lunedì 29 giugno 2015

Cornuti e aspiranti tali.

(in foto: Tori Black, Moms Cuckold, RealityJunkies.com)


   Ormai non facevano che arrivarci centinaia di lettere a settimana da parte dei lettori di Mondo Sborra. Tutti che volevano parlare con Sabrina, chiederle quanti cazzi aveva preso e che posizioni preferiva. Le domande che le rivolgevano erano tante. Devo dire che per molti era diventata una vera icona del sesso. Ma da qualche tempo avevano cominciato ad arrivare lettere di lettori che volevano sapere qualcosa sul mio conto, e allora scrivevano cose del tipo: "cara Sabrina, tuo marito come vive le continue corna che gli metti?". Oppure: "cara Sabrina, quanto gode tuo marito nel vederti fare l'amore con altri uomini?".
   Leggendo quelle domande Sabrina si era resa conto che sì, nel mondo c'erano tanti potenziali maschi alpha come Lorenzo, ma c'erano altrettanti uomini a cui piacevano le corna, come me. Aspiranti cornuti pronti a dare via la propria donna. Se c'erano tutte quelle domande, voleva dire che l'argomento era molto sentito. E allora decise di chiedermi di rispondere personalmente ad una di quelle lettere. Così ne scelsi una; era di un certo Andrea Fidanzato Cuck. Come già vi ho detto in precedenza, usavano tutti dei soprannomi per restare anonimi. Andrea Fidanzato Cuck chiedeva: "cara Sabrina, anche a me piacerebbe essere riempito di corna, come tuo marito, ed è mia convinzione che il tuo uomo è davvero molto fortunato". Presi carta e penna e cominciai a scrivere.
  
   "Caro Andrea Cuck, sono il marito cornuto di Sabrina, ti scrivo personalmente perchè la lettera che hai inviato a mia moglie mi riguarda. Ebbene, mi fa piacere che pensi che sono un uomo molto fortunato, perchè lo credo anch'io. Devo dire che l'idea di avere una donna che si fa scopare anche da altri uomini è una fantasia che mi porto dietro da quando ho cominciato a farmi le seghe. Per farti un esempio ti dico che la mia attrice porno preferita è sempre stata Selen. Quando ho cominciato a vedere i suoi film, per eccitarmi ulteriormente, immaginavo che fosse mia moglie. E quindi il fatto di vederla fare sesso con tutti quegli uomini mi faceva venire copiosamente. La prima volta che Sabrina mi ha messo le corna è stato con un suo ex che si chiamava Giuliano, un vero stallone da monta. Lui si era appena lasciato con la sua fidanzata, e lo incontrammo in un pub. A quel punto Giuliano e mia moglie (che non era ancora mia moglie) avevano cominciato a flirtare. La cosa invece di darmi fastidio mi eccitò tantissimo, tanto che ne parlai con Sabrina, la quale si disse disposta ad esaudire quel mio desiderio, cioè di farsi montare da Giuliano proprio davanti a me. E così organizzammo una cena a casa sua, e io la portai da lui proprio per fargliela ingroppare. Durante il tragitto verso casa sua ero terrorizzato. Mi chiedevo cosa sarebbe successo. Mi chiedevo se stavo facendo la cosa giusta, d'altronde lei era la mia donna. Quello che stavo facendo poteva essere irrispettoso nei suoi confronti. Insomma, venni turbato da mille preoccupazioni. Sabrina si accorse della mia inquietudine e mi disse che se volevo potevamo ritornarcene indietro. Ma io le dissi di no. Volevo farlo. Quando arrivammo a casa di Giuliano il cuore mi batteva tantissimo. Stavo quasi per avere un malore. L'idea era quella di cenare insieme, e poi metterci in soggiorno, e finalmente partire con la monta. Ma Giuliano volle farlo subito, e allora ha cominciato a spogliare Sabrina e a farsela proprio davanti a me. Inutile dire che sono venuto nelle mutande mentre lui aveva appena cominciato a penetrarla. Dopo aver sborrato ci siamo messi a tavola, e dopo cena se l'è ingroppata di nuovo. Dopo quella sera avevo capito tutto: ero un cuckold, e la mia donna apparteneva agli stalloni da monta come Giuliano. Quindi, caro Andrea Cuck, se è questa la tua fantasia, e cioè vedere la tua donna insieme ad un altro uomo, devi decidere soltanto se dirglielo, o tenerti questa fantasia per te. Certe volte è anche lecito che le fantasie restino tali. Non è detto che per forza debbano diventare reltà. Altrimenti non si chiamerebbero "fantasie". Ma se tu e la tua donna deciderete di realizzare questo sogno, mi raccomando di prestare attenzione a quello che fate e agli stalloni che frequenterete. La prima regola è "il rispetto". Assicurati sempre che il bull rispetti la tua donna".

   Sul nuovo numero di Mondo Sborra apparve la mia risposta ad Andrea Cuck. E per l'occasione la rivista dedicò l'intero numero al mondo del cuckold. E devo dire che vendette molto, probabilmente c'erano in giro molti aspiranti cornuti. Più di quanti potevo immaginarmene. Fu a quel punto che Sabrina ebbe un'idea sorprendente, cioè organizzare una specie di raduno dei cornuti e aspiranti tali nella nostra Oasi naturista. L'idea mi piacque molto, sarebbe stata una bella occasione per gli amanti del genere di scambiare impressioni e sensazioni (e magari foto e video delle proprie mogli, che chiaramente erano invitate anche loro). Bisognava stabilire soltanto la data di quest'evento, e pianificare tutti i dettagli. Ero sicuro che sarebbe stato un raduno che avrebbe portato una certa notorietà alla nostra attività. 

Stefano.

giovedì 25 giugno 2015

Dimostrazione di potere.


   Con Vanessa non legai moltissimo. Aveva lo stesso carattere del fratello. Era una tiranna, o si faceva come diceva lei o niente. Era molto viziata, perchè probabilmente aveva sempre avuto tutto quello che voleva. Il giorno dopo essere stati in barca con i suoi amici ritornammo al mare. Fu lei a cercarmi. Me la ritrovai fuori casa in costume da bagno (che arrivati in spiaggia avrebbe tolto) occhiali da sole e un cappello di paglia. Io in verità sarei dovuto andare all'Oasi a lavorare alla contabilità, ma lei fu categorica: dovevamo andare al mare. Entrò in casa senza neppure chiedermi il permesso. Ero solo. Tiffany aveva portato il piccolo Rocco al parco e Sabrina stava chissà dove con Lorenzo. E per di più ero nudo e Vanessa cominciò a insistere affinchè mettessi qualcosa addosso per andare con lei in spiaggia.
- Guarda, davvero non posso.
- Devi venire e basta - mi disse dandomi un forte schiaffo sul sedere. - Non ci voglio andare da sola.
- Beh, mi sa che ci dovrai andare da sola.
- Io non ci vado da sola, segaiolo. Vestiti e andiamo.
   A quel punto decisi di accontentarla, e raggiungemmo la spiaggia nudista con la sua macchina. In auto non fece che ascoltare musica a palla, musica che odiavo, Tiziano Ferro a tutta forza. Mi stavano vomitando le orecchie. Sarei voluto saltare fuori dal finestrino e tornarmene indietro. E io abbassavo il volume e lei lo rialzava, ancora di più di prima, come se volesse farmi capire che comandava lei. E poi cantava, cantava a squarciagola, e purtroppo era stonata. Cercai di dirglielo che quella musica non era di mio gradimento, ma lei non volle sentire ragioni.
- Fanculo, non capisci un cazzo di musica.
   Lei si liberò del costume non appena arrivammo. Devo riconoscere che era bellissima. Era antipatica come nessun altro al mondo, ma aveva un corpo spettacolare. Gli uomini (c'erano solo uomini) non facevano che guardarla di nascosto. A qualcuno era perfino venuto duro. Entrammo in acqua e lei mi abbracciò, poi cercò con una mano di indirizzarsi il mio cazzo, già mezzo duro, nella vagina. Ma io mi tirai indietro. Ci stavano guardando in troppi e non mi sentivo a mio agio. Ma lei si impuntò e lo riprese in mano cercando di infilarselo dentro, ma io mi allontanai di nuovo.
- E dai, fottimi! Sei proprio un segaiolo.
   Ci prendeva gusto a chiamarmi in quel modo. Decisi di andarmene, così le voltai le spalle e lei mi riacchiappò per un braccio.
- Eh no. Dove vai? Ti ho detto che devi fottermi - ragazzi, dirvi che quel suo carattere da viziata era insopportabile è riduttivo. Mi fece completamente perdere la pazienza, e io ne ho tanta, ormai mi conoscete. Non avevo mai fatto una cosa del genere, e mi dispiace perfino a raccontarvelo, ma ad un certo punto mi prese per il polso e mi strattonò, urlandomi in faccia che dovevo fare come diceva lei, e allora mi venne istintivo darle uno schiaffo sul viso. Fu davvero forte e lei abbassò la fronte e si mise una mano sulla guancia, dove l'avevo colpita. Se ne rimase lì ferma come una statua, era diventata piccola piccola di vergogna.
- E se non la smetti di fare la prepotente te ne arriva un altro - le urlai, ma lei non mi rispose. Se ne rimase così, con i suoi capelli dorati davanti alla faccia.
   Me ne ritornai a riva, dove avevamo steso i teli, e c'erano due uomini di mezza età che avevano assistito a quello che era appena successo, e mi guardarono con odio e disapprovazione.
- Ma non ti vergogni? Trattare così una ragazza.
- Voi fatevi gli affari vostri - risposi. - Non sono cose che vi riguardano.
   Vanessa era rimasta lì in acqua, continuava a tenersi la guancia, e forse stava piangendo. Decisi di ignorarla. In quel momento pensai di aver fatto la cosa giusta. Quella viziata se l'era meritato quello schiaffo. Mi distesi sul telo a pancia in su. Credo che mi addormentai per una decina di minuti, poi Vanessa venne a stendersi di fianco a me. Con una mano mi accarezzò il petto e scese fino in mezzo alle mie gambe e avvicinò la bocca al mio orecchio sinistro.
- Sei proprio uno stronzo - sussurrò e con la mano mi prese i testicoli, come se volesse stringerli in una morsa. - Tanto il modo di vendicarmi lo trovo, stanne certo. 
   Rimanemmo in spiaggia per un altro paio di orette senza dirci niente, poi alla fine decidemmo di andarcene via. Per ritornare al parcheggio c'era da fare un sentiero in mezzo a delle dune di sabbia, ad un certo punto Vanessa mi prese il polso e mi fece girare verso di lei e mi colpì con uno schiaffo terribile che quasi mi fece perdere i sensi.
- Vai giù - urlò. - Ho detto vai giù! - e allora mi inginocchiai, più che altro perchè ero ancora mezzo stordito dal colpo. A quel punto mi mise la vagina davanti alla faccia e se la allargò con due dita e mi ordinò di darmi da fare. Cominciai a leccargliela e i suoi umori mi invasero la bocca. Sentii il sapore di tutti i cazzi che l'avevano penetrata e la cosa mi eccitò tantissimo. Era come leccare tutti i cazzi che le erano stati dentro. Sentivo i loro odori, la loro sborra. Era come sentire la potenza sessuale di tutti loro, tutti quanti insieme, in una grossa orgia. Ma fu anche un'altra la sensazione che provai in quell'occasione; ebbi l'impressione di stare facendo un pompino a Lorenzo. Non so perchè, ma mi sembrò di trovarmi proprio davanti a lui. Sentivo il sapore del suo grosso cazzo, era come avercelo in bocca. Il sapore era identico e la cosa mi eccitò maggiormente, tanto che mi venne un erezione passesca e dopo poco cominciai a sborrare senza neppure averlo toccato, solo grazie a tutte quelle emozioni che si accavallavano una sull'altra. Sembrava che mi stessero scopando la bocca tutti e due insieme. Vanessa cominciò a premere il suo sesso contro le mie labbra fino quasi a soffocarmi, e con una mano mi teneva dietro la nuca e mi spingeva verso di lei con tutta la forza che aveva. A quel punto inarcò la schiena e chiuse gli occhi, stava per raggiungere l'orgasmo e iniziò a gridare di piacere, e allora la mia bocca fu inondata dai suoi umori.  
- Adesso siamo pari, stronzo - aveva il fiatone e mi lasciò la testa, poi mi diede un altro schiaffo.  
   Vanessa era una dominatrice, proprio come suo fratello. E me lo aveva appena dimostrato.

Stefano.

martedì 23 giugno 2015

Un piccolo riscatto


Lorenzo iniziava a capire come dovevano andare le cose tra noi: più sottometteva Stefano più questo rinsaldava il mio amore per mio marito e di conseguenza il desiderio di donarmi completamente a un altro uomo.
E così si diede da fare per rendere Stefano sempre di più un oggetto per il piacere di entrambi. Quel pomeriggio decise di concedersi del tempo per noi, non prima ovviamente di aver conciato Stefano al meglio che potevamo. Lo lasciammo così, legato al letto nudo e a pancia in giù. Sul pavimento della stanza giacevano alcuni oggetti di forma fallica che nella mattina abbiamo usato a turno su di lui dopo averlo legato,e uscimmo per una passeggiata romantica.
Poco dopo il rumore della porta che si chiudeva alle nostre spalle Stefano sentì degli altri rumori. Qualcuno stava salendo le scale, finalmente qualcuno, pensò. Dal rumore sembra avere indosso degli zoccoletti o qualcosa di simile.
Ormai incurante dello spettacolo che avrebbe offerto quando la persona sarebbe arrivata nella stanza, cercò di girarsi per vedere chi arriva.
Una ragazza, giovane, molto bella con una folta chioma di capelli ricci castani, pelle ambrata, occhi grandi, sbarrati per la sorpresa, due labbra pronunciate. Indossava effettivamente degli zoccoli col tacco e poco altro: uno striminzito bikini.
“E tu chi sei? Che ci fai lì nudo legato al letto di mio fratello?”
Stefano non aveva pronta nessuna risposta, sperò soltanto che non ci fossero in giro troppi falli di gomma.
“Scusa, è una storia lunga. Mi potresti liberare?”
La ragazza si appoggia alla porta. Appoggia un dito sulle labbra e lo guarda.
“Sai, avrei una certa urgenza. Dovrei andare in bagno. Sai dove sono le chiavi delle manette? Sai dove sono andati gli altri?”
La ragazza incuriosita  va a sedersi sul letto a fianco a mio marito.
“Io non so dove siano le chiavi. In casa non ho visto nessuno. Sono arrivata da poco. Saranno andati in spiaggia. Ma tu sei il nuovo amante di mio fratello?”
“No, non sono il nuovo amante. Sono il marito della sua amante. Potresti provare a cercarle? Saranno qui da qualche parte.”
“Ma tutti questi falli” continua lei prendendone in mano uno, “li hanno usati su di te?” e gli sfiora una gamba
“Senti, per favore, almeno cerca qualcosa in cui io possa farla”
La ragazza torna con un vaso da cui ha tolto dei fiori. Lo pone sotto Stefano, lui inarca la schiena, lei gli prende in mano il pisello e lo guida verso l’imboccatura. Si indurisce e subito non riesce, nonostante l’urgenza.
“Beh? Ti sei eccitato perchè te l’ho preso in mano? Ma non sei gay?”
“No, non sono gay….”
“Dai su fai la pipì…” continua a tenerglielo in mano mentre piscia. Poi glielo pulisce, quasi amorevolmente, con della carta igienica. L’altra mano l’ha tenuta costantemente sulla chiappa di mio marito. Va a svuotare il vaso.
“Hai un bel fisico, e anche un discreto arnese, peccato che tu sia gay.”
“Ti ho detto che non lo sono. Al massimo bisex, se vuoi.”
Non sembra convinta e la punta del suo indice si fa strada fra le chiappe premendo sull’ano, entrando di poco.
“Ti stai divertendo?”
“Sì” ride lei “non sono mai stata in una situazione simile.” e ha ancora l'uccello di mio marito in una mano.
“Quasi quasi avrei voglia di provare anche io su di te uno di questi falli di gomma. Ma è tardi, ho voglia di andare in spiaggia. Ero passata per vedere se Lorenzo voleva venire con me ma ora ho trovato un compagno, ti va di venire?”
Stefano alza le spalle e indica con la testa verso le manette. “Verrei volentieri, ma… come vedi…” le fa tintinnare contro la testiera.
“Oh, quelle, ora te le apro, la chiave è qui.” la prende, era sul comodino, dietro la lampada.
“Che stronza!”
“Zitto. o non ti libero.”
“Verrei ma non so dove sono finiti i miei vestiti. Sai dove posso trovarne? E stavolta non dirmi che non lo sai.”
“Vestiti? Non ti servono. Mettiti questo, è sufficiente.” gli passa un pareo.
Stefano si ritrova sul motorino, dietro di lei, aggrappato ai suoi fianchi, tenendo le gambe aperte il pareo risale e è praticamente nudo. Arrivano in una spiaggia molto poco frequentata. 
Stefano si spoglia subito rimanendo nudo, così come fa lei. Non ha segni di abbronzatura, pur essendo già molto scura, indice che è abituata al nudismo.
Gli chiede di spalmarle la crema. Mio marito non si fa pregare. Lei ha un corpicino sodo e ben fatto. Due tettine piccole ma ben fatte e un culetto a mandolino.
Finalmente si accorge che non è del tutto nuda. Indossa un gioiello anale. Un mini plug con brillante per decorare il forellino dell’ano.
Sulla spiaggia lei si incontra una coppia di amici stranieri. Durante la discussione in inglese lei, senza chiedere nulla, spiega come ha conosciuto mio marito. Credo che a quel punto Stefano volesse morire mentre il suo cazzo ha la solita reazione opposta e si mette in bella mostra. Paiono divertiti e incuriositi. La ragazza della coppia in particolare fa molte domande. Il ragazzo si finge meno interessato ma anche lui è tradito da una mezza erezione.
Li invitano a passare la serata sulla loro barca.
Steso a prendere il sole sul ponte della barca, il mattino dopo, sono più di ventiquattrore che Stefano non indossa vestiti e non sa ancora quando rientrerò in possesso dei suoi.
Durante la notte ha scopato Vanessa, la sorella di Lorenzo. La cosa curiosa è che ha voluto di nuovo reggergli l’uccello quando è andato in bagno. Ha detto che si è appassionata.






lunedì 22 giugno 2015

Qualsiasi donna, ma non Sabrina.

(in foto: Eva Notty, Big Bad Notty Hood, EvaNotty.com)


     In principio io ero come Stefano: uno stupido romantico. Anche io credevo nell'amore, e mi innamoravo. Poi ho aperto gli occhi e ho scoperto che l'amore è un'allucinazione dei deboli. L'amore non esiste. Mi chiamo Lorenzo, e anche io sono stato innamorato. Una volta stavo anche per sposarmi, era tutto pronto, poi lei una settimana prima del lieto evento se n'è andata con uno pieno di soldi. Certo, anche io sono uno pieno di soldi, soprattutto grazie a mio padre, ma lui ce ne aveva molti molti di più. E quindi lei era sua, e io non potevo farci niente. Coi soldi si compra tutto. Certe volte anche le donne. Sì, ci sono delle donne che si fanno comprare. Non è il caso di Sabrina. Certo, avrete sicuramente letto che Sabrina una volta si è venduta per una borsetta, ma ha venduto il corpo, la bocca e il culo, e nient'altro. Il suo amore, la sua anima, non sono cose che si possono comprare. E di questo me ne rammarico, altrimenti già sarebbe stata mia.
   Lo confesso, per lei ho provato qualcosa di molto vicino all'amore. E mi faceva rabbia che fosse sposata con uno come Stefano, uno che gode nel vedere la propria moglie scopata da altri uomini. Stefano nei suoi precedenti post ha dichiarato che io facevo di tutto per renderlo inferiore a me. Questo è vero. Ma non ho mai pensato che fosse davvero inferiore a me, perchè se Sabrina aveva scelto lui come uomo della sua vita voleva dire che era tutt'altro che inferiore a me. Forse ero io l'inferiore, perchè non ero riuscito a trovare una donna come lei. E l'unico modo che avevo di conquistare Sabrina era appunto quello di rendere inferiore suo marito, farle capire cioè che poteva avere di meglio, cioè me. Se mi giocavo bene le mie carte allora ce l'avrei fatta a portargliela via. Dopo la notte passata poi, cioè dopo aver praticato sesso anale con lui, credevo di avercela fatta. Cioè, voglio dire, quale donna vorrebbe continuare a stare con un uomo che si è appena fatto inculare dall'amante di lei? Ma Sabrina era diversa. Sabrina era speciale. Paradossalmente aveva interpretato quella scopata anale come una sorta di prova d'amore da parte del marito.
   E poi c'era quella Tiffany. Se non si calcola quell'attrezzo enorme che aveva tra le cosce, era una donna a tutti gli effetti: un fisico scultoreo, un culo esemplare, i tratti somatici latino americani, una dolcezza d'animo e una carica erotica fuori dal comune. Ma mi chiedo come facesse Sabrina a sopportare che una trans avesse una relazione amorosa con il marito, e per di più in casa, davanti ai suoi occhi. Come si spiegava? Il fatto che mi dispiaceva era che Tiffany non si univa mai ai nostri giochi. Mi sarebbe piaciuto molto inculare anche lei. Ma non era possibile. Tiffany era solo per Stefano, e questo mi era stato chiaro da subito. Tiffany faceva parte della famiglia di Sabrina, era la balia del piccolo Rocco (quasi la sua seconda mamma), ma io non ci dovevo avere niente a che fare. Per me, quella splendida trans, era off limits. Ma comunque non era lei che mi interessava.
   Ma ritorniamo alla scopata anale con Stefano; pensavo che a quel punto Sabrina finalmente avesse capito chi era il vero maschio dominante. A quel punto lei sarebbe dovuta essere mia, avrebbe dovuto prendere suo marito da parte e dirgli: "ma che razza di uomo sei?". E invece no. Qualsiasi donna avrebbe reagito così, ma non Sabrina. Sabrina, come già vi ho detto, era speciale.
   Quando si svegliò, cioè verso le undici di mattina, venne in cucina. Era nuda. Anche Stefano era nudo, e stava lavando i piatti. Io invece ero vestito e leggevo il mio solito quotidiano economico, comodamente seduto su una sedia ai lati del tavolo. Sabrina mi sorrise e poi mi chiese di seguirla in camera da letto. Pensai che volesse farsi scopare un'altra volta, ma questa volta lontano dagli occhi del marito. Fu questo che mi fece pensare che forse stava cominciando a cedere e a innamorarsi di me. Una volta in camera da letto tentai di baciarla, ma lei si ritrasse, quasi con rabbia.
- Che ci fai ancora qui? - mi domandò. Il suo sorriso era scomparso, adesso c'era un'espressione di disapprovazione. - Oggi, secondo i nostri accordi, è il nostro giorno libero, e tu non hai alcun potere su di noi.
- Lo so che oggi è il vostro giorno libero, ma questo non vuol dire che non possiamo trascorrerlo insieme - tentai di nuovo di baciarla, ma lei non ne voleva sapere di darmi la sua bocca, e si ritrasse di nuovo.
- Eh no, caro mio. Il mio giorno libero se permetti lo passo con chi dico io, e cioè con l'unico uomo che amo davvero, mio marito.
- Lo ami? Ma mi spieghi come è possibile? Non so se te ne sei accorta, ma tuo marito ha una relazione d'amore con una trans. E inoltre, forse eri distratta, tuo marito stanotte si è fatto inculare da me.
- Non ero distratta, lo so cosa è successo stanotte. E ti dico un'altra cosa, sono orgogliosa di avere un uomo come lui accanto. Tu sei bravo a fare l'amore, davvero molto bravo, un vero esperto, ma non potrai mai sostituire Stefano. Io sono sua, lo capisci questo? E ora esci da casa nostra - Sabrina alzò il braccio e puntò l'indice in modo minaccioso verso il corridoio che portava all'uscita dell'appartamento. Mi stava letteralmente cacciando di casa, e io non ci potevo fare molto. Quando Sabrina s'incazzava diventava una bestia, un animale feroce da cui stare alla larga.
   Fu uno dei rarissimi litigi che ebbi con Sabrina. Ma riconosco che avevo sbagliato io; avevo messo in dubbio l'amore che provava per il marito. Errore gravissimo. Ma per fortuna il giorno dopo ritornò tutto alla normalità. Sabrina e Stefano vennero da me come se quella discussione non fosse mai avvenuta, e continuammo con i nostri giochi, come avevamo sempre fatto. Ma capii che se volevo che Sabrina diventasse la mia donna avrei dovuto sudare tantissimo. Sarebbe stata un'impresa titanica, e non ero sicuro che ci sarei riuscito.

Lorenzo.

domenica 21 giugno 2015

Un bull per due


Quella sera Lorenzo venne a casa nostra, era elegantissimo, io avevo un vestito aderente, molto scollato e che mi arriva sotto al ginocchio, ai piedi delle scarpe con tacco a spillo così alto che faticavo a camminare. Stefano invece, come da abitudine in casa, era completamente nudo, e anche se non era voluto, il contrasto contribuiva a stabilire la gerarchia. Il tempo di stringersi la mano e notiamo che Stefano già si è eccitato.
Facciamo un po’ di chiacchiere da buoni amici mentre Stefano ci serve il caffè.
Lorenzo è seduto in poltrona, noi in piedi. Mi ordina di girarmi e di alzarmi il vestito, per mostrargli il culo. Mi dice che sono stata brava a non mettere niente sotto, mi fa andare vicino a lui in modo che con la mano riesca a raggiungere la mia figa. Con quattro dita mi accarezza la vagina, già abbondantemente bagnata, e con il pollice preme sull’ano. Mi chiede ancora una volta se sono pronta a fare tutto quello che mi dice, e chiedo sempre a me se Stefano è pronto a fare tutto quello che io gli dirò. Annuisco.
Lorenzo si rivolge solo a me che poi devo riportare i suoi ordini a mio marito. Mi ripete con voce ferma ciò che mi chiede di dire, e Stefano esegue, si inginocchia ed estrae, dopo aver armeggiato con la cintura, il suo cazzo già in erezione. Io sono girata e non posso vederli. Lorenzo mi fa chiedere al mio uomo di descrivermi il pene del mio amante, di dirmi quanto è grosso, quanto è duro e se è più grosso e lungo del suo. Poi deve dirmi come si immagina che lo userà su di me, Stefano mentre parla fa su e giù con la mano, quasi ipnotizzato.
Lorenzo lo manda via e poi mi afferra per le braccia, facendomi cadere su di lui. Mi fa sedere sulle sue gambe e mi fa sistemare in modo che il suo cazzo penetri in me. Poi mi fa tirare giù la gonna facendo sì che da fuori non si capisca che sono impalata sul suo membro eretto. Ansimo e gemo, per l’improvvisa e immediata penetrazione. Lorenzo chiama Stefano per farlo tornare e chiede a me di fare silenzio e di non far capire che mi sta già scopando.
Stefano rientra e ci guarda. 
“Dimmi, secondo te la tua adorabile mogliettina è semplicemente seduta sulle mie gambe oppure sotto la gonna sta nascondendo qualcosa di più?” e si muove un po’ ma io sono bravissima e rimango impassibile.
“Uhm, immagino che come minimo si stia sfregando sul tuo cazzo” diceStefano
“Ma come?! Guardala! Tu mi vuoi dire che la donna che ti ha sposato e ti ha dato un figlio è capace di stare con un cazzo fra le gambe e non lasciar trasparire la minima emozione? Di guardarti sorridente con un cazzone nella pancia? Pensi che sia così tanto troia da essere capace di ciò?” intanto i miei umori iniziano a colare.
“Forse hai ragione” mormora Stefano mentre Lorenzo mi sussurra di alzare la gonna. Lo faccio e Stefano sgrana gli occhi vedendo la mia figa spalancata dal cazzo grosso di Lorenzo. Mi lascio finalmente andare e comincio a fare su e giù e ad ansimare.
Lorenzo mi ferma “non è ancora il momento” dice.
Andiamo in camera da letto. Lorenzo si ferma sulla porta e osservo la nostra intimità che da quel momento non potrà mai più essere solo nostra .
“Amore, prendi il lubrificante e aiutami ad essere pronta per essere sodomizzata. E vedi di farlo per bene, hai visto quanto ce l’ha grosso? Non è mica come il tuo”
Lorenzo osserva le dita unte di Stefano che entrano e mi allargano lo sfintere con troppa facilità.
“Con me non sei mai così morbida e aperta, perchè? Ho sempre fatto una fatica boia a convincerti a darmi il culo.”
“Tu mi rispetti troppo, anche quando mi vuoi fare il culo, non riesci a farmi sentire come la puttana che sono.”
“Mi sembra pronta” dice Stefano girandosi verso Lorenzo.
“E tu sei pronto?” 
Stefano annuisce, un po’ stupito della domanda. 
“Non mi sembra, mettiti come è messa lei.” 
Stefano un po’ titubante si posiziona con la faccia sul cuscino, la schiena inarcata, appoggiato sulle ginocchia e con il culo per aria. Lorenzo prende la crema e se la spalma sul cazzo. Io comincio a ridere.
“Ben ti sta. Ora impari come si fa a inculare qualcuno.”
Osservo da vicino il culo di mio marito che viene forzato dal nostro bull. Ogni tanto mi alzo e lecco il viso di Lorenzo sussurrandogli parolacce all’orecchio.
“Inculalo. Sbattilo. Fagli sentire chi è un vero uomo, dopo sarò tutta tua. Voglio sentire il tuo cazzo dove non ne è mai arrivato nessun altro.”
Lorenzo è rimasto a dormire esausto nel letto, abbiamo passato il resto della notte a scopare per il resto della casa. Dopo essere venuto una prima volta sulla schiena di Stefano è riuscito a durare molto a lungo donandomi diversi orgasmi consecutivi.
Al mattino si sono trovati tutti e due, nudi, in cucina, mentre io ancora dormivo sul divano del salotto. Hanno chiacchierato e Stefano gli ha confidato tutte le sensazioni che ha provato. Lorenzo gli ha raccontato il resto della notte, in modo molto naturale.
Stefano continuava a lanciargli occhiate al cazzo, ora a riposo. Lorenzo ha incrociato il suo sguardo e ha capito, Stefano è arrossito.
“Lo rivoglio.” ha sussurrato mentre, appoggiato al piano della cucina, si piegava leggermente in avanti, con le gambe aperte.
“Fai piano” ha aggiunto, “non voglio che lei si svegli”

venerdì 19 giugno 2015

martedì 16 giugno 2015

L'anniversario


Il secondo giorno alle dipendenze di Lorenzo coincideva con l'anniversario di matrimonio mio e di Stefano. Ovviamente il nostro bull lo sapeva e non si lasciò scappare l'occasione per farci il regalo. Ordinò a Stefano di lavorare sodo per preparare la cena per tre e gli fece apparecchiare due tavoli, uno per me e Lorenzo e un altro con un posto singolo per lui sistemato in modo che avrebbe mangiato senza guardarci ma molto vicino. Io nel frattempo avevo ricevuto in regalo una seduta di massaggi total body e arrivai a casa di Lorenzo particolarmente di buon uomore.
Ci sedemmo a tavola con lui che si comportava in modo dolce da fidanzatino dei primi tempi, mentre Stefano costretto a guardare la parete poteva solo ascoltare la nostra conversazione.
“Cos’hai stasera? Sembri euforica.”
“Niente, niente” ma lo dico mordendomi un labbro
“Non è vero. Mi nascondi qualcosa.”
Siamo interrotti per un attimo dall’arrivo di Stefano che ha l'ordine preciso di servire la cena con gli occhi bassi.
“Allora?”
“Ok, ok. Te lo dico. Prima di venire qua ho scopato.”
“Hai scopato? Il giorno del vostro anniversario? E come mai sembri ancora così su di giri?”
“Perchè è stato bello, è stato bellissimo.”
“Ma non sei andata a farti il massaggio che ti avevo regalato?”
“Appunto, è lì che è successo.”
“Con la tua massaggiatrice? E' stata una cosa lesbo?”
“Mmmhh… no, stavo aspettando che arrivasse per farmi il massaggio. Come al solito mi ero messa completamente nuda sul lettino. Ormai abbiamo confidenza.”
“Questo non è una novità… continua e perchè invece non è successo niente con lei?”
“Beh… non proprio… ma questa è un’altra storia.”
“Ok, raccontala allora. sSicuramente il cornuto lo già duro. Vero cornuto?”
"Si signore!"
"Bene, tiralo fuori ma guai a te se ci guardi o ti tocchi"
Stefano obbedì inizialmente contento di dare sollievo al cazzo compresso nella mutanda per poi pentirsene non potendosi sfogare come avrebbe voluto.
“Come ti dicevo ero nuda sul lettino che aspettavo arrivasse, ma non è arrivata lei. Era malata e c’era un sostituto. Sì, uno. Un ragazzo. Un gran figo, pelle scura, tratti medio-orientali. Si è scusato, non pensava fossi nuda. Anche io mi sono scusata. C’è stato un attimo di imbarazzo. Poi io ho detto che se per lui non era un problema io sarei rimasta così. Lui ha detto che se non era un problema per me… tanto ormai mi aveva vista. Ho cercato di guardarlo in mezzo alle gambe per vedere se c’era una reazione. Ma all’inizio è stato molto professionale. Verso la fine del massaggio, però, quando era nella zona dei glutei, mi ha chiesto se la mia massaggiatrice si occupava anche di quella zona. Io mi sono girata, l’ho guardato, ho inarcato un po’ la schiena porgendogli le chiappe. E gli ho detto di fare pure quello che voleva. Ha indugiato un po’. Forse non era sicuro di avere colto il messaggio giusto. Ma mentre pian piano con le dita si avvicinava io mugolavo e mi contorcevo e spingevo verso di lui il culo. Alla fine mi ha passato le dita nel solco delle chiappe. Una volta, poi di nuovo, poi si è soffermato sulla mia vagina. Ha cominciato a masturbarmi. Io colavo come una porca in calore. Scopami, gli ho detto. Si è fermato un attimo, è corso fuori. Sono rimasta un attimo interdetta. Poi è rientrato, con un preservativo in mano. Mi ha tirato in modo che le gambe penzolassero giù dal lettino. Era grosso e duro e si muoveva benissimo. Intanto continuava a massaggiarmi. Ad un certo punto con un pollice ha cominciato a premere sull’ano. Si capiva che era in esplorazione, voleva tastare il terreno. Gli ho afferrato il polso. Per fermarlo. Lui si è scusato. Io l’ho guardato. Non perdere tempo, gli ho detto, mettici subito il cazzo. Mi piace prenderlo nel culo. Mi ha inculata. A lungo, non veniva mai. Alla fine gli ho fatto i complimenti per la resistenza. Ha detto che era merito del fatto che prima di venire qua aveva fatto sesso con la sua ragazza.”
Dopo la cena, Lorenzo chiede a Stefano se avesse ascoltato tutto per bene, se aveva capito che proprio per il nostro anniversario gli avevo messo altre corna. E mentre ascoltava la risposta andava a controllare se il suo cazzo fosse ancora pieno, lo era e sarebbe bastato un soffio a farlo esplodere. Lorenzo gli lega le mani dietro la schiena e lo gira a guardare verso il nostro tavolo con i pantaloni alle caviglie e il cazzo puntato verso l'alto.
"Non ti preoccupare amico, ora ti vendico io" gli dice. "Guarda bene come si puniscono le troie infedeli" e mi spinge sul tavolo. Mi alza la gonna e mi schiaccia sul tavolo. Si apre i pantaloni e mi appoggia il cazzo sul culo. Io piego indietro la testa, gli mordi un orecchio e gli sussurro:
“Fai piano, che è ancora indolenzito, sai… ce lo aveva bello grosso.”
Finalmente mi sodomizza. Ad ogni affondo mormora: “Troia troia… troia… sei una puttana… aaaahhh.”
E questo era il regalo di Lorenzo a Stefano per il nostro anniversario.

domenica 14 giugno 2015

Il debito.

(in foto: Lucy Heart. DDFNetwork.com)


   Arrivammo a casa di Lorenzo alle otto. Sabrina aveva già avuto l'occasione di vedere dov'è che viveva, per me fu invece la prima volta, e ne rimasi subito sorpreso. Lorenzo viveva nel lusso più sfrenato. Di soldi ne aveva tanti, principalmente grazie a suo padre che aveva messo su un piccolo impero commerciale. Lorenzo ci fece strada nella sala da pranzo dove c'era la tavola apparecchiata, ma senza le pietanze. Era come se stesse aspettando noi per cominciare a cucinare, anche se avevo dei seri dubbi sulla sua capacità di stare ai fornelli. Era per questo che aveva voluto anche me? Per cucinare? In ogni modo quella sera mi trovai di fronte ad un altro Lorenzo. A parte un innocente bacio sulle guance di Sabrina poi non fece altro per tutto il tempo. Neanche una palpata al sedere, e questo era molto strano. Il suo atteggiamento era molto serio, come se ci fosse qualcosa che doveva dirci. Ci fece sedere e poi sputò il rospo.
- Sabri, oggi ho dovuto sistemare la contabilità di mio padre - disse.
- Ah sì? - domandò mia moglie.
- Eh già. E ho scoperto delle cose molto interessanti.
- E cioè? - Sabrina sembrava davvero preoccupata.
- E cioè che tu hai nei confronti di mio padre un debito di cinquemila euro.
   Sabrina abbassò la fronte. Era mortificata. Non mi aveva mai parlato di quei cinquemila euro. Era una situazione abbastanza grave. Allora capii che forse quella cena non era quello che ci aspettavamo sia io che Sabrina, bensì una resa dei conti. Lorenzo avrebbe preteso quei soldi e noi non li avevamo. Cioè, non tutti.
- Quei cinquemila euro riguardano della merce invenduta che ho in magazzino - disse mia moglie. - Fino a quando non riuscirò a venderla ho paura che non potrò saldare quel debito.
- Ma tesoro, perchè non mi hai detto niente? - domandai.
- Perchè pensavo che sarei riuscita a vendere la merce e quindi a pagare il dovuto.
- E invece non è andata così - concluse Lorenzo. - Ma c'è un altro modo per risolvere questo guaio.
   E allora capii che Lorenzo si riferiva al culo di mia moglie. Era fatta. Finalmente c'era riuscito. Scavando a fondo nella contabilità del padre era riuscito a trovare un biglietto d'ingresso per il retto di Sabrina. O almeno era quello che credevo. E invece dovetti ricredermi quando ci disse quello che aveva in mente. Non era il culo di mia moglie che voleva. A quello ci sarebbe arrivato senza troppi problemi a tempo debito. Era solo questione di tempo, e il culo di Sabrina sarebbe stato suo. Questo lo sapeva per certo, e io glielo leggevo negli occhi. A quel punto mia moglie si alzò dalla sedia e si alzò la gonna e sfilò le mutandine lasciandole cadere a terra.
- Ho capito tutto - disse. - Sono pronta.
- No no no - continuò Lorenzo. - Non è il tuo corpo che voglio. Quello posso averlo quando voglio.
- E allora che vuoi? - domandò Sabrina spazientita e mettendosi coi pugni premuti contro i fianchi, con aria di sfida.
- Guardatevi intorno - ci disse. - Come potete vedere in questa casa ho tutto. Non mi manca niente. Eppure qualcosa che manca c'è.
- Cosa? - domandai. Cominciavo a spazientirmi anche io.
- I domestici - rispose lui. - Avrei davvero bisogno di due domestici. Per l'esattezza di uno che badi alla cucina, e tu Stefano in questo saresti perfetto, e una che badi al resto della casa, e per questo ho pensato a te Sabrina.
- Cosa?! - esclamai. - Ma tu sei matto.
- Si tratterebbe soltanto di due settimane. E comunque vi do qualche minuto per discuterne - a quel punto Lorenzo si alzò dalla sua sedia e ci lasciò soli a parlarne.
- Tesoro, cos'è questa storia? - domandai.
- Lo so, avrei dovuto parlartene prima. Ma cinquemila euro sono tanti. E non vedo altra soluzione. Te lo chiedo in ginocchio, facciamolo. E di questo debito non ne sentiremo parlare più.
   Era assurdo. Tra l'altro mi sentivo anche un pò in colpa, perchè quando avevamo deciso di aprire l'oasi naturista Sabrina si disse intenzionata a lasciare il negozio e a dedicarsi in tutto e per tutto alla nostra nuova attività. Fui io a dirle di non abbandonare il negozio. E il debito di cinquemila euro con il fornitore, se avessi accettato la sua decisione di chiudere il negozio, probabilmente non ci sarebbe stato. Quindi era anche un pò colpa mia. Non potevo, a quel punto, fare altro che accettare la proposta di Lorenzo.   
   Quando ritornò in sala da pranzo gli dicemmo la nostra decisione, e lui fu felicissimo. Ci disse che nella camera degli ospiti avremmo trovato le nostre divise di servizio. E così andammo a prenderle, ed era come immaginavo. Sabrina avrebbe dovuto indossare uno striminzito grembiule bianco, le calze autoreggenti, i tacchi a spillo e un fermacapelli merlettato, e nient'altro. Per il resto sarebbe stata completamente nuda. Non avrebbe indossato neppure le mutandine. Io invece avrei dovuto indossare soltanto un grembiule nero, che mi copriva dai capezzoli alle ginocchia, e nient'altro. Così cominciammo a indossare le nostre divise e Lorenzo entrò nella stanza.
- Ah! Quasi dimenticavo questi - in mano aveva due butt-plug, uno per me e uno per mia moglie. - Vi è fatto assolutamente divieto toglierveli durante le vostre ore di lavoro. Chiaro?
   Erano belli grossi, e sia io che mia moglie avremmo dovuto tenerli nel culo per tutto il giorno. Ce li infilammo a vicenda nel retto e ci mettemmo subito a lavoro. Raggiungemmo Lorenzo in camera da pranzo, lui era seduto e stava leggendo un giornale economico.
- E allora? Cosa facciamo? - domandò Sabrina.
- Non ci siamo - rispose Lorenzo. - Da oggi in poi vi rivolgerete a me chiamandomi "padrone".
- Come desidera, padrone - continuò mia moglie.
- Molto bene. Tu - mi disse, - vai a preparare la cena. E tu invece, nell'attesa inginocchiati tra le mie gambe. Esigo un pompino. Mi auguro che sarai abbastanza brava da soddisfarmi, altrimenti sarò costretto a punirti.
   Dal tavolo prese un frustino nero e ce lo mostrò. Io andai in cucina e mia moglie si inginocchiò tra le gambe di Lorenzo, gli tirò giù la lampo dei pantaloni e fece uscire il suo enorme cazzo già duro. Dalla cucina riuscivo a vederli; lei era di spalle, vedevo il suo culo morbidoso con quel butt-plug che le usciva dall'orifizio anale. Lorenzo continuava impassibile a leggere il giornale e ogni tanto dava delle indicazioni a Sabrina su come fare per farlo godere di più. Intanto mi misi all'opera. Dopo cinque minuti che stavo cucinando sentii lo schiocco della frusta che colpiva le natiche di mia moglie.
- Sbocchina bene! - urlò Lorenzo. - Non mi stai facendo godere abbastanza.
- Sì padrone - rispose lei.
   Quando ebbi finito di cucinare misi in un piatto quello che avevo preparato e lo portai in sala da pranzo, proprio nel momento in cui Lorenzo stava per sborrare. Infatti era in piedi e con il cazzo piantato davanti al viso di mia moglie aveva preso a masturbarsi fino a schizzarle sul viso tutta la sua copiosa sborra. Il viso di Sabrina ne era completamente inondato. Intanto misi il piatto in tavola, e Sabrina si rimise in piedi accanto a me. Aspettammo che Lorenzo finisse di mangiare. I nostri butt-plug stavano per regalarci dei sensazionali orgasmi anali. Tremavano le gambe sia a me che a lei. Poi finalmente arrivò per noi un sensazionale orgasmo. Ci prendemmo per mano per farci forza e cercammo di trattenerci nell'esternare quell'intenso piacere che stavamo provando. Quando Lorenzo finì di mangiare ci disse che potevamo andare.
- Ci vediamo domani - disse. - E cercate di essere puntuali, altrimenti sarò costretto a darvi una bella lezione.
   E così ci rivestimmo a ritornammo a casa.

Stefano.

 

sabato 13 giugno 2015

Invito a cena



Dopo la passeggiata venne il momento dell'invito a cena. Questa volta Lorenzo volle esplicitamente che ci fosse anche Stefano, non stava invitando me ma entrambi e la cosa mi eccitava da morire, volevo che tutto fosse perfetto a cominciare da mio marito. Era una cena importante e lo volevo bellissimo, iniziai a prepararlo dal pomeriggio.
“Aspetta amore, la barba te la voglio fare io.” gli ho detto con un lampo di malizia negli occhi.
Porto una sedia in bagno e lo faccio accomodare. Stefano indossava solo i boxer aderenti, io una t-shirt corta e un perizomino. Ormai è estate piena, la casa è calda.
Gli spalmo la schiuma sul viso, con cura. Gioco con il rasoio, con un finto fare minaccioso.
Gli rado con attenzione le guance, il mento, il collo. Lui si gode questo servizio. Faccio la parte della geisha alle dipendenze del mio uomo. Il tuo atteggiamento, unito al fatto che sono poco vestita, gli risvegliano l’uccello tra le gambe.
Abbiamo scopato nel primo pomeriggio, nel letto, lentamente, sotto l’afa, sudati. Entrambi stesi, mi ha preso di lato, ognuno faceva il minimo di movimento possibile. Il suo cazzo è rimasto a lungo dentro di me. Io sono quasi venuta, lui no. La voglia ci è rimasta a dentro.

Mi tolgo la maglietta, gli lavo via la schiuma e controllo il lavoro. Una mano è appoggiata sul suo petto.
Riprendo in mano la schiuma e il rasoio. “Non ho ancora finito” lo avviso. “Togliti i boxer”. aggiungo.
Con una mano sposto l’uccello duro e con l’altra gli spalmo la schiuma tutt’attorno.
“Sei sicura di quello che fai?” mi chiede.
Già mentre gli tolgo, con un asciugamano, i residui di schiuma e peli, percepisco una sensibilità diversa. Finito il trattamento glielo lavo e poi lo prendo in bocca. Lo lecco tutto, ovunque, ed è una sensazione incredibile. Mi fa uno strano effetto a vederlo completamente glabro, anche se sembra ancora più grande.
Con la lingua scendo anche sulle palle, e poi fino all’ano. Lo ho voluto depilare anche lì. Stefano si appoggia al lavandino, spinge in fuori il culo e me lo lascia esplorare con la lingua.
Viene così, mentre lo lecco, e con una mano gli sego il cazzo.
“Ora abbiamo finito?” mi domanda.
Mi siedo sulla sedia e gli allungo il rasoio.
“Ora tocca a te.” gli dico allargando le gambe. Ho una leggera peluria, sono solita depilarmi. Ma è la prima volta che me lo faccio fare da lui. Di solito faccio da sola o dall’estetista. A volte lo ho fatto con Tiffany.
"E' una prova, la prossima volta magari mi preperarei direttamente davanti a Lorenzo"

venerdì 12 giugno 2015

mercoledì 10 giugno 2015

Prove di potere.



Scommetto che state morendo dalla curiosità di sapere come è andata quella notte con Lorenzo e avete ragione, vi avevamo promesso di non nascondervi nulla quindi mettetevi comodi, dopo così tanti uomini da aver perso il conto la nostra storia farà una nuova e ancora più porca tappa con Lorenzo. Ma andiamo con ordine perchè, ormai lo sapete amici miei, nulla è sempre come sembra.
Lorenzo era deciso a tutto pur di conquistarmi e io volevo metterlo alla prova per essere certa che fosse lui quello giusto.

Lorenzo è uno di quelli che nella vita si permette di fare il prezioso. Non è bellissimo, ha ragione Stefano ma ha un corpo scolpito, e per questo viene spesso rincorso dalla metà delle ragazze e donne che incontra, che siano single, fidanzate o sposate. Con alcune è anche uscito, con tutte queste ci ha scopato. Ma raramente ha concesso un bis.

In compenso lui cerca le poche che, chi per paura, chi per orgoglio, chi per malizia, si mostrano a lui indifferenti. Io avevo deciso di essere fra queste, non perchè non me lo farei in ogni momento, ma perchè mi volevo fare desiderare. Dovevo cuocerlo a fuoco lento.
“Stasera vedremo se sarà all’altezza” pensavo ad alta voce ridendo, mentre mi insaponavo sotto la doccia. “Avrà l’ansia da prestazione, sono settimane che mi viene dietro, ma io so come eccitarlo…”

Sorrido in modo diabolico davanti allo specchio non credo che lui possa lontanamente immaginare cosa ho in serbo per stasera, altrimenti non si starebbe bullando con mio marito di là.
                                                                           ****** 

Gli aperitivi sono ottimi come preparazione al sesso, non appesantiscono come una cena e non costringono a troppe chiacchiere. Nonostante tutto, Lorenzo non è del tutto a suo agio. Di solito è lui, di fatto, il predatore. E' lui che conduce il gioco, che concede il suo corpo perfetto a donne da troppo tempo insoddisfatte. Questo suo atteggiamento mi fa ben sperare per la sorpresa che gli farò. Credo la gradirà. Gli piace concedersi.

Faccio un po’ la ritrosa, giusto quel tanto per fargliela sudare un po’.
Sta ordinando da bere, quando mi avvicino e gli sussurro nell’orecchio: “Mi sto annoiando. Andiamo a casa tua?” 
Annuisce imbambolato.

In ascensore lo abbraccio, lo bacio in bocca. “Ho voglia di vedere il tuo corpo nudo. In questi giorni ho potuto solo immaginarlo.” gli dico. 
Ora sembra a suo agio. E' di nuovo nel ruolo di uomo desiderato. Si lascia palpare, quasi non cerca di ricambiare. E' perfetto.

Lo spingo sul letto:“Perchè non ti spogli? Io vado un attimo in bagno a rinfrescarmi. Ti voglio nudo quando torno”. I nostri ruoli sembrano invertiti, è abituato che sia la donna a spogliarsi per l’uomo, ma se davvero vuole diventare IL nostro bull devo testarlo, devo sapere che sarà pronto a tutto per noi.
Mi fermo sulla porta, con la luce alle mie spalle sono solo un'ombra per lui. Non vede il mio viso, intravede solo la lingerie leggera che mi copre. Lui è seduto sul letto, nudo con il cazzo in tiro e se lo sta anche toccando.

Mi avvicino e, entrando alla luce, mi mostro tutta a lui.

Vorrei avere una foto dell’espressione che ha fatto quando mi ha guardato in mezzo alle gambe e ha visto un cazzo finto penzolante.
“E quello cos’è?” chiede tra stupore, paura e curiosità.
“E' per te, tesoro.” rispondo con sarcasmo e potere.
“Non credo di essere venuto per quello.”
“Lo so, ma perchè non provare? Credo ti piaccia essere preso, ne ho conosciuti tanti di uomini a cui piace. Non avrai mica paura? Non sarai mica meno uomo di loro? Non mi ha mai detto nessuno di no, alla fine, fate sempre i ritrosi ma in realtà non vedete l’ora di provare. Su, non perdiamoci in chiacchiere, non c’è bisogno che fai finta di non volerlo fare. Il tuo cazzo è duro. Lui non mente. Dai mettiti sul letto. Credo che tu sia molto bello a pecorina.”
Non mi guarda in faccia, non dice niente. Probabilmente è di fronte ad una sua fantasia, ma forse era una fantasia di cui si vergognava. Il suo cazzo gli sta dicendo di non fare lo stupido e di non perdere l’occasione, pian piano si posiziona.
“Fai piano” dice.
“Fra poco non dirai così”. Mi sto divertendo, forse è davvero lui l'uomo che cercavo. “Lo sai che sei sexy da morire. Se ti vedessero quelle che ti sei fatto vorrebbero tutte essere al mio posto. Sono così belli i tuoi muscoli. Un corpo così forte che si abbandona al piacere.”

Ha un sussulto quando sente le mie dita che lo lubrificano.
E' molto maschile nel modo in cui si offre, con la schiena inarcata e i glutei aperti, nel corpo e nel modo di muoversi. I ruoli di chi penetra e di chi viene penetrato sono invertiti, ma che lui sia l’uomo e io la donna non è in discussione. Niente mette in dubbio il suo orientamento dominante. 
Volevo solo che fosse veramente un oggetto a disposizione dei piaceri di una coppia.

“Rilassati, lasciate andare” sussurro mentre faccio avanzare la punta attraverso lo sfintere.
Gli tocco appena il cazzo che è durissimo. “Caspita, se siamo eccitati! Allora ti piace proprio!” Sembra quasi provare fastidio, si ritrae di colpo e nel farlo viene indietro. Io sto ferma, in pratica si sta sodomizzando da solo.

Il suo culo che viene violato è sicuramente un bello spettacolo e l’eccitazione mentale e lo strapon che preme sul mio clitoride mi provocano anche un orgasmo. Ma la parte più divertente è dopo, quando lo costringo a descrivermi le sue sensazioni.
Dopo abbiamo scopato anche in maniera classica. Il suo membro meritava di essere soddisfatto.

Gli ho detto che non ci sarà una seconda volta, se vorrà ripetere l’esperienza dovrà essere lui a chiederlo a qualcuna delle sue donne "perchè ora che so quanto sei preso da me ti voglio come mio stallone...nostro stallone" mi correggo subito pensando a Stefano.

Gli dico che non mi dispiacerebbe vederlo scopare con mio marito, magari per iniziare questo nuovo rapporto una cosa a tre ma in cui loro interagiscono anche fra loro. L’idea di Lorenzo che sottomette Stefano mi fa bagnare.
"Non dirgli niente di stanotte" mi fa promettere e io lo accontento, riportando a casa il culo ancora intatto per stasera.







martedì 9 giugno 2015

Nessuno è come te.

(in foto: Eva Notty, Black Top Hallway, EvaNotty.com)


   Appena ritornato dalla Sicilia, dove ero stato con Tiffany, a casa mi aspettava una grande sorpresa, cioè Lorenzo, uno dei tanti corteggiatori di mia moglie Sabrina. Rientrato a casa me lo ritrovai seduto sul sofa di casa. Sembrava davvero a suo agio, vestito come un borghesotto pieno di soldi. Lui mi sorrise, avevo l'impressione che sapeva chi fossi, forse Sabrina gli aveva parlato di me.
- E tu chi saresti? - gli domandai.
- Io sono quello che ti porterà via la moglie - rispose lui.
   Non riuscivo a capire se stesse scherzando o era così pieno di se da volermi sfidare. Onestamente mettermi a litigare non era mai stato tra i miei interessi. Poi Lorenzo scoppiò a ridere.
- Sto scherzando - disse. - Però tua moglie me la porto via per davvero.
   Vabbè, avevo capito il tipo. Voleva prendermi un pò in giro. In quello stesso momento entrò nel soggiorno Sabrina, era vestita in modo porchissimo. Aveva un vestito nero molto elegante ma così scollato che le tette sembravano volergli scivolare fuori da un momento all'altro.
- Tesoro, sei qui! - disse, e venne a darmi un bacio. - Stasera vado a cena con Lorenzo, spero non ti dispiaccia.
- Se vuoi puoi venire anche tu - mi disse Lorenzo. - Ho sentito dire che ti piace guardare mentre si zompano tua moglie.
   Stavo iniziando a capire il suo gioco. Stava facendo di tutto per sminuire la mia mascolinità, sottomettendomi, facendomi capire che lui era il maschio alpha, e che per questo motivo mia moglie era sua di diritto. Era così chiaro, ma Sabrina sembrava non farci caso, o forse, molto probabilmente, stava assecondando il gioco di Lorenzo.
- No grazie - risposi. - Non mi sembri un uomo in grado di soddisfare Sabrina.
- Dici? A me è sembrata molto soddisfatta quando me la sono scopata mentre eri in Sicilia.
- Ehi ehi! - mia moglie si intromise scherzosamente. - Che volete fare? Volete mettervi a litigare per caso?
- No - disse Lorenzo alzandosi dal sofà e raggiungendo Sabrina. - Hai ragione, abbiamo ben altre cose da fare - e gli diede una pacca sul sedere così forte che rimbombò per tutta la casa. Poi si rivolse a me: - Ciao segaiolo, noi usciamo. E mi sa che stasera prenderò da tua moglie quello che non sono riuscito a prendere la scorsa volta - le diede un'altra pacca sul sedere. - Glielo rompo per bene, vedrai.
- Non è detto - disse Sabrina. - Te lo devi guadagnare, lo sai. Sennò niente.
- Consideralo già sfondato - le rispose. - Ciao mezza sega.
   E così uscirono di casa e io rimasi solo a rimuginare su quel gioco di sottomissione. Io ero il sottomesso, Lorenzo era il maschio dominante, e avrebbe fatto di mia moglie ciò che voleva, perchè io non ero in grado di farci niente. Ma starmene lì a pensare a loro a cena, a lui che le sussurrava cose porche, e a lei che sorrideva come una ragazzina alla prima cotta, mi faceva impazzire. Sapere che poi sarebbero andati in albergo, o forse a casa sua, o chissà dove, e avrebbero fatto l'amore, senza che io potessi assistere, mi faceva eccitare ma allo stesso tempo era una cosa che mi lasciava un pò perplesso. E se poi Lorenzo me la portava via per davvero? Cioè, e se Sabrina si fosse innamorata di lui al punto di mollarmi e andare a vivere con lui? Lorenzo non era bellissimo, però a letto era un vero maschio. Sarebbe stato facile per lui farle capire che io ero una nullità rispetto a lui. Io lo sapete sono sempre stato molto impacciato a letto. Comincio a fiottare dopo due stantuffate. Lorenzo invece era un treno, uno capace di far godere una donna per un'ora di fila.
   La mia agonia terminò verso le quattro del mattino, quando Sabrina rientrò a casa. Avevo dormito un'oretta e male, perchè al solo pensiero che potesse scegliere lui come uomo della sua vita, mi venivano gli attacchi di panico. Rientrò a casa con il vestito tutto sgualcito, e lo scollo si era rotto, infatti aveva le tette di fuori.
- E allora - dissi, - com'è andata?
   Ero terrorizzato dal fatto che potesse dirmi che avrebbe fatto i bagagli e se ne sarebbe andata a vivere con lui, e invece no. Non andò così.
- Bene. Lorenzo mi ha rotto il vestito - disse portandosi le mani allo scollo, nel tentativo disperato di vedere se c'era qualche possibilità di ripararlo. - Siamo andati a casa sua e non mi ha offerto neppure un drink, mi ha messo subito le mani sulle tette e mi ha allargato lo scollo strappandomelo completamente. E poi si è messo a succhiarmi le tette. E poi ha voluto che gli facessi una spagnola.
- Che porco.
- Già. Che porco. Ci sa davvero fare con le donne.
- E... - non sapevo come dirglielo, non volevo apparire paranoico. - ... il culo gliel'hai dato?
- No, quello no. Glielo sto facendo sudare - e scoppiò a ridere.
- Tesoro, dimmi la verità. Secondo te Lorenzo è meglio di me?
- Meglio di te? Lui? - Sabrina mi sorrise e mi accarezzò il viso. - Stefano, non c'è nessuno meglio di te. Sei tu il mio uomo. E nessun'altro.

Stefano.