venerdì 21 agosto 2015

Nuovi orizzonti.

(in foto: AJ Applegate, Epic Asses, NewSensation.com)


   Mentre sbocchinavo il mio fidanzato, come non avevo mai fatto prima, e cioè in modo volgare, facendo schioppettare le labbra sul glande e risucchiando, vidi una lucina rossa che lampeggiava. Una specie di led, era proprio lì davanti a noi. Non so se Berni l'aveva notata, ma io l'avevo notata e come, e avevo anche capito di cosa si trattava. Era una telecamera; il signor Paco stava riprendendo la nostra monta. Non dissi niente a Berni, altrimenti non avrebbe fatto piu' niente. La nostra intimità stava per essere violata, il nostro amore sarebbe stato scolpito in un volgare sex-tape. Ma quali erano le intenzioni di Paco? Lo avrebbe tenuto per se o lo avrebbe messso in rete? Qualsiasi fossero le sue intenzioni pensai che ormai non potevamo più tirarci indietro. Tanto valeva fare una buona performance. Ma Berni non ci stava, praticamente stavo facendo tutto io. Dovevo fare in modo da fare uscire il porco che era in lui.
- Prendimi per i capelli - sussurrai.
- Cosa?!
- Sì dai, trattami come una puttana.
- Ma Moana, tu sei la mia fidanzata, io non posso...
   Cavolo, da Berni non avrei ottenuto niente. E la videocamera ci riprendeva, e io volevo dare il massimo. Ma il mio fidanzato doveva svegliarsi. Guardai l'immagine di Paco riflessa nello specchio, sembrava deluso, si smanettava contro voglia. Ma io ero la figlia di Sabrina Bocca e Culo, e non potevo permettermi di essere ripresa da una telecamera senza dare il meglio del mio corpo. Così decisi di giocarmi la carta della provocazione. Avrei fatto imbestialire Berni a tal punto da fargli uscire fuori il porco che era in lui.
- Lo so che sono la tua fidanzata, ma ciò non toglie che sono una puttana. Ti devo ricordare di tutte le volte che ti ho messo le corna?
- E' acqua passata, amore.
- Mica tanto. La settimana scorsa ho sbocchinato un cliente dello strip bar per denaro. Ben duecento euro.
- Cosa?! E' una bugia.
- No, niente affatto. E l'altro ieri invece mi sono fatta montare da due uomini contemporaneamente. Uno in figa e uno in culo - questa invece era una bugia, ma funzionò alla grande perchè mi afferrò per i capelli e mi tirò la testa indietro, in modo da guardarmi negli occhi.
- Non è vero! - urlò.
- Sì che è vero. Controlla il mio buco del culo. Ce l'ho sfondato.
   A quel punto sempre tenendomi per i capelli mi fece alzare in piedi e poi mi spinse sul divano, con il culo rivolto verso l'alto e le natiche spalancate. Berni iniziò a togliersi i vestiti, poi mi prese per i fianchi e indirizzò il suo cazzo contro il mio buco del culo. Non lo aveva mai fatto, nonostante glielo avessi chiesto più volte. Mi aveva sempre detto che penetrarmi il culo sarebbe stata una mancanza di rispetto nei miei confronti. Cazzate. Io adoravo il sesso anale. Proprio come mia madre. Si potrebbe dire che era un vizio di famiglia.
- Puttana che non sei altro - urlò e mi colpì una natica con uno schiaffone bello forte. - Adesso ti faccio vedere io. Ti sfondo il culo.
- Bravo amore, puniscimi. Sono stata tanto zoccola.
   Il cazzo di Berni affondò nel mio orifizio anale nella sua interezza. L'avevo già fatto altre volte, con  altri uomini, ma questa era davvero la prima volta che lo facevo con il mio fidanzato, e questa cosa mi riempiva di felicità. In una coppia deve esserci ccomplicità,  nessun tabù. Ero felice che il mio uomo si stesse appropriando del mio culo. Più che per il piacere che stavo provando, ero felice soprattutto perchè con quella penetrazione anale si stavano aprendo nuovi orizzonti nel nostro rapporto di coppia. E in ogni caso lo stava facendo proprio bene. Sentii le sue mani calde sui miei fianchi, mi teneva saldamente e dava degli affondi sicuri e decisi. Ogni tanto mi schiaffeggiava le natiche e mi diceva che ero una zoccola.
- Sei proprio come tua madre - mi disse. - Anzi, sei ancora più zoccola di lei.
- Sì - mugolai. Ero in estasi, e Berni era prossimo a sborrare. Era stato bravo, ma i suoi tempi erano comunque quelli. Guardai in direzione del signor Paco e vidi che aveva cominciato a smanettarsi con foga, anche lui stava per sborrare. Vennero insieme. Berni mi prese per i fianchi con decisione e mi spinse il cazzo dentro fino ai coglioni, a quel punto iniziò a schizzarmi copiosamente nel retto. Il seme di Paco invece finì per terra. Berni sfilò lentamente il cazzo da dentro il mio corpo e mi lasciò lì accasciata sul divano. Ero stremata, il mio Berni era stato bravissimo. Se ne andò in bagno a ripulirsi, io invece ero priva di forze, e me ne restai in quella posizione, con il culo rivolto verso l'alto e la faccia affondata nei cuscini. Sentivo i rivoli di sborra colarmi fuori dal retto. Ad un certo punto sentii qualcosa di umidiccio solcarmi i bordi dell'orifizio anale. Girai appena appena gli occhi e vidi Paco che mi stava leccando il buco del culo. Ma più che altro stava leccando la sborra di Berni. Se la prese con la lingua, poi si attaccò con la bocca al buco e succhiò, cercando di prendersi il seme che era rimasto dentro.
- Grazie - sussurrò.
- Grazie a te - risposi. - Cosa ne farai della registrazione?
- Non ti  preoccupare. Rimarrà nella mia collezione privata. E ogni tanto mi farò una sega ripensando a voi.
- Bravo.
   Intanto aveva smesso di piovere, io e Berni ci rivestimmo e il signor Paco ci accompagnò alla stazione. Ci salutammo freddamente e poi ognuno per la sua strada. Berni era nervoso, forse per via delle cose che gli avevo detto prima. La balla della scopata con i due uomini. Allora decisi di vuotare il sacco. Gli dissi che mi ero inventata tutto.
- Ma perchè? 
- Perchè certe volte ti vorrei più porco. Sei molto dolce Berni, ma devi capire che tu sei il mio fidanzato, e non c'e niente di male se mi sborri in faccia o se mi prendi dietro. Sono tua, e puoi fare di me ciò che vuoi. Ficcatelo bene in testa. Se mi sono inventata quella balla è solo per farti capire questo.
   A quel punto Berni mi abbracciò e mi baciò nervosamente tutta la faccia.
- Ti amo Moana.
- Anche io ti amo.
   La balla della scopata a tre era in effetti una balla. Ma la storia del pompino di duecento euro era vera, come ben sapete. Ma questo a Berni non lo dissi.

Moana.

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