sabato 31 marzo 2012

Enrico e le parolacce

Mentre aspetto che i miei uomini siano pronti per portarmi al mare ne approfitto per riprendere il discorso sul mio passato. Inizio da Enrico perchè è venuto subito dopo Giuliano quell'estate dei nostri 16 anni. Era un grande amico di Giuliano e per certi versi anche molto simili, lo conoscevo da tempo ma dopo l'esperienza con Giuliano iniziai a guardarlo con occhi diversi, ormai guardavo tutti i ragazzi con occhi diversi, anzi non erano più ragazzi ma uomini con le loro esigenze. Anche Enrico era felicemente fidanzato ma come ebbi modo di scoprire più in là era anche felicemente poligamo. Con una differenza rispetto a Giuliano e Manuela, Enrico e Flavia erano una coppia aperta, ovvero ognuno di loro poteva andare a letto con chi voleva, bastava solo che se lo dicessero. Non erano ancora pronti (e non lo sarebbero stati mai) per farlo insieme ma tra loro c'era grande rispetto fiducia e libertà.
Io non potevo saperlo per questo non mi ero ancora fatta avanti con questo bel ragazzone biondo. Avevo chiuso da un pò con i miei sabati da Giuliano e iniziavo a sentire la voglia di rimettere in pratica tutto quello che avevo imparato con lui. L'occasione mi capitò al ritorno da una festa, di solito dopo queste feste era sempre Stefano ad accompagnarmi a casa, in un certo senso facevamo già coppia fissa essendo gli unici o quasi non fidanzati, ma quella sera Stefano ebbe un problema con suo padre e dovette andar via molto presto. Senza di lui mi annoiavo, non avevo nessuno con cui parlare e tutti erano troppo presi a pomiciare per darmi retta così mi consolai da sola con molto alcol. Quando si fece ora di andare non ero completamente sbronza da non capire cosa mi succedeva ma neanche troppo in me per non lasciare che qualcosa accadesse.
Accettai senza capire all'inizio l'insistenza di Enrico e Flavia di riaccompagnarmi, non erano nemmeno di strada. Infatti salutammo prima Flavia che disse ad Enrico di non fare il bravo...forse avevo sentito male boh, e proseguimmo verso casa mia. Era buio la strada quasi deserta se non per la presenza di qualche prostituta e trans a cui Enrico strizzava l'occhio di tanto in tanto. Eravamo quasi arrivati e io dovevo tentare qualcosa se non volevo prolungare il mio periodo di astinenza insopportabile. Fingendomi più ubriaca di quanto fossi in realtà iniziai a scherzare ridendo a voce alta come l'oca che non sono e finii per piazzare una mano direttamente sul pacco di Enrico. Mi aspettavo qualche reazione scandalizzata invece il bell'Enrico mi lasciava fare ed ebbi modo di palpare tutto ciò che la mia mano riusciva a trovare sopra al jeans.
La situazione iniziava a farsi eccitante ma io non avrei saputo come portarla avanti, ci pensò lui con un "Ehi piano che me lo rovini così!" imbarazzata più che mai tolsi la mano e chiesi scusa ma lui continuò "Ma no dicevo solo che magari invece di toccarlo potresti almeno succhiarmelo" e nel dire così si avviò per una stradina nascosta e ancora più buia, non potevo far altro che seguirlo e trovarlo con i pantaloni sbottonati e un pisello mezzo duro di fuori.
Il buio non mi permetteva di vederlo bene per cui dovetti avvicinarmi ed inginocchiarmi per mettermi al lavoro con la bocca e la lingua su quel cazzo che si rivelò particolarmente piacevole al gusto e piuttosto grosso ora che prendeva consistenza tra le mie labbra. Andai avanti per un pò eccitata più che mai prima di fermarmi per dirgli: "Non dirlo a Flavia ti prego!" ero sincera e preoccupata quando lui rispose con una risata e aggiunse "Ma Flavia già lo sa, non l'hai sentita prima?" incoraggiata lo succhiai ancora un pò, succhiare il cazzo ad un amico fidanzato per strada è una cosa che ti fa sentire parecchio maiala e credo di aver fatto davvero un buon lavoro nonostante le circostanze ma non poteva bastare nè a me nè a lui, mi faccio spudorata e gli chiedo "Ma Flavia te lo da il culo?" "Beh no, Flavia no, ma per questo ci sono le troiette come te". Era la prima volta che qualcuno mi chiamava così, nemmeno Giuliano lo aveva fatto, ma il suo tono era così eccitante, non c'era offesa ma solo sesso nella sua voce, stetti al gioco. "E quindi vorresti il mio culo?" "Sei tu che muori dalla voglia di darmelo" come potevo negarlo? "Allora chiedimelo!" feci per provocarlo. "E va bene...Sabri ho voglia di pomparti il culo con foga, vuoi essere la mia troia stasera?" "Si lo voglio ma non qui...dove andiamo?". Non è che avessimo molta scelta, dovevamo salire da me ma dormivano e avevo capito che Enrico non era un tipo proprio silenzioso, si eccitava parlando, gli piacevano le parolacce e le volgarità in genere.
Provammo ad entrare in un palazzo abbandonato, non era sporco come immaginavo, lo usavano le puttane (quelle di professione) ed Enrico sembrava conoscerlo per esperienza personale.
Non indagai, mi fece mettere in piedi contro il muro, ci appoggiai le mani per non cadere mentre lui mi abbassava le mutandine tirava su il vestito e mi scopriva il culo, abbassò jeans e slip alle caviglie e me lo fece sentire sulle chiappe mentre mi leccava il collo, mi sussurrò all'orecchio "scusami tesoro se sarò un pò rude ma te lo meriti e vedrai che mi ringrazierai ad ogni colpo". Mi sputò sulla schiena... mi colpì il culo con il dorso delle mani...."sei una fottuta cavalla da monta lo sai? Lo sai o no che devi ringraziarmi ad ogni affondo? Ringraziami puttana...ringraziami" e mentre lo ringraziavo lo sentivo spingere, sentivo la cappella forzarmi il buco del culo, solo allora mi resi conto davvero di quanto lo avesse grosso e duro. "Grugnisci zoccola.... dillo che vuoi il mio palo conficcato nel culo.... dillo che sei una merda di troia da marciapiede e che vuoi essere riempita come serbatoio" Obbedivo meccanicamente per il piacere di sentire quel cazzo farsi strada nella mia pancia. "Lo sai che se continui così ti farai riempire dal succo di palle di molti altri tipi?". Non lo sapevo, ora so che aveva ragione.
Si svuotò con soddisfazione nel mio culo, gridando, lasciò che il cazzo ritrovasse dimensioni più umane per scivolare fuori e mi regalò uno splendido ditalino, bastarono pochi secondi per farmi esplodere. Quando tutto finì tornò ad essere il ragazzone dolce e premuroso che conoscevo, stava per fare mattina, non potevamo restare là. Uscimmo per fare colazione guardando l'alba e mi raccontò di questa strana perversione che lo trasforma quando scopa, purtroppo Flavia non lo accetta e per questo avevano deciso di scopare anche con altre persone in libertà, il loro rapporto era molto migliorato così. Per lei era più facile trovare cazzi, lui spesso doveva rivolgersi a coppie adulte in cerca di trasgressione ma gli andava bene così, alla sua età era un buon modo per imparare tante cose. Ma era felice di aver trovato un culo giovane e accogliente, e io ero felice di aver provato un nuovo modo per farlo, molto più animale, più sincero forse. Naturalmente ci rivedemmo di tanto in tanto ma nè io nè lui volevamo alcun impegno fisso e funzionò alla grande per un bel pò.


Sabrina.

Risvegli

Quando aprii gli occhi mi trovai nel lettone vuoto, Stefano non era accanto a me, feci un pò fatica a ricordare dove ero ma sentivo sulle lenzuole l'odore inconfondibile dell'uomo che amo e mi sentii al sicuro quindi richiusi gli occhi e mi lasciai cullare da quella fantastica sensazione del dormiveglia che mi riportò alla realtà, ora ricordavo la casa, la serata e Franco. Se Stefano fosse stato qui gli sarei salita addosso e lo avrei cavalcato a lungo, appena sveglio ha un cazzo stupendamendamente duro, ma Stefano non c'era e io avevo voglia, tra il viaggio, la serata e il resto era un pò che non lo sentivo dentro di me.
Iniziai a fantasticare involontariamente e mi trovai coinvolta in una magnifica scena di sesso a 3 presa tra il bel Franco e il mio amore, mi eccittavo e allungando una mano sul comodino ritrovai il regalo di Giuliano, sembrava quasi una presenza viva sempre con noi. Non pensai più a dove poteva essere Stefano in quel momento, i sogni non si possono controllare e allora afferrai il finto Giuliano per piantarmelo nella figa con decisione, con gli occhi chiusi venni sognando di essere presa a pecorina dal mio fidanzato mentre avevo in bocca l'uccellone di Franco. Quella furiosa masturbazione mattutina mi ricaricò di energia, mi sentivo piena di voglia di fare, girare, vedere, scoprire. Lasciai che l'orgasmo fece il suo corso, lasciai calmare il corpo e i pensieri e mi sentivo distesa, rilassata, pronta per andare a cercare il mio amore. Mi alzai dal letto senza vestirmi, ormai avevo preso confidenza con il mio corpo nudo in quella casa. Riconobbi la voce in lontananza del mio fidanzato, era in cucina che chiacchierava con il nostro ospite, non volevo interromperli, ero contenta di sapere Stefano a suo agio. Ho sempre pensato con un pò di dispiacere che il mio fidanzato non avesse un amico del cuore, troppo preso da me non era riuscito a frequentare nessun coetaneo e i maschi che lo avvicinavano non erano mai disinteressati, puntavano tutti alle mie tette o al mio culo. Ci stavamo provando con Giuliano ma forse abbiamo avuto poco tempo o non era lui la persona giusta, quindi se ora questo Franco poteva rappresentare un'occasione ben venga.
Quando mi affacciai la prima cosa che notai fu il corpo nudo e naturale di Franco, non posso negare che la voglia di farmi sbattere anche da lui era forte ma non quanto il mio desiderio di prendere tempo, di studiare e capire questo ragazzo che almeno apparentemente si stava comportando così diversamente dagli altri. Ormai gli ronzavo intorno sempre con la patata al vento e lui non aveva tentato il minimo approccio. Mi convinsi che questo ragazzone siciliano era così pieno di figa che non aveva bisogno di elemosinare quella degli amici e il pensiero mi consolò, non era un morto di figa e proprio per questo ancor più desiderabile. Non riuscii a capire bene di cosa stessero parlando, sembrava si stessero scambiando dei complimenti e scelsi quel momento per entrare. Salutai quei due begli esemplari di maschi con un sorriso beato e presi posto accanto al mio amore. Notai che era l'unico ancora con gli slip addosso, ancora non riusciva ad abituarsi all'idea.
Gli diedi il buongiorno con tutta la lingua in bocca e quando mi staccai feci scendere le mani sul suo slip per tirarglielo giu. "Ma amore a cosa ti servono questi? Non vedi come sono di impaccio?" Stefano si ritrovò impalato con le mutande alle caviglie e un cazzo che sembrava scoppiare da un momento all'altro, era in imbarazzo per la sue erezione ma Franco cercò di stemperare la tensione con un sorriso: "Buongiorno Sabri, proprio di questo stavamo parlando, stavo spiegando a Stefano che in questa casa, al contrario di quanto siamo costretti a fare fuori, i vestiti sono davvero un intralcio e sono contento di vedere che anche tu la pensi così, cioè sono contento anche di rivedere le tue tette!" Non dissi quanto ero contenta io di rivedergli l'uccello ma credo fosse scontato. Mentre mi versavo del caffè Franco continuò il discorso. "Io qui sono sempre nudo e credetemi una volta che si inizia rientrare nei vestiti è davvero impossibile, e così anche tutti quelli che mi vengono a trovare si abituano e seguono l'esempio. Donne o uomini è indifferente, non sapete quanti caffè ho preso così anche con i due amici che avete conosciuto ieri e forse solo Stefano può capire il piacere di stare seduti su un divano con la minchia allegramente al vento. Senza vestiti cadono anche le maschere sociali che siamo costretti ad indossare, come avete visto non c'è malizia in questo, si chiama solo libertà. Non sono omosessuale anche se non mi sento di escluderlo completamente a priori, come dico sempre forse non ho ancora trovato l'uomo giusto" e concluse il discorso con una sana risata sincera e liberatoria.
Il cazzo di Stefano non accennava a cedere di un millimetro, mi sarei fatta scopare subito in quella cucina davanti a Franco ma sarebbe stata una mossa troppo azzardata e in contraddizione con il suo discorso quindi rimandai quel pensiero. Stefano non diceva una parola ma si vedeva dallo sguardo che seguiva con interesse e ammirazione le parole di Franco, forse si domandava se tutta questa sicurezza gli derivava dalle dimensioni del suo pene che poteva sfoggiare senza problemi e se anche tutti i suoi amici fossero tutti messi così. Francò sembrò intercettare quei pensieri e cercò di tranquillizzarlo "Sabri prima dicevo al tuo ragazzo che è davvero un uomo fortunato, sei una creatura meravigliosa e credimi io ne ho conosciute di donne, ma ora devo fare i complimenti anche a te, hai accanto un gran bel ragazzo, il vostro amore sta riempiendo ogni angolo di questa casa e sono davvero felice di avervi qui, vi prego restate tutto il tempo che volete e assolutamente consideratela casa vostra, in ogni senso...ci siamo capiti spero." E strizzò l'occhio sia a me che a lui. Finalmente Stefano trovò le parole per rispondere: "Grazie Franco, sei davvero una persona speciale e credo che accetteremo il tuo invito, anche se forse ci vorrà un pò per sentirci davvero parte di questa nuova "famiglia"". "Caro Stefano, qui il tempo è l'unica cosa che non ci manca, nessuno ci mette fretta" e da quelle parole mi fu chiaro che il nostro amico aveva tutta l'intenzione di andare oltre ma lo avrebbe fatto con i tempi giusti e la cosa mi piaceva ed eccitava all'inverosimile. "Forse quello che ti manca è solo un pò di sicurezza in te stesso, l'ho capito prima quando mi parlavi del vostro rapporto, vedi non c'è proprio nulla di cui vergognarsi, siamo giovani Stè e un giorno rimpiangeremo questi tempi se non ne cogliamo tutte le bellezze che può regalarci e poi amico lasciatelo dire non hai proprio nulla da invidiare a nessuno" concluse quella frase gettando l'occhio tra le gambe del mio fidanzato. E aveva ragione, come ho avuto già modo di dire Stefano è messo bene anche in termini di misure, ha un pisello lungo, forse non troppo grosso ma decisamente lungo si. "Ma fidati di me, se mi concedi di diventarvi amico amico io sono pronto a darvi una mano, si tratta di acquistare solo sicurezza nel proprio corpo e in tutte le possibilità che può offrire, conoscersi è la chiave di tutto. Ma ora basta parlare, siete pronti per una bellissima giornata di mare?"


Sabrina.

giovedì 29 marzo 2012

Pausa di riflessione.

No, non temete va tutto bene, anzi non potrebbe andare meglio, la Sicilia è il vero paradiso terrestre, ottima compagnia, cibo straordinario, tanto vino e panorami meravigliosi. Ma anche tanto tempo per pensare e prima di riprendere il racconto di quello che accadde in quei giorni mi sono resa conto di essere stata ingiusta con i miei vecchi amici. La nostra fuga non era affatto dovuta a loro, ma a chi non ci capiva. Del resto li avevamo cercati e provocati noi, loro hanno fatto semplicemente la loro parte ed era giusto così. Ammetto di essermi sentita un pò in colpa a non aver risposto alla telefonata di Raffaele, non si può prima lanciare il sasso e poi nascondere la mano. Per questo ho deciso prima di riprendere il nostro racconto di dedicarmi un pò a loro, per riabilitarli almeno nel ricordo dei bei tempi. Il rischio era che circondata da tanti uomini perdessi di vista le loro particolarità. Ognuno è speciale a suo modo e questo non va mai dimenticato. Quello che voglio dire è che i loro cazzi, il loro sesso non erano semplicemente un modo di fare numero. Forse parlarvi di tutti e 18 richiederebbe troppo tempo ma il tempo non ci manca e nell'attesa di raccontarvi il resto della nostra vacanza siciliana, ho deciso di dedicare un post per ognuno dei miei ex amanti, spero di non annoiarvi e di rendere più completo il racconto della mia vita, partendo da quando Stefano era solo una piacevole presenza come amico prima di diventare per sempre l'unico uomo della mia vita.

Sabrina
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mercoledì 28 marzo 2012

Una doccia prima di uscire.

Eravamo rilassati sul letto quando squillò il telefono di Stefano. Guardai il display era Raffaele culo bello. Indecisa passai il telefono a Stefano, decidemmo di non rispondere ma non si può dire che la telefonata non provocò reazioni soprattutto sul pisello del mio fidanzato che ebbe un guizzo chissà se perchè pensava a me con lui o al suo culo che ebbe modo di guardare per bene quella sera. Franco intanto aveva finito la doccia ed entrò in camera nostra sempre nudo e sempre con il pisello moscio, aveva delle mutande in mano e sembrava non aver fatto caso che eravamo anche noi nudi ora e io perfino con il vibratore ancora piantato nella figa. "Sabri un consiglio da donna: boxer bianchi o slip neri?". La cosa che più mi colpiva e mi piaceva di tutta la situazione era l'estrema naturalezza con cui questo ragazzo si proponeva a noi, continuava a non mandare alcun segnale di lussuria, sembrava davvero la cosa più normale di questo mondo e fu naturale pure per me farglieli provare entrambi prima di scegliere lo slip che gli faceva un gran pacco e gli evidenziava pure il culo.
Ci disse di sbrigarci a prepararci, purtroppo non potevamo andare in giro senza vestiti, almeno non fuori casa e che i suoi amici sarebbero passati a prenderci tra poco. Sinceramente l'idea di andare a ballare non mi attirava proprio, avrei preferito molto di più restare a casa, magari a fare l'amore con Stefano davanti agli occhi di Franco come mi ero prefissa ma sembrava non avessimo scelta. Per risparmiare tempo decidemmo di fare la doccia insieme io e Stefano. E fu bellissimo. Una doccia rilassante e rilassata, potevo ammirare il corpo nudo del mio fidanzato bagnato dall'acqua e mi rendevo conto sempre di più di quanto lo desiderassi più di qualsiasi altro uomo della terra. Ci coccolammo, ci accarezzammo non sessualmente pur lavandoci a vicenda in ogni angolo del corpo e mentre stavamo per uscire dal bagno sentimmo bussare alla porta. Erano gli amici di Franco. stavo per prendere l'accappatoio per coprirmi quando la mano di Stefano mi fermò. "No amore, non serve". E aveva ragione, doveva diventare tutto naturale, quindi uscimmo dal bagno nudi e liberi per presentarci ai nuovi amici.
Si chiamavano entrambi Marco, la coincidenza mi fece sorridere, e anche loro come il padrone di casa sembravano non fare differenza tra due persone nude e due vestite. Era veramente una situazione incredibile ma mi sentivo così serena che desideravo non finisse mai. Costringere il mio corpo nei vestiti fu una vera tortura. Quando fummo tutti pronti andammo nella macchina di uno dei due Marco. Loro seduti avanti e io mi trovai dietro seduta tra Stefano e Franco. L'atmosfera era scherzosa, molto informale, come se ci conoscessimo da sempre. In particolare fra i tre c'era una bella intesa, una forte complicità, facevano riferimento a cose che noi non potevamo capire ma io desideravo vedere il mio Stefano fare amicizia con gli altri. Una bella amicizia disinteressata tra uomini, solo così forse avremmo potuto superare le difficoltà e ritrovare fiducia nel genere maschile. Il resto della serata fu meno noiosa di quanto mi aspettassi, non amo ballare e non amo le discoteche ma vedevo il mio Stefano sorridere e scherzare finalmente rilassato ed ero felice. Quando sorride è davvero irresistibile. Quasi quasi desideravo che qualche bella ragazza si avvicinasse per corteggiarlo, ma non accadde. Sì, penso proprio che ormai mi aveva contagiata.


Sabrina.

Ambientarsi un pò.

"E' davvero un gran bel ragazzo, sono contenta che apprezzi anche tu e sembra finalmente anche uno a posto con la testa, ci farà bene la sua compagnia, però amore questa volta pensiamo prima a noi, siamo qui per questo. Non fraintendermi, io sono la donna più felice del mondo perchè posso condividere la mia sessualità con te senza segreti, però abbiamo una settimana intera davanti possiamo fare le cose con calma per una volta, ne abbiamo passate tante nell'ultimo periodo, non voglio stress, magari giocheremo con lui o magari no, non ha importanza, lasciamo che le cose vadano come devono andare. E poi hai visto come era naturale per lui stare tutto nudo davanti a due estranei? Non c'era malizia ed è più bello così non trovi? E poi per una volta avrei la fantasia inversa, mi piacerebbe fare l'amore con te e lasciar guardare lui, non subito certo, aspettiamo di conoscerlo un pò...e poi hai sentito? Vuole portarci al mare! Non sai che voglia ho di sentire il sole sulla pelle, chissà magari riusciremo finalmente a lasciare a casa i costumi".
Ero euforica, letteralmente su di giri, pensavo a quante meraviglie ci aspettassero su quest'isola, non riuscivo a smettere di parlare. E poi c'era stato quell'antipasto sul balcone...stavo apprezzando sempre di più il piacere di godere all'aperto, volevo Stefano sempre più partecipe, se lui era malato io ero stata contagiata e non volevo guarire,bastava solo trovare il giusto equilibrio e le giuste persone ma ci saremmo riusciti, eravamo inesperti ma non stupidi. Franco era sotto la doccia e ci aveva invitati a metterci a nostro agio, era stato gentile e accogliente, sarebbe stato scortese rifiutare. Mi spogliai completamente, ero eccitata ma non lo facevo per questo, ho sempre pensato che se fossi andata a vivere con Stefano i vestiti sarebbero stati solo un ingombro sociale da usare per uscire, ma in casa...potevamo concederci la giusta libertà. Raccolsi tutti i vestiti e li chiusi nell'armadio, ero venuta fin qui per sentirmi libera da sguardi giudicanti. Stefano mi osservava prima di fare lo stesso, in un lampo fu tutto nudo.
Che male c'era? Aveva appena goduto e il suo cazzo riposava magnifacamente sui suoi grossi testicoli, era tutto meravigliosamente naturale. Ritrovai in valigia il vibratore regalatomi da Giuliano, lo porsi a Stefano. stanco del viaggio non sarebbe stato in grado di riprendersi alla svelta e lo trovò un ottimo modo per occuparsi di me. Mi scopò con il fallo finto, chissà se desiderava fosse il suo o quello di Franco o magari di Giuliano, Mattia, Enrico...non importava. Ma a me non bastava, se ero diventata Sabrina bocca e culo un motivo doveva esserci. Il sesso orale era da sempre la mia passione più grande, per cui lasciai che Stefano si dedicasse con amore al piacere della mia figa mentre io presi a leccargli le palle più per eccitarmi che per dare piacere a lui, che comunque apprezzò come tutti gli uomini a cui avevo riservato quel trattamento. Le palle di un uomo sono una cosa seria! Una parte importante della loro virilità e Stefano non era da meno, ha due palle molto grosse, pendono, sono ben fatte, ricoperte di peluria scura mi eccitano da morire. Gliele lavorai a lungo cercando anche di trattenere l'orgasmo per gustarmele ancora un pò. Il mio vero problema nel sesso era la fretta, non quella di chi come Stefano finisce presto, ma quella di tutti i maschi in generale che concepiscono il sesso solo come ginnastica, per godere io ho bisogno di calma e di giocare. E' stato un bene che Stefano fosse già scarico così potevo dedicarmi al mio piacere di baciargli le palle, leccarle, prenderle in bocca una per volta, succhiarle e riempirgliele di saliva. L'orgasmo arrivò così all'improvviso, in modo naturale. Natura, questa sarebbe stata la parola d'ordine di questa settimana.
Sabrina.
L'isola di Franco.

(in foto: Shione Cooper & Franco Roccaforte, DDFnetwork.com)

In realtà non c'era bisogno di nessuna vacanza per decidere di prendere un appartamento da soli, io e lei. Era chiaro che lo avrei fatto volentieri. Anzi, era un mio desiderio da molti mesi, ormai, perchè ormai sentivo il bisogno di crearmi una vita per conto mio. Io e Sabrina, insieme come se fossimo sposati, e non come se fossimo due ragazzini alle prese coi primi baci clandestini nell'androne del palazzo. Eravamo adulti, e in quanto adulti avevamo bisogno di un posto nostro, un posto dove stare e dove amarci, dove gridare (se necessario) quando facevamo l'amore, senza doverci preoccupare di fare piano, perchè dall'altra parte del muro i nostri genitori avrebbero potuto sentirci. Certo che volevo una casa insieme a Sabrina, ma non glielo dissi subito. L'idea di andarcene in vacanza in Sicilia mi piaceva davvero. Ne avevamo bisogno. In questo modo avremmo fatto calmare le acque, che nella nostra città erano piuttosto agitate.
All'arrivo nella grande isola, l'amico di Giuliano era lì ad aspettarci nel parcheggio dell'aeroporto, appoggiato alla sua auto che per telefono ci aveva descritto nei minimi particolari, in modo da riconoscerla subito. Si chiamava Franco, era un ragazzo della nostra età, alto e con la carnagione molto scura, un fisico possente, muscoloso. Mi strinse la mano calorosamente, e a Sabrina la baciò sulle guance, e questa cosa mi eccitò moltissimo. Ebbi una specie di flash, come quelli che si vedono nei film, una sorta di fotosequenza molto rapida, di Sabrina su un letto e Franco sopra di lei a pompare selvaggiamente il suo pene dentro il suo corpo. Lo confesso, devo essere malato. Neanche il tempo di conoscerlo e già me lo immaginai a fare l'amore con la mia ragazza. Però doveva aver fatto un certo effetto anche su Sabrina, perchè arrossì e gli tremò la voce.
Franco ci portò a casa sua. Abitava in una villa a pochi passi dal mare, con un giardino pieno di piante e alberi. E sul retro, lontana da occhi indiscreti, c'era una spaziosa piscina. La villa era piuttosto lontana dalla città. Preferirei non rivelare il nome della zona, non sarebbe giusto nei confronti di Franco. Anonimo deve restare il nome di quel piccolo paradiso, come anonima doveva rimanere la nostra permanenza lì. Il padrone di casa ci portò a vedere la nostra stanza, una camera da letto molto spaziosa, con un balcone che affacciava sulla piscina di cui parlavo prima.
"Giuliano mi ha detto che siete in cerca di un pò di intimità" disse Franco. "Beh, questa camera non sarà la fine del mondo per certe cose, ma almeno è accogliente".
"Ma stai scherzando?" domandò Sabrina. "Questa camera è meravigliosa, è arredata in modo semplice ma accogliente. Come del resto tutta la casa. E poi, per quelle che chiami 'certe cose', non c'è bisogno di stare in una reggia. Certe volte va bene anche un monolocale".
"Adesso vi voglio lasciare soli" ci disse. "Voglio che vi ambientiate. Stasera vi porto in città a fare la bella vita. E poi domani andiamo al mare. Conosco un posto poco frequentato, che quando lo vedrete vi verrà voglia di rimanere qui per sempre".
"D'accordo" rispose Sabrina. "Comunque, prima di ogni altra cosa, vorrei dirti grazie. Sei stato davvero un angelo a ospitarci, pur non conoscendoci".
"Ma scherzi? Giuliano mi ha parlato così tanto di te che mi sembra di conoscerti da anni e anni".
Franco ci lasciò, e noi ci guardammo intorno, poi uscimmo sul balcone e ci baciammo. Il mio cazzo era mostruosamente eretto e lo schiacciai contro il ventre di Sabrina. Lei si accorse della mia eccitazione e me lo accarezzò, da sopra i jeans. Le alzai i bordi del vestitino rosso mettendole fuori le natiche, coperte dal perizoma nero. Le palpai il sedere e lei ansimò. Le piaceva molto quando lo facevo. Impazziva quando le dicevo che aveva il culo più bello che avessi mai visto. Era vero, lo credevo davvero. Non avevo mai mentito su questa cosa. Glielo ridissi e lei mi abbassò la lampo dei jeans infilando dentro la mano prendendo il mio cazzo. Mi masturbò lentamente e continuammo a baciarci. Ma lo sapete, non sono un fenomeno, e quindi dopo qualche minuto iniziai a fiottare, e lo sperma le ricoprì la mano. La tirò fuori e mi richiuse la lampo dei jeans.
"Ti amo, tesoro mio" mi sussurrò.
"Anche io. Non sai quanto".
Aveva la mano, che si era infilata dentro le mie mutande, completamente zuppa del mio seme. Rientrò in camera e la ripulì con un kleenex. Dopo un pò vedemmo rispuntare Franco sulla porta della nostra camera. Era completamente nudo e restammo sia io che Sabrina senza parole, un pò perchè era l'ultima cosa che ci aspettavamo di vedere, e un pò perchè Franco aveva un corpo meraviglioso, scultoreo, per non parlare del suo cazzo, che nonostante in quel momento fosse moscio, era pur sempre gigantesco. Era più grande di quello di Giuliano. Certamente, per quanto riguarda lo spessore, il suo membro lo batteva abbondantemente. Che fisico atletico e perfetto! A letto doveva essere un animale. Sabrina era incantata da tutta quella perfezione. E poi a lei erano sempre piaciuti gli uomini con la pelle scura. Che schianto di uomo, bisogna dirlo! Io sono molto onesto, quando c'è un uomo davvero bono, lo riconosco e lo dico senza paura di passare per omosessuale. Anche perchè poi non ci sarebbe niente di male. Anche il buco del culo vuole la sua parte.
"Io vado a fare una doccia" ci disse. "Voi fate come se foste a casa vostra".
Lo vedemmo sparire oltre la porta del bagno.
"Mamma mia, com'è grosso!" mi disse Sabrina.
"Eh sì, è quello che tecnicamente potremmo definire uno stallone da monta".

Stefano.

martedì 27 marzo 2012

La soluzione.

Quando Stefano venne a prendermi ero fuori di me, e credetemi non erano le scritte sui muri, i bigliettini o ciò che potevano pensare i miei genitori, no. Le scritte si cancellano, i fiori si buttano, quello che mi faceva seriamente perdere le staffe era il pensiero della società di merda in cui viviamo, così maschilista, ipocrita e sessista. E' difficile definire uomini quelli che si nascondono dietro scritte anonime o peggio quelli che credono di poter ottenere il mio corpo con vile denaro. Questi individui passano la vita pregando di incontrare una donna libera e porca e poi quando qualcuna si dimostra all'altezza delle loro aspettaqtive restano spiazzati e l'unico modo che hanno per rispondere è l'insulto.
L'unico vero uomo che ho conosciuto in questo senso è il mio Stefano. Lui non ha paura del sesso, è un erotomane è vero ma è capace di vivere con libertà e coerenza i suoi desideri e soprattutto lo fa nel rispetto...il sesso non è un fatto solo per uomini! Ma era inutile tentare di spiegarlo a chi ha come unico scopo nella vita quello di infilare il pene in una vagina più o meno consenziente. A casa mi sfogai con Stefano che capì perfettamente rinnovandomi il suo amore e il suo appoggio in qualunque scelta io volessi fare. Ma io di scelte ne vedevo ben poche. Non volevo darla vinta a nessuno e rinunciare alla mia sessualità per salvare la faccia ma non volevo neanche dare un dispiacere ai miei genitori. Che fare? Cambiare città? Era una proposta ma poi? Quello che volevo veramente era una vita accanto a Stefano che mi avrebbe protetta, e fatto anche la gioia di mamma e papà che lo adoravano.
Buttai la proposta di andare a vivere insieme, non importava dove ma avevo bisogno dell'unico uomo che aveva capito la vera me. Sembrò pensieroso e titubante e poi ora avevamo un problema più immediato da risolvere. Stefano è un tipo riflessivo, non è fatto per le decisioni improvvise, serviva tempo. E ancora una volta ci trovammo a dover chiedere aiuto e consiglio a Giuliano, che in queste cose la sapeva lunga. Lo chiamai, gli spiegai la situazione, lui disponibile come sempre mi disse di dargli un'oretta per pensarci e che ci avrebbe raggiunti a casa poco dopo. Io non ero in vena di scopare ma sapevo che con giuliano in giro per casa sarebbe stato difficile resistere per tutti e 3. Giuliano arrivò sorridente, aveva la soluzione in tasca disse, ma dalla sua tasca al momento uscì solo uno strano oggetto: un vibratore! E che cazzo nemmeno su di lui si poteva contare? Mi sbagliavo, aveva pensato a tutto: serviva una vacanza, stare via per un pò, avere tempo per pensare e lasciar calmare le acque. Facile a dirsi ma non potevamo permetterci una vacanza in quel periodo, ed è qui che Giuliano si dimostrò davvero un amico, aveva pensato a tutto lui, aveva contattato un carissimo amico, un tipo serio e a posto che ci avrebbe ospitati in Sicilia per tutto il tempo che volevamo senza chiederci nulla in cambio. L' amico di Giuliano non sapeva nulla di Sabrina bocca e culo per cui eravamo al sicuro e in ogni caso non avremmo dovuto fare nulla che non ci andava di fare. Guardai Stefano e stavolta non ci trovai l'indecisione di sempre..si saremmo partiti e sicuramente avremmo capito meglio cosa fare dopo.
Fui rincuorata dalla reazione di Stefano, iniziavo a sentirmi più serena, tutto sarebbe andato per il meglio. Ma quel vibratore? "Un piccolo omaggio da parte mia" spiegò Giuliano. "Consideralo un ricordo, staremo lontani per un pò e non vorrei ti dimenticassi degli amici, forse passerà tempo prima che possiate aprirvi ad altre persone e questo vi aiuterà a non sentirvi troppo soli". Messa così aveva tutto un altro significato. Ringraziai Giuliano e pensai che forse anche io dovevo lasciargli un ricordo, ma stavolta volevo Stefano partecipe in piena regola. Ci avrebbe aiutato a rilassarci e sentirci ancora più uniti, tutti e 3. Giuliano era molto d'accordo e si propose di farmi vedere come potevo usare il nuovo giocattolo. Mi sistemai comoda sul divano, Stefano prese da
bere per tutti e mi lasciai spogliare da Giuliano. Quando aprii le gambe per lasciarmi massaggiare la figa dalle mani sapienti di Giuliano sentii subito salire una sensazione di benessere, i brutti pensieri sparirono sotto le sue carezze, tra loro due mi sentivo al sicuro. Anche Stefano stavolta era diverso, si avvicinò, non restò solo a guardare e mi baciò appassionatamente mentre Giuliano faceva sparire dolcemente il fallo finto nella mia vagina sempre più aperta e bagnata. Mi masturbò con amore, per una volta un uomo diverso da Stefano si dedicava al mio piacere senza pensare a sè, fui felice chiusi gli occhi e mi lasciai fare finchè non sentii Stefano abbassarsi i pantaloni per strofinarmi il cazzo già duro tra le labbra. Era proprio ciò di cui avevo bisogno per godere...succhiai il cazzo di Stefano con voglia crescente e venimmo insieme, io sul vibratore e lui nella mia gola. Giuliano fu a posto così dimostrandoci sul serio quanto tenesse a noi e alla nostra coppia. Ci lasciò ancora ansimanti e ci salutò lasciandoci il numero dell'amico siciliano.

Sabrina.

Ammiratori.

(in foto: Hennessy, 21Sextury.com)

La notizia del ritorno di Sabrina Bocca e Culo iniziò a diffondersi in tutta la città. Vi ho già detto che il posto dove abitavamo era una città piccola, quindi le cose si venivano a sapere in breve tempo. C'era un passaparola che faceva paura, perchè in poche ore, i tuoi fatti più personali, li conosce tutta la popolazione al completo. Enrico, Mattia o qualcuno degli altri scopatori di Sabrina aveva raccontato dell'orgetta a qualcuno, e questo qualcuno aveva indubbiamente diffuso la notizia velocemente. Ed ecco che sul muro antistante la casa di Sabrina (che abitava in un modesto appartamento insieme ai suoi genitori) apparve la seguente scritta, tracciata con uno spray rosso:

"Bentornata, Sabrina Bocca e Culo. Siamo tutti ansiosi di ritornare a riempirti del nostro seme".

La cosa risultò più imbarazzante per i genitori di Sabrina che per lei stessa. Il padre soprattutto, le fece un sacco di domande. Le chiese se quella scritta era rivolta a lei e se sapeva chi fosse stato. Ovviamente lei le rispose che, in quella strada, chissà quante ragazze con quel nome c'erano. Ma chi ci credeva? Indubbiamente, la storia di Sabrina Bocca e Culo, doveva essere arrivata anche alle orecchie dei suoi genitori. Ma più di cancellare la scritta con della vernice bianca, il padre non sapeva cos'altro fare.
Qualcuno le spedì addirittura dei fiori, tramite un corriere. Era un bel mazzo di rose rosse, con un bigliettino che diceva:

"Il rosso è il colore del sangue che pulsa nelle vene del mio cazzo, che pompa sperma e vuole te, vuole il tuo corpo. Un ammiratore".

Anche questo, ovviamente, non andava bene. Perchè il mazzo di fiori era stato portato in casa, e i genitori non avevano potuto fare a meno di leggerne il messaggio. La cosa ci stava sfuggendo di mano, e mi chiedevo se stessimo facendo la cosa giusta. Anche a casa di Mattia mi ero chiesto la stessa cosa. Non durante l'orgia, ma dopo, solo dopo aver eiaculato. Nel momento della foga mi sembrava una cosa sensazionale quella che stava avvenendo, ero eccitatissimo, era meraviglioso vedere la mia ragazza circondata da tutti quei cazzi svettanti. Poi, però, dopo aver sborrato, passò quell'eccitazione, e mi chiesi, a mente fredda e lucida, se quello che stavamo facendo fosse la cosa giusta. La cosa che più mi fece avere questi dubbi fu il fatto che quei quattro zotici avevano trattato Sabrina come una puttana, usando nei suoi confronti degli appellativi davvero poco eleganti. Il giorno dopo, poi, ritornai ad essere eccitato all'idea di vederla con altri uomini, e così quei sensi di colpa svanirono. Però, in effetti, non potevo tollerare il fatto che qualcuno trattasse la mia fidanzata come una puttana. Non doveva succedere. Certo, nel momento in cui avveniva, mi piaceva tanto. Ma davvero tanto. Però passato il momento mi veniva sempre da pensare che non fosse giusto. D'altronde sapevo che, in futuro, Sabrina sarebbe stata la madre dei miei figli. Cosa avremmo raccontato a loro quando qualcuno gli avrebbe detto che la loro mamma era la famosa Sabrina Bocca e Culo?
Sabrina lavorava in un negozio di abbigliamento all'interno di un grande centro commerciale alle porte della città. Inutile dire che anche lì al negozio, i suoi ammiratori venivano spesso, chi per provarci, chi solo per spiarla e chi invece perchè voleva conoscere la fenomenale leggenda della città. Qualche giorno dopo l'orgetta a casa di Mattia, entrò nel negozio un uomo sulla quarantina. Si aggirò circospetto tra gli scaffali della lingerie, ma sempre continuando a guardare Sabrina con la coda dell'occhio. Poi si fece coraggio e le si avvicinò.
"Buongiorno. Posso esserle d'aiuto?".
"Vorrei sapere il prezzo" disse l'uomo con una voce piuttosto inquietante, affaticata, eccitata.
"Di quale prodotto?".
"Del tuo corpo".
"Cosa?" Sabrina era impaurita, e la sua voce tremava. Non le piaceva quell'uomo.
"Quanto vuoi per tutta la notte?".
"Ma come si permette? Mi ascolti bene, io non sono una prostituta. E adesso mi lasci lavorare".
Sabrina fece per girarsi, ma l'uomo la prese per un braccio e la fece rigirare.
"Lo sanno tutti che sei Sabrina Bocca e Culo. Posso pagarti bene. Cinquecento euro, cosa ne dici?".
"Neanche per tutto l'oro del mondo. Adesso mi lasci in pace, altrimenti mi metto a urlare".
L'uomo si arrese e andò via. Ma Sabrina era terrorizzata e mi telefonò, pregandomi di andarla a prendere all'ora di chiusura, perchè dopo quello che era successo, non voleva correre il rischio di tornarsene a casa da sola.

Stefano.

lunedì 26 marzo 2012

Raffaele, Riky, Enrico e Mattia.

Accettai quell'incontro in realtà più per accontentare Stefano e premiare il suo impegno nella ricerca di tutti i miei ex che per reale esigenza di rivederli. Non che mi dispiacesse, in fondo erano stati una parte importante della mia vita (e del mio culo) ma non so, forse erano troppi e io non ero più abituata a queste sessioni con più uomini insieme...ce l'avrei fatta a resistere a 4 porconi arrapati? Certo che con la presenza di Stefano al mio fianco tutto fu più semplice. Era una sfida e dovevamo metterci alla prova. Conoscevo bene ognuno di loro, ne conoscevo vizietti e virtù, pregi e pecche sessualmente parlando. Ognuno di loro era una storia a sè. Quello che mi piace degli uomini è proprio questo, banalmente si potrebbe pensare che un cazzo in culo sia sempre un cazzo in culo e invece no, sarebbe un grave errore fare di ogni cazzo un fascio e l'importante era riuscire a dare ad ognuno quello che più desiderava, senza giudicare, senza pregiudizi. La sessualità è una cosa strana e se se ne vuole godere a pieno bisogna accettarla così come è. Prendete Stefano ad esempio: uno sguardo banale potrebbe prenderlo per uno sfigato segaiolo cornuto, ma lui non è solo questo, il suo è amore all'ennesima potenza, ama la sua donna e gode nel vederla godere, esiste un amore più grande di questo? Ma bisognava fare le cose per bene, senza fretta, come dicevo bisogna dare ad ognuno ciò che più desidera, partendo da Stefano naturalmente. Lui voleva vedermi godere tra 4 uomini, quindi per prima cosa bisognava fare in modo che potesse vedere bene tutto in ogni dettaglio.
Prima di dedicarmi ai miei porconi lo raggiunsi per assicurarmi che fosse tutto ok, iniziai a spogliarlo lasciandolo nudo completamente, la vista del suo cazzo già durissimo mi diede la conferma che era quello che voleva quindi lo feci accomodare sulla poltrona più comoda di fronte a noi, gli presi la mano e la portai sul suo membro a stringerlo per godersi lo spettacolo che con 4 uomini non sarebbe stato certo breve. Quando tutto fu pronto lasciai al padrone di casa il compito di denudare me, lo fece con foga, Mattia non era uno che andava troppo per il sottile, si potrebbe definire il classico torello da letto, rozzo e molto maschio ma con un pene davvero molto sopra la media, era lui il più dotato della combriccola potremmo chiamarlo Mattia-pesce-grosso. Mi lasciò al centro della stanza solo con il perizoma nero facendo ben attenzione a mettermi al centro del campo visivo di Stefano, aveva capito il gioco e voleva assecondarlo. Il primo ad avvicinarsi fu Raffaele, di ben altra pasta rispetto al primo, molto più raffinato, perverso si potrebbe dire e decisamente esibizionista. Era molto carino di viso e con un fisico ben fatto e aveva piacere a farsi ammirare, di lui sapevo che aveva approfittato in passato di questa sua caratteristica per qualche marchetta con i gay pur restando profondamente eterosessuale, si era fatto pagare per esibirsi in masturbazioni da capogiro ma guai a chi toccava, il suo era un piacere doppio, sentirsi apprezzato al punto da essere pagato.
Con gli anni non aveva perso il gusto dell'esibizione e improvvisò uno spogliarello in piena regola che mi eccitò subito terribilmente, dava le spalle a Stefano che fu "costretto" a guardargli il culo, ma considerando che Raffaele aveva davvero un gran bel sedere non sono certa che Stefano non ci fece caso. Mentre Raffaele-culo-bello era in piedi nudo davanti a me che mi leccava il collo stringendomi le chiappe nude nel perizoma fu il turno di Riky, il più piccolo e timido del gruppo, ricordo che scopare con lui ai tempi era davvero un'impresa, sempre io a dover fare il primo passo ma una volta convinto anche lui faceva il suo dovere come tutti, si spogliò e aveva già un gran bel pisellotto duro, si avvicinò ma come sempre non ebbe il coraggio di fare altro, spettava a me anche questa volta, mi divincolai dalle mani di culo bello, spinsi il timidone sul divano gli feci allargare le gambe e iniziai dolcemente a leccargli le palle lasciando esposto il mio sedere alla vista di Stefano e gli altri 3.
Mancava Enrico e la sua entrata in scena fu proprompente come al solito. Enrico era impetuoso, un degno compare di Giuliano tanto che spesso si scambiavano le donne o finivano per trombarsele in coppia. Enrico amava la volgarità o quello che in gergo si chiama turpiloquio per cui iniziò a commentare la mia leccata di palle con frasi del tipo "Lecca bene puttanella, sei proprio la ciucciacazzi che ricordavamo" incurante della presenza di Stefano ma anche in questo caso sono certa che il mio fidanzato gradì quelle attenzioni verbali. Finimmo presto tutti nudi e bisognava stabilire dei turni. Culo bello prese posto sul divano accanto al timidone e io mi dedicai alle loro cappelle prima a turno poi anche insieme, baciandole, leccandole, succhiandole e facendomele scivolare in bocca, alle mie spalle gli altri due si alternavano divaricandomi le natiche per esporre il buchino che iniziarono a coprire di sputi, saliva e leccate. Riconoscevo il lavoro diverso delle due lingue, una più invadente e affamata, l'altra più sottile e bagnata che si interrompeva ogni tanto per rivolgermi volgarità terribilmente eccitanti.
Quando fummo tutti ricoperti di abbondante saliva, culo bello mi sfilò l'uccello dalle labbra per girarsi a pecora sul divano con tutta l'intenzione di farsi leccare il buco del culo. Non potevo resistere, è una cosa che mi ha sempre fatta bagnare come un fiume in piena, trovo eccitante il sapore così intimo di un uomo e allo stesso tempo così umiliante il gesto, con la lingua nel suo ano peloso mi sentivo una vera puttana. Troppo presa dall'operazione non mi accorsi che alle mie spalle il timidone si stava apprestando a profanarmi il sedere con il suo cazzo come ai vecchi tempi, per un tacito accordo decisero di procedere in ordine di età dal più giovane, la penetrazione fu agevole un pò per la saliva sparsa sul suo cazzo e sul mio ano e un pò perchè lui era anche il più piccolo in dimensioni. Mi fu tutto dentro in un lampo e io ne approfittai per infilare un paio di dita anche nel culo di quell'altro porco davanti a me...non c'è nulla da fare, nel culo piace proprio a tutti! Enrico vide la scena e volle lo stesso trattamento per cui mi ritrovai con due culi maschili davanti alla faccia da slinguazzare per bene giusto per ingannare l'attesa prima che venga il loro turno. Riki non era lontano dall'orgasmo e bisognava decidere dove far andare la sborrata. Mi sembrava giusto che la scelta fosse di Stefano che optò per la bocca in questo caso, lasciai che Riki completasse le sue ultime pompate per girarmi, prenderglielo in bocca (dopo che era stato nel mio culo!!!!!) e lo lasciai scaricare sulla lingua.
I miei amici sono sempre stati selezionatissimi per cui non c'era problema a mandar giù il loro sperma ma prima di farlo volli aprire la bocca per mostrarla piena di liquido denso al mio fidanzato che si stava martoriando l'uccello rosso. Ne restavano 3, e di certo non facilissimi da sfinire, sistemammo dei comodi cuscini per terra su cui si stese culo bello con il cazzo ben ritto all'aria, capii che dovevo accomodarmici sopra e lo feci prendendomelo subito nella figa con un rumore liquido davvero molto osceno, lui mi attirò a se per leccarmi le tette e al contempo lasciare il culo a disposizione di chi volesse abusarne, toccava a Mattia per farmi provare il brivido di passare da un cazzo normale ad uno super, in questo caso la penetrazione non fu agevole ma come vi ho detto Mattia pesce-grosso non è uno che va per il sottile e la sua verga nel culo entrò senza pietà strappandomi un gemito non proprio di piacer
e che fu subito soffocato dall'altro nerchione rimasto a spasso. Il trio andò avanti per un pò finchè Mattia non rivolse a Stefano la fatidica domanda "a me dove tocca?" Stefano non se la sentì di interrompere quella cavalcata per cui invitò il nuovo amico a scaricarsi nel mio culo, cosa che Mattia fece di gusto con spinte sempre più profonde e dolorose. Quando estrasse la grossa verga dal mio culo dilatato un rivolo di sperma colò tra le mie cosce ma lui lo raccolse per rispingermelo dentro e lasciare lubrificato il buco per il prossimo avventore. Ne avevo fatto fuori un altro e ora toccava a me godere. Feci accomodare Enrico sul divano, gli montai sopra (come potete vedere in foto) questa volta di culo facendo ben attenzione a tenere ben aperte le gambe in modo che il mio Stefano potesse vedermi bene la figa aperta e colante, culo bello salì in piedi sul divano e mi spinse l'uccello in bocca mettendomi una mano dietro la testa, ero nuovamente piena, aperta e soffocata, non avrei resistito ancora a lungo, strizzai l'occhio a Stefano che capì il mio segnale, si alzò per guardare meglio la scena sempre menandosi il cazzo. I miei amici riuscirono a sincronizzarsi al punto da ricevere contemporaneamente le loro sborrate sulle labbra della mia figa aperta a cui in finale si aggiunse quella di Stefano. Quando tutto fu finito mi impedirono di asciugarmi e tornai a casa coperta di sperma mentre i 3 lasciavano a Stefano i loro numeri di cellulare "per qualsisi evenienza" congartulandosi con lui per la conquista di questa super vacca.
Sabrina.
Atti osceni.

(in foto: Jennifer, www.NIP-Activity.com)

Rintracciare tutti gli uomini con cui Sabrina era stata non fu difficile. Di alcuni di loro, conservava ancora il numero di telefono. Per gli altri ci venne in soccorso facebook. A cosa servono questi social network se non per riallacciare vecchie amicizie? Decidemmo però che sarebbe stato più pratico, e sicuramente meno faticoso per Sabrina, contattarli a gruppi di quattro. Così, dopo un giro di telefonate, Sabrina diede appuntamento al primo gruppo di uomini, in quello stesso bar del centro dove qualche giorno prima mi ero visto con Federica. La città è piccola, e alla fine i posti in cui incontrare una persona sono sempre gli stessi. Arrivammo sul posto all'ora stabilita; Sabrina indossava un vestito viola molto provocante, corto, aperto davanti fino all'ombelico e una fascia che le copriva le tette, che erano così abbondanti che scivolavano sempre fuori e lei era continuamente costretta e risistemarsi la fascia, in modo da ricoprire i seni. Soltanto che c'era poco da fare, perchè la fascia non era capace di contenere le aureole dei capezzoli. Gli uomini erano seduti ad un tavolino, tutti insieme, e quando arrivammo baciarono Sabrina sulle guance a turno, facendole un sacco di complimenti e palpandola in svariati punti, fregandosene del fatto che ci fossi anche io. Ci accomodammo insieme a loro e ordinammo dei caffè.
La cosa che mi stupì fu il fatto che non sembravano affatto i tipi di uomini con cui Sabrina sarebbe andata volentieri a letto. Voglio dire, per farvi capire, che il classico modello di bellezza, venerato da Sabrina, è Johnny Depp; bello, ma soprattutto affascinante, la classica icona del cinema. Invece quegli uomini erano così anonimi. Magari ci sapevano fare a letto, ma non avevano niente a che vedere con la bellezza di Giuliano. Ecco, Giuliano era il classico bello, che faceva impazzire tutte le ragazze della scuola. Invece quegli uomini erano persone comuni. Due di loro avevano la fede al dito, ma poco importava. Certo le mogli non l'avrebbero presa molto bene se avessero saputo che i loro mariti erano via a prendere un caffè con Sabrina Bocca e Culo.
"E allora" disse uno di loro. "Sabrina Bocca e Culo. Era da parecchio che non ti si vedeva in giro. Sei ritornata a caccia di uomini?".
"No" rispose lei sorridendo. "Adesso sono fidanzata con Stefano".
Le tette le erano un'altra volta scivolate fuori dalla fascia che le conteneva, ma lei non se ne accorse, così le lasciò stare così, nude, al vento, in pubblico. O forse sapeva benissimo che erano uscite fuori, però probabilmente le piaceva come quegli uomini gliele guardavano, con ardore, con desiderio. Erano belle, imponenti, con quelle grosse aureole rosa, che veniva voglia di metterle in bocca e ciucciarle. E quegli uomini ne morivano dalla voglia.
"Certo che però è un peccato" disse un altro. "Sabrina Bocca e Culo era la fidanzata di tutti. Sapere che adesso, di tutto questo ben di Dio, può goderne solo un uomo, è molto triste".
"E chi l'ha detto che può farlo solo un uomo?" Sabrina allungò una mano sotto il tavolo, e accarezzò il pacco di uno dei suoi uomini, che dovette trovare mostruosamente eretto perchè disse: "Vedo che vi faccio ancora un certo effetto".
La situazione iniziava a scaldarsi, soprattutto perchè Sabrina stava dando spettacolo con quelle tette al vento, tanto che dovette ricoprirle, perchè in strada si stava radunando una consistente folla.
"Beh, io direi che sarebbe il caso di trasferirci tutti in un luogo più appartato, che ne dite?" chiese uno di loro.
"Sì, sennò qui ci arrestano per atti osceni in luogo pubblico".
"O per porto abusivo di armi di seduzione" disse un altro, riferendosi alle tette di Sabrina, che erano scivolate di nuovo fuori.
Scoppiarono tutti a ridere, Sabrina compresa. Poi decidemmo di trasferirci a casa di Mattia, che era l'unico scapolone della combriccola, e aveva casa tutta per se. Mattia era, del gruppo, il cantante napoletano. Scriveva un sacco di canzoni, e con la sua chitarra era molto bravo nel fare le serenate alle ragazze. A Sabrina ne aveva fatte tante. Era un rito, prima del sesso anale le suonava qualche canzone napoletana, e poi metteva via la chitarra e cominciava l'inculata. Lo raccontò proprio mentre ci stavamo avviando verso casa sua, e scoppiarono tutti a ridere. C'era una specie di atmosfera cameratesca; io decisi di starmene in disparte, e di non partecipare al loro entusiasmo. Decisi di vivere quell'incontro con distacco, con spirito voyeristico. Così percorremmo il corso per raggiungere le nostre auto, e i quattro uomini camminavano stando stretti a Sabrina, e ogni tanto, qualcuno di loro le palpava il sedere. Ci mancò poco che qualcuno chiamasse la buoncostume, perchè le tette della mia ragazza scivolavano sempre fuori dalla fascia. E furono tanti gli sguardi indignati della gente, che nella nostra piccola città è sempre pronta a giudicare quello che tu fai, e cosa indossi. Ma nessuno ha mai avuto il coraggio di guardarsi allo specchio per riflettere sui propri vizi.
A casa di Mattia ci accomodammo nel salone. Sabrina si mise sul divano con le gambe accavallate, e le fu portato subito un aperitivo, e due di loro le si misero a fianco, uno le accarezzò le cosce. Il padrone di casa sfoderò subito la chitarra e cantò una canzone napoletana inventandosi i versi sul momento:
'A conosceva tutta 'a città, 'a chiammavano Sabrina Vocca e Culo.
Però 'a fess nun ta rev, e io ma futtett' 'a reta.
E che chiavata che me facette. 'A sfacimma ci asceva pure pe 'e recchie.
E mo, ma vulesse chiavà nata vota.
Scoppiarono tutti in una grassa risata, anche Sabrina, che poi allargò le cosce offrendo a tutti la visione della sua vagina nuda, indecentemente offerta a chi ne volesse usufruire. Piombammo tutti nel silenzio più totale; Mattia mise via la chitarra. Io me ne stavo in un angolino ad osservare l'evoluzione delle cose, ma quegli uomini sembravano quasi impauriti da tanta disponibilità da parte di una donna.
"E allora, cosa aspetti? Accomodati pure".

Stefano.

domenica 25 marzo 2012

Amore, dobbiamo parlare!

Invitai Stefano a cena, lo so che lo stupido galateo sessista richiederebbe il contrario ma era ora di rompere certe convenzioni se volevamo raccogliere insieme i frutti della nostra nuova esperienza da Giuliano. Questa società ci ha abituati a vedere la donna che va con tanti uomini una puttana mentre l'uomo che va con tante donne un figo, noi potevamo invertire questa rotta millenaria, ma per farlo dovevo essere certa che il mio amore la pensasse proprio come me. Ero bellissima quella sera, niente eccessi, vestita sobria ma elegante e lui lo stesso. Potevamo sembrare una coppia molto innamorata e fedelissima. Ed era proprio così, del resto cosa è la fedeltà se non restare accanto al proprio uomo in ogni momento senza bugie e ipocrisie? Il vero tradimento non è quello fisico ma quello che non si ha il coraggio di confessare e per noi non era più così.
Anche stefano era bellissimo, sereno e disteso, aveva una luce nuova negli occhi e dobbiamo riconoscerlo ancora una volta lo dovevamo a Giuliano. Aspettai il momento giusto per attaccare il discorso: "Allora amore voglio che ora tu sia sincero con me, dimmi tutto quello che ti passa per la testa adesso dopo la nostra esperienza" Stefano mi raccontò tutti i suoi pensieri, quelli che aveva tenuto solo per sè in tutti questi anni e amai pazzamente la sua sincerità,credo non sia facile per nessun uomo ammettere il desiderio di avere accanto una specie di ninfomane, mi raccontò perfino di aver desiderato di sposare una pornostar, mi raccontò di Federica e della loro chiacchierata al bar. Ora non c'erano più segreti finalmente, lui sapeva tutto del mio passato e io del suo, non restava altro che riviverlo in maniera più adulta, complice e consapevole. Anche gli sguardi degli altri uomini nel ristorante furono colti stavolta in maniera diversa, era iniziato un gioco nuovo ed eravamo impazienti di vedere come fu
nzionava. E naturalmente anche fare l'amore tra noi due sarebbe stato molto più intenso e io ne avevo una voglia matta. Lasciammo in fretta il ristorante, avrei dormito da lui quella notte e sarebbe stata indimenticabile, una specie di nuova prima volta.
Arrivati a casa iniziammo a pomiciare per un tempo interminabile, come due ragazzini alle prime armi che non sanno fin dove si possono spingere, furono baci appassionati, carichi di amore e perversione, mi eccitai al pensiero che Stefano stava leccando di gusto la lingua che aveva assaggiato tante capocchie in passato, ci stavamo fondendo, le mie esperienze diventavano le sue e così sarebbe stato da ora in poi. Lasciai che Stefano mi spogliò, non sembrava più il ragazzino impacciato di un tempo ma l'uomo deciso in grado di far godere la propria donna di tutti i piaceri possibili. Mi fece sistemare comoda sul letto, mi aprì le gambe e scivolò lentamente con la testa nel mezzo, mi guardò la figa nuda e certamente pensò che era sua come di nessun altro, l'aveva condivisa solo con Giuliano, ma ora era diverso, iniziò a soffiarci sopra delicatamente, era il nostro nuovo giocattolo d'amore. "Ora amore te la leccherò, voglio che chiudi gli occhi e mentre mi godi in bocca ti concentri, richiami alla mente uno per uno per uno tutti quei 18 uomini, devi godere per me pensando a loro". Si mise all'opera e fu una leccata straordinaria. Avevamo scoperto il segreto finalmente, Stefano era capace di diventare un vero amatore solo se mi pensava come una porca amante del sesso e degli uomini, ad ogni colpo di lingua la mia mente si affollava di nomi, visi, corpi... Alessandro, Vincenzo, Matteo, Giorgio, Massimo, Fabio, Mattia, Raffaele, Tony... mmh, vengooooo! Non mi accorsi di aver detto tutti quei nomi ad alta voce ma il cazzo di Stefano si. Era di marmo e io dovevo svuotarglielo se non volevo rovinare il programma della serata, ancora in preda alle contrazioni post orgasmiche scivolai sotto di lui, lo presi in bocca, sapevo che l'eccitazione era troppa e dovevo scaricargliela ma a sorpresa lo feci uscire dalla bocca quando sentii il cazzo gonfiarsi pronto ad esplodere e lasciai che Stefano mi imbrattasse tutto il viso con il suo caldo nettare. Rimase sorpreso dal gesto ma non bastava nè a me nè a lui. Il suo cazzo era più duro di prima e ora anche lucido di sperma e saliva, appunto l'ideale per farlo stendere sul letto, montargli a cavalcioni e accoglierlo dentro di me...stavolta nell'altro buco...quello per cui ero diventata famosa all'epoca.
Lo cavalcai dolcemente, lasciandolo entrare nel posto più profondo del mio corpo, ma aveva appena goduto e stavolta poteva durare, lo caricai fino a portarlo a girarmi a pecora e prendere lui il controllo della scopata. Me lo spinse dentro con decisione e forse rabbia per non essere stato il primo anche in quello, ma il risultato fu un'inculata degna perfino di Giuliano...con tanto di nuova sborrata tutta sulle chiappe. Ci addormentammo con il desiderio sempre più acceso di vedere come sarebbe andata a finire.


Sabrina.
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sabato 24 marzo 2012

Il dopo cena.

Ci sono occasioni che vanno prese al volo, sospendere il pensiero, viversele e dopo magari rifletterci su. Non era così che immaginavo la mia prima volta con un altro davanti al mio Stefano ma sono contenta che sia accaduta così alla fine, se avessimo continuato con i trucchetti, le cose non dette, i sotterfugi sarebbe diventato tutto torbido, banale, macchinoso e invece fu una serata splendida! Merito senza dubbio di Giuliano che sapeva dosare al momento giusto le parole porche a quelle cordiali da amicone e per la prima volta eravamo tutti e 3 insieme finalmente come desideravamo da tempo segretamente.
Giuliano ebbe la mia figa, tutta fino in fondo, io riuscii a sbloccare quella situazione ma ora a distanza di tempo e con tutto quello che è venuto dopo so per certo che il più soddisfatto era proprio il mio Stefano. Buffo a dirsi ma era così. Lui forse all'epoca di quella cena non lo capì subito ma gli bastò vedermi soddisfatta e piena di un bel cazzone che non fosse il suo per rendersi conto che da quella
sera iniziava una nuova era della nostra fantastica storia d'amore. Senza contare che io fui scopata con foga su un terrazzo e farlo all'aperto fu una sensazione sconvolgente, finora mi ero limitata a qualche rapida sega in spiaggia di nascosto ma poterlo fare così nuda liberamente e senza pensieri mi aprì un mondo nuovo. Ma torniamo alla cena, io avevo goduto come una porca lo devo ammettere ma ora morivo dalla curiosità di sapere il mio Stefano come l'aveva vissuta, cosa aveva provato. Forse non era il momento opportuno per chiederglielo, richiedeva più intimità per cui lasciai che la serata fece il suo corso. La capacità di Giuliano di trasformarsi era incredibile, passò dal toro da monta all'amicone di sempre in pochi secondi, attese che il cazzo perse la sua erezione per invitarci a tavola senza rivestirsi, ma ormai tra noi c'era un'intimità nuova che non poteva sottrarre Stefano dal denudarsi completamente prima di unirsi a noi per la cena. Era l'unico imbarazzato perchè era l'unico che sfoggiava ancora i segni evidenti della sua eccitazione.
Non parlo con gli occhi dell'amore quando dico che il corpo nudo di Stefano mi mette dei brividi di lussioria indescrivibili, pur avendo preso cazzi in tutti i modi possibili quello di Stefano per me conserva ancora un fascino particolare. Ad ogni modo la serata si trasformò in una tranquilla cena tra amici con l'unica differenza che nessuno dei 3 aveva un solo vestito addosso. E quella fu la seconda scoperta della serata...stare nuda in compagnia di altre persone nude era quasi un sogno che si r
ealizzava. Stefano si tranquillizzò, non c'era più sesso nell'aria ma tre corpi nudi che condividevano la sensazione della libertà. Fu inevitabile guardarsi, studiarsi, anche tra i miei due cavalieri ma non c'era malizia in quegli sguardi, piuttosto desiderio di diventare ancora più amici e complici magari. Finita la cena ci spostammo sul divano dove il discorso tornò a quello che era successo tra noi. Il primo a rompere il ghiaccio fu ovviamente Giuliano dichiarandosi soddisfatto dell'antipasto ma che in quanto tale non poteva essere che l'inizio e mi chiese se fossi d'accordo. Mi girai verso Stefano per cogliere un cenno di approvazione e quando vidi il suo cazzo nuovamente duro per il solo effetto di quelle parole non potevo aspettare risposta più eloquente. Confermai le parole di Giuliano chiarendo però che era un gioco da curare, da coltivare, insomma non poteva ridursi a semplici scopate o presto avrebbe perso il gusto della novità. I due non capirono ma si sa i maschi su queste cose sono più lenti, per loro basta spingerlo in una vagina e sono contenti, io volevo molto di più e molti di più nel caso. "Sono contento che ci siamo ritrovati" esordì Giuliano "e non solo per la tua magnifica figa Sabri, dico davvero, sono contento di aver ritrovato anche Stefano, sai in un certo senso anche io ti ho sempre ammirato, sei quello che manca a me, serio, posato, forse l'amico che non ho mai avuto, troppo preso a correre dietro alle fighe come sai" Stefano sorrise non capendo se fosse un vero complimento, magari pensava che avrebbe fatto volentieri a cambio, ma poi il suo sguardo cadde tra le mie gambe e cancellò quel pensiero. Lui aveva me e quella sera capì che mi aveva ancora molto di più, se era in grado di concedermi agli altri e goderne vuol dire che gli appartenevo fino in fondo. Si trattava solo di un prestito insomma.
Giuliano colse l'imbarazzo di Stefano a quelle parole e cambiò discorso invitandomi a sedermi in mezzo a loro sul divano. "Allora Sabri ora che siamo qui io sono molto curioso di sapere cosa è accaduto in questo tempo...perchè non ci racconti come è andata dopo l'ultima volta che ti ho inculata quel pomeriggio tanti anni fa?" Le frasi di Giuliano non sono mai dette a caso sicuramente era un modo per dare la conferma a Stefano che mi aveva scopata anche dietro, e la rivelazione fece effetto sulla già potente erezione del mio fidanzato. Ora mi trovavo a dover raccontare cose che nemmeno Stefano conosceva, mi sentii esposta, completamente a loro disposizione. "ma cosa vuoi sapere?" "Tutto! Vi ho fatti conoscere che avevate circa 16 anni ma so che vi siete fidanzati solo molti anni dopo...cosa è successo nel frattempo? Io sono stato il primo ad entrarti in bocca e in culo, ma dopo? quanti ne sono venuti dopo eh maiala? Ah Stè non ti spiace vero se ogni tanto dò della maiala alla tua fidanzata?" Stefano finalmente sembrava divertito e forse prese per vera la dichiarazione di amicizia di Giuliano. "No no, mi dispiacerebbe se non lo facessi perchè è la verità! E ora voglio saperlo anche io...quanti altri uomini hai fatto divertire? Però amore mentre ci racconti prendi un pò in mano il pisello di Giuliano, so che ti piace e a me piace se lo fai" "E no" protestò Giuliano "se prendi il mio nell'altra mano lo devi prendere anche al mio amico, apri un pò ste gambe che stai più comoda".
Feci come mi dissero, strinsi in mano i loro membri caldi e duri, così diversi tra loro e massaggiandoli lentamente iniziai a raccontare " Beh hai detto bene, quando ci conoscemmo nacque una bella amicizia, ma Stefano come vedi anche tu era troppo timido per farsi avanti, io ero convinta di non interessargli o che addirittura avesse altri gusti" a quelle parole Stefano divenne più rosso del vino che stavamo bevendo, mi eccitava metterlo in imbarazzo. "e così mentre negli anni aspettavo la sua mossa feci un altro pò di pratica senza dirglielo, non eravamo fidanzati ancora quindi non si trattava di corna, decisi di conservargli la figa come mi consigliasti tu ma avevo voglia di conoscere nuovi sapori e poi dietro ormai ero già aperta quindi tanto valeva non perdere il tuo lavoro" "sisi come si fa con il buco degli orecchini altrimenti si chiude" disse Giuliano scatenando la risata di Stefano nuovamente a suo agio con il suo bel cazzo nella mia mano. "Insomma se volete un numero, dopo Giuliano ce ne sono stati altri...18! poi è arrivato Stefano e il resto lo sapete" Il pensiero che altri 18 piselli di varia forma e dimensione si fossero alternati nella mia bocca, a volte anche insieme fece schizzare all'istante il mio fidanzato, il getto fu talmente potente da colpirmi il collo facendo sorridere Giuliano che non perse tempo "tesoro che vacca che sei! Sarebbe carino rintracciarli tutti e 18 per vedere cosa ricordano dei tuoi pompini..più di una squadra di calcio! Ora però non lasciare che tutto quello sperma macchi il mio divano, mettiti in ginocchio, lecca il cazzo al mio amico mentre io ti do una ripassata a quella figa così a pecorina" E così si concluse quella prima serata in tre.

Sabrina