giovedì 14 dicembre 2017

Una nuora puttana. 

(in foto: Alex Chance, Alex Knows What You Want, AlexChanceXXX.com)


   In merito alla questione mi consultai anche con Stefano. Lui era della mia stessa opinione, e cioè che quella videocassetta apparteneva al passato. Però non mi nascose la sua eccitazione all’idea che da qualche parte c’era un nastro che mi immortalava mentre facevo una gangbang. L’idea di poterla avere e di poterla guardare (e magari di farsi una sega guardandola) gli bastava per fargli avere una colossale erezione.
   “Ma allora secondo te cosa dovrei fare? Dovrei cercarla oppure no?”.
   “Beh, devi deciderlo tu. Però ovviamente poter vedere un video di mia moglie a diciotto anni che fa una gangbang è una cosa che stimola molto le mie fantasie più porche”.
   “Sei sempre il solito maiale” risposi divertita.
   “Ormai dopo tanti anni di matrimonio dovresti conoscermi”.
   “Certo, e mi piace tantissimo il fatto che sei così porco”.
   E così il giorno dopo mi incontrai con Cinzia. Ci eravamo date appuntamento al centro, e poi da lì saremmo andate a casa di Giuliano, al quale avevo telefonato il giorno prima informandolo del fatto che sarei andata da lui per chiedergli una cosa.
   Cinzia mi stava aspettando seduta su una panchina del parco antistante all’edificio del comune. Nonostante fossimo state nemiche devo ammettere che Cinzia era una gnocca colossale. Lo era sempre stata, ma non so per quale ragione adesso che era una donna di quarant’anni esprimeva ancora più erotismo di quando ne aveva diciotto. Forse perché con gli anni aveva acquisito una classe e un’eleganza che di solito quando si è ragazzi non si ha.
   Cinzia indossava un tailleur gessato con una gonna che metteva un risalto le sue cosce, che da sempre erano state il suo pezzo forte, ma adesso notai che erano ancora più sensuali per via di certe imperfezioni che l’età disegnava sul nostro corpo. Le chiamo “imperfezioni” ma in realtà non lo so; parlo per esempio della pelle a buccia d’arancia, che in qualche modo rendeva le sue cosce (ma anche le mie) più sensuali, di quella sensualità tipica che hanno le mamme, una sensualità che designa calore e maturità, ma anche passione e ardore. Tutte cose che difficilmente puoi avere a diciotto anni. E poi Cinzia aveva degli occhi azzurri che brillavano come diamanti, e alla luce del sole diventavano ancora più abbaglianti e non potevi fare a meno di innamorartene. Non appena la vidi pensai subito che se avessi avuto un cazzo avrei fatto qualsiasi cosa pur di portarmela a letto e penetrarle ogni buco, baciando e accarezzando ogni centimetro della sua calda pelle da mamma.
   Mi avvicinai e mi misi a sedere accanto a lei; ci salutammo baciandoci le guance e lei mi sorrise in modo amichevole e apparentemente sincero. Dico “apparentemente” perché, anche se non riuscivo a capirne il motivo, quel sorriso mi diede l’impressione di un qualcosa di costruito, per nulla spontaneo, quasi come se stesse fingendo. C’era qualcosa che si frapponeva tra me e lei e che apparteneva al passato, e che non voleva saperne di andarsene via: la rivalità. Possibile che da qualche parte infondo al nostro cuore (forse in un angolino remoto) c’era ancora qualche traccia del nostro antagonismo?
   “E allora” disse, “quali sono le prossime mosse?”.
   “Beh, adesso andiamo a casa di Giuliano” risposi. “Lui saprà certamente dov’è finita quella videocassetta”.
   “Giuliano” disse lei quasi sovrappensiero e scandendo minuziosamente le lettere. “È da circa vent’anni che non lo vedo”.
   “Non vorrai mica dirmi che anche tu sei andata a letto con lui?”.
   “No” rispose divertita. “Lo conoscevo appena. Perché dici questo?”.
   “Perché si è fatto un sacco di ragazze. Quindi non mi sarei stupita se mi avessi detto di sì”.
   “Tu invece? Che tipo di rapporto avevi con lui? Ci andavi solo a letto oppure c’era qualcos’altro?”.
   “Tra me e Giuliano c’era...” non mi venivano le parole. D’altronde non lo sapevo neppure io cosa c’era. “C’era una specie di rapporto d’amore. Io lo amavo, e lo amo tutt’ora, e anche lui diceva di amarmi, anche se in realtà me lo ha detto solo un paio di volte, e con scarsa convinzione. Ma nonostante questo non ha mai avuto il coraggio di lasciare la sua fidanzata di allora per mettersi con me”.
   Ricordo che per la madre di Giuliano ero come una seconda fidanzata, perché praticamente ero sempre con lui; e lei sapeva benissimo che quando la sera si chiudeva nella sua stanzetta con me non era certo per raccontarmi le barzellette. Lo sapeva benissimo quello che facevamo. Facevamo l’amore. E mi voleva molto bene, perché mi diceva che riuscivo a rendere suo figlio felice. Una volta mi disse che per lei sarebbe stato un sogno se un giorno io e Giuliano ci fossimo sposati, poter vedere me e suo figlio sull’altare uniti in matrimonio, e quindi potermi vedere diventare la sua fedele moglie, e questa cosa mi fece commuovere tantissimo, perché mi fece capire davvero quanto lei tenesse a me. Manuela invece non le andava tanto a genio, perché la considerava una ragazza viziata e capricciosa, e devo dire che un po' lo era. E proprio per questo lei mi adorava, perché io ero tutto l’opposto. Ero, secondo le parole da lei stessa utilizzate, la ragazza che ogni mamma avrebbe desiderato vedere in moglie al proprio figlio maschio. Ero quasi lusingata ogni volta che me lo diceva (perché me lo diceva spesso), e io ogni volta le rispondevo che tutto dipendeva dalla volontà di Giuliano. E lei allora mi diceva in modo amareggiato che suo figlio era troppo immaturo per accorgersi di quanto valevo veramente. E forse aveva ragione. 
   Invece il padre di Giuliano mi considerava una puttanella con cui il figlio si sollazzava. Una volta infatti andai a casa di Giuliano e mi venne ad aprire lui, e subito mi fece uno dei suoi soliti commenti al vetriolo: “fammi indovinare, sei venuta a farti fare il culetto da mio figlio. Certo che sei proprio una rottainculo tu”. Il padre di Giuliano era molto rozzo, e certe volte si comportava come un vero stronzo. Spesso si comportava con me in modo irrispettoso, etichettandomi con epiteti davvero poco lusinghieri, tipo “la vacca da monta” o “la bocchinara”. Un paio di volte mi aveva pure offerto del denaro in cambio di sesso anale, e un’altra volta invece mi aveva chiesto (sempre in cambio di soldi) di fargli una sega spagnola. Lui adorava le mie tette, diceva che erano perfette per fare le spagnole. Non aveva tutti i torti, come ben sapete. Ovviamente mi faceva queste proposte soltanto quando era sicuro che non ci fosse né sua moglie né suo figlio nei paraggi. Proposte che io puntualmente rifiutavo, rispondendogli che il mio corpo non era in vendita.
   Non aveva una buona considerazione di me, ve l’ho detto, mi considerava una troia. Lui a differenza della moglie preferiva Manuela, perché lei era la sua fidanzata ufficiale, io invece ero la puttanella con cui il figlio soddisfaceva le sue voglie porche. Insomma io andavo bene per far godere suo figlio, non certo per sposarlo. Avere una nuora puttana sarebbe stato in qualche modo un disonore per la famiglia.

Sabrina.

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