sabato 4 marzo 2017

Il passato ritorna.

(in foto: Vanessa Blake, Day in the Life of a Big Booty, PlumperPass.com)


   E così passammo tutto il pomeriggio in compagnia di Fabio e Carla. Non potetti fare a meno di notare un certo malumore da parte di lei, che sembrava nera di rabbia per chissà quale motivo. Poteva essere ancora per quell’affermazione del suo fidanzato, cioè quando aveva detto che ero molto fortunato ad avere una fidanzata come Moana. In effetti non era stata una cosa molto carina da dire. Forse non se ne era accorto, ma così dicendo aveva messo Carla in una posizione di inferiorità rispetto a Moana. Era indubbio che lei fosse più bella, in effetti aveva un corpo più aggraziato rispetto a quello di Carla, che era rotonda, ma questo in fin dei conti non voleva dire nulla. Infatti la rotondità del corpo non è per nulla sinonimo di bruttezza, anzi, Carla era comunque una gran gnocca, aveva due tette spettacolari e un culone che ti sarebbe venuta voglia di smanacciare e sculacciare più e più volte. Ma Fabio avevo detto quella cosa e in qualche modo aveva sminuito il livello di gnoccume della sua ragazza.
   Ma comunque non era per questo motivo che era nera di rabbia. C’era qualcos’altro che io non sapevo. Cominciai a capirci qualcosa nel pomeriggio, quando Moana e Fabio si misero sulla a riva a discutere scherzosamente di qualche cosa che ne io ne Carla potevamo capire, perché riguardava qualcosa che era capitata a loro due. Io e Carla eravamo rimasti sui nostri teli, e sia io che lei guardavamo i nostri rispettivi partner senza dire nulla. Poi lei ad un certo punto tirò fuori il motivo del suo malumore.
   “È pazzo di lei” disse con un filo di voce.
   “Cosa?” le chiesi, pensai di non aver capito.
   “Non lo vedi? Fabio è innamorato della tua fidanzata”.
   “Ma no, non credo. Sono solo molto amici”.
   “E invece ti dico che è così. E sono sicura che anche Moana prova qualcosa per lui”.
   In fin dei conti Carla non aveva tutti i torti, considerando anche il fatto che mentre Fabio stava parlando con Moana il suo cazzo aveva raggiunto una notevole erezione, e lei non faceva che guardarglielo, e lo prendeva in giro dandogli dei colpetti con le dita, e lui rispondeva dandole delle gran sculacciate. Carla era furiosa, e in qualche modo avrebbe voluto coinvolgere anche me, avermi dalla sua parte.
   Ammetto che anche a me non stava bene quello che stavano facendo, soprattutto lui, che in evidente stato di eccitazione (il cazzo maestosamente dritto) si permetteva di sculacciare la mia fidanzata, noncurante della mia presenza, e lei che sembrava non disdegnare affatto, anzi, era divertita e se lo lasciava fare. Se Carla avesse potuto affogare Moana lo avrebbe fatto senza esitazioni, lo si vedeva da come la guardava, e cioè con gli occhi carichi d’odio.
   “Ma come fai a dire che c’è una sorta di attrazione tra di loro?”.
   “Semplice. Perché l’estate scorsa hanno avuto una storia”.
   “E allora? Il passato è passato”.
   “Sì ma a volte il passato ritorna. Come fai a non vederlo? È così evidente”.
   Carla iniziò a mettermi in guardia; mi disse che prima o poi Moana mi avrebbe messo le corna, perché era nella sua natura farlo. Mi disse che la mia fidanzata, anche se non me l’avrebbe mai confessato, non era portata per la monogamia. Era come i suoi genitori, cioè malata di sesso. Aveva in se il germe della depravazione. Ma possibile che ovunque andassi c’era qualcuno che mi parlava male di Moana? Iniziai a pormi questo dilemma. Come era possibile che sentivo dire soltanto cattiverie sul suo conto? Da quello che stava dicendo Carla sembrava che Moana fosse una specie di peccatrice cronica. Ma era vero?
   Chiaramente era la gelosia che le faceva dire quelle cose, e stava cercando di far ingelosire anche me. D’altronde quella situazione era davvero calda. Moana e Fabio sembravano davvero due innamorati. Bastava guardarli giocare insieme; ad un certo punto cominciarono a inseguirsi e a farsi il solletico. Chi li vedeva senza conoscerli avrebbe detto che stavano insieme. Poi ad un certo punto Fabio (ancora in un sorprendente stato di eccitazione) riuscì a raggiungere la mia fidanzata e la prese da dietro cingendole le braccia intorno alla vita, piazzandogli la sua colossale erezione in mezzo alle natiche quasi come se la sua intenzione fosse quella di penetrarla analmente, proprio lì davanti a tutti. A quel punto Carla sbottò di brutto.
   “Eh no, adesso basta!” si alzò dal suo telo e andò verso di loro. “Fabio, è tardi. Forse è meglio se ritorniamo a casa”.
   La scena d’amore si interruppe bruscamente e Fabio e Moana tornarono seri, come due bambini ai quali la mamma ha detto loro di mettere via i giocattoli perché la cena è pronta.
   “Tesoro, stavo dicendo a Moana che invece di ritornare a casa potremmo passare la serata insieme” disse Fabio.
   “Mi sembra una pessima idea” rispose lei.
   “Dai Carla” continuò la mia fidanzata. “Vedrai che ci divertiremo”.
   Alla fine si lasciò convincere, ma chiunque si sarebbe accorto che lo faceva controvoglia. E così ci rivestimmo e ce ne andammo via, ma questa volta in macchina, quella di Fabio. Lungo il tragitto verso casa gli unici a parlare erano loro due, invece io e Carla che eravamo seduti dietro, facevamo scena muta. Lei era troppo inviperita per poter dire qualsiasi cosa, io invece che percepivo la sua ostilità ero troppo imbarazzato. 
   La serata proseguì in discoteca, dove praticamente avvenne una specie di scambio di coppia innocente, nel senso che Moana e Fabio si misero a ballare e a scherzare, tra fumi e raggi laser, e io invece mi ritrovai a ballare con Carla, la quale aveva uno scollo molto generoso che mi permetteva di guardargli le sue enormi tette, e nel muoversi al ritmo della musica gliele vedevo scuotersi e molleggiare. Sotto non portava il reggiseno, per cui ballando ogni tanto le uscivano fuori dallo scollo e quindi era costretta a sistemarsele continuamente dentro per non dare spettacolo. In ogni caso continuava a tenere sotto controllo il suo fidanzato. Poi ad un certo punto si avvicinò al mio orecchio e mi urlò qualcosa che mi lasciò senza parole.
   “Ti va se andiamo nel parcheggio e ti faccio un pompino?”.
   “Cosa?!” urlai.
   “Hai capito bene. Voglio farti sborrare con la bocca”.
   “Carla, io capisco che sei molto gelosa e che vuoi dare una lezione al tuo fidanzato, ma io in questa storia non ci voglio entrare”.
   “E se ti faccio una spagnola? Sono molto brava, fidati”.
   “Carla, ti prego. In questo modo non si risolve nulla”.
   “E invece sì. Comunque non ti preoccupare. Sono sicura che troverò qualcun altro a cui dare la bocca. Comunque ti sei perso una grande occasione. Ti avrei lasciato anche sborrarmi in faccia”.
   Poi la vidi allontanarsi e la persi di vista. Me ne andai al bar a prendere qualcosa da bere e ogni tanto guardavo in direzione di Moana. Non riuscivo ad essere geloso quanto Carla. Sì, in effetti non si poteva negare il fatto che ci fosse una certa complicità tra lei e Fabio, ma in fin dei conti cosa avrei dovuto fare? Forse stavo prendendo quella faccenda troppo alla leggera. Forse dovevo proprio dirle qualcosa. Sì, forse dovevo chiarire il rapporto che aveva con lui. Quindi quando saremmo usciti dalla discoteca avrei risolto tutto. Avrei preso Moana per un braccio e le avrei chiesto delle spiegazioni. Le avrei chiesto di dirmi con esattezza quali erano le sue intenzioni. Non avevo voglia di essere trattato come uno stupido, o peggio ancora come un fidanzato cornuto.
   Tutto il resto della serata me ne rimasi seduto al bancone del bar, praticamente in isolamento, a guardare in direzione di Moana, la quale invece si stava divertendo molto. Ma poi verso le due di notte si stancarono anche loro e vennero verso di me.
   “Accompagno Fabio fuori a fumare una sigaretta” mi disse Moana.
   “Ok, vengo anche io”.
   “Va bene”.
   Uscimmo fuori e Fabio si accorse che nel parcheggio, vicino alla sua auto, c’era un insolito assembramento di ragazzi. Una decina, forse di più. E allora corse verso di loro, pensando al fatto che stessero cercando di fregargli la macchina. Io e Moana gli andammo dietro nel caso in cui avesse avuto bisogno di aiuto; in fin dei conti loro erano una decina, lo avrebbero sicuramente fatto a pezzi. Ma quando ci avvicinammo alla sua auto ci accorgemmo che non stava succedendo nulla del genere, piuttosto stava accadendo qualcosa di peggio. C’era Carla inginocchiata con la bocca spalancata e le tette fuori dallo scollo che stava praticando il bukkake insieme a tutti quei ragazzi, e quindi vi lascio immaginare le condizioni in cui era, praticamente come se le avessero riversato addosso un secchio di sborra. Ce l’aveva dappertutto, era quasi irriconoscibile. Immaginavo che sarebbe finita in quel modo. Lo sapevo che Carla avrebbe cercato di vendicarsi, ma non avrei mai immaginato di assistere ad una scena del genere.
   “Carla, ma cosa stai facendo?” Fabio sembrava quasi in procinto di svenire.
   “Siccome ti piacciono tanto le zoccole come Moana allora ho pensato di fare anche io la zoccola. Contento?” e intanto ecco altri schizzi di altri ragazzi che la circondavano.
   “Carla, ma ti rendi conto in che stato ti sei fatta ridurre?” le chiese Moana.
   “E allora? C’è spazio anche per te se vuoi. È facile, dovresti saperlo, basta che vieni qui accanto a me e apri la bocca. Al resto ci pensano loro. Vedrai che ti piacerà, visto e considerato che sei una puttana assetata di sborra”.
   Credo di non aver mai assistito ad una scena più indecorosa e triste di quella.

Berni.

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