lunedì 18 dicembre 2017

Il sogno erotico di mio padre.

(in foto: Olivia Nice, Curvy Busty Teen Rubbing Her Snatch, ClubSeventeen.com)


   Di solito non scrivo su questo blog, perché mi rendo conto delle mie scarse qualità letterarie. Non sono mai stato bravo a mettere su carta i miei pensieri e non ho mai avuto il bisogno o la volontà di farlo. Però credo di dover spendere due parole (ma solo due, non voglio annoiarvi troppo) per parlarvi di mio padre, di cui Sabrina vi ha già parlato facendone venire fuori il ritratto di una specie di orco. Tutto sommato devo dire che non ha tutti i torti.
   Mio padre era un militare, e aveva fatto anche una discreta carriera all’interno dell’esercito. Purtroppo si comportava allo stesso modo di come si comportava in caserma anche a casa, cioè da vero stronzo. Una volta mi aveva preso a cinghiate soltanto perché aveva trovato una sigaretta sulla scrivania della mia stanza. Le punizioni corporali erano purtroppo quasi all’ordine del giorno, anche perché io non ero proprio quello che si definisce un adolescente modello; fumavo, prendevo cattivi voti a scuola e spesso tornavo a casa sbronzo. Ma nonostante questo ricordo di avere avuto sempre una grande venerazione e un grande rispetto nei suoi confronti. Il motivo? Forse perché mi terrorizzava.
   Ha ragione Sabrina quando dice che lui aveva una scarsa considerazione di lei. Più di una volta mi aveva detto di stare alla larga da Sabrina, perché altrimenti mi sarei beccato una bella malattia venerea. Diceva così ma sapevo benissimo che sotto sotto anche lui ne era attratto, come la maggior parte degli uomini della città. Come si può non esserlo? Sabrina è un concentrato di erotismo, è l’incarnazione del sesso. Sabrina era il sogno erotico di chiunque, e quindi anche di mio padre, nonostante lei avesse soltanto diciotto anni e quindi poteva essere sua figlia per la notevole differenza di età, ma resta il fatto che mio padre se la sarebbe ingroppata volentieri.
   A rendere Sabrina il sogno erotico di qualsiasi uomo erano le cose che si raccontavano sul suo conto; innanzitutto si diceva che non si negava a nessuno, e che inoltre faceva godere gli uomini con la bocca e con il culo, e poi era la regina indiscussa delle spagnole. Per non parlare delle storie che raccontavano su di lei, alcune delle quali erano solo leggende, del tipo che una volta si era fatta scopare da cento uomini contemporaneamente. E proprio queste storie, anche se spesso non corrispondevano alla realtà, non facevano che accrescere il desiderio che avevano gli uomini di portarsela a letto. Ovviamente in tutto ciò che si raccontava c’erano anche cose vere. Salvo rare eccezioni, era vero che si faceva montare il buco del culo da chiunque.
   E quindi, come dicevo, mio padre proprio come tutti gli uomini affamati di sesso della città, era fortemente attratto da lei. Mi accorsi di questa attrazione un giorno che Sabrina era a casa da noi. Era una domenica mattina e io e Sabri avevamo appena finito di fare l’amore anale, e lei si era rivestita e stava per andare via. Nel vialetto che portava al cancello incontrò mio padre che stava sistemando il giardino. Nessuno dei due si era accorto di me, ma io vidi tutta la scena perché ero affacciato alla finestra della mia stanza.
   “C’ho una voglia di romperti il culo che nemmeno ti immagini” le disse.
   “Ma si rende conto di quello che dice? Ho solo diciotto anni, potrei essere sua figlia!”.
   “Dio ce ne scansi e liberi! Sai che sciagura avere una figlia troia come te!”.
   “Io non sono affatto una troia!” protestò lei a gran voce.
   “Ah no? Che credi che non so come ti chiamano tutti? Sabrina Bocca e Culo. E poi basta guardare come vai in giro. Guardati, sembri una vacca da monta”.
   Quel giorno Sabrina indossava dei leggings neri un po' trasparenti che lasciavano intravedere il perizoma che indossava sotto e aveva una maglietta con uno scollo davvero molto generoso che riusciva a contenere a stento le sue grosse tette, tanto che una parte delle sue larghe aureole rosa erano fuori e ben in mostra.
   “Vada all’inferno, non voglio più ascoltarla!” urlò Sabrina, dopodiché la vidi uscire dal cancello con passo spedito. Se ci ripenso mi viene un rimorso terribile; il rimorso di non aver avuto il coraggio di dire a mio padre: “come cazzo ti sei permesso di dire quelle cose a Sabrina? Ma chi ti credi di essere per arrogarti il diritto di trattarla in quel modo?”. Ebbene non l’ho fatto, ho soltanto ignorato l’accaduto, e mi rendo conto che per questo motivo non merito una donna come Sabrina, eppure ci continuo ad andare a letto.
   Invece mio padre aveva una vera e propria venerazione per Manuela, la mia fidanzata di allora. In lei vedeva il ritratto della fidanzata esemplare: bellissima ma allo stesso tempo elegante e dedita allo studio. Insomma, una ragazza che avrei fatto bene a sposare. Sul suo conto per esempio non circolava nessuna storia oscena, e soprattutto non andava in giro vestita come una pornostar, e non aveva la nomina di essere una troia. E quando ci siamo lasciati lui ci è rimasto molto male. Ricordo che mi disse che ero stato uno stupido, perché mi ero fatto lasciare da una ragazza speciale, e che non ne avrei mai più trovata una come lei.
   “Ma forse è meglio così” mi disse. “Tu non ti meriti di stare con una ragazza come Manuela. Tu ti meriti una vacca come Sabrina. È quella la ragazza ideale per te. Manuela avrebbe potuto darti tutto, i figli, la fedeltà, un matrimonio felice. Sabrina invece cosa può darti? Il buco del culo e nient’altro”.
   Quanto si sbagliava su questo. Sabrina infatti, e questo lui non poteva saperlo, mi avrebbe dato una figlia bellissima. Se solo lui avesse immaginato che un giorno lei avrebbe portato in grembo sua nipote (perché questo era Moana per lui) probabilmente non avrebbe avuto nei suoi confronti la considerazione che si può avere per una puttana di strada.

Giuliano.

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