martedì 9 gennaio 2018

Sabrina va alla monta con uno sconosciuto.


   Ad un certo punto sentii un rombo di una motocicletta che proveniva dal punto di ingresso della spiaggia nudista e quindi la mia attenzione si concentrò sull’origine di quel suono assordante, che in qualche modo sconquassò il silenzio e la naturalezza di quel luogo che io consideravo quasi magico. L’autore di quel frastuono era una specie di vichingo, vestito di pelle e di borchie, un tizio che non esagero se dico che aveva l’apparenza di una persona poco raccomandabile.
   Dopo essere sceso dalla sua Harley lo vidi farsi strada verso la spiaggia, e spogliandosi del tutto (come tutti noi) tirò fuori il suo enorme cazzo che fece venire l’acquolina in bocca a tutte le donne presenti. E infatti vidi Sabrina guardarlo con un certo interesse. Ma cosa ci trovava in quell’uomo delle caverne? Mi chiedevo. La risposta probabilmente era semplice.
   E notai che anche lui guardava Sabrina con una certa insistenza, tanto che ad un certo punto si avvicinò a lei (e quindi anche a Stefano), e dopo aver scambiato due parole con loro vidi lei alzarsi e andare via con lui, senza neppure rivestirsi. Salì in sella alla Harley e lui si mise davanti, accese il motore e poi li vidi sparire. Quello che stavano andando a fare era piuttosto evidente. Il vichingo stava per farsi una scopata epocale con la mitica Sabrina Bocca e Culo. Stefano invece era rimasto sul suo telo di spugna, direi in paziente attesa di rivedere sua moglie ritornare dalla monta.
   La mia attenzione si concentrò proprio su di lui, che a quanto pare l’idea che sua moglie stesse facendo l’amore con un altro uomo non lo infastidiva neppure un po'. Avrei voluto chiedergli come faceva a starsene lì come se niente fosse. Come aveva potuto permettere che potesse succedere una cosa del genere, e cioè che un emerito sconosciuto si portasse via sua moglie?
   Non lo stavo giudicando, badate bene, ero soltanto curioso di sapere. Volevo sapere tutto di Sabrina, di quello che le piaceva fare, di quali erano i suoi interessi, quali erano le sue posizioni preferite nel fare l’amore, e soprattutto avrei voluto chiedere a Stefano come faceva a convivere col fatto che per Sabrina lui non era l’unico uomo della sua vita. Perché era così; lui non era l’unico.
   Non credo che su questo blog se ne sia mai parlato, ma Sabrina ha un tatuaggio dietro il collo. Piccolo, ma ce l’ha. È una lettera, una G stilizzata. Molti uomini che sono andati a letto con lei si sono interrogati sul suo significato. Cosa voleva dire quella lettera? Ebbene, quella era la G di Giuliano, il vero grande amore di Sabrina. E allora ritorno alla domanda di prima: come faceva Stefano a sopportare l’idea di non essere l’unico uomo di sua moglie? Cioè, ogni volta che lui faceva l’amore con Sabri, e magari lo faceva standole dietro, e quindi era costretto a vedere quella G tatuata dietro il collo, come faceva a non sbroccare dalla gelosia?
   Sua moglie aveva l’iniziale del nome di un uomo che amava alla follia stampata dietro il collo. Vi rendete conto? Una cosa che avrebbe fatto perdere la ragione a qualsiasi uomo. Certo, le lettera era nascosta dai capelli, per cui non sempre si vedeva, ma c’era.
   È strano che debba essere io a parlarvi di quel tatuaggio; cioè voglio dire che trovo inspiegabile il motivo per cui non ve ne abbiano mai parlato né lei né Stefano, perché quella lettera, quella G impressa sul quel corpo divino, ha un significato profondo, ed è un elemento fondamentale per capire Sabrina. Ma a questo punto è bene che vi spieghi l’origine della decisione di fare quel tatuaggio. Era stato Giuliano a chiederle di farlo, anche se lei in principio era contraria, ma lui aveva insistito molto e così Sabrina se l’era fatto fare. Il punto è che lei era così innamorata, così accecata dall’amore che provava per Giuliano, che se lui le avesse chiesto di mettersi a quattro zampe completamente nuda nella via principale della città ululando come una cagna in calore, ebbene lei lo avrebbe fatto.
   Ma che senso aveva quel tatuaggio dietro il collo? Era chiaro, per Giuliano era una specie di marchio, una dimostrazione del fatto che lei era sua. Per questo le aveva chiesto di farlo, perché tutti dovevano sapere che lei apparteneva a lui. E ogni volta che Sabri avrebbe fatto l’amore con qualcuno, quel tatuaggio sarebbe stato lì a ricordare all’ingroppatore di turno che nonostante Sabrina in quel momento si stesse lasciando montare, lei apparteneva solo ed esclusivamente a Giuliano. E quindi ritorno alla domanda di prima: come faceva Stefano a tollerare questa cosa? Quel tatuaggio era così eloquente, era come se dicesse: tua moglie appartiene ad un altro uomo. Come poteva Stefano chiudere gli occhi di fronte a questa cosa?
   E proprio mentre mi ponevo queste domande vidi Stefano alzarsi dal suo telo e con passi decisi raggiunse la riva, e si mise a osservare l’orizzonte con le mani premute contro i fianchi. Io ero a pochi metri da lui e mi venne quasi spontaneo rivolgermi a lui e chiedergli:
   “Ma non ti sei accorto di quello che è successo?” e lui mi guardò in modo perplesso.
   “Di cosa stai parlando?”.
   “Di tua moglie” continuai. “Non ti sei accorto che è andata via insieme ad un altro uomo?”.
   “Certo che me ne sono accorto”.
   “E ti sta bene questa cosa?”.
   “Non capisco, chi sono io per decidere cosa deve o cosa non deve fare?”.
   “Cavolo, sei o non sei suo marito?”.
   “Certo che sono suo marito, ma non vedo il motivo per cui dovrei vietarle di fare le sue esperienze e di vivere la sua vita”.
   “Scommetto che trovi eccitante il fatto di sapere che la tua donna è da qualche parte che sta facendo l’amore con un altro uomo” dissi.
   “Beh sì, lo ammetto, mi eccita un casino” e a quel punto notai che si era portato le mani sul davanti, per coprirsi l’attrezzo che intanto era diventato duro per via del fatto che stava pensando a Sabrina che si stava facendo montare da qualcun’altro. “La cosa che non capisco è perché tu mi stia facendo questo interrogatorio. Alla fine neppure ci conosciamo. O forse sì? In effetti hai un volto che non mi è nuovo”.
   “No, non ci conosciamo” mentivo, ci conoscevamo eccome. Ricordate la famosa pasquetta in campagna? Ma probabilmente lui non aveva neppure fatto caso a me, perché era troppo preso a guardare Sabrina che si faceva spupazzare da tutti quanti. “Comunque mi dispiace, il mio intento non era quello di giudicarti. Lascia che ti offra qualcosa da bere allo chalet per farmi perdonare”.
   La spiaggia aveva infatti uno chalet di legno con dei tavoli, e fu proprio lì che andammo, in attesa del ritorno di Sabrina.

Anonimo. 

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