mercoledì 3 gennaio 2018

La puttana ufficiale della comitiva. 

(in foto: Alex Chance, AlexChanceXXX.com)


   Prima di quella famosa pasquetta in campagna già avevo sentito parlare della mitica Sabrina Bocca e Culo. Dico “mitica” perché era un mito per noi maschietti. L’unica che si offriva a chiunque in modo indiscriminato; bastava farsi avanti e lei faceva per te cose che avresti visto soltanto in un film porno. Cose che avrebbero fatto inorridire la maggior parte delle sue coetanee. Quindi, come dicevo, già avevo sentito molte storie porchissime sul suo conto, ma in quell’occasione (appunto la festicciola in campagna) ebbi modo di vederla e di constatare che quello che dicevano era vero: Sabrina era davvero una gran troia. Ricordo per esempio che ogni tanto qualcuno le dava una bella pacca sul sedere, e lei ogni volta faceva finta di arrabbiarsi, ma si vedeva chiaramente che le piaceva un casino.
   Alla festa c’era anche quello che poi sarebbe diventato suo marito, il quale come me se ne rimase in disparte. Non erano ancora neppure fidanzati, eppure lui era molto infastidito da come i maschietti trattavano la sua futura moglie. Quasi come se in qualche modo sapesse che un giorno Sabri sarebbe stata la donna che avrebbe portato all’altare, e proprio per questo motivo il fatto che tutti i maschietti le ronzavano intorno palpandola e sculacciandola continuamente lo faceva stare d’umore nero. Probabilmente lui era l’unico maschio con il buon senso di vedere Sabrina per quello che era, e cioè una ragazza bisognosa d’amore. Io e gli altri probabilmente, accecati dai bollori giovanili, in lei non riuscivamo a vedere altro che una puttana. Sì, anche io sono colpevole di questo, anche se me ne ero rimasto a distanza, ma lo avevo fatto con lo spirito voyeuristico che alimenta i guardoni che vanno nei parcheggi a spiare le coppiette che fanno l’amore. Io guardavo ma non toccavo, ma guardavo con eccitazione, con malizia, senza alcun rispetto, come se Sabrina fosse una bambolina del sesso creata appositamente per far godere gli uomini. Lo so che questo è sbagliato, ma era proprio così che lei appariva ai miei occhi.
   Discorso diverso invece per quello che poi sarebbe diventato suo marito, che invece la guardava con gli occhi dell’amore, in quel momento carichi di insofferenza e rabbia per il modo in cui gli altri stavano trattando la sua futura moglie. Lui non la vedeva come una bambolina del sesso come invece facevamo noi, e per questo motivo credo che Sabrina abbia preso la decisione giusta di diventare sua moglie. In fin dei conti lui era l’unico tra tutti noi a meritarsi una donna così speciale.
   La seconda volta che vidi Sabrina Bocca e Culo fu la settimana successiva; ricordo che ero in centro con gli amici nel nostro solito luogo di ritrovo, un bar che si chiamava Jazz Cafè, un posto tristissimo se ci ripenso, eppure era il “nostro” bar, il luogo in cui ci riunivamo. Ebbene, quel giorno mi dissero che era il compleanno di un certo Pier Vittorio, un nostro coetaneo che conoscevo appena. Non era esattamente un membro della nostra comitiva, piuttosto era uno che saltuariamente si aggregava a noi. Mi dissero che avevano preparato per lui una sorpresa davvero speciale.
   “Oggi lo facciamo diventare un uomo” mi dissero.
   “Che vuol dire?” chiesi.
   “Giuliano ha chiesto a Sabrina Bocca e Culo di sverginarlo”.
   A questo punto è meglio che faccia delle precisazioni: Pier Vittorio era un verginello di quelli che ce l’avevano scritto in faccia. In fin dei conti molti di noi lo erano, anche io lo ero, ma di Pier Vittorio lo sapevano tutti, e questa cosa lo aveva reso un po' una macchietta. Invece Giuliano era il playboy del gruppo, e con Sabrina aveva un rapporto speciale: lei era la sua amante fissa. Dico “amante” perché Giuliano aveva una fidanzata ufficiale di nome Manuela. Ma erano più le volte che andava a letto con Sabrina che con lei. Pare che Sabrina avesse perso la verginità anale proprio con Giuliano. Ho sempre avuto l’impressione che lei fosse innamorata persa di Giuliano, ma che lui la usava solo come un buco da riempire. Con lei riusciva a fare tutte le cose che la sua fidanzata non gli permetteva di fare. E lei in questo lo accontentava su tutto, perché era come se in presenza di Giuliano perdesse completamente qualsiasi freno inibitorio (ammesso che ne abbia mai avuti di freni inibitori).
   L’episodio di cui vi sto parlando vi è stato già raccontato in un post della figlia di Sabrina, Moana, la quale ha avuto modo di conoscere Pier Vittorio e diventarne una specie di “amica intima”. Ecco a voi il link:


   Ricordo che l’appuntamento con Giuliano (e quindi con Sabrina) era sotto casa di Pier Vittorio. Lei era vestita come suo solito in modo porchissimo; aveva un abito rosso oscenamente corto che le metteva a nudo le sue spettacolari cosce nella sua interezza, e che a stento riusciva a nascondergli il culo, quel culo tanto ambito e da molti maschietti molto apprezzato per la sua particolare disponibilità nell’accoglierli. Il vestito aveva inoltre una generosissima scollatura da cui le sue tette non facevano che scivolare continuamente fuori, e lei ogni tanto le infilava di nuovo dentro (ma inutilmente, perché dopo cinque minuti uscivano di nuovo). Quando la vidi mi venne un tremore eccezionale, quasi come se avessi i sintomi influenzali; Sabrina era uno spettacolo della natura, e io di fronte a lei diventavo di pietra, incapace di fare qualsiasi cosa. Tutti i miei amici invece sembravano a proprio agio con lei, e la palpeggiavano e la stuzzicavano nei punti più proibiti, e lei se lo lasciava fare, come se da quell’orgia di mani sul suo corpo ne traesse piacere e divertimento. Eppure, mi chiedevo, come mai Giuliano lasciava che i suoi amici facessero di Sabri quello che volevano? Ovviamente perché per lui Sabrina non contava nulla, era solo un giocattolo con cui sollazzarsi, un giocattolo da condividere con i suoi amici. Probabilmente se avessero fatto la stessa cosa con la sua fidanzata, Manuela, allora Giuliano avrebbe spaccato la faccia a tutti. Con Sabrina era differente. Sabrina era la puttana ufficiale della comitiva.

Anonimo. 

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