venerdì 16 marzo 2018

Gira tutto intorno alla topa.

Gira tutto intorno alla topa. 

(in foto: Carter Cruise, Girls Kissing Girls 17, SweetHeartVideo.com)


   Alla fine del concerto ritornammo a casa e Marica venne a stare da noi. In principio lei aveva optato per andare in albergo con la sua band, però io ero riuscita a farle cambiare idea. Non avevo molte possibilità di vedere la mia cuginetta a causa dell’enorme distanza che ci divideva, per cui una volta che potevo averla tutta per me non potevo permetterle di andare a dormire in una camera d’albergo.
   Lungo il tragitto in macchina si era scatenata una vera e propria diatriba musicale tra lei e Berni. Marica infatti gli aveva chiesto se il concerto gli era piaciuto, e lui aveva risposto di no, e quando lei le aveva chiesto il motivo lui aveva detto che secondo i suoi canoni di giudizio “quella non era musica”. Berni era sempre stato così, molto sincero e molto schietto. Non le sapeva dire le bugie.
   “Ah sì?” le domandò lei divertita. “E secondo te cos’è la musica?”.
   “Marica, non te la prendere” le rispose, “ma secondo me la musica è ben altro. Quello che fai tu è semplicemente esibizionismo”.
   “Esibizionismo?”.
   “Dai, non prendiamoci in giro. Basta vedere come ti presenti sul palco”.
   “Quelli sono costumi di scena, Berni” rispose lei. “Fanno parte del mio spettacolo”.
   “Sì ma non è solo quello che non mi piace. Sono anche i testi. È pura pornografia. Non fai che parlare di rapporti anali e storie d’amore cuckold. Possibile che tu non abbia mai provato a scrivere un testo che affronti delle problematiche più importanti?”.
   “Più importanti del sesso?” chiese Marica divertita. “Ma Berni, mi meraviglio della tua ingenuità. Il sesso è tutto. Il sesso è come il denaro, e talvolta il denaro serve a comprare il sesso, quindi la nostra società si basa su questo. Gli affari, le guerre, il potere, è tutto riconducibile all’insoddisfazione sessuale. Perché gli uomini desiderano essere potenti? Per poter essere circondati da quanta più topa è possibile. E perché desiderano avere molto denaro? Per poter comprare tutta la gnocca del mondo. E le guerre? Servono soltanto ad acquisire il potere e il denaro, gli unici strumenti che ti permettono di avere libero accesso al fantastico mondo della topa”.
   Insomma, questo battibecco andò avanti per tutto il tragitto verso casa. E continuò anche nel nostro appartamento; eravamo nel salotto e Berni continuava a sostenere la sua tesi, e cioè che la musica era una cosa ben diversa dall’esibizionismo. E allora a quel punto Marica mi alzò la minigonna scoprendomi la fighetta. Non avevo niente sotto; ogni tanto lo facevo. Uscivo senza mutandine. Era una sensazione piacevole, mi faceva sentire libera. E quella sera infatti avevo deciso di lasciare la mia patatina libera di respirare.
   “Lo vuoi capire che le persone vogliono questa?” gli disse, e con le dita mi allargò le labbra, e siccome da quando avevo scoperto di essere incinta ero sempre arrapata, il contatto con le dita di Marica mi bastò a farmela bagnare oscenamente. “Moana! Non dirmi che sei venuta al concerto senza mutande!” mi disse lei divertita. Poi si rivolse a Berni: “e tu non le dici niente? La tua futura moglie esce di casa con la patatina di fuori e tu non hai nulla da dire?”.
   “E cosa dovrei dirle? Dovresti conoscere bene Moana, lo sai che alla fine fa sempre di testa sua”.
   “Eh già. È proprio una vacca. Guarda qui che roba! È bagnata da far schifo!” Marica iniziò a sgrillettarmi proprio di fronte a Berni, ma lo faceva più per gioco che altro, e io la lasciai fare, ero troppo eccitata per impedirglielo.
   “Ragazze, avete sempre voglia di scherzare” disse Berni, e poi se ne andò in camera da letto a dormire. Marica aveva smesso di toccarmi, io invece ero rimasta appoggiata con il sedere contro il poggiatesta del divano, e avevo le gambe aperte e sgocciolanti, e avevo il fiatone, perché ormai la mia eccitazione era arrivata alle stelle.
   “Ehi, ma che ti succede?” mi chiese. “Sembri indemoniata. Dì un po', non è che Berni ti trascura?”.
   “No, il problema non è Berni” risposi. “Il problema sono io. Da quando ho scoperto di essere incinta sono sempre arrapata”.
   “Ah, è così? Se vuoi ricomincio” disse alzando la mano destra a mezz’aria e facendomi intendere che se volevo poteva proseguire quello che aveva cominciato.
   “Lo faresti davvero?” domandai. Ero fuori di me, non chiedevo altro, soltanto le attenzioni della mia cuginetta.
   “E che problema c’è? D’altronde mica sarebbe la prima volta. Non te lo ricordi più?”.
   Marica si riferiva a una serie di episodi che riguardavano il passato. Quando ancora non stavo con Berni infatti ci eravamo spesso “coccolate” durante le vacanze estive che ero solita passare insieme alla mia famiglia a casa dei genitori di Marica. Lo avevamo fatto varie volte, un po' per curiosità e un po' per smorzare i nostri bollenti spiriti giovanili. La cosa particolare è che tra di noi tutto era lecito; tra di noi c’era un rapporto davvero speciale, come vi ho sempre detto eravamo come sorelle, e quindi non c’era alcuna forma di pudore a frenare le nostre pulsioni. E ricordo ancora la prima volta che lo avevamo fatto, che ci eravamo “coccolate” a vicenda. Eravamo ritornate dal mare e quindi di solito cosa si fa quando si ritorna da una giornata passata in spiaggia? Una doccia. Ebbene, quel giorno Marica mi propose di fare la doccia insieme a lei, e io le dissi di sì. Pensai che sarebbe stata una cosa divertente. E quindi siamo entrate nel box doccia e abbiamo iniziato a insaponarci a vicenda, e poi le nostre mani hanno iniziato ad infilarsi nei nostri punti più caldi, e poi lei ha iniziato a sgrillettare me, e io lei, e siamo venute quasi insieme. Era stata un’esperienza davvero appagante.

Moana.   

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