giovedì 27 agosto 2015

Vacanze in Sicilia e nuove 
rivelazioni su mia madre.

(in foto: Eva Notty, Our Family Trust, NewSensation.com)


   Ci lasciammo quella brutta storia alle spalle, e poi finalmente arrivarono l'estate e le vacanze. La Sicilia mi aspettava. Dovete sapere che i miei genitori avevano un amico molto intimo di nome Franco che appunto abitava in Sicilia, e spesso ad agosto eravamo suoi ospiti. Franco aveva sposato una donna Etiope, e da lei aveva avuto una figlia di nome Marica, che aveva la mia stessa età e per questo motivo eravamo cresciute insieme, come due sorelle, e l'amore che ci univa era davvero straordinario. Marica era bellissima, aveva la pelle olivastra, quasi nera, un fascino esotico, e i capelli crespi di un africana. Aveva ereditato la bellezza e il calore dell'africa da parte di madre e della Sicilia da parte di padre. Aveva una fila di maschietti che avrebbero fatto di tutto pur di montarla.
   Arrivai all'aereoporto di Catania alle cinque di pomeriggio, da sola. Berni mi avrebbe raggiunta in un secondo momento. Marica era lì ad aspettarmi, ci abbracciammo in modo caloroso, poi sentii le sue mani percorrermi la schiena fino ad appoggiarsi sulle natiche. Me le palpò energicamente.
- Accidenti, c'hai sempre un culo divino!
   A quel punto gli allontanai le mani per non dare spettacolo, perchè eravamo pur sempre in un aereoporto davanti a migliaia di persone. Poi gli diedi un gran schiaffone sul suo di culo, che era bello morbido, burroso, e ogni volta non riuscivo a resistere alla tentazione di colpirlo con una gran pacca.
- Mai quanto il tuo - le dissi.
   Raggiungemmo casa sua in auto. Marica aveva una mano sul volante e con l'altra, quando non era sul cambio, mi accarezzava una gamba. Da sempre quello di accarezzarmi le gambe era il suo passatempo preferito, diceva che farlo la faceva sentire tranquilla, e io la lasciavo fare. Aveva un bel modo di accarezzarmele, leggero e continuo, e quando lo faceva mi sentivo speciale.
   Marica ormai abitava da sola; aveva una casetta in una località di mare, una villetta per la precisione, ma piccola, di un piano solo, e se devo essere onesta non era messa granchè bene, nel senso che avrebbe avuto bisogno di una riverniciata, e il giardino era incolto e pieno di cianfrusaglie. Marica non sembrava badarci molto alla cura della casa. Eppure era accogliente, calda. In quella intimità disordinata sembrava esserci una certa armonia che andava al di la del mondo, come se fosse un'altra dimensione.
   Marica mi fece entrare e cominciò a spogliarsi. La sua patatina era completamente depilata, e allora mi venne in mente che io la mia l'avevo lasciata incolta. Ormai mi ero affezionata al mio pratino. Quando mi spogliai anche io lei vide il mio folto cespuglietto biondo e mi sorrise. Venne verso di me e mi abbracciò, dicendomi che le ero mancata molto.
- Anche tu amore.
   Prima di uscire per raggiungere il mare mi disse che doveva farmi vedere una cosa, e allora mi prese per mano e mi guidò verso la camera da letto. Prese un album fotografico da un cassetto e allora io pensai che volesse mostrarmi le foto della nostra infanzia. Ma non era così. Aveva trovato quelle foto in casa dei suoi genitori. Ci mettemmo sul letto e a quel punto Marica aprì l'album e la prima foto che vidi fu quella di mia madre distesa su un letto, con le cosce oscenamente aperte, come se stesse offrendo il suo corpo a qualcuno. Completamente nuda, con le tette e la fighetta di fuori. Non potevo credere ai miei occhi. Perchè il padre di Marica aveva quella foto? Forse erano stati amanti?
- E questo non è tutto - mi disse, e svoltò la pagina, e trovai la risposta alla mia domanda. Mia madre nella stessa posizione di prima, ma questa volta al suo fianco c'era Franco, il padre di Marica, anche lui nudo, con un cazzo duro e sorprendentemente grosso, e ridevano, come due amanti felici. Nella foto successiva invece, sempre loro due, ma questa volta il cazzo di Franco era piantato nel corpo di mia mamma fino ai suoi grossi coglioni taurini. E ridevano ancora, erano felici.
- Certo che tua mamma era proprio una grandissima zoccola - mi disse Marica.
- Sì lo so, ma non avrei mai immaginato che lei e tuo padre... sì insomma, che lei e tuo padre fossero amanti.
- Accidenti che paroloni che usi! Guarda qui.
   Marica girò la pagina e mi mostrò un'altra foto dove c'era anche mio padre. Anche lui era nudo, ma aveva un ruolo passivo. Mentre mia mamma e Franco facevano l'amore lui era lì che guardava, e teneva mia madre per mano, amorevolmente.
- Certo che mia madre sarà stata anche una gran puttana, ma mio padre era un cornuto patentato - dissi e scoppiammo a ridere.
   Voltammo pagina e nella foto successiva c'era Franco sdraiato sulla schiena e mia madre sopra, con l'enorme palo di lui piantato nel culo nella sua interezza.
- Comunque tuo padre è un vero toro da monta, non c'e che dire.
- E tua madre è una gran donna.
- Sì lo è.
   Quelle fotografie erano davvero belle. Che i miei genitori fossero una coppia cuckold già lo sapevo, come già vi ho raccontato in precedenza, ma non avrei mai immaginato che Franco avesse partecipato ai loro giochi d'amore. Mentre guardavo quelle fotografie mi accorsi che Marica mi stava fissando, quasi rapita da chissà quali pensieri. E allora la guardai anche io e le chiesi se era tutto apposto. E allora mi disse una cosa che mi colpì tantissimo.
- Sei bellissima - mi disse accarezzandomi il viso. - Proprio come tua mamma. Mi picerebbe avere il cazzo per schizzarti in faccia.
- Cosa?! - scoppiai a ridere, invece lei era seria.
- Dico sul serio. Il tuo Berni non sa quanto è fortunato.
   Cinque minuti dopo eravamo sulla vespa di Marica, in direzione mare. Non facevo altro che ripensare a quelle foto. Ogni tanto spuntava fuori qualche tassello che mi aiutava a interpretare la vita dei miei. E se devo dirla tutta stava venendo fuori un quadro d'insieme piuttosto appassionante, nel senso che ad ogni tassello che si aggiungeva capivo quanto intensa fosse la loro vita amorosa. Il loro amore era davvero encomiabile. Quante coppie potevano dirsi soddisfatte sessualmente al cento per cento? Davvero poche. E i miei genitori non avevano problemi in questo senso. Più appagati di loro secondo me non c'era nessuno.

Moana.
 

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