mercoledì 29 marzo 2017

Tutta sola contro un'orda di arrapati.


   L’agriturismo era in collina, e per arrivarci la macchina percorse un sentiero disseminato di curve, e tutt’intorno una distesa incontaminata di verde. Di tanto in tanto un gregge di pecore ci sbarrava la strada e noi eravamo costretti a fermarci e aspettare che se ne andassero. Poi alla fine di questa strada ci ritrovammo in una vera oasi di pace, con un edificio rustico al centro di un piazzale e cinque piccoli appartamenti ai lati. Si vedeva in lontananza una stalla con dei cavalli e poi c’era anche una piscina. Ma stranamente nonostante la bellezza di questo paesaggio, non c’era nessuno nei paraggi. Possibile che eravamo gli unici ospiti dell’agriturismo?
   “Complimenti Moana” mi disse Berni. “Hai scelto proprio il luogo ideale per questo week-end”.
   “Beh, appena ho visto le foto su Internet ho subito pensato che fosse un piccolo paradiso. E infatti non mi sbagliavo. Lo è per davvero. E comunque il bello deve ancora venire”.
   “Ah sì?”.
   “Eh sì! Vedrai”.
   Berni parcheggiò la macchina in uno spiazzo dove ce ne erano anche altre. Quindi in fin dei conti non dovevamo essere gli unici ospiti. A quanto pare c’era anche qualcun altro. Eppure a parte i pacifici cavalli nella stalla non vedevo anima viva in tutta la zona. In ogni modo prendemmo le nostre valigie e ci avviammo verso l’edificio centrale, quello grande e dall’aspetto antico. Se c’era una reception di sicuro era lì dentro.
   Una volta entrati quello che ci trovammo davanti fu una sorpresa per entrambi. Io sapevo bene che era un agriturismo naturista, ma non credevo che ci sarebbero stati soltanto uomini. Credevo che avremmo incontrato altre coppie come noi con cui fare amicizia e magari passare del tempo insieme, e invece c’erano soltanto uomini. Inutile dirvi che erano tutti rigorosamente nudi, ed erano tutti uomini dai trenta in su. Erano lì che bighellonavano in quella specie di salone ricco di comfort, tra cui dei soffici sofà rossi e delle morbide poltrone di pelle. Alcuni stavano giocando con il biliardo, altri leggevano il giornale, ma il nostro ingresso fece cessare momentaneamente tutte le loro attività. 
   La mia presenza non passò inosservata; mi fissavano tutti, quasi come se non vedessero una ragazza da anni, e si fece un silenzio davvero imbarazzante. A quel punto si sentì qualcuno sussurrare: “che biondina da fottere!”. Cercai di coprirmi la scritta che avevo sul top che diceva “sono la tua maiala” incrociando le braccia; considerata la presenza di quell’orda di arrapati non mi sembrava il caso far vedere quel messaggio che avevo all’altezza delle tette.
   Il banco della reception era oltre il living room, quindi per arrivarci dovetti passare attraverso l’orda di arrapati. Per fortuna che c’era Berni con me. Mi sentivo come un agnellino in una tana di leoni affamati. Per tutto il tragitto non fecero che tenermi gli occhi incollati addosso, e iniziai a notare i primi accenni di erezioni. A quanto pare la mia presenza cominciò a indurirli di brutto. E allora in una manciata di secondi fu un vero e proprio fiorire di cazzi dritti, totem eretti in mio onore, pronti per omaggiarmi con il loro caldo nettare, eruttando come vulcani che sono stati per troppo tempo addormentati, e che adesso si risvegliano scatenando la loro ira.
   Possibile che non ci fossero donne? Davvero non capivo.
   “Sei sicura che siamo nel posto giusto?” mi chiese Berni.
   “Piacerebbe saperlo anche a me”.
   Dopo aver attraversato il living room ci trovammo in un’altra stanzetta dove c’era il bancone della reception, e ad accoglierci c’era una donna sui quaranta, anche lei nuda. Aveva un bel corpo da mamma, provato dagli anni ma ancora molto piacevole da guardare, e probabilmente anche da toccare. Sembrava molto annoiata, ma non abbastanza da farci un sorriso non appena ci vide.
   “Moana e Berni, immagino” disse.
   “Sì” risposi, “abbiamo prenotato un appartamento per il fine settimana”.
   “Certo” continuò lei. “Venite, vi offro un caffè”.
   Ci condusse attraverso una porta in quello che doveva essere il suo alloggio, che era un bilocale pieno di anticaglie e inutili ninnoli. Ci fece accomodare in cucina e iniziò a raccontarci della storia del suo agriturismo, e del perché lo aveva dedicato alla pratica del naturismo. Lo aveva fatto principalmente per rendere omaggio alla memoria del suo defunto marito, scomparso prematuramente. Era stato lui infatti ad avvicinarla a quella filosofia di vita, e quindi l’agriturismo era un modo per tenere in vita l’uomo che aveva tanto amato.
   “Sono sicura che voi vi aspettavate di trovare altre coppie come voi, con cui magari fare amicizia e intrattenervi, purtroppo invece al momento ci sono solo ospiti di sesso maschile, e questo un po' mi dispiace. Quando ho aperto l’agriturismo speravo in un target di ospiti diverso. Speravo che diventasse il luogo ideale per coppie di innamorati come voi, e invece non è stato così. I miei ospiti spesso sono guardoni, o uomini che sperano di partecipare ai giochi di letto delle sporadiche coppie che vengono qui per le vacanze. Voi comunque non avete nulla da temere, magari potrete sentirvi continuamente spiati, ma sappiate che qui vige la regola del rispetto. Sarai tu Moana a decidere se lasciarti spiare o lasciarti corteggiare dagli altri uomini. Se invece vorrai rimanere fedele al tuo fidanzato, loro lo capiranno benissimo e ti lasceranno in pace”.
   Ci diede le chiavi del nostro appartamento, e dopo aver bevuto il caffè che ci aveva offerto ce ne andammo verso l’alloggio. Berni sembrava molto perplesso. Ma il discorso della proprietaria era stato molto onesto; al momento eravamo l’unica coppia, quindi nell’agriturismo non c’erano che guardoni e uomini in cerca di avventure, e quindi noi saremmo stati preda delle loro attenzioni. Prendere o lasciare. Potevamo anche tornarcene in macchina e fare inversione di marcia, ma io non ne avevo voglia. Quella situazione non vi nascondo che mi eccitava non poco. Ero come carne fresca per un branco di lupi affamati.

Moana.

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