martedì 1 maggio 2018

Toccare ma non montare.

Toccare ma non montare.

(in foto: Bruna Butterfly, Shemale-Club.com)


   Qualche giorno dopo la cena, Godzilla ci invitò a passare il fine settimana a casa sua. La moglie era andata a trovare dei parenti a Bolzano, per cui lui aveva la fantastica opportunità di godersi la mia fidanzata tra le mura di casa sua, in piena libertà. In realtà la proposta era rivolta soltanto a lei, però poi Beatrice gli aveva chiesto: “può venire anche il mio fidanzato?”. E lui: “preferirei stare da solo con te”. E a quel punto la mia Beatrice gli disse: “mi dispiace, ma non si può fare. Allo strip bar sì, puoi avermi anche da sola, perché lì si tratta di lavoro. Ma fuori dal contesto lavorativo io e il mio fidanzato siamo indivisibili. Quindi se vuoi chiavarmi lo devi fare in sua presenza, sennò niente”. Questo fatto la dice lunga su quanto fosse cambiato il nostro rapporto, perché una volta non avrebbe esitato ad andarci da sola, perché lei non sapeva rinunciare alle avventure con gli altri uomini. Ma da quando ci avevano rimorchiato alla spiaggia nudista era cambiato tutto; eravamo diventati inseparabili, e quindi affamati di nuove esperienze da fare insieme. Beatrice aveva capito di aver trovato in me non soltanto un fidanzato, ma anche un complice con cui condividere le proprie scappatelle  con gli altri uomini. Come se per lei fosse più appagante farlo insieme che farlo da sola.
   Godzilla non abitava in città, ma in un paese di mare a venti chilometri di distanza. Aveva un appartamento all’ultimo piano di una palazzina, con un terrazzo con una vista sorprendente che dava sul mare. L’appartamento era enorme e molto ordinato; sua moglie doveva essere una psicopatica ossessionata dalla pulizia, perché non c’era un filo di polvere nemmeno per sbaglio, e poi tutto era al suo posto, e i pavimenti erano così puliti da sembrare degli specchi. Tutto l’opposto di casa di Beatrice che invece, come già vi ho detto in precedenza, sembrava la tana di un animale selvatico.
   Quando la mia fidanzata vide il terrazzo rimase semplicemente estasiata, e in effetti potevo capirla. Da quell’altezza avevamo una visuale completa di tutto il golfo e in qualche modo sembrava di possederlo. Sembrava di avercelo ai nostri piedi. E Beatrice si avvicinò alla balaustra per guardare quello scenario in tutti i suoi particolari, e con le mani si aggrappò alla ringhiera piegando il busto in avanti, per cui io e Godzilla che eravamo rimasti dietro potevamo goderci oltre che a quel paesaggio anche la mia Beatrice che mettendosi in quella posizione (forse senza accorgersene) aveva messo a nudo il suo bel culone burroso, perché gli orli del suo vestito  a causa della posizione si erano tirati su fin sopra i glutei.
   A quel punto vidi Godzilla andarle dietro, richiamato dallo spettacolare corpo della mia fidanzata, e allora l’abbracciò da dietro premendogli la sua enorme erezione contro il culo. Perché lui era già in erezione. Lo era sempre quando era in presenza della mia Beatrice. E nel frattempo le baciava il collo, e lei piegò la testa di lato per lasciarglielo fare.
   “Già vuoi scopare?” gli chiese. “Siamo appena arrivati”.
   “Lo so ma io ti voglio subito” rispose lui. “Ti trovo irresistibile. Me lo fai diventare subito duro”.     
   “Rilassati amore, abbiamo un sacco di tempo per farlo”.
   Era quasi ora di pranzo, per cui l’idea era quella di cucinare qualcosa e mangiare in terrazzo. E l’idea era di farlo nudi, e infatti Beatrice se ne andò in bagno e ne uscì completamente al naturale, con il suo stupendo corpo mozzafiato per metà uomo e per metà donna. Anche io e Godzilla avevamo tolto i vestiti, e lui aveva già un erezione, come dicevo prima. E non gli sarebbe stato facile contenerla con la mia fidanzata che girava tutta nuda per casa. Ogni tanto, per tenerlo buono, glielo prendeva in mano e lo segava un po', ma così non faceva che peggiorare la situazione, perché ogni volta che lo faceva lui tentava di saltarle addosso e montarsela, e puntualmente lei diceva di aspettare, che non c’era fretta. Ma lui proprio non riusciva a pensare che a quello; le stava sempre addosso per smanacciarla dappertutto, e lei se lo lasciava fare con piacere, però senza andare oltre. Toccare ma non montare. Almeno per il momento.
   Ai fornelli ovviamente mi ci ero messo io. Godzilla non sapeva nemmeno mettere una padella sul fuoco, e la mia fidanzata, beh anche lei non era molto brava a cucinare. Io invece, come ben sapete, lo facevo per mestiere, per cui non era un problema. Ogni tanto Beatrice mi veniva a trovare in cucina, per chiedermi come procedeva la lavorazione, e mi afferrava il cazzo con amore menandolo un po', per tenerlo vispo. E infatti ce l’avevo sempre mezzo dritto. Non come quello di Godzilla, che era perennemente duro, ma quasi. Era come se la mia fidanzata ci tenesse affinché fossero entrambi pronti per fare l’amore, e allora ce li stuzzicava di continuo con le mani, oppure ci si strofinava sopra con i glutei. Insomma stava giocando a farsi desiderare, e questa cosa stava facendo impazzire Godzilla, che non vedeva l’ora di chiavarsela.
   Intanto avevo finito di cucinare. Avevo preparato gli spaghetti con tonno e capperi utilizzando quello che avevo trovato in dispensa. Durante il pranzo parlammo un po' di noi, anche se in realtà Godzilla non diceva niente, piuttosto si limitava a farci delle domande personali, del tipo: dove ci eravamo conosciuti, quante volte facevamo l’amore, quali erano le nostre fantasie ricorrenti. Nella maggior parte dei casi era la mia fidanzata a rispondere, perché erano sì domande che riguardavano noi, però sembravano quasi rivolte esclusivamente a lei.
   Ogni tanto vedevo la mia Beatrice allungare una mano nell’interno coscia di Godzilla per accarezzarlo, fino quasi alle palle che sfiorava appena, e poi ritornava indietro. Credo che lo facesse per farglielo tenere sempre duro e quindi farlo rimanere in quello stato di permanente eccitazione. E intanto parlava, gli diceva tutto quello che lui voleva sapere. Qual’era la sua fantasia ricorrente? Fare una gangbang con annessa super cumshot. Quante volte facevamo l’amore? Molto spesso. Posizioni preferite? Smorza candela e sessantanove.
   Dopo mangiato Beatrice si alzò da tavola e andò a mettersi davanti alla balaustra, con le mani aggrappate alla ringhiera e il busto piegato in avanti, e quindi offrendo a noi che eravamo ancora seduti lo spettacolo del suo culo burroso aperto. Aveva voglia di provocarci, perciò lo stava facendo, e probabilmente era arrivata l’ora dell’amore, quindi adesso finalmente Godzilla (dopo aver atteso pazientemente tutto quel tempo) poteva chiavarsela. Quella posizione, con il busto piegato in avanti e l’orifizio anale ben in vista, era la prova che lei era pronta e gli stava dando il via libera.
  
Rocco.

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