venerdì 15 settembre 2017

Come quando ero una diciottenne.

(in foto: Eva Notty, Cock Therapy, DigitalPlayground.com)


   Ero lì nella camera da letto di Giuliano e mi stavo facendo montare di brutto. Sì, proprio così. Da qualche settimana mi vedevo con Giuliano di nascosto. Non so che dirvi, era nato tutto per caso. Una sera mi aveva telefonata e mi aveva chiesto se mi andava di andare a cena da lui. Io gli avevo detto di sì. Stefano non poteva venire perché si stava dedicando al suo nuovo lavoro anima e corpo, e praticamente usciva la mattina e ritornava a notte inoltrata.
   Sono andata a cena da lui e ci siamo fatti una scopata colossale, come quando eravamo ragazzi, quando ancora non conoscevo Stefano. Ricordo che a quel tempo mi lasciavo penetrare da Giuliano solo analmente, perché volevo conservare il davanti per un uomo speciale. Poi ho incontrato Stefano e ho subito capito che era lui l’uomo che aspettavo, e mi sono lasciata penetrare anche vaginalmente.
   Poi le cose sono cambiate. Cominciai a farmi penetrare da Giuliano anche davanti. E infatti quella sera mi lasciai possedere completamente.
   Come vi dicevo era da un paio di settimane che mi vedevo con Giuliano. Stefano non sapeva niente, e questo un po' mi faceva sentire in colpa. Di solito gli raccontavo tutto delle mie scappatelle extraconiugali, ma non so per quale motivo queste scappatelle le tenni nascoste. Forse perché Giuliano non era uno qualunque. Giuliano era stata la mia prima cotta; quando avevo diciotto anni ero stata innamorata fradicia di lui. Qualsiasi cosa mi chiedesse di fare io lo accontentavo. Ero praticamente la sua schiava del sesso.
   E forse era per questo motivo che non avevo saputo dire di no quando mi aveva chiesto di andare a cena da lui, perché infondo ero ancora innamorata. Sentivo ancora una fortissima attrazione. Mi bastava sentire la sua voce per farmi bagnare in modo osceno. E poi lui sapeva come farmi sentire speciale, come scoparmi e farmi godere.
   Quindi anche quella sera, quando Moana era ritornata a casa dopo una furiosa lite con Berni, io non avevo saputo rinunciare all’appuntamento con Giuliano. Non avrei mai rinunciato a concedermi completamente a lui. E mentre mi stava facendo il culo mi sussurrò: “ti amo”, e allora io mi sciolsi completamente. Era quello che volevo sentirmi dire. Poi fece uscire il suo enorme cazzo dal mio condotto anale e iniziò a schizzarmi sulla schiena. A quel punto ci acquietammo sul letto a riprendere fiato.
   “Lo sai che tua figlia ieri ha avuto la sua prima esperienza cuckold?” gli chiesi.
   “Moana?”.
   “Sì certo, Moana. Ricordi? Sei stato tu a ingravidarmi, quindi è anche tua figlia”.
   “E tu che ne sai che ha avuto un’esperienza cuckold?”.
   “Me l’ha detto lei. Lei mi dice tutto della sua vita intima”.
   Tra noi ci fu qualche minuto di silenzio, quasi come se in lui stesse montando una gelosia terribile. Indubbiamente per un padre sentirsi dire una cosa del genere sul conto della propria figlia femmina dev’essere un duro colpo, ma era giusto che lo sapesse anche lui. D’altronde lo ritenevo abbastanza ragionevole da capire che anche la sua Moana era fatta di carne, e che quindi anche lei aveva le sue fantasie nascoste.
   “Che c’è? Perchè non parli più?” gli domandai. “Che c’è di male nel fare un’esperienza cuckold? Anche io ne ho avute tante di esperienze di questo tipo. Ricordi? Sei stato tu a iniziarmi a questa pratica. E Stefano era lì a guardarci mentre noi due facevamo l’amore”.
   “È diverso Sabri” rispose. “Eravamo io, tu e Stefano. E io ti penetravo con amore. Invece non sappiamo se il bull che ha penetrato Moana l’abbia trattata con amore e rispetto”.
   “Smettila di fare il padre geloso. Moana è una donna, e ha le sue esigenze, proprio come me. Io non ci trovo niente di male. L’unico problema è che lei e Berni hanno litigato”.
   “Per quale motivo?”.
   “Perchè lui lo ha raccontato ad un amico, e a quanto pare adesso lo sa tutta la città”.
   “Che stronzo! Se lo becco gli rompo la faccia”.
   “Sì, in effetti è stato un po' incosciente. Però tutto sommato è perdonabile. Non è una cosa terribile”.
   “Non è terribile?! Adesso per colpa sua mia figlia sarà agli occhi di tutti una zoccola”.
    “Quello che pensa la gente non conta, lo sai bene. Quante ne hanno dette su di me?”.
   L’orologio digitale sul comodino della camera da letto segnava la mezzanotte. Dovevo assolutamente rientrare, anche perché gliel’avevo promesso a Moana. Le avevo detto che al mio rientro avremmo parlato di quello che era successo. Quindi ripresi i miei vestiti e mi preparai a ritornare a casa, quando ad un certo punto il mio cellulare iniziò a suonare. Era Berni che forse voleva qualche informazione sul conto di mia figlia.
   “Sabrina ascolta, non voglio allarmarti ma è da oggi pomeriggio che cerco di chiamare Moana, ma lei ha sempre il telefono staccato”.
   “Beh, che problema c’è? Magari lo ha spento. Succede”.
   “No è che oggi abbiamo avuto una discussione, e lei ha detto che avrebbe fatto qualcosa di veramente terribile. Ho paura che potrebbe essere in pericolo, capisci?”.
   “Perchè? Che ti ha detto?” sapevo che Moana non era in pericolo, ma cercai di reggere il gioco di mia figlia.
   “Voleva darmi una lezione, e allora ha detto che sarebbe andata in via Nazionale a prostituirsi. Ho paura che possa avere incontrato qualche malintenzionato, capisci?”.
   “Berni, questa cosa è gravissima” dissi con un tono molto severo. “Sappi che se è successo qualcosa alla mia bambina ti riterrò personalmente responsabile. Tu prega soltanto che non le sia capitato niente”.
   A quel punto attaccai il telefono e Giuliano mi guardò con un espressione preoccupata. Io gli feci un mezzo sorriso per fargli capire che era tutto sotto controllo.
   “Che succede?”.
   “Niente. Come ti dicevo poco fa Moana e Berni hanno discusso, e allora Moana ha fatto credere a Berni che per fargliela pagare si sarebbe andata a prostituire in via Nazionale.
   “Ma è terribile!”.
   “Non ti scaldare troppo” risposi ridendo. “Moana è al sicuro a casa nostra”.
   “E perché non gliel’hai detto a Berni?”
   “Così la prossima volta ci pensa due volte prima di fare arrabbiare la nostra piccolina”.

Sabrina.   

Nessun commento:

Posta un commento