sabato 11 marzo 2017

Tre giorni di passione.

(in foto: Chary Kiss, Taking Care, 21Naturals.com)


   Tra Moana e sua madre c’è sempre stato un rapporto burrascoso. Sabrina non faceva che riprendere sua figlia su tutto, su come si vestiva, su quello che diceva e per come si comportava. Anche se in realtà lo faceva in modo scherzoso, ma indubbiamente dietro lo scherzo si nascondevano gli ammonimenti di una madre che, anche se non voleva darlo a vedere, era una vera tiranna. E Moana questo lo sapeva benissimo, e mi aveva detto anche che lo trovava molto ingiusto, perché con suo fratello Rocco si comportava in tutt’altro modo; con lui era più tollerante, gli lasciava fare quello che voleva, e poi a lui non rivolgeva nessuna frecciatina velenosa. A quanto pare le frecce avvelenate della faretra di Sabrina erano tutte per sua figlia.
   Invece con suo padre era diverso; tra lui e Moana sembrava esserci un rapporto più pacifico. Erano come innamorati; spesso lei lo abbracciava e lo riempiva di baci e lui ricambiava stringendola a se e dicendole che l’amava, e Moana rispondeva che lo amava anche lei.
   Questa differenza di rapporto che aveva col padre e con la madre si può tranquillamente riassumere in un episodio verificatosi durante il secondo mese che io e Moana stavamo insieme. Era successo che la sorella di Sabrina, sorella minore con la quale aveva pochi rapporti dal momento che vivevano in due città diverse, stava per convolare a nozze per la seconda volta. Il primo matrimonio non era andato bene; aveva infatti scoperto che il marito aveva l’abitudine di intrattenersi con un uomo. Ebbene, Sabrina aveva preteso che tutta la famiglia partecipasse a questo evento. Moana però si era tirata fuori. Andare a quel matrimonio voleva dire stare fuori città per qualche giorno. E questa sua presa di posizione aveva fatto imbestialire sua madre.
   “Moana, è il matrimonio di tua zia. Non puoi non venirci. Io ti ordino di venire con noi!”.
   “E quindi devo accollarmi un viaggio in auto di cinque ore e restare a casa della zia per tre giorni? No grazie, preferisco rimanere qui”.
   “Io lo capisco benissimo perché vuoi rimanere qui da sola, così puoi avere casa libera e quindi farti montare da Berni in tutte le salse. Se è quello che vuoi fai pure. Ma sappi che questa cosa te la faccio pagare amaramente. Non so come, ma in qualche modo te la farò pagare” poi si rivolse a me, c’ero anche io durante quell’accesa discussione. “E tu Berni, cerca di non sporcare troppo. Non ho per niente voglia di mettermi a ripulire lenzuola e copridivani sporchi del tuo seme”.
   Ero davvero mortificato. Quello che volevo evitare categoricamente era inimicarmi la madre di Moana. E per non peggiorare le cose non dissi nulla, e mi limitai ad abbassare la fronte per farle capire che ero molto dispiaciuto, anche se tecnicamente non avevo fatto nulla. O forse sì. Forse era colpa mia se Moana aveva deciso di rimanere a casa, perché moriva dalla voglia di rimanere da sola con me, per soddisfare tutta la sua voglia d’amore.
   E comunque poi Sabrina ce la fece pagare per davvero, chiedendo al madre di Moana di rimanere a casa con noi. Sarebbero partiti solo lei e Rocco, Stefano invece sarebbe rimasto a sorvegliarci per tutto il tempo. Per Sabrina era una vittoria schiacciante; in cuor suo sapeva di aver fatto uno scacco matto a Moana. Con il padre tra i piedi non saremmo stati liberi di fare nulla. Ma in verità era una vittoria solo sulla carta, perché il padre di Moana non era come Sabrina, cioè non era un generale dell’esercito, era piuttosto un uomo comprensivo e molto tollerante, quindi ci avrebbe permesso di fare qualsiasi cosa.
   E così accompagnammo Sabrina e Rocco alla macchina, lei si mise al volante e partì con decisione pronta ad affrontare il lungo viaggio. A quel punto il padre di Moana ritenne opportuno dirci due parole.
   “Ragazzi, è chiaro che durante questi tre giorni io dovrei, secondo le aspettative di Sabri, controllarvi e cercare di rompervi le uova nel paniere. Ma capisco anche che ostacolare gli ardori di una giovane coppia di innamorati sarebbe un reato contro la natura. Quindi fate ciò che volete senza limitazioni. Date libero sfogo al vostro amore, come se io non ci fossi”.
   “Grazie papà” gli rispose Moana abbracciandolo. “Sei davvero un papà speciale”.
   “Non è che sono speciale, è solo che comprendo bene le vostre esigenze”.
   “Appunto. Sei speciale”.
   E furono infatti tre giorni di intenso amore. Dormivamo insieme (si fa per dire) e poi la mattina andavamo a scuola mano nella mano, e poi il pomeriggio tornavamo a casa e facevamo sempre l’amore. Il padre era sempre a lavoro, quindi potevamo fare davvero quello che ci pareva. E poi la sera tornava sempre tardi; penso che lo facesse apposta per darci campo libero. E così passammo la maggior parte del tempo nudi, e Moana mi fece una marea di pompini. Quando meno me l’aspettavo lei si inginocchiava e mi faceva godere con la bocca. Le piaceva proprio tanto farlo. Per esempio mentre eravamo seduti sul divano, lei senza preavviso si abbassava sul mio cazzo e lo prendeva in bocca e mi faceva un pompino. In verità non lo faceva senza preavviso; di solito cominciava ad accarezzarmi nell’interno coscia, e questo bastava a farmi avere un’erezione. Lei non appena lo vedeva dritto ci si abbassava con la bocca sopra, quasi come se non ne potesse fare a meno.
   In genere prima di venire ero abbastanza svelto da afferrarle i capelli e tirarlo fuori prima di cominciare a sborrare. Lo so, non era proprio carino che la prendessi in quel modo per la sua chioma bionda, ma era un gesto che facevo automaticamente, lo facevo per evitare di inondarle la bocca. Ma una volta, mentre stavo per venire, le afferrai i capelli ma lei mi allontanò la mano bruscamente afferrandomi il polso con decisione. Il mio tentativo di uscirle dalla bocca non era riuscito e allora iniziai a eiacularle dentro e lei non lo lasciò fino a quando non fu sicura che gli schizzi furono terminati. A quel punto lo fece uscire fuori e mi sorrise, poi spalancò la bocca e mi fece vedere la mia sborra. Poi richiuse e deglutì ingerendo tutto. Questa cosa mi lasciò senza parole. In genere l’avevo sempre visto fare nei film porno, non credevo che Moana potesse arrivare a tanto. E poi lo aveva fatto con una disinvoltura che mi fece pensare che non doveva essere la prima volta che faceva una cosa del genere.
   “Moana, ma perché l’hai fatto?” le chiesi.
   “Bla bla bla, che rompiballe che sei. L’ho fatto perché siamo fidanzati”.
   “Sì ma mi sembra di mancarti di rispetto”.
   “Ancora con questa storia? Perché, secondo te afferrarmi per i capelli prima di iniziare a sborrare è una cosa rispettosa? Non lo è, eppure te lo lascio fare, perché mi piace tanto quando lo fai”.
   Quando faceva quei ragionamenti non la capivo. Forse dal suo punto di vista poteva avere anche ragione, ma io continuavo ad essere dell’idea che non era una cosa proprio carina eiaculare in bocca alla propria partner, soprattutto poi se si considera la partner in questione con la prospettiva di un’ipotetica futura moglie, nonché madre dei propri ipotetici figli. Che forse a sbagliare ero io, a desiderare una compagna priva di eccessive fantasie sessuali? Lo so che qualcuno potrebbe pensare che sono uno stupido, ma in quel periodo la pensavo proprio in quel modo. Moana era troppo avanti rispetto a me in fatto di sesso.

Berni. 

Nessun commento:

Posta un commento