sabato 9 marzo 2019

Il buco della passione

e altri ricordi.

(in foto: Janet Mason, DogFart.com)


[postato da Stefano]

   Ero a cena con Ornella, e ad un certo punto mi resi conto che eravamo entrambi un po' alticci, perché ci eravamo scolati una bottiglia di ottimo vino rosso con una gradazione alcolica piuttosto alta, e poi per concludere la serata in bellezza avevamo fatto un doppio giro di grappa fatta in casa. E quindi i nostri freni inibitori si erano andati a farsi benedire, e allora lei incominciò a raccontarmi delle sue prime esperienze con i maschietti, e lo faceva in modo divertente, scherzandoci su, anche se molto spesso non c’era proprio nulla di divertente nei suoi racconti, perché molto spesso era stata trattata come un buco da riempire. Però il passato è passato, disse, e quelle esperienze l’avevano aiutata a non commettere gli stessi errori.
   Ornella, come dicevo nel post precedente, era sorprendentemente bella, aveva una classe e un portamento così femminile ed elegante che poi non ci pensavi che tra le gambe non era come tutte le donne, ma che invece aveva il batocchio come un uomo. E non riuscivo a crederci che una volta era stato il mio migliore amico. Ma la sua trasformazione non poteva che farmi piacere, perché finalmente aveva messo fuori la sua vera identità. Finalmente Ornella era uscita da quel corpo, e adesso ce l’avevo di fronte.
   Comunque dopo la cena pagai il conto e uscimmo fuori a fare due passi nell’agriturismo. Lei si reggeva al mio braccio, perché mi disse che aveva paura di cadere. Non era il luogo adatto per passeggiare con i tacchi a spillo. A quel punto le chiesi se si ricordava della storia della cabina dello stabilimento balneare, la storia che ho raccontato nel post precedente. Eravamo ragazzi, e “lei” era ancora un “lui” quando successe quella cosa. La cabina aveva un buco, e noi avevamo fatto un gioco, e lei (lui) mi aveva fatto venire con la bocca.
   “Te lo ricordi?” le chiesi.
   “E come potrei non ricordarlo?” mi rispose appoggiando la testa sulla mia spalla in modo affettuoso, e poi chiuse gli occhi, quasi come se stesse cercando di rivivere quel momento. “Per me fu come un sogno che si avverava. Tu forse non lo sai, ma io ero cotta di te, ma forse non te ne sei mai accorto. Quindi quel giorno poterti fare godere con la bocca e poi soprattutto bere il tuo sperma… non so… è stato il giorno più bello della mia vita. Io ero molto innamorata di te, ma non sono mai riuscita a confessartelo. Poi hai conosciuto Sabrina, e da quel giorno ho perso ogni speranza. Ho odiato Sabrina con tutta me stessa proprio per questo motivo, perché ti ha portato via da me nel giro di qualche giorno. E infatti, se ricordi bene, da quando è arrivata lei ci siamo allontanati, e praticamente non ci siamo più visti da allora”.
   “Mi dispiace se ti ho fatto soffrire” le dissi accarezzandole il viso, e lei mi guardò con i suoi luminosi occhi verdi che in quel momento esprimevano un amore sconfinato. “Quello che è successo in quella cabina è stata una delle esperienze più belle della mia vita. Ma io amavo Sabrina, e la amo tutt’ora, e in quel periodo era tutto ciò che desideravo. E quindi mi sono dedicato a lei anima e corpo, e di conseguenza ho trascurato la nostra bella amicizia. Forse sono stato un po' egoista, lo ammetto, ma non avrei mai immaginato che questa cosa ti avrebbe fatto soffrire”.
   “Beh, è acqua passata” continuò Ornella.
   “Tanto per sapere, che sapore aveva il mio sperma?” le chiesi per sdrammatizzare, e lei scoppiò a ridere. Poi ritornò seria e cercò di darmi una risposta.
   “Mmh! Era molto deliziosa” disse. “Aveva il sapore dell’amore. Pagherei per averne un barattolo intero”.
   Ornella sapeva essere molto divertente, e infatti cominciò a fare battute su cosa ci avrebbe fatto con il mio seme: lo avrebbe mangiato a colazione con il pane, lo avrebbe messo nel tè in sostituzione dello zucchero, lo avrebbe utilizzato come crema antirughe per il viso e infine ci avrebbe fatto anche i gargarismi al posto del collutorio. Era formidabile. Aveva sempre voglia di divertirsi, come quando eravamo ragazzi. Ma ormai era mezzanotte ed era ora di ritornare a casa.
   “Cosa?!” sbottò lei. “Ci siamo appena ritrovati e già vuoi ritornare a casa dalla tua Sabrina? Lei può averti sempre, io invece no. Dai, restiamo ancora un po' insieme. Portami a ballare”.
   E allora decisi di accontentarla, e la portai in una discoteca che conoscevo. Non ci ero mai stato, ma sapevo che c’era, perché era una discoteca molto famosa. A me non piace ballare, e soprattutto non mi piacciono i luoghi dove c’è la musica troppo alta. Ma per farla contenta decisi di fare un piccolo sforzo. E Ornella sembrava piena di energia, era instancabile, e si dimenò tutta la notte, e io cercai di starle dietro non senza difficoltà, e i raggi laser mi accecavano, e i decibel mi stavano bucando i timpani. E lei per scherzare, ma anche per farmi eccitare, ogni tanto strofinava il sedere contro il mio cazzo. Dopo la terza volta che lo faceva iniziò a indurirsi, e lei se ne accorse e me lo fece notare.
   “Ce l’hai duro come il marmo!” urlò affinché potessi sentirla con tutto quel baccano.
   “Lo so” le risposi. E lei mi sorrise compiaciuta, perché se era duro era solo per merito suo.
   E durante la notte mi sparai ben due cocktail, e anche lei, per cui quando poi alle cinque uscimmo dal locale eravamo entrambi ancora più alticci di quando eravamo usciti dall’agriturismo.
   Ci avviammo verso le macchina e tirai fuori le chiavi, e Ornella me le strappò di mano per scherzo, e poi mi disse che non ero in grado di guidare, perché ero troppo ubriaco. Lei invece l’alcol lo reggeva meglio.
   “Ok, guida tu. L’importante è che mi porti a casa. Sono esausto”.
   “A casa? Ma tu sei scemo” mi rispose divertita. “E lasciarti nelle mani di tua moglie? Non se ne parla proprio. Per il momento sei mio, e quindi decido io dove andare”.
   “Ma dove mi vuoi portare? Sono le cinque del mattino!”.
   “Adesso vedrai”.
   Ero davvero stanco. Mi reggevo in piedi per miracolo. Lei invece aveva ancora un sacco di energia. E allora si mise alla guida e iniziò a fare la strada per il mare.

Nessun commento:

Posta un commento