mercoledì 31 gennaio 2018

I nostri piccoli segreti.


   Mi svegliai alle dieci. Anzi, forse dovrei dire che fu Giuliano a svegliarmi.  Ad un certo punto iniziai a sentire i suoi baci caldi su tutto il corpo, le sue mani che esploravano le mie zone erogene, la sua erezione durissima premuta contro un fianco. Il mio corpo iniziò a contorcersi dal piacere; non riuscivo a capire se stavo sognando oppure se stava accadendo per davvero.
   Quando i miei occhi si aprirono vidi Giuliano sopra di me; mi aveva afferrato le caviglie e mi teneva le gambe aperte, e il suo enorme cazzo era ponto per entrarmi dentro. Il suo glande mi solleticava le labbra, delicatamente iniziò a farsi strada nel mio corpo e mi fece di nuovo sua. Cazzo quanto scopava bene! Era un vero toro da monta, e io non avevo mai saputo resistergli. Ero sempre stata cotta di lui, del suo grosso cazzo e del suo carattere da stronzo. Perché bisogna dirlo, Giuliano era sempre stato un grandissimo stronzo, e faceva delle donne (me compresa) ciò che voleva, fregandosene dei loro sentimenti. E non so per quale motivo ma questa cosa mi faceva completamente perdere la testa.
   Adoravo essere trattata come una bambola del sesso. Perché era in questo modo che Giuliano trattava le donne. E io ero completamente incapace di dirgli di no, qualsiasi cosa mi chiedesse di fare. Una volta per esempio mi chiese di fare una cosa ai limiti della legalità, e io gli dissi di sì, ma ad una condizione; Stefano non lo avrebbe dovuto sapere. Non volevo che venisse a conoscenza del fatto che la sua fidanzata si era abbassata a tanto. E Giuliano allora mi promise che sarebbe stato il nostro piccolo segreto. L’ennesimo. Ogni volta che mi chiedeva di fare qualcosa di molto sporco e io magari facevo un po' di storie lui mi diceva sempre quella cosa, e cioè che sarebbe stato il nostro piccolo segreto. Ormai non li contavo più i nostri piccoli segreti.
   Questo episodio che vi sto per raccontare è accaduto qualche mese dopo la nostra prima esperienza cuckold con Giuliano, per cui io e Stefano eravamo già fidanzati, e per questo motivo mi sono sempre sentita un po' in colpa di non avergli raccontato questa cosa. Ero la sua fidanzata, quindi avrebbe avuto tutto il diritto di sapere. Ma non gliel’ho mai detto perché l’ho sempre ritenuta una cosa di cui non andavo particolarmente fiera. La vicenda non era altro che un caso di corruzione politica, per questo dico che non ero orgogliosa di quella storia. 
   In quel periodo Giuliano, grazie a del denaro che aveva da parte e con l’aiuto di alcuni finanziatori, aveva aperto il suo strip bar, un’attività molto remunerativa che lo aveva reso uno degli imprenditori più giovani e virtuosi della città. Tutto filava per il verso giusto fino a quando non venne fuori che alcune cose non erano in regola. E per sistemare questa faccenda burocratica con la lentezza dell’amministrazione cittadina sarebbero passati mesi e mesi, e nel frattempo lo strip bar era obbligato a rimanere chiuso. Un vero e proprio guaio finanziario per Giuliano, che pensò bene di usare una scorciatoia non proprio legale, ovvero la corruzione di un politico locale con un discreto potere, un vecchio maiale affamato di denaro e sesso.
   E così Giuliano aveva preparato per lui una serata allo strip bar davvero speciale, a base di figa e alcol. Per l’occasione aveva assoldato sette escort, le più porche che c’erano in circolazione, ma nonostante questo c’era qualcosa che mancava; secondo Giuliano infatti c’era bisogno della famosa “ciliegina sulla torta”. Ebbene, la ciliegina sulla torta ero io. “Ma perché proprio io?” gli domandai, e lui mi rispose: “perché tu sei il sesso. Tutte le puttane che ci saranno alla festa non riusciranno nemmeno ad avvicinarsi a ciò che sei tu. Sabri, tu sei una maiala da competizione. Solo tu puoi aiutarmi con quello lì”.
   Non sapevo dirgli di no.
   Ricordo che il giorno che avvenne la porcata di cui vi sto parlando ci misi un’oretta buona a prepararmi; Giuliano mi aveva chiesto di indossare qualcosa di molto porco. Così avevo messo su un vestito rosso oscenamente corto, con una scollatura che avrei fatto fatica a tenere le tette dentro. Infatti non facevano che scivolare fuori. Sotto avevo solo un perizoma nero; il reggiseno come sapete per me è un optional che preferisco non indossare mai.
   Mi passò a prendere Giuliano e in cinque minuti raggiungemmo lo strip bar. “La festa” era già cominciata, il porco era già dentro che si stava sollazzando con le escort, e quando entrai mi trovai di fronte ad un’orgia surreale, era come un incendio di corpi, come un intreccio di lingue di fuoco che danzavano e si strofinavano in modo sinuoso. Tutti i corpi delle ragazze erano ammassati su un letto a due piazze che Giuliano aveva messo al centro del palco dello strip bar; al centro di questo lettone caldo c’era lui, il maiale, in estasi per tutta quella gnocca che gli si accalcava tutta intorno, come se lui fosse l’ultimo uomo sulla faccia della terra. Era disteso sulla schiena e una alla volta le ragazze salivano sopra di lui infilandosi il suo cazzo in figa.
   Prima di unirmi a quell’ammucchiata mi fermai un po' a guardare; il vecchio maiale sborrava in continuazione. Ma come faceva ad avercelo ancora dritto? Il suo segreto era riposto dentro il suo corpo imbottito di viagra. Ecco come faceva. Ne aveva preso così tanto che stava quasi rischiando di rimanerci stecchito.
   Sembrava di stare di fronte ad un baccanale dell’antica Roma, infatti quella scena mi diede l’impressione di un qualcosa di “antico”, quasi come se fossi tornata indietro nel tempo. Non avrei mai immaginato di vedere una cosa del genere, eppure a breve ci sarei finita in mezzo. Le ragazze erano in tutto sette, e mentre una gli montava sopra cavalcandolo le altre si baciavano e si accarezzavano l’un l’altra, in attesa del loro turno. E comunque notai che o erano molto brave a fingere di godere o erano strafatte di qualche sostanza eccitante, perché sembrava che fossero davvero in preda all’eccitazione, e così accecate dal sesso da perdere qualsiasi freno inibitorio (ammesso e non concesso che quelle ragazze ne abbiano mai avuti di freni inibitori).
   Iniziai a farmi avanti verso quel caldo assembramento di corpi, e non appena il vecchio porco mi vide si fece strada tra tutta quella carne che lo assediava. In mezzo a tutta quella figa lui voleva me, voleva le mie tette, che mi erano scivolate fuori dallo scollo quindi al momento ce le avevo libere, e gliele stavo offrendo, e lui sembrava estasiato dalla mia taglia. Nessuna di quelle ragazze ce le aveva grosse come le mie. Chi poteva competere con la mia sesta? E infatti capii immediatamente lui cosa voleva da me. Lui voleva poter godere con le mie tette, stringerle tra le sue mani, piantargli il cazzo in mezzo e scoparmi in quel modo. E allora mi sfilai il vestito e rimasi in perizoma, saltai sul letto e mi misi in ginocchio davanti a lui, che intanto si era alzato in piedi e mi puntava il suo cazzo fieramente eretto davanti alle tette. Me le afferrai con entrambe le mani e le strinsi intorno alla sua asta, e iniziai a fargli ciò che voleva, ciò che aveva desiderato fin dal primo momento che mi aveva visto, una delle mie colossali spagnole.
   Le escort ci circondarono cominciando a farci delle effusioni molto spinte; una ce l’avevo dietro che si era fissata col mio culone burroso, e si divertiva a darmi dei gran ceffoni. Un’altra invece aveva preso a baciarmi il collo. Ma io non mi lasciai distrarre e continuai imperterrita a “spagnoleggiare”. Le altre puttane invece si dedicarono a lui, accarezzandolo e baciandolo dappertutto. Ad un certo punto lui mi afferrò con violenza i capelli strattonandomi un po', e mi costrinse a girarmi e a mettermi alla pecorina.
   “Adesso ti sfondo il culo, puttanella!” mi disse.
   Mi strappò letteralmente via il perizoma e mi afferrò per i fianchi, e con le gambe curve sopra di me a poco alla volta calò il suo cazzo (ancora sorprendentemente duro) verso il mio buco del culo. Sentii il suo glande premere contro l’ingresso del retto, e con una spinta decisiva lo fece entrare tutto nella sua interezza. Iniziò a ingropparmi senza sosta, ogni tanto mi sculacciava, e io non capivo più niente, non capivo se a sculacciarmi era lui o le escort che ci ronzavano intorno. So soltanto che il calore di tutti quei corpi intorno a noi e il tepore dei faretti rossi che illuminavano il palco dello strip bar, mi avevano completamente inebetita. Ero incapace di fare qualsiasi cosa, preda di quel delirio collettivo, con le ragazze che per divertimento mi riempivano di schiaffi dappertutto, e lui che non la finiva di incularmi. Alla fine c’avevo il buco del culo in fiamme. Mi sa che mi ci aveva anche sborrato dentro, ma ero troppo confusa per rendermene conto.
   Ricordo che per tutto il tempo non feci che pensare a Giuliano. Solo una stupida come me poteva essersi innamorata perdutamente di uno come lui, a tal punto da farsi trattare in quel modo, come un pezzo di carne da dare in pasto ai leoni. Eppure l’amore che provavo per lui mi annientava, e mi rendeva incapace di dirgli di no. E tutt’ora è ancora così; continuo ad essere la sua schiava del sesso, pronta ad assecondare tutte le sue richieste, anche quelle più assurde.
   Comunque l’esito della serata non deluse le aspettative di Giuliano. Il vecchio porco nel giro di due giorni lo aiutò a riaprire i battenti dello strip bar, naturalmente tutto grazie alla complicità del mio buco del culo. 

Sabrina.

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