domenica 24 dicembre 2017

Dimmi la verità, te la chiavi?

(in foto: Eva Notty, Our Family Trust, NewSensations.com)


   Stefano mi fece venire con la bocca. Era da sempre la sua specialità farmi godere in quel modo. A montarmi non era molto bravo perché era molto impacciato e poi ci metteva poco a sborrare, quindi non riusciva a stare al mio passo, che avevo bisogno di minimo un quarto d’ora di penetrazione intensa per godere. Però con la bocca era eccezionale. Ma d’altronde a ingropparmi ci pensavano gli altri uomini, come ben sapete. Ma nessuno mi leccava come lo faceva lui; quando lo faceva infatti ci metteva tutto se stesso, e si vedeva che gli piaceva proprio tanto, perché lo faceva con un fervore che sembrava quasi che volesse divorarmi, prendere a morsi la mia patata; in quei momenti sembrava posseduto da una specie di spirito cannibalistico. Mi afferrava le cosce con decisione e me le teneva spalancate e nel frattempo affondava il viso contro la figa, la quale aveva sfornato i suoi due figli, e che allo stesso tempo aveva accolto centinaia di cazzi, tra cui quello di Giuliano, che mi aveva ingravidata donandomi Moana.
   A Stefano piaceva anche leccarmi il buco del culo. Era una cosa che lo faceva letteralmente andare in estasi. Quando lo faceva vedevo il suo cazzo gonfiarsi come un palloncino, e mi sarebbe bastato toccarlo appena per farlo schizzare, bastava solo una carezza, perché fare quella cosa, leccarmi l’orifizio anale, era per lui  un qualcosa che lo portava al massimo livello di eccitazione, dopo il quale c’era soltanto l’eiaculazione. Forse era la cosa che preferiva di più farmi, anche se ad essere onesta devo dire che preferivo quando mi leccava la figa; cioè, non mi fraintendete, non è che essere leccata il buco del culo mi dispiaceva, anzi, era una sensazione meravigliosa, ma non riusciva in nessun modo a portarmi all’orgasmo. E credo che Stefano lo sapesse benissimo, infatti quando mi leccava il buco del culo allo stesso tempo mi sgrillettava con le dita, perché sapeva che altrimenti non sarei riuscita a venire. 
   Pochi uomini erano riusciti a farmi godere con la bocca come faceva lui; non perché non ne erano stati capaci, ma semplicemente perché molti degli uomini che erano venuti a letto con me si erano dimostrati dei grandissimi egoisti. Infatti dopo aver eiaculato (chi sul mio viso e chi sulle mie tette) pochi si interessavano del fatto che io magari potevo non essere venuta. Cioè, magari loro sborravano alla grande, ma molti non si premuravano poi di concludere l’opera, facendo venire anche me. E per Stefano questa invece era una prerogativa, e cioè farmi raggiungere un meritato orgasmo. Sapeva che non sarebbe riuscito mai e poi mai a farmi godere soltanto con la penetrazione, e allora ci metteva la bocca e le dita, devo dire con risultati sempre molto soddisfacenti. Forse anche per questo avevo deciso di sposarlo, perché con questa sua premura mi aveva sempre fatto capire che per me nutriva un rispetto che molti altri uomini non avevano avuto.
   Sapete pure chi era bravo a farmi venire con la bocca? Beh, non c’è bisogno neppure che ve lo dica, Giuliano. Ma lui era bravo in tutto; girava e rigirava le donne come calzini. Però una cosa devo dirla, e cioè che col sesso orale Stefano era più bravo, perché era capace di attaccarsi con la bocca ad una patata pure per un’ora intera, senza mai perdere l’appetito. Cioè mentre lo faceva lo sentivi proprio che era una cosa che gli piaceva fare. Giuliano invece si stancava in fretta, passava quei cinque minuti a leccartela ben bene e poi iniziava a montarti.
   Le cose giuste bisogna dirle, solo Stefano si metteva con impegno a leccarmi lì sotto. Molti uomini sanno soltanto ricevere, e non sono per niente capaci a dare. Pretendono che gli dai la bocca, ma loro invece te la danno molto difficilmente, e se te la danno è solo per cinque minuti. Stefano invece no. La bocca me la dava eccome!
   Dopo avermi fatto venire col sesso orale toccò a me fargli avere un eiaculazione. Decisi così di fargli una spagnola; dovreste sapere ormai quanto gli piaceva quando lo facevo venire con le tette. E allora gli dissi di mettersi in piedi e io mi misi seduta ai bordi del letto, proprio davanti a lui, proprio davanti alla sua sensazionale erezione.
   Il suo glande turgido e rosso fremeva per una mia carezza, richiedeva a gran voce le mie amorevoli attenzioni, e prima lo baciai delicatamente lungo tutta l’asta, poi mi alzai col busto verso di lui mettendolo tra le tette, me le afferrai con decisione e lo strinsi in mezzo come in un caldo abbraccio. Stefano cominciò a spingere il bacino avanti e indietro, come se mi stesse scopando (in un certo senso lo stava facendo), e io lo guardavo negli occhi, lo guardavo sempre mentre mi scopava le tette, perché mi piaceva tanto vederlo godere con le mie spagnole, mi incantavo quasi a vedere le sue espressioni di piacere, come se fosse in estasi, e la cosa che mi rendeva felice era che a mandarlo in estasi era il mio corpo e come lo utilizzavo per renderlo felice. E quando poi stava per schizzare allora cominciavo ad incitarlo a sborrare di brutto, a riempirmi col suo seme e a inondarmi senza ritegno. E allora lui con un rantolo, quasi come se stesse agonizzando, iniziava a sborrare in modo meraviglioso, con fiotti copiosi e caldi che mi zampillavano sul collo e che poi scivolavano delicatamente sulle mie tette.
   A quel punto lo lasciavo andare e con le mani iniziavo a cospargermi il seno con la sua sborra e lui mi guardava mentre lo facevo, mi guardava con eccitazione, perché gli piaceva vedere le mie tette che avevano allattato i suoi figli ricoperte del suo seme.
   Dopo essere venuti ci acquietammo sul letto, e quindi colsi l’occasione per chiedergli di Natalia, la ragazza che lavorava al suo ristorante e con la quale sembrava avere un certo feeling.
   “Non ci andrai mica a letto insieme?” gli chiesi.
   “A letto insieme?” rispose lui divertito. “Ma come ti salta in mente? Non sarai mica gelosa?”.
   “No, è che ho notato che tra voi due c’è un rapporto molto speciale, che però non sono riuscita del tutto a comprendere”.
   “Sabri, per essere onesto neanche io ho ben compreso il nostro rapporto. Ma una cosa è certa, non andiamo a letto insieme, e molto probabilmente non lo faremo mai. Lei mi piace, lo ammetto, ma in fin dei conti ha l’età della nostra Moana, per cui io potrei essere suo padre”.
   “Però è un dato di fatto che lei nutre per nei tuoi confronti un certo interesse. L’ho notato da come ti guarda e da come ti ronza intorno. Comunque se mi dici che non andate a letto insieme, ci credo”.
   “È successa una cosa che però forse dovrei raccontarti. Ieri, quando Natalia è arrivata a lavoro, io ero nello spogliatoio che stavo rovistando nel mio armadietto in cerca delle sigarette. Ebbene, lei è entrata e si è cambiata proprio davanti a me. Capisci? Ha cominciato a spogliarsi togliendosi i vestiti molto lentamente, consapevole del fatto che ero lì a guardarla. E non ne potevo fare a meno di farlo, perché ero ipnotizzato dalla sensualità con cui lo faceva”.
   “E tu cosa hai fatto?”.
   “Te l’ho detto, sono rimasto a guardare per tutto il tempo. Non so perché lo ha fatto. Forse per puro esibizionismo”.
   “Che strano” dissi, ma senza crederci troppo. In fin dei conti non era strano. Il rapporto che si era instaurato tra mio marito e quella ragazzina di vent’anni era chiaramente un rapporto esibizionista-voyeur; a lei piaceva farsi vedere nuda da lui, e a lui piaceva guardare. Tutto qui.
   Il fatto è che dentro sentivo una certa gelosia. Non mi andava che mio marito guardasse un’altra donna, anche se poi alla fine non ci andava a letto. Se la guardava era perché in qualche modo la desiderava, e il fatto che desiderava un’altra donna era un po' come un tradimento.

Sabrina.

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