giovedì 10 gennaio 2019

Una piotta e mezzo

e sono tua.


[postato da Erri]

   Naturalmente diventai un cliente fisso dello strip bar, e feci l’amore con Beatrice anche altre volte. Ma questo mio cugino Rocco non poteva saperlo, perché lei mi disse che sarebbe stato il nostro segreto e che quindi a lui non avrebbe detto niente. E con il tempo ebbi modo di conoscere anche le altre ragazze del bar, cioè le colleghe di Beatrice, le quali mi chiamavano affettuosamente “cocco di papà”, per via del fatto che utilizzavo la carta di credito di mio padre per i miei capricci di natura  sessuale. Ovviamente ad un certo punto lui mi chiese delle spiegazioni, e io gli dissi che sfruttavo la sua carta di credito per pagarmi dei corsi di informatica. Ma lui mi fece notare che avevo prelevato delle somme davvero considerevoli, e quindi non era possibile che le usavo soltanto per quello, e allora mi inventai un’altra balla, e gli dissi che inoltre mi ero fidanzato con una ragazza, e quindi prelevavo dei soldi per portarla fuori a cena e cose di questo genere.
   “E com’è? Carina?” mi chiese.
   “Bellissima, stupenda”.
   “Perché non me la presenti? Magari una di queste sere possiamo andare a cena fuori tutti e tre insieme”.
   “Ok papà”.
   Quindi a quel punto mi serviva una fidanzata per dimostrare a mio padre che stavo dicendo la verità, e questo mi avrebbe permesso di continuare a prelevare dal suo conto tutti i soldi che volevo. E allora mi venne un’idea, e cioè avrei cercato una fidanzata allo strip bar, ovviamente pagando. Ce n’erano tante, avevo solo l’imbarazzo della scelta. Però alla fine decisi di chiederlo a Chiara; Chiara era una collega di Beatrice che però aveva già un fidanzato, che però non se ne fregava niente se la sua fidanzata si strofinava tutta nuda intorno a un palo davanti ad una platea di uomini arrapati. C’era soltanto una regola da rispettare per non fargli perdere la brocca: guardare ma non toccare.
   Anche perché lei non si limitava soltanto a spogliarsi e a strofinarsi sul palo, ma spesso scendeva dal palco e si strofinava anche sui clienti. Si era strofinata su di me un sacco di volte. La cosa più importante che dovevi fare era evitare di toccare “troppo”, altrimenti rischiavi di scatenare la collera del suo uomo.
   Comunque credo che a Chiara ero abbastanza simpatico, infatti quando mi vedeva allo strip bar veniva sempre a darmi un bel bacio sulla guancia, e mi diceva che ero il suo “cucciolo”. Però ad un certo punto mi accorsi che lo diceva a tutti, e che baciava allo stesso modo tutti gli altri clienti affezionati. Insomma, forse era una gran bugiarda, lo faceva soltanto per arruffianarsi la gente e acchiapparsi più mance. Però lo faceva proprio bene. Lo faceva in modo da farti illudere che tu per lei contavi davvero qualcosa, che insomma tu non eri uno dei tanti clienti, tu eri il più speciale, tu eri il suo “cucciolo”.
   Chiara non era la ragazza più bella dello strip bar, però era quella che ci sapeva fare di più. Riusciva a fingere meglio delle altre. Ti sorrideva in un modo così sincero che tu pensavi subito di avere delle ottime possibilità di andare a letto con lei. Gratis. Ma era ovviamente una mera illusione. Gratis non si fa niente, soprattutto in uno strip bar.
   Chiara non era come tutte le altre ragazze dello strip bar; lei era più rozza. Era lei stessa a dirlo, quasi vantandosene, diceva che lei veniva dalla periferia di Roma e che era cresciuta in campagna in compagnia di vacche e capre. “Sarà per questo che so’ diventata ‘na vacca pure io” diceva ogni volta che raccontava la sua storia, con la sua pesante cadenza romanesca. Ed era anche questo a piacere ai clienti del bar, il fatto che era genuina, era ruspante, oltre che ad avere un corpo divino. Era alta, fisico atletico, capelli corti e un culo spettacolare.
   Ti accorgevi del fatto che diceva la verità sulle sue origini contadine perché aveva le mani di chi aveva davvero lavorato tanto; erano grandi e un po' provate. E al polso (questa cosa mi aveva sempre colpito) aveva un orologio con un quadrante molto grande, un modello maschile, difficile da vedere al polso di una donna. Eppure lei ce l’aveva e lo portava sempre con se, anche quando era completamente nuda sul palco, quell’orologio rimaneva ancorato al suo braccio e non se lo sarebbe tolto per nulla al mondo. Era troppo importante per lei. Ma non ebbi mai il coraggio di chiederle il motivo; avevo paura che mi dicesse che era appartenuto a una persona importante che poi era morta. Non volevo essere invadente, tutto qui.
   Il suo fidanzato era una specie di capo ultras, diffidato centinaia di volte, ma nonostante questo continuava ad andare sugli stadi a spaccare tutto. Un vero teppista della curva. “È un coatto” diceva spesso Chiara quando parlava di lui, “però scopa come un dio”. Ogni tanto veniva allo strip bar a vedere Chiara come si comportava, e qualche volta aveva anche dato addosso a qualche cliente che aveva allungato le mani un po' troppo, secondo il suo parere. Una volta infatti ricordo che lei si stava esibendo; aveva il corpo ricoperto di olio e si stava strofinando sul palo, e poi ad un certo punto è scesa in mezzo ai clienti e ha cominciato a strofinarsi su un tizio, e questo ha cominciato a smanacciarla di brutto, prima le tette, afferrandole con entrambe le mani e strizzandole energicamente, poi è sceso e gli ha infilato una mano in mezzo alle cosce e ha iniziato a sgrillettarla senza ritegno. A quel punto è sbucato fuori il suo fidanzato ed è successo un casino. Potete immaginare le botte che si sono dati. Poi sono arrivati quelli della security e hanno sedato gli animi buttando tutti e due fuori dal locale. E fuori dal locale poi hanno continuato a darsene di santa ragione.
   Comunque decisi di chiedere a lei di diventare la mia fidanzata per un giorno. Non so perché. Forse perché mi piaceva. Perché era genuina, appunto. Non era come le altre, che sembravano delle dive del porno. Lei era vera, era così come appariva. Mi sarebbe piaciuto tanto avere una fidanzata come Chiara. Lei comunque mi disse di sì, però ovviamente avrei dovuto pagare. E poi avrei dovuto fare attenzione a non irritare troppo il suo fidanzato ultras.
   “E quanto vuoi?” le chiesi.
   “Na piotta e mezzo e so’ tua” rispose lei.
  

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