sabato 22 dicembre 2018

Una giornata incredibilmente

impegnativa.

(in foto: Cherry Kiss, Jealousy 4, SexArt.com)


[postato da Moana]

   Con Berni mi sentivo a posto con la coscienza. Non sentivo nessun rimorso, perché quello che stavo facendo era qualcosa dettato non tanto dal cuore quanto dal corpo. Come del resto tutte le volte che lo avevo tradito, lo avevo sempre fatto soltanto con il corpo. Ero fatta così; ogni tanto sentivo la necessità di darmi via anche ad altri uomini. Per molto tempo avevo cercato di sopprimere questa mia necessità, e avevo cercato di essere una fidanzata fedele, ma adesso con Pisellino era diverso. Ero ritornata ad essere quella di una volta, una ragazza incline a tradire il proprio uomo. Ma tanto sapevo che era soltanto una fase passeggera; quando Pisellino sarebbe andato via, io sarei ritornata ad essere la fidanzata fedele (ma porca) di Berni. Per questo mi sentivo a posto con la coscienza. Non era un vero e proprio tradimento, piuttosto me la stavo soltanto spassando insieme ad un amico. Tra un paio di giorni tutto sarebbe tornato come prima, come se Pisellino non ci fosse mai stato.
   In ogni modo, dopo la chiavata al Bed & Breakfast con Pisellino (che forse dovrei chiamare Pisellone), siamo andati a visitare il palazzo reale che caratterizzava la mia città e che la rendeva famosa in tutto il mondo. La caratteristica principale del palazzo non era soltanto l’edificio barocco dove una volta alloggiava il re, piuttosto il parco in cui si trovava, un giardino infinito impreziosito da statue e fontane che incantavano i turisti con i loro sorprendenti giochi d’acqua.
   Era un giorno infrasettimanale, per cui non c’era quasi nessuno, e le poche persone che c’erano si disperdevano data la vastità del parco. E lungo la nostra passeggiata, giunti in prossimità di una zona dove la vegetazione era particolarmente fitta, iniziammo a porcheggiare. Pisellino mi prese un braccio e mi tirò a se e mi mise la lingua in bocca, e sentii la sua erezione premuta contro di me.
   Non gli fu difficile penetrarmi; lo fece uscire dai pantaloni e me lo puntò contro il tessuto del mio perizoma, fremeva per entrare, e così ne scostai un lembo e lo accolsi dentro. A quel punto mi sollevò con entrambe le braccia tenendomi a mezz’aria e io avvolsi le gambe intorno ai suoi fianchi, e lui tenendomi le mani sulle natiche iniziò a farmi andare su e giù sul suo palo. Era semplicemente divino. Il re delle posizioni rocambolesche. E io praticamente non potevo fare niente, dovevo solo lasciare fare a lui. Ma dopo qualche minuto fummo costretti a fermarci, perché stava arrivando qualcuno, turisti probabilmente. Allora mi rimise giù e cercammo un altro posto dove continuare quello che avevamo iniziato.
   Passò più di un’ora prima di riuscire a raggiungere il piacere, perché ogni volta che ci imboscavamo arrivava sempre qualcuno, e di conseguenza eravamo continuamente costretti a fermarci e a ricominciare  da qualche altra parte.
   Come potete facilmente immaginare fu una giornata piena di emozioni, e la sera tornai a casa distrutta e non vedevo l’ora di andarmene a letto. C’avevo la figa in fiamme per quante volte avevo fatto l’amore con Pisellino. E appena rientrai a casa trovai Berni seduto sul divano del soggiorno che stava guardando un film di fantascienza. Povero Berni, neppure poteva immaginare quanto lo avevo cornificato quel giorno. Ero proprio una fidanzata terribile.
   “Ciao tesoro, sono a casa” dissi mentre percorrevo il corridoio d’ingresso.
   “Ciao amore” mi rispose senza voltarsi, ma continuando a guardare la tivù. “Dove sei stata?”.
   “Sono andata in giro con un amico” almeno ero stata onesta, perché era quello che avevo fatto. Ero stata in giro con un amico, ma avevo omesso la parte più importante, e cioè che l’amico in questione mi aveva montata più e più volte. E Berni si girò a guardarmi, e mi vide vestita in quel modo, cioè come una puttana da strada. Per incontrare Pisellino infatti avevo deciso di indossare qualcosa di molto porco. E, per chi non avesse letto i post precedenti, ero anche stata multata per atti osceni in luogo pubblico, perché un vigile urbano mi aveva scambiata per una puttana. Nonostante il mio tentativo di spiegargli che non ero affatto una puttana, mi ero beccata una bella multa di trecento euro.
   “Ma come sei vestita?” mi chiese Berni.
   “Ah guarda, non ti ci mettere anche tu!” sbottai. “Mi è già bastata una multa per atti osceni in luogo pubblico. Un vigile credeva che fossi una puttana, ma ti rendi conto?”.
   “Beh, vestita in quel modo…”.
   “Cosa vorresti dire? Che sembro una puttana anche a te?” a quel punto persi la ragione. “Vuoi vedere che lo faccio davvero? Quanto ci vuoi scommettere che adesso vado sulla statale e mi vendo al primo che capita? E poi quando ha finito mi faccio ingroppare da un altro, e poi da un altro ancora, fino a domani mattina. Vuoi scommettere che lo faccio?”.
   “Tesoro, calmati. Non intendevo dire questo. Ti chiedo scusa”.
   “Ok, ok. No, scusami tu, è che sono molto stanca. Dov’è Cleopatra?”.
   “Tua madre è venuta a prenderla. Stanotte dorme dai tuoi”.
   A quel punto mi misi a sedere accanto a Berni a guardare il film insieme a lui, ma ben presto mi accorsi che le sue intenzioni erano altre. Non voleva guardare il film, voleva chiavarmi. Infatti iniziò a baciarmi il collo, e poi con una mano mi aprì lo scollo del top scoprendomi il seno, e a quel punto con la bocca iniziò a succhiarmi i capezzoli. Aveva voglia di fare l’amore, ma io no. Era arrapato come un toro, e me ne accorsi perché gli accarezzai il pacco e ce l’aveva di marmo. Il problema era che io non c’avevo voglia, perché come vi dicevo prima avevo la figa in fiamme per tutte le volte che avevo fatto l’amore con Pisellino. Ma non mi andava di dirgli di no; già gli avevo messo le corna, poverino, adesso ci mancava pure che gli negavo una sborrata.
  

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