sabato 8 settembre 2018

Guardare non è

reato. 

(in foto: Bianka Nascimento, Doin It For The Deed, TransAngels.com)


[postato da Moana]

   Qualche giorno dopo l’esperienza sull’isola, ebbi una telefonata inaspettata. Era Beatrice, la fidanzata transgender di mio fratello, nonché sua futura moglie. Mi chiese di aiutarla a scegliere il vestito per il matrimonio. Una richiesta piuttosto particolare, e non riuscivo a comprendere il motivo per cui avesse scelto me per questo compito. Io onestamente avrei chiesto a mia madre. Chi meglio di una madre può aiutare la propria figlia a scegliere il vestito adatto per il giorno più importante della sua vita? E infatti glielo dissi, e lei mi rispose che ormai non aveva più alcun rapporto con la sua famiglia, eccetto che col fratello.
   Poi mi disse una cosa che mi fece davvero commuovere, e mi fece provare per lei un incredibile affetto che non avevo mai avuto fino a quel momento. Disse: “ormai la mia famiglia siete voi”. E questa cosa mi fece aprire gli occhi su quanto ormai lei fosse diventata una di noi. L’avevo sempre considerata un buco in cui mio fratello era solito sborrare, e invece dovetti ricredermi. Oltre ad essere un buco per far godere gli uomini Beatrice ormai era a tutti gli effetti un nuovo membro della nostra famiglia sui generis. E presto sarebbe diventata la moglie di mio fratello Rocco. Una bella moglie munita di batocchio.
   Per cui non potevo tirarmi indietro. Lei aveva scelto me, e io mi sentivo lusingata per questa decisione, per cui andai da lei. Citofonai e Bea mi aprì senza rispondere. Sapeva che ero io. E quando entrai in casa iniziai a sentire degli inequivocabili gemiti di piacere; era lei, ma c’era anche un uomo, e non era Rocco. Avrei riconosciuto la voce di mio fratello. Era qualcuno che non conoscevo.
   Andai verso la camera da letto, che non aveva una porta, era piuttosto nascosta da una tenda beige, per cui si sentiva tutto quello che accadeva dentro. E c’era Beatrice che stava facendo l’amore con qualcuno. Ma lei lo stava facendo attivamente. Era lei che penetrava. Mi affacciai ed ebbi modo di vedere ogni cosa. Era la prima volta che vedevo una cosa del genere; c’era Beatrice messa su un fianco, e davanti a lui un uomo di mezza età con una gamba alzata che stava ricevendo una penetrazione anale. E Bea se lo stava facendo con un’energia considerevole; lo teneva per i fianchi e spingeva il bacino avanti e indietro con un ritmo strepitoso, tanto che il letto ballava tutto e cigolava in modo considerevole, e la testiera batteva contro il muro producendo dei colpi secchi, quasi come delle martellate.
   “Bea, io sono qui” le dissi, e lei mi sorrise e mi disse di aspettarla nell’attigua sala da pranzo. Lei avrebbe finito a breve.
   “Finisco di far godere questo maiale e arrivo”.
   Non credevo che Beatrice fosse anche “attiva” a livello sessuale, e infatti per me fu una rivoluzione. Iniziai a domandarmi se lo faceva anche con mio fratello. Comunque mi misi ad aspettarla buona buona nel soggiorno fino alla conclusione della penetrazione. A quel punto vidi lui uscire dalla camera da letto, già rivestito, con un completo elegante da cravattaro, e poi uscì anche Beatrice che però era ancora nuda e col membro in erezione. Era la prima volta che lo vedevo, e devo dire che era un gran bel cazzo.
   Lui le diede del denaro e lei lo accompagnò alla porta; si baciarono le guance e poi tolse il disturbo. Mi disse che era un cliente dello strip bar, un facoltoso manager aziendale con moglie e figli, che di tanto in tanto andava da lei per appagare la sua passione segreta per le transgender. Comunque io ero molto dispiaciuta di averla beccata mentre lo stava facendo, mi sembrava di aver violato la sua privacy, ma lei mi rispose di non preoccuparmi, perché per lei non era mai stato un problema lasciarsi guardare mentre faceva l’amore. In effetti neppure a me dava nessun problema, anzi come ben sapete sono sempre stata un po' esibizionista, per cui se c’è qualcuno che mi guarda quando faccio l’amore non posso che esserne felice.
   “Non devi essere dispiaciuta” mi disse Beatrice, “sono cose che capitano… sei entrata in casa e mi hai trovata a letto con un cliente. Tutto qui”.
   “Beh sai, c’è a chi non piace essere guardati mentre si fa l’amore. Ricordo che una volta mi hanno raccontato un episodio di voyeurismo finito male. Me lo ha raccontato un tizio che c’ha un negozio vicino al mio. Con lui ho stretto un ottimo rapporto di amicizia, nonostante una notevole differenza di età. Mi incuriosisce, perché è un guardone senza freni, e mi piace quando mi racconta delle sue avventure da voyeur”.
   “Interessante” rispose Beatrice, e si mise a sedere accanto a me sul divano ad ascoltare il mio racconto. “E cosa ti ha raccontato?”.
   “Mi ha raccontato che una volta era andato alla spiaggia nudista. Ci andava spesso, con la speranza di beccare qualche coppietta intenta a fare l’amore. E in effetti era riuscito a trovarne una, lei bionda e un corpo stupendo, lui muscoloso e ben curato. Avevano costruito una tenda con un telo e delle canne di bambù e si erano messi sotto a fare l’amore. Il mio amico si è avvicinato in modo discreto, cercando di sondare il territorio. I guardoni fanno così, non si avvicinano subito, girano attorno alla coppia e cercano una specie di intesa, se la coppia accetta di lasciarsi guardare allora il guardone si avvicina”.
   “Sì, lo so. Ne ho visti tanti che fanno così” mi rispose facendomi capire che sapeva di cosa stavo parlando.
   “Però nel caso del mio amico la coppia non fu così generosa da lasciarlo guardare. E infatti il lui della coppia gli ha detto di lasciarli in pace, e a momenti gli menava. E così il mio amico è stato costretto a tornarsene a casa amareggiato e a mani vuote. Quando mi ha raccontato questa cosa era ancora fuori di sé dalla rabbia. Mi ha detto: cazzo, ma perché non posso guardare? Lo state facendo in spiaggia e non vi sta bene che qualcuno vi guarda. Ma a questo punto andatevene in un motel se volete un po' di privacy. E in un certo senso non aveva tutti i torti”.
   “Beh, se vuoi fare l’amore in spiaggia non ti puoi lamentare dei guardoni che ti spiano” disse Beatrice dando ragione al mio amico. “Io lo avrei lasciato guardare. Infondo che male c’è? Non c’è niente di più bello che guardare due innamorati che fanno l’amore. E privare un guardone  di uno spettacolo così meraviglioso è una cosa crudele”.
   Era evidente; Beatrice era una di noi, un nuovo membro della nostra famiglia sui generis. E lo si intuiva dalle cose che diceva e dal suo modo di concepire il sesso. Una concezione uguale alla nostra.
   

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