sabato 23 giugno 2018

Anale con

Tarzan.

(in foto: Riley Jenner, JeshByJesh.com)


   Eravamo appena arrivati alla festa e l’avevo già persa di vista. D’altronde come poteva essere altrimenti? Con tutti quegli astri nascenti del cinema hard, con corpi divini e cazzi enormi, era normale che Moana si sentisse come nel paese dei balocchi, dove il vizio e la lussuria regnavano incontrastati. Moana era in paradiso, come d’altronde lo ero anche io, con tutte le aspiranti dive del porno che bazzicavano la villa. Ma nonostante fossero dei concentrati di gnoccume, io non riuscivo a divertirmi quanto invece si stava divertendo lei. Era da un paio d’ore che stava vagando in quell’orgia di corpi, completamente nuda, con la pelle cosparsa di brillantini luccicanti e niente più, a farsi corteggiare in modo sfacciato da chiunque. E alla fine di certo avrebbe scelto qualcuno a cui concedere i propri buchi. E quel qualcuno non ero di certo io, dal momento che con quegli stalloni da monta, future star del porno, non potevo nemmeno immaginare di competere.
   Io non facevo che cercarla con gli occhi; la seguivo dappertutto, nei limiti del possibile, perché poi spesso la perdevo di vista e allora mi mettevo a correre nel giardino della villa nel disperato tentativo di ritrovarla e appurarmi che non stesse facendo niente di porco. Mi ero trasformato in una specie di fidanzato geloso, anche se questa cosa non aveva alcun senso dal momento che lei non era più mia. Lei ormai apparteneva a chi riusciva a prendersela. Ma nonostante questo sentivo dentro una specie di rabbia, mi sarebbe piaciuto coglierla sul fatto, mentre si faceva inculare da qualcuno, o magari mentre faceva un pompino in uno dei bagni della villa, e dirle: “sei la degna figlia di Sabrina Bocca e Culo, praticamente una vacca da monta”. Era voglia di umiliarla, di ferirla, perché lei aveva fatto lo stesso con me, andandosene in giro per la villa, completamente nuda, a fare la puttanella con ogni stallone che gli capitava a tiro.
   Poi ad un certo punto non la vidi più per circa un’ora e allora mi misi a cercarla dappertutto, anche negli angoli più remoti del giardino. Poi entrai nella villa e mi misi a frugare in tutte le stanze, molte delle quali erano occupate da aspiranti pornodive ubriache che si facevano montare senza ritegno. E finalmente trovai Moana; era in una camera, e stava avendo un epico rapporto anale con un aitante stallone da monta vestito da Tarzan. Tarzan contro la Regina dei Ghiacci, e a quanto pare stava vincendo lui, perché le stava facendo il culo senza sosta. Mi misi a guardare tutta la scena tramite lo spiraglio della porta socchiusa. Potevo entrare e fare una scenata, ma la tentazione di rimanere a spiare quell’inculata mi eccitava di più della voglia di mettermi a fare il fidanzato geloso (che non ero, dal momento che lei non era più la mia fidanzata). Chiunque fosse lui era davvero un professionista nello scoparsi le donne; praticamente si stava girando e rigirando la madre di mia figlia come voleva lui, e lei praticamente gli lasciava fare tutto quello che voleva, e quindi lui la metteva in posizioni davvero rocambolesche, continuando però a penetrarla analmente. A quanto pare il buco del culo della madre di mia figlia era il suo principale obiettivo, e infatti se lo stava facendo in tutte le posizioni possibili.
   Ogni tanto però lo faceva uscire e glielo metteva in bocca, e allora lei lo accoglieva dentro e lo faceva godere come voleva lui. Lui voleva la bocca? Lei ubbidiva e lo accontentava. Poi rivoleva il culo, e allora lei si rimetteva in posizione (le posizioni le sceglieva lui, era lui a condurre il gioco) e si faceva penetrare di nuovo.
   Ero molto eccitato e non riuscivo a smettere di guardare. Tremavo come una foglia, quasi come se avessi la febbre a quaranta, perché sapevo che stavo facendo una porcata, ancora di più di lei, che stava facendo sesso anale con un tizio travestito da Tarzan. Ma la porcata che stavo facendo io era ancora peggio; stavo spiando la mia ex fidanzata che si stava facendo inculare da un altro. Stavo godendo del suo rapporto rettale, delle schifezze che diceva (perché Moana quando faceva l’amore diceva un sacco di cose porche), dei suoi rantoli di piacere e delle numerose sculacciate che lui non dimenticava mai di dedicare al suo sedere divino.
   Lui non riuscivo a vederlo bene, perché in qualche modo c’era sempre lei davanti. Ma poi ad un certo punto lo vidi. Era Darren, l’astro nascente del porno che avevo deciso di ingaggiare per il ruolo di protagonista del mio nuovo film. Quando iniziò a sborrare ebbi la conferma definitiva che era lui; soltanto lui infatti schizzava in modo così copioso. Fece una cumshot sul viso di Moana rendendola praticamente irriconoscibile. La sborra le colava dappertutto e faceva perfino fatica a tenere gli occhi aperti. Iniziò a dimenare le braccia in cerca di un tovagliolo con cui pulirsi da tutto quello sperma.
   “Cazzo, dammi qualcosa!” sbottò divertita. “Non riesco a vedere nulla”.
   “Io invece avrei voglia di rispedirti dal tuo Berni in queste condizioni, e dirgli: ecco quella troia della tua signora”.
   “Non sono la sua signora” rispose lei. “O almeno non più, anche se devo ammettere che mi piacerebbe molto esserlo di nuovo”.
   A quel punto cominciai ad avere non poche difficoltà a capire quello che stava succedendo. Perché aveva detto una cosa del genere se si era appena fatta inculare da Darren? Chi voleva, lui o me? A giudicare dal viso, completamente ricoperto del suo sperma, avrei detto che Moana ormai apparteneva a lui. Ma in verità non era così.  
   Non sapevo con esattezza come dovevo comportarmi. Da quando eravamo arrivati alla festa le mie emozioni erano state molto contrastanti; in principio ero stato accecato dalla gelosia, così tanto che avevo sperato di beccarla mentre faceva un pompino a qualcuno e poi umiliarla, dirle che non era altro che una vacca, proprio come sua madre. Poi dalla gelosia ero passato all’essere eccitato così tanto da tremare come in preda alle convulsioni. E adesso invece mi sentivo perplesso. Continuavo a chiedermi quali fossero le intenzioni di Moana. Insomma, avevo bisogno di spiegazioni. E le volevo subito.

Berni.

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