venerdì 26 agosto 2016

Un nonno iperprotettivo.

(in foto: Cadence Lux, Lick of the Clit, NubileFilms.com)


   Badare a mio nonno, quando mia madre era al negozio, non era un’impresa difficile. Voglio dire, era un uomo autosufficiente, aveva soltanto bisogno che gli preparassi da mangiare e che lo aiutassi a fare la doccia. Poi tutto il resto del tempo ero libera di fare quello che volevo fino al pomeriggio, cioè fino a quando mia madre rientrava e io andavo a sostituirla in negozio.
   In quel periodo mi vedevo con un ragazzo, un modesto stallone da letto. La mattina veniva spesso da noi. Il tempo di sistemare mio nonno davanti alla tivù e poi andavamo in camera mia a fare l’amore. Questo fino a quando un giorno mio nonno mi prese in disparte e mi disse che in quel modo non si poteva andare avanti, e che a lui non gli stava più bene quello che facevo con quello lì.
- Ma nonno, cosa dici? – non capivo dove voleva andare a parare. – Io e Claudiano ci vogliamo bene. E non c’è niente di male se ogni tanto ci coccoliamo un po’.
- Sì sì, ho sentito come vi coccolate. Ho sentito mentre gridavi di fare più piano, perché ti stava sfondando il culetto. Ascoltami Moana, io ti voglio molto bene, e non permetterò che qualche stallone arrapato abusi della mia nipotina.
- Ma nonno, qui nessuno sta abusando di me. Se io e Claudiano lo facciamo è perché sono anche io a volerlo.
- Da oggi in poi, fin quando sarò in questa casa, lo farete sotto la mia supervisione.
- Ma ti rendi conto di quello che dici?
- Niente “ma”. Quando avrete voglia di farlo ci sarò anche io, e controllerò che lui tratti la mia nipotina con il rispetto che merita.
   Sembrava irremovibile e io non avevo molta scelta. Se dicevo a Claudiano che per qualche tempo gli avrei negato i miei buchi, probabilmente si sarebbe cercato un’altra. E un’altra di sicuro la trovava, perché faceva il personal trainer in una palestra che pullulava di gnocche, e bello com’era Claudiano gli bastava schioccare le dita che le ragazze gli si inginocchiavano ai piedi, pronte a esaudire tutte le sue voglie porche. Quindi dovevo tenermelo stretto prima che se ne impossessasse qualcun’altra. Ma come avrei fatto a dirgli che da quel giorno avremmo dovuto farlo in presenza di mio nonno?
   Il giorno dopo quando Claudiano arrivò a casa cercai d spiegarglielo. Era bello, aveva un cazzo enorme, ma non era molto intelligente, quindi dovetti spiegarglielo due volte.
- Amore, le cose sono cambiate – gli dissi. – Da oggi se vogliamo fare l’amore dovremo farlo davanti a mio nonno.
- E perché?
- Perché è molto protettivo nei miei confronti, e vuole essere sicuro che tu mi tratti con il dovuto rispetto. Se per te è un problema, lo capisco.
- Ma posso continuare a incularti?
- Certo che puoi! – gli sorrisi amorevolmente e gli accarezzai una guancia. – Anzi, devi. L’unica cosa è che ci sarà lui a guardarci.
- Se al nonnetto piace vedere come monto la sua nipotina, a me sta bene.
   E allora cominciammo subito. Mio nonno era seduto sul divano del soggiorno a guardare la tivù. Andai da lui e gli dissi quello che ci stavamo apprestando a fare.
- Nonno, io e Claudiano stiamo andando a fare l’amore. Vieni?
- Certo tesoro mio, vengo subito.
   Mio nonno spense la tivù e ci seguì nella mia stanza. All’inizio mi vergognai un po’ a farlo di fronte a lui, ma allo stesso tempo c’avevo una voglia terribile. Non avrei rinunciato per niente al mondo al grosso cazzo di Claudiano, anche se non era un vero e proprio amore. Dentro di me covavo sempre la speranza che un giorno io e Berni saremmo ritornati insieme. Ormai era da molto tempo che non lo vedevo. E sono sicura che anche Claudiano non mi amava. Stava con me soltanto perché gli permettevo di incularmi e di sborrarmi in faccia, cose che le altre ragazze di solito non facevano.
   Comunque mio nonno fu appagato; cominciò a controllarci ogni volta che facevamo l’amore. Ma una volta successe una cosa che scoraggiò Claudiano, ovvero mio nonno se lo tirò fuori dai pantaloni, era in evidente stato di eccitazione, in poche parole si era arrapato come un toro a guardarci e voleva farsi una sega. Ma come già vi ha raccontato mia mamma, mio nonno ce l’aveva enorme, il doppio di quello di Claudiano. Io già lo sapevo, me ne ero accorta la prima volta che lo avevo aiutato a farsi la doccia. Ricordo che quando lo vidi rimasi lì a fissarlo con gli occhi spalancati; fui letteralmente scioccata da quella visione.
   Ebbene, mio nonno se lo tirò fuori mentre Claudiano mi stava penetrando. Quando anche lui lo vide mi disse che non poteva più continuare. Da quel giorno non lo vidi più. Forse mio nonno, con le dimensioni del suo attrezzo, lo aveva messo in imbarazzo, chissà. Forse si era spaventato. Certo è che non era facile competere con le dimensioni di mio nonno. Anche il più dotato degli stalloni da monta in confronto a lui si sarebbe sentito inferiore. Nei giorni successivi mi chiesi se fosse proprio quello il suo intento, e cioè allontanare Claudiano. Mio nonno era sempre stato molto protettivo nei miei confronti, magari aveva tentato in qualche modo di proteggermi da quello lì, che per carità era bello, ma mi trattava pur sempre come uno sborratoio. Molto probabilmente aveva ritenuto che non fosse l’uomo giusto per me.

Moana.

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