martedì 11 settembre 2018

Una moglie col

batocchio.

(in foto: Chanel Santini, Here Cums The Bride, TransAngels.com)


[postato da Moana]

   Accompagnai Beatrice nel miglior negozio di abiti da sposa della città. L’aiutai a cercare quello giusto, ma non era così semplice. Il vestito per il matrimonio per una donna che sta per sposarsi non è mai quello giusto, perché non dev’essere semplicemente giusto, dev’essere perfetto sotto ogni punto di vista. E praticamente passai il pomeriggio nell’atelier, e lei provò un’infinità di vestiti diversi, e gli calzavano tutti alla perfezione. Era stupenda, una bambola, semplicemente divina. Difficile da credere che sotto quegli strati d’organza ci fosse un batocchio che poteva raggiungere dimensioni considerevoli. Eppure c’era, e io lo vedevo ogni volta che entravo nel camerino con lei per aiutarla ad indossare i vestiti che aveva scelto. Ogni volta che le tiravo su il vestito spuntava il suo pisellone, perché era senza slip, e io non potevo fare a meno di guardarglielo.
   “Toglimi una curiosità” le dissi. “Ma con mio fratello sei passiva oppure…?” gli lasciai intendere il resto della domanda.
   “Passiva? Attiva?” mi chiese lei divertita. “Ma che domanda è? Quando si fa l’amore non esiste questo concetto. Si è attivi entrambi, altrimenti vuol dire che uno dei due sta facendo l’amore con un essere inanimato”.
   “Hai ragione. Ma quello che volevo sapere io era...”.
   “… se durante l’amore penetro tuo fratello Rocco” concluse. “Sì, qualche volta sono io a penetrarlo. Ma soltanto quando è lui a chiedermelo, perché io preferisco essere penetrata.”
   “E te lo chiede spesso?” con una mano le feci una carezza al pistolino, morivo dalla voglia di sentire com’era al tatto, ma provocai una reazione inaspettata perché iniziò ad alzarsi fino a raggiungere la massima erezione. A quel punto mi misi una mano davanti alla bocca e spalancai gli occhi dallo stupore. “Accidenti quanto è grosso!”.
   “È stata la tua carezza” mi rispose lei. “Hai delle mani molto delicate e calde. È molto fortunato Berni ad averti”.
   “Anche Rocco è fortunato ad avere te. Sono sicura che sarai una moglie perfetta, nonostante il batocchio” le dissi dandogli un colpetto sul glande con un dito.  
   Alla fine scelse un abito bellissimo, che le lasciava le spalle scoperte, e che metteva in luce le sue belle tette. Ok, erano di plastica, ma erano comunque belle, e quindi era bene metterle in mostra. Certo che non avrei mai immaginato che Rocco avrebbe fatto prima di me a sposarsi. Io che avevo una relazione stabile (anche se certe volte un po' traballante) ancora non avevo nessuna fede al dito, e invece lui che aveva avuto non poche difficoltà a trovare la sua anima gemella, a breve sarebbe convolato a nozze.
   E comunque, a proposito di relazione traballante, ultimamente con Berni non andava granché bene. Forse era anche questo il motivo per cui mi ero gettata tra le braccia di Barbara, perché ero in cerca di emozioni forti che Berni non riusciva a darmi. Infatti quando facevo l’amore con lui ero sempre molto fredda, non riuscivo ad eccitarmi abbastanza. Lui si metteva semplicemente sopra di me, mi infilava il suo membro nella patatina e pompava fino a sborrare. E io lo facevo più per farlo contento che per altro. Infatti era sempre lui a prendere l’iniziativa, mentre prima ero sempre io. Ero sempre stata io a provocarlo e a fargli capire che doveva chiavarmi perché c’avevo tanta voglia. Invece adesso mi mettevo a letto e aspettavo che fosse lui a chiedermi i buchi. Se non me li chiedevano tanto meglio, perché a me ormai non faceva più né caldo né freddo.
   Riuscivo a godere soltanto con Barbara. Ma soltanto perché con lei facevo delle porcate che ormai con Berni non facevo più. E l’amore in una coppia è anche questo, e cioè il concedersi qualche porcata di tanto in tanto. E purtroppo con il mio fidanzato, nonché padre di mia figlia, ormai ne facevo poche di porcate. Neanche più il culo mi penetrava, soltanto la patatina, e nel modo classico, come dicevo poco fa: io sotto e lui sopra.
   Poi però, dopo la giornata passata insieme a Beatrice a scegliere l’abito per il matrimonio, al mio rientro Berni mi fece trovare una bella sorpresa.   Mi stava aspettando nel soggiorno di casa, vestito con un completo così elegante che non sembrava neppure lui. Le luci erano soffuse e c’erano un sacco di candele profumate accese e sparpagliate tutt’intorno. Musica jazz in sottofondo (ultimamente gli era presa la passione per il jazz, che io non riuscivo proprio a sopportare) e una bottiglia di vino rosso appena stappata.
   “Cosa vuol dire tutto questo?” gli domandai.
   “Sai, mi sono accorto che ultimamente non hai tanta voglia di fare l’amore. E ho interpretato questa cosa come una specie di mancanza di stimoli. Ecco di cosa hai bisogno: di stimoli”.
   Finalmente lo aveva capito. Avevo bisogno di essere stimolata. Non ci voleva tanto. Ma doveva escogitare qualcosa di molto porco se voleva davvero svegliare la mia patatina, la quale ormai aveva perso ogni speranza. In ogni modo cercai di capire cosa aveva in mente e mi guardai intorno. Perché se era semplicemente l’accensione di una manciata di candele e una bottiglia di vino rosso da scolare insieme, allora aveva capito proprio male. Quello che cercavo era un qualcosa di intensamente peccaminoso, e non certo queste romanticherie da romanzetto rosa.
   “Dov’è la nostra piccola?” gli chiesi.
   “Stai tranquilla” mi rispose. “Ho chiesto alla babysitter di tenerla per un paio d’ore. La riporterà a casa quando avremo finito”.
   “Finito di fare cosa?” iniziavo ad essere nervosa e stavo per inventarmi  una balla per filarmela a letto. Non ero in vena di candele profumate e smancerie da innamorati di primo pelo. “Ascolta, è stata una giornata piuttosto pesante, forse sarebbe meglio rimandare ad un altro giorno”.
   Ma Berni si alzò dal divano e venne verso di me, e cacciò qualcosa dalla tasca dei pantaloni. Sembrava una benda, una maschera, non so. E mi venne dietro e me la mise sugli occhi. Era una benda, perché non aveva i buchi. Quindi le fece un nodo dietro la mia nuca e a quel punto non vedevo più nulla, ero praticamente cieca come una talpa.
   “Ma cosa…?” non sapevo cosa dire, l’idea di fare l’amore bendata non mi piaceva. Io volevo vedere mentre lo facevo. Volevo guardare il mio uomo negli occhi, volevo poter ammirare il suo attrezzo in erezione, il suo corpo in tensione, la sua pelle bagnata dal sudore. E invece così non vedevo proprio niente.
   “Lasciati andare Moana” mi sussurrò. “Vedrai, sarà bellissimo”.

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