giovedì 19 aprile 2018

Un rapporto

di complicità.


   Quel doppio pompino insieme alla mia fidanzata cambiò ogni cosa. Si instaurò infatti un rapporto di complicità incredibile, che in qualche modo solidificò il nostro amore. Lo capii immediatamente, da come Beatrice mi guardava negli occhi mentre le nostre bocche percorrevano quell’enorme pezzo di carne. Il suo sguardo era molto eloquente, e mi parlava, mi diceva: “ti amo con tutta me stessa, perché stai facendo questa cosa con me, perché hai deciso finalmente di giocare con me insieme agli altri uomini”. Era come se fosse il suo sogno erotico da sempre, avere un fidanzato con cui condividere il piacere dei cazzi duri. Tra me e la mia fidanzata si era finalmente instaurata una sintonia che non c’era mai stata; prima era tutto diverso, io ero sempre stato molto innamorato di lei, e lei pure, ma non quanto me, perché lei amava anche gli altri uomini. Ma dopo quello che era successo quel giorno, cioè dopo essere stati rimorchiati in spiaggia, e dopo aver avuto quel simultaneo rapporto orale, era come se si fosse aperto un mondo. Finalmente anche Beatrice aveva iniziato ad amarmi in modo incondizionato, come io amavo lei, perché aveva ormai trovato un “complice”. E cos’è un rapporto d’amore se non un rapporto di complicità?
   Comunque il toro, dopo aver eseguito una colossale cumshot sul viso di Beatrice (solo sul suo, io mi limitai a leccarle un po' di sborra dalle guance), ci fece accomodare in soggiorno, e ci offrì qualcosa da bere, altro succo di frutta come prima di fare l’amore. Restammo nudi tutta la serata a chiacchierare e a conoscerci meglio. Poi verso mezzanotte ci accompagnò a casa in macchina. Ci scambiammo i numeri di telefono con la promessa di rivederci presto. E comunque certamente lo avremmo rivisto lì alla spiaggia nudista dove lui ci aveva rimorchiato, perché sia lui che noi ne eravamo dei frequentatori abituali.
   Tra l’altro non so come, ma la voce che io e Beatrice eravamo una coppia facile da rimorchiare si era diffusa su tutta la spiaggia nudista. Forse perché eravamo un po' come una piccola comunità, e quindi si sapeva tutto di tutti. Si sapeva infatti che la coppia con l’ombrellone verde era una coppia di mezza età a cui piacevano i giochi di sottomissione. E si sapeva anche che la coppia di ragazze con l’ombrellone a pois preferiva non essere disturbata per nessun motivo, quindi gli uomini in cerca di avventure dovevano stargli alla larga, altrimenti si sarebbero beccati un bel due di picche grosso come una casa. L’amore preferivano farlo da sole, e non avevano bisogno di uomini per essere appagate. E quindi, dopo essere stati rimorchiati dal toro, anche di me e Beatrice si venne a sapere tutto, e principalmente che eravamo una coppia facile da rimorchiare. E infatti furono numerosi i tentativi di rimorchio da parte di avventurieri in cerca di divertimento, a cui nella maggior parte dei casi non ci siamo mai sottratti. Insomma, la nostra vita intima diventò notevolmente appassionante e ricca di sorprese.
   Certo non tutti approvavano quello che facevamo con gli altri uomini; le ragazze con l’ombrellone a pois, quelle che non volevano essere disturbate, spesso ci guardavano in malo modo. E una volta lessi il labiale di una delle due che diceva: “quei due mi fanno vomitare”. Si riferiva a noi, lo capii perché mentre diceva quella cosa guardava nella nostra direzione. Quindi era inequivocabile; stavano parlando di me e Beatrice. Ma d’altronde ero sempre preparato a questo genere di commenti, perché non tutti riuscivano ad accettare il nostro stile di vita. Alcune persone facevano persino fatica ad accettare il fatto che Beatrice non era una ragazza come tutte le altre; Beatrice era per metà uomo, e per alcuni era motivo di imbarazzo e disgusto. Per farvi un esempio vi racconterò un episodio che era successo proprio in spiaggia. Devo premettere però che la spiaggia nudista che eravamo soliti frequentare, da tutti ribattezzata “l’ultimo scoglio” per via di uno scoglio molto imponente che delimitava la zona naturista, era spesso meta di curiosi provenienti da altri lidi dove il costume da bagno era d’obbligo. Ci venivano per la morbosa curiosità di vedere noi che non avevamo alcun problema ad andare in giro nudi. E alcuni ci guardavano con disgusto. Un giorno vidi due donne in costume da bagno che provenivano dall’altra parte dello scoglio (dove appunto il nudismo era vietato); erano entrambe sui cinquant’anni, e venivano verso di noi. Io e Beatrice eravamo a riva, con l’acqua che ci arrivava alle caviglie, intenti a goderci il sole e la brezza marina. Le due donne ci passarono accanto, e vidi una di loro guardare in modo sdegnoso la mia fidanzata. Dopo averla squadrata dalla testa ai piedi disse una cosa molto cattiva: “che schifo. Certe cose ti fanno passare la voglia di vivere”. Nonostante lo avesse detto a bassa voce, in modo da farsi sentire soltanto dalla sua amica, ero sicuro che Beatrice avesse sentito bene quelle parole, ma fece finta di niente. Forse ci era abituata. Io invece mi intristii molto, perché quelle parole mi fecero davvero male.
   Possibile che certe persone fossero così cattive e insensibili da criticare e denigrare una persona pur non conoscendola? E per quale motivo poi? Cosa aveva fatto di male la mia Beatrice a quella donna? Assolutamente niente. Eppure lei si era arrogata il diritto di criticarla, soltanto perché era una transgender. Il fatto è che per certe persone, soprattutto se hanno il cervello poco sviluppato, la diversità è percepita come una minaccia. Quella donna aveva detto che Beatrice le faceva passare la voglia di vivere, ma lo sapete cos’è invece che la fa passare a me? Il fatto che ci siano bestie che la pensano in questo modo. Se non ci fossero sarebbe un mondo perfetto.
   A quel punto provai per la mia fidanzata un incredibile tenerezza, e allora l’abbracciai da dietro e iniziai a tempestarle il collo e le spalle di baci, e le sussurrai che era speciale sotto ogni punto di vista, e lei mi rispose semplicemente: “lo so”. E con le mani le accarezzai il corpo, raggiunsi le tette e le strinsi con desiderio. Intanto il mio cazzo si era indurito in modo indecente, e premeva in mezzo alle sue natiche. Aveva voglia di entrare nel suo condotto anale. Iniziarono a guardarci tutti perché quello che stavamo facendo era puro esibizionismo. E a qualcuno piaceva, tranne che alle ragazze con l’ombrellone a pois, le quali erano poco avvezze a questo genere di effusioni in pubblico. Però gli altri sembravano apprezzare molto, perché non c’è cosa più bella che vedere due innamorati che fanno l’amore.

Rocco.  
  

Nessun commento:

Posta un commento