sabato 16 giugno 2018

Gli occhi luminosi

dell'amore. 

(in foto: Emma Mae, Something Got Me Started, Babes.com)


   Quando tornai a casa era tutto cambiato. Cioè, non proprio tutto, essenzialmente era Moana ad essere cambiata, e quindi era come se fosse cambiata ogni cosa. Il suo atteggiamento nei miei confronti era diverso dal solito. Da quando ci eravamo lasciati praticamente lei mi salutava a stento, e invece adesso non appena mi aveva visto rientrare mi era venuta incontro e mi aveva stretto in un tenero abbraccio. E poi aveva cominciato a tempestarmi di domande: come stai? Hai fame? Perché non hai telefonato neppure una volta?
   In effetti ero sparito per più di una settimana, perché stavo tentando di dare alle luce un nuovo film. Ma dopo la buona riuscita del primo, farne un altro e cercare di ottenere gli stessi risultati era un’impresa molto difficile. Anche perché buona parte del successo del primo film era sicuramente legata alla presenza di Moana, la quale aveva vestito (per modo di dire) i panni della protagonista. Ma poi in seguito mi aveva fatto capire che non era per nulla interessata a proseguire quel tipo di percorso. E così adesso stavo cercando un’altra aspirante attrice del suo stesso livello. Ma capirete da soli che era una cosa impossibile.
   Ma ritorniamo a ciò che stavo dicendo poco fa, e cioè che l’atteggiamento di Moana verso di me era misteriosamente cambiato. Mi invitò a sedermi insieme  lei sul divano e le parlai di quello che stava facendo in quei giorni, e lei mi ascoltò attentamente guardandomi con i suoi tipici occhi a cuoricino che aveva ogni volta che voleva farsi montare da qualcuno. In effetti era una situazione che davvero facevo fatica a comprendere. Quei suoi occhi parlavano chiaro; aveva voglia d’amore. Tanto che ero tentato di chiederglielo se voleva farlo, ero quasi certo che mi avrebbe risposto di sì, ma non ebbi il coraggio di farlo, perché in fin dei conti ci eravamo lasciati da un bel po'. Eppure quel suo modo di guardarmi, quella luce che aveva sul viso, erano cose molto eloquenti; erano gli occhi dell’amore. Ne ero certo, eppure non ce la facevo a proporle di farlo, perché se poi mi sbagliavo? Avrei fatto la figura dello stupido.
   Avevo una gran voglia di saltarle addosso e strapparle quel porchissimo vestitino da sera beige che indossava, e poi baciarla dappertutto, soprattutto in mezzo alle gambe, e poi il suo buchetto del peccato (cioè il suo buco del culo, però a me piaceva chiamarlo in quel modo, cioè buchetto del peccato, e a lei era sempre piaciuto il fatto che glielo avevo ribattezzato in quel modo). Ammetto che nonostante non fossimo più fidanzati, lei continuava ad essere il mio sogno erotico ricorrente. Ma d’altronde Moana era il sogno erotico di tutta la città. Ci sono uomini che farebbero qualsiasi cosa pur di trascorrere una notte con lei. E devo dire che da quando ci eravamo lasciati avevo molto sofferto la mancanza delle porcate che era in grado di fare, cose che forse avrebbero fatto arrossire di vergogna tutte le altre ragazze, ma non lei. Per esempio lei spesso faceva una cosa che difficilmente una ragazza avrebbe fatto al proprio uomo, e cioè ti leccava tra il buco del culo e le palle, ed è inutile che vi dica che era una sensazione paradisiaca.
   Moana nel sesso era sempre stata pronta a tutto, aperta a qualsiasi tipo di esperienza, anche le esperienze considerate più immorali, e forse era questo che mi aveva sempre spaventato, e cioè che lei era troppo avanti rispetto a me riguardo al sesso. E a spaventarmi era proprio questo, cioè di non essere in grado di soddisfarla, perché Moana aveva bisogno di uno stallone da monta di razza per essere soddisfatta. Non mi ero mai sentito alla sua altezza, e forse inconsciamente avevo pensato che prima o poi si sarebbe stancata di me e si sarebbe gettata tra le braccia di un maschio alpha con un corpo da dio e le prestazioni di un pornoattore.
   Per evitare un simile epilogo avevo deciso che era meglio lasciarci. E mentre ero lì sul divano con lei, e lei mi guardava con gli occhi luminosi dell’amore, mi resi conto della sciocchezza che avevo fatto. Devo ammettere che nel periodo che siamo stati separati mi sono ammazzato di seghe senza senso. Le seghe senza senso sono quelle seghe che ti fai quando non ne hai voglia, giusto per passare il tempo, e che non ti danno nessun appagamento. Erano senza senso perché non erano quello che volevo. Ciò che volevo era Moana, tutto il resto non aveva alcun valore.
   Confesso che qualche volta mi ero fatto qualche sega pensando a lei che faceva l’amore con altri uomini, ed erano le uniche volte che avevo provato piacere. Un paio di volte invece lo avevo fatto spiandola dal buco della serratura della sua stanza, mentre era a letto con gli uomini che spesso trascorrevano la notte con lei. E più la sentivo godere e più sentivo che la mia insoddisfazione era legata al fatto che lei non era più mia. Ormai era diventata la donna di altri uomini, alcuni dei quali senza scrupoli, che la trattavano soltanto come un buco da riempire. E questo un po' mi feriva, ma allo stesso tempo mi eccitava un casino. Vederla in balìa di maiali che non avevano alcun rispetto per lei mi mandava al manicomio. E questo perché l’amavo ancora.
   E adesso era lì accanto a me, sul divano, e mi guardava con i suoi tipici occhi dell’amore, per non so bene quale motivo. Forse anche in lei si era riaccesa la fiamma della passione. Forse c’era qualche buona possibilità di far ripartire le cose, ma non sapevo precisamente cosa fare. Chi doveva fare il primo passo? Io o lei?
   “E allora...” disse Moana, che aveva chiaramente voglia di parlare. “A parte il lavoro, cosa mi racconti di bello? Ti vedi con qualcuna? Hai una relazione?”.
   “No, niente di tutto questo. Ma perché vuoi saperlo?”.
   “Beh sai, ormai è già da un bel po' che ci siamo lasciati, eppure continuiamo a vivere nello stesso appartamento, e inoltre siamo i genitori di una bambina meravigliosa. E nonostante questo conduciamo due vite parallele e ne sappiamo così poco l’uno dell’altro”.
   “E tu? Ti vedi con qualcuno?”.
   “Solo avventure occasionali. Niente di speciale. Dai, dimmi la verità” mi disse divertita, e continuando ad avere sul viso quell’espressione tipica di quando aveva voglia di fare l’amore. “Non hai avuto altre relazioni da quando ci siamo lasciati? Puoi dirmelo, non mi da mica fastidio. Ti sarà capitato di fare qualche porcata”.
   “No, non c’è stato niente. Non ho avuto alcuna relazione. Però qualche porcata l’ho fatta” decisi di gettare la maschera e dirle la verità, forse nel disperato tentativo di riavvicinarmi a lei. “Ammetto di averti spiata qualche volta, mentre facevi l’amore”.
   Moana mi sorrise in modo compiaciuto.
   “Beh, non c’è niente di male” rispose. “Puoi spiarmi ogni volta che ti pare se ti fa piacere. Se questo ti rende felice, rende felice anche me”.
   Forse mi sbagliavo, ma ebbi l’impressione che quelle parole fossero una specie di dichiarazione d’amore. Era come se Moana stesse cercando di riconquistarmi.

Berni.

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