martedì 26 giugno 2018

Il motivo per cui aveva

dato il retto a Darren.

(in foto: August, InTheCrack.com)


   Lungo il tragitto verso casa mi chiusi in un terribile silenzio. Non sapevo cosa dire, e inoltre quello che avevo visto mi aveva reso molto nervoso. Avevo visto Moana che faceva sesso anale con Darren. E quindi mi chiedevo: a che gioco stava giocando? Era questo che volevo sapere. Perché se il suo intento era soltanto quello di farmi ingelosire e basta allora ci era riuscita benissimo. Però mi sentivo preso in giro, perché prima mi aveva fatto credere di essere interessata a ritornare con me, e poi si era fatta inculare da Darren.
   Moana invece era euforica; non faceva che ripetere che era stata una festa sensazionale, e io dentro di me pensavo: forse per te lo è stata che hai dato via il tuo condotto anale a quello stallone da monta di Darren.
   E poi sospirava in continuazione, come ogni volta che si sentiva appagata sessualmente. Sospirava e guardava nel vuoto con gli occhi innamorati a forma di cuore. Conoscevo bene Moana, e se faceva così era perché era innamorata. E non certo di me, ma di Darren. Era con lui che aveva appena fatto l’amore, per cui non poteva essere altrimenti.
   Questa cosa mi fece perdere il senno, e ad un certo punto feci una cosa di cui non vado orgoglioso. Le chiesi delle spiegazioni riguardo a ciò che aveva fatto con Darren.
   “Darren?” mi rispose. “Perché c’era anche lui? Non me ne sono proprio accorta”.
   Fu a quel punto che feci quella cosa riprovevole che vi dicevo. Un atto orrendo che non si dovrebbe fare per nessuna ragione al mondo. Le afferrai i capelli con violenza e la strattonai, e lei rimase paralizzata, con gli occhi spalancati verso di me. Era la prima volta che lo facevo, e che le mettevo le mani addosso con l’intento di farle del male. E per la prima volta vidi la paura negli occhi di Moana, tanto che ebbi l’impressione di trovarmi di fronte ad un’altra persona. Moana non aveva mai avuto paura di niente e di nessuno; era sempre stata capace di difendersi da sola, e guai a farla arrabbiare. E invece quella volta sembrava indifesa, incapace di reagire, vittima della bastarda prepotenza di un uomo, e cioè io. Quando mai avrebbe permesso a qualcuno di trattarla in quel modo? Eppure era quello che stava succedendo.
   “Quanto sei puttana! Ti ho vista mentre ti facevi fare il culo da lui, e adesso vorresti farmi credere che non ti sei accorta che alla festa c’era anche Darren”.
   Moana cominciò a guardarmi con occhi supplichevoli, che dopo un po' iniziarono ad arrossarsi e a riempirsi di lacrime, ed ebbi la sensazione di vederla da bambina. Ovviamente non avevo mai visto Moana quando era una bambina, se non in qualche foto che mi aveva mostrato lei. Ebbene, era come se fosse ritornata ad essere la bambina di quelle foto che avevo visto, un angioletto biondo e indifeso a cui io stavo facendo del male. Stavo tirando i suoi capelli dorati, le avevo estirpato la felicità dal cuore  e l’avevo sostituita con la paura, e infine l’avevo definita una “puttana”, soltanto perché aveva dato piacere col proprio corpo ad un altro uomo. Forse stavo esagerando. Moana aveva sempre fatto così. Mi aveva cornificato talmente di quelle volte che nemmeno lo ricordavo più il numero esatto. Ma era appunto col proprio corpo che lei dava piacere agli altri uomini, mai col proprio cuore. Il cuore lo aveva dato soltanto a me (e mi aveva dato anche molto altro come sapete, per esempio l’opportunità di fecondarla).
   E in ogni caso continuavo a non capire il motivo per cui non reagiva. Come mai ancora non mi aveva mollato uno schiaffone? Da lei mi sarei aspettato proprio questa cosa, e cioè una manata in piena faccia da lasciarmi il segno per qualche giorno. E invece no, se ne rimase lì a fissarmi con lo sguardo impaurito e gli occhi traboccanti di lacrime. A quel punto le mie dita si allentarono e lasciai i capelli di Moana, e lei abbassò lo sguardo. Adesso che l’avevo lasciata, mi dicevo, avrei dovuto aspettarmi una reazione. E invece nulla. Rimase in silenzio e con la fronte abbassata. Cercai di calmarmi, perché era chiaro che la stavo trattando di merda e non se lo meritava. Moana era un angelo, era tutto ciò che un uomo poteva desiderare. Una macchina del sesso di notte e una mamma formidabile di giorno. Per non parlare delle sue impressionanti capacità manageriali. Tutte questo era racchiuso in quel corpo perfetto che avevo accanto, quel corpo senza nemmeno un difetto, che io stavo maltrattando. No, dovevo cercare di controllarmi. Non potevo farlo.
   “Scusami, non volevo” dissi. “Ma è che certe volte mi fai veramente perdere la testa. Possibile che tu non abbia freni? Vieni ad una festa in maschera praticamente nuda, e poi ti imboschi con un tizio che conosci a stento per farci del sesso anale, noncurante del fatto che alla festa c’ero anch’io”.
   “Proprio per questo l’ho fatto” rispose con un filo di voce ed evitando categoricamente di guardarmi negli occhi. “Proprio perché c’eri anche tu”.
   “Non capisco. Cosa vuoi dire?”.
   Intanto eravamo arrivati sotto casa, ma rimanemmo in macchina ancora un po' per discutere di quanto era successo quella sera. Lei si fece forza e finalmente alzò il suo sguardo verso di me, e vidi di nuovo il viso della bambina delle foto, cioè di Moana da piccola.
   “L’ho fatto per farti innamorare di nuovo di me”.
   “Facendoti penetrare analmente da un altro uomo?” domandai.
   “Il mio intento non era di farlo alle tue spalle” continuò. “Sapevo che saresti venuto a cercarmi, per cui lo sapevo che mi avresti sorpresa a fare l’amore anale con Darren. Quello che volevo era farti ingelosire, solo così avresti preso coscienza del fatto che mi ami ancora”.
   “E cosa ti fa pensare che ti amo ancora?”.
   “Se non mi amavi allora non avresti reagito come hai reagito adesso. Per cui non puoi negarlo. Mi ami ancora. E io allo stesso tempo amo te, nonostante stasera abbia accolto Darren nel mio condotto anale. Lui ha avuto il mio corpo ma non il mio cuore. Quello ce l’hai tu”.
   Ecco perché non aveva reagito quando le avevo strattonato i capelli con violenza, perché Moana aveva messo in conto anche questa reazione, e in un certo senso ci aveva sperato.
   Dopo quella rivelazione l’espressione del viso di Moana cambiò radicalmente, e assunse il suo aspetto tipico di quando le viene voglia di fare l’amore, con quel suo caratteristico sorriso beffardo che sembrava volerti sfidare a fare qualcosa di veramente porco.
   “Ti va di fare una maialata?” mi chiese. Non sapevo cosa avesse in mente, ma certe volte le venivano certe idee che avrebbero fatto arrossire anche gli uomini più depravati.

Berni. 

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