non potetti fare a meno di guardarli entrambi. Erano diversi, nonostante dentro le loro vene pulsasse lo stesso sangue. Quello di Paolo era più piccolo e rugoso. Invece quello di suo figlio era (chiaramente) più giovane e invitante, anche se non ero per niente interessata a sbocchinarlo o a farci altro.
- Cosa?! - esclamai. - Ma siete pazzi o cosa?      
   Mia madre mi ammonì con un'occhiata delle sue.
- Moana, sii gentile - a quel punto la vidi abbassarsi sul cazzo di Paolo per dargli quello che voleva. Io ero senza parole, e prima di poter dire qualcosa il figlio di Paolo mi prese per i capelli e mi fece abbassare sul suo palo, che praticamente mi trovai a pochi centimetri dalla bocca, e quello che dovevo fare era evidente. Così pensai che se ce l'avessi messa tutta sarei riuscito a farlo sborrare in pochi minuti. Così non persi tempo e tirai fuori la lingua leccandolo dalle palle fino a salire su, verso la cappella, poi lo feci entrare in bocca e iniziai a lavorarlo pesantemente. Non sapeva con chi aveva a che fare. Lo avrei fatto venire così in fretta da farlo sentire ridicolo. In quanto a pompini non ero seconda a nessuno. Forse neppure a mia madre, che a quanto potevo vedere se la cavava benissimo. Ogni tanto lanciavo un'occhiata verso di lei per vedere a che punto era. Ci sapeva fare molto bene, la troia. Chissà quanti ne aveva presi di cazzi in bocca! Non per niente era Sabrina Bocca e Culo, e io ero sua figlia, e modestia a parte ero sicura di essere molt più brava di lei nel far godere gli uomini. Voi dite di no? Beh, sicuramente mia madre aveva più esperienza di me, questo non lo metto in dubbio.
   Comunque dopo una serie di intensi risucchi riuscii a farlo sborrare. Il suo sperma mi zampillò in bocca, in parte lo ingoiai. Poi toccò anche a Paolo raggiungere l'orgasmo nella bocca di mia madre. Quando tornammo a casa mia madre mi disse che "l'affare" si era concluso nel migliore dei modi; si era aggiudicata l'affitto del negozio. Mio padre era nel letto che dormiva, e noi andammo a fare una doccia. Era la prima volta che facevo la doccia con mia madre. L'aiutai a insaponarla concentrandomi inspiegabilmente sulle sue tette. Gliele presi in mano e gliele palpai, provando una strana attrazione che non avevo mai provato prima. Lei rise, perchè anche a lei sembrò strano quello stavo facendo.
- Che fai? - mi domandò.
- Hai proprio delle belle tette, mamma.
   Restammo sotto il getto d'acqua per molto tempo a coccolarci e a stuzzicarci nei punti più caldi. Non so come, ma quell'esperienza aveva consolidato il nostro rapporto, che ultimamente si era parecchio deteriorato. Ad un certo punto feci una cosa davvero inaspettata, seguendo l'istinto. In quel momento sentivo di volerlo fare, e così la baciai, e le nostre lingue si incontrarono, e nel frattempo le presi le natiche con le mani e gliele palpai. Quello che stavo facendo mi piaceva da morire, e a quanto pare anche a mia madre, la quale non si oppose, anzi, sembrava piacerle anche a lei. Poi dopo un pò scoppiammo a ridere, come se quello che stavamo facendo fosse un gioco, un gioco erotico tra due amiche. Mi chiedevo soltanto se quella cosa avrebbe avuto un seguito. Ma farlo mi era piaciuto davvero tanto. Ero così eccitata che quando andai a mettermi a letto invece di addormentarmi mi sgrillettai fino a raggiungere l'orgasmo. Ma cosa mi stava succedendo? Cos'era quell'irresistibile attrazione che avevo nei confronti di mia madre?

Moana.
  

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