sabato 2 dicembre 2017

Quello che ho fatto per lei. 

(in foto: Angela White, No More Cars, Zishy.com)


   “Per ritornare al discorso di prima” mi disse Pippo, “cioè quando mi dicevi che Cinzia non ti va a genio, devo dire che lei invece nonostante i contrasti che avete avuto in passato, ha molta stima di te”.
   “Ma falla finita!” risposi divertita. “Lo sanno tutti che tra noi c’è solo odio profondo”.
   “Ti sbagli Sabrina. Forse un tempo era così. Adesso Cinzia ti apprezza molto. Anzi, ti dirò di più, secondo me lei ti ha sempre apprezzata, però siccome tra di voi c’era una forte rivalità allora lei cercava di mostrare il contrario. Ma secondo me lei ha sempre apprezzato il fatto che tu sei così come appari, non indossi nessuna maschera, non hai mai cercato di nascondere il tuo vero aspetto”.
   “Non ci credo” sentenziai.
   “E allora ti racconterò un fatto che è accaduto pochi mesi fa. Eravamo ad una cena con i miei colleghi di lavoro, e Cinzia era l’unica donna, quindi ti lascio immaginare lo spirito goliardico e cameratistico che c’era al nostro tavolo, complice anche qualche bicchiere di vino di troppo. Ad un certo punto uno dei miei colleghi ha cominciato a ricordare il passato, la sua giovinezza e le sue conquiste amorose. E così gli altri lo hanno seguito a ruota elencando tutti i nomi delle ragazze più disponibili della città, con cui insomma era facile andare a letto senza alcuna complicazione sentimentale. Ebbene, è saltato subito fuori il tuo nome. Tutti quindi hanno cominciato a parlare di te e delle prestazioni sessuali per cui eri più famosa. Cinzia è stata lì in silenzio tutto il tempo ad ascoltare, poi ad un certo punto è scattata come una molla. E sai quando?”.
   “Quando?” ero rapita da quel racconto, perché sapevo di essere stata una ragazza molto facile da portare a letto, ma non credevo di essere argomento di discussione. Cioè sapevo benissimo di essermi resa protagonista di incredibili imprese erotiche, ma non credevo di essere rimasta nell’immaginario collettivo maschile, quasi quanto una celebre pornodiva del livello di Ilona Staller o Jessica Rizzo.
   “Cinzia è andata su tutte le furie quando uno dei miei colleghi ha detto che Sabrina Bocca e Culo era la ninfomane per eccellenza, e che non ce n’erano ragazze perennemente arrapate come lei. A quel punto Cinzia è diventata nera di rabbia. Come vi permettete di dire tutte queste cattiverie sul conto di Sabrina? Gli ha detto. Sabrina è una donna vera, non come quelle stupide santarelline delle vostre mogli, che hanno tanta voglia di cazzo ma fanno finta che non è vero. Lei ti ha difesa, e ha messo in ridicolo i miei colleghi di lavoro. Perché lei nonostante le apparenze ti stima molto”.
   “Questa è veramente una cosa da non credere” dissi. “Ma per quale motivo?”.
   “Precisamente non lo so, ma credo che il motivo sia legato alla vostra rivalità. Sai, di solito due rivali alla fine finiscono per stimarsi”.
   Quando ritornammo in soggiorno guardai Cinzia sotto un altro aspetto; il racconto di suo marito era riuscito a mettermela sotto una luce diversa.  Lei mi guardò e mi sorrise, ma non era la prima volta che lo faceva, lo aveva già fatto più volte durante la cena e io non avevo fatto altro che guardarla in cagnesco. Per quale motivo? Lei era riuscita a dimenticare, perché non potevo farlo anch’io? Eravamo due donne di quarantadue anni, non eravamo più due bamboline che si facevano la guerra per conquistarsi lo scettro di reginetta della scuola. E allora le sorrisi anch’io  e le porsi la mano, aspettando che lei me la stringesse nella sua.
   “Pace?” le chiesi.
   “Sabri, per me non c’è nemmeno bisogno di parlarne” mi strinse la mano e poi continuò dicendomi: “è vero, abbiamo avuto molte discussioni, l’ultima se ben ricordi è stata quando le nostre bambine hanno litigato, e siamo state convocate dalla preside, la quale ci ha fatto quel pistolotto di mezz’ora sul fatto che dovevamo seguire maggiormente le nostre ragazze. Ma ci sta che due persone litigano, non è normale invece portare rancore per tutta la vita. Non ne vale davvero la pena di farsi il sangue amaro per delle discussioni”.
   “Hai ragione” dissi.
   “E poi non scorderò mai quello che tu hai fatto per me”.
   “Ok, allora è tutto chiarito” esultò Pippo. “Le pupe del liceo unite finalmente da una solida amicizia. Bisogna festeggiare. Stefano, dov’è lo spumante?”.
   “Dovrebbe essere in frigo” rispose mio marito. “Ne abbiamo sempre una bottiglia per le occasioni speciali. La vado subito a prendere”.
   Stappammo la bottiglia e brindammo levando i calici in alto.
   “Alle nostre bambole!” esultò ancora Pippo.
   “Smettila cretino!” rispose Cinzia scoppiando a ridere, e quella scenetta divertì anche me. Pippo sapeva essere un vero personaggio da avanspettacolo, l’anima della festa per intenderci, quello che arriva e mette energia ad una festa partita male.
   Quella notte, dopo la cena, non riuscii a prendere sonno. Continuavo a pensare a quello che aveva detto Cinzia. Mi aveva detto: “e poi non scorderò mai quello che tu hai fatto per me”. Ma perché? Cosa avevo fatto per lei? Quella domanda mi ossessionò per tutta la notte. Non riuscivo proprio a ricordare. Doveva essere successo qualcosa, qualcosa che io avevo fatto. Ma cosa? Era terribile. Era come avere un tarlo che mi stava mangiucchiando la testa. Non riuscivo a venire a capo di quella faccenda. Cosa avevo fatto per lei? E perché lei non lo avrebbe scordato mai? Forse perché era qualcosa di veramente importante. E se era una cosa così importante, come mai non la ricordavo? 
   Poi all’improvviso mi venne l’illuminazione. Da ciò che mi aveva raccontato Pippo, Cinzia aveva preso le mie difese durante la cena con i suoi colleghi. Ma anche io una volta avevo difeso lei, tanto anni prima. Ero molto sbronza, e forse per questo motivo facevo fatica a ricordarlo, ma era successo. Avevo difeso Cinzia. Cercai di sforzarmi e di ricordare tutti i particolari di quell’episodio, e poi alla fine riuscii a ricomporre un quadro dettagliato di come si svolsero i fatti...

Sabrina.  

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