venerdì 29 maggio 2015

Sexy Shop.

(in foto: Lady Barbara, legsworld.net)


   So che mi sono un pò intrufolata nel blog di Stefano e Sabrina, ma l'ho fatto su loro richiesta. Sono così curiosi di conoscere tutti i dettagli della mia lovestory con Mario che mi hanno chiesto di scrivere una serie di post su questa mia avventura. E io lo faccio volentieri. Ho voglia di far conoscere a tutti quanto lo amo e quanto fosse infantile e forse anche un pò immaturo il mio atteggiamento in quei giorni in cui il nostro amore si consumava. Se questa faccenda vi annoia siete liberi di passare avanti. Non siete obbligati a leggere le porcate che facevo con Mario.
   Ricordo che scrissi una mail a Sabrina. Avevo voglia di raccontare quella storia a qualcuno, e così presi il mio portatile e le scrissi due righe. Lei mi avrebbe capito. Lei di cazzi ne aveva presi tanti, e solo lei poteva capire lo stato di estasi in cui mi trovavo. Mario dormiva, la batteria del portatile aveva l'80 per cento di autonomia, così avevo abbastanza tempo per scrivere a Sabrina tutti i particolari, di quanto era bello Mario, di quanto era grosso il suo cazzo e di quanto era bravo a farmi godere.
   Fuori al terrazzo era buio, però potevo vedere le luci arancioni dei lampioni delle strade, e le lucette azzurre dei televisori nelle case, che brillavano come lucciole. Cosa avrebbero pensato i miei figli di me se avessero saputo quella storia? A Sabrina scrissi anche questo. 
   Matteo era il più grande. Aveva ventisette anni e si era formato una famiglia. Non lo vedevo da alcuni mesi. La moglie era una vipera, e lei pensava la stessa cosa di me. Paola invece aveva venticinque anni e aveva cominciato a frequentare un imprenditore brianzolo, difficile dire se per denaro o per amore. Certo era che le piacevano molto le auto di lusso, i gioielli e i vestiti costosi. Avrebbero trascorso l'estate sulla sua barca con ciurma e vini francesi.
   Ad un certo punto mi addormentai. Avevo inviato la lettera a Sabrina ed ero andata a stendermi sul divano. Mi svegliai alle sette. Mario dormiva ancora, e non si sarebbe svegliato prima di mezzogiorno. Avevo voglia di fargli una sorpresa. Gli lasciai un messaggio, gli scrissi di non preoccuparsi, che sarei ritornata quello stesso pomeriggio. Gli preparai la pasta all’insalata, così non avrebbe dovuto neanche mettersi a cucinare. Avrebbe dovuto soltanto togliere la carta argentata dall’insalatiera e mangiare. Andai alla stazione a prendere il treno per Roma. All’una pranzai in un ristorante piuttosto raffinato della grande metropoli e poi me ne andai di nuovo in giro, fino a trovare quello che cercavo: un sexy shop. Giocattoli per adulti, diceva l’insegna. Il commesso era un ragazzo muscoloso con un maglia nera quasi trasparente, tanto che i suoi capezzoli erano chiaramente visibili. Sembrava a suo agio e mi invitò a dare un’occhiata.
- Cercava un giocattolo in particolare?
- In realtà sarei interessata a della lingerie particolare.
- Signora, sul suo corpo diventerà speciale qualsiasi tipo di indumento – era molto gentile, gli sorrisi e nascosi lo sguardo abbassando la testa. – Deve soltanto scegliere. Vuole una mano?
- Molto volentieri.
   Il negozio era pieno di cianfrusaglie e strumenti del piacere. Lozioni, statuette e preservativi, vibratori anali e vaginali, mascherine e manette di peluche rosa. Mi sembrava di essere nel regno del vizio. C'erano quattro uomini distinti che gironzolavano tra gli scaffali dei film porno, e quando si accorsero di me nascosero la loro faccia dandomi le spalle. Uno diventò tutto rosso e sgattaiolò fuori dal negozio. In pochi minuti la mia presenza aveva creato il panico. Padri di famiglia che cercavano chissà che. Forse il coraggio per comprare alla propria moglie un tanga, per allietare le loro notti spente. Forse un film porno con giovani diciottenni alle prese con grossi omoni neri. Magari non sapevano neanche loro cosa stavano cercando.
   Il commesso era chiaramente gay. Mi portò nella zona del negozio dedicata agli indumenti sexy: c'erano divise da infermiere, lunghi stivali, mascherine (anche qui), autoreggenti, vestaglie trasparenti da notte, corpetti in lattice.
- E voilà – disse. – Il suo uomo le ha confessato di avere qualche fantasia sadomaso?
- No, non credo ne abbia.
- Tutti ne abbiamo.
- Dici?
- Certo. Ha in mente di fargli passare una notte di fuoco?
- In realtà è per un servizio fotografico. Sto cercando di farlo appassionare alla fotografia e allora ho pensato di indossare qualcosa di particolare per l’occasione.
- Ma allora lei, quest’uomo, lo vuole morto – il commesso prese degli stivaloni neri e un corpetto di lattice. – Indossi questi, e vedrà che il servizio fotografico sarà pieno di sorprese.
   Entrai in un camerino e mi spogliai. Ero completamente nuda, mi guardai allo specchio e mi chiesi cosa diavolo stessi facendo. Presi gli stivali in mano e ad uno alla volta li infilai. Cavolo mi arrivavano fin sopra le ginocchia, erano enormi. La tendina non era completamente chiusa, e notai da uno spiraglio che un uomo mi stava spiando. Lui si avvicinò così tanto che sentii il suo respiro affannato. Lo vidi riflesso sullo specchio del camerino, solo il suo occhio destro, spalancato e inquietante. Con una mano si toccò la patta dei pantaloni; al dito medio portava la fede. Aveva si e no la mia stessa età. Decisi di giocarci un pò, così gli feci vedere il culo, allargandomi le natiche e mostrandogli il buco del condotto anale. Poi mi girai e gli feci vedere la figa, allargandola con due dita. Mi stavo divertendo da morire nel vedere quel porco così arrapato, e allora mi infilai in vagina il dito medio, facendolo salire su e giù ben bene, e poi lo tirai fuori, bello carico dei miei umori, e lo avvicinai allo spiraglio della tendina. L'uomo avvicinò la bocca e lo leccò avidamente. Poi spinse un braccio nel camerino e cercò di toccarmi la figa, ma io non glielo permisi.  
- Bella – disse con un filo di voce.
- Vai vai, gira a largo – gli risposi. – Sei troppo vecchio per me.
   Per fortuna arrivò il commesso in mio soccorso.
- Sciò sciò, la signora si sta cambiando. Vecchio maiale.
   L’uomo se ne andò via borbottando e il commesso entrò nel camerino guardandomi da capo a piedi. Si mostrò notevolmente impressionato e non so se lo fece semplicemente come avrebbe fatto ogni buon commesso oppure davvero quegli stivali mi donavano. E comunque vorrei far presente che a parte quegli stivali non indossavo nient'altro. E la cosa mi arrapava un casino. Peccato che al commesso non facevo nessun effetto. Erano ben altri i suoi gusti.
- Ma signora, lei è uno spettacolo – mi disse. - Adesso lasci che l’aiuti a mettere su il corpetto.
   Lo prese con entrambe le mani e me lo mise intorno alla vita. Standomi dietro me lo allacciò. Mi andava strettissimo e il mio seno stava quasi per esplodere fuori oscenamente, glielo feci notare e lui mi rispose che era tutto regolare. Quel genere di prodotto andava indossato in quella maniera.
- E voilà – esclamò una volta finito di allacciarmi. – Che bella signora. Sprigiona un erotismo come solo la Loren sapeva fare.
   Mi guardai allo specchio. Sembravo una vera zoccola.

Maria Stella.

giovedì 28 maggio 2015

Si torna a casa



La nostra breve vacanza era finita nel migliore dei modi ma non erano ancora finite le sorprese. Salutato Sammy ci rechiamo in aereoporto dove durante l'attesa ci scambiamo i primi convenevoli con una Federica e Luigi. In volo abbiamo approfondito la conoscenza, una coppia quasi coetanea, qualche interesse in comune, esperienze simili. Carini entrambi, un po’ sul genere fighetto, ma simpatici, tanto da spingere me e Angelo ad invitarli a fermarsi qualche giorno all'Oasi con noi, senza bisogno di specificare di che tipo di posto si trattasse, avrebbero avuto modo di scoprirlo da soli.
Dopo esserci sistemati e trovata la camera adatta ai nostri nuovi amici li invitiamo subito per il primo tuffo in piscina rinunciando per il momento a levarci i costumi come è abitudine dell'Oasi.

I nostri nuovi amici non sembrano avere questa usanza. In ogni caso l'Oasi è ancora poco frequentata.

Noto subito che Luigi guarda spesso e volentieri e di nascosto il mio corpo. C'è anche da dire che il mio bikini era molto striminzito. Federica mi è sembrata un po’ gelosa.
La piscina è quasi solo per noi. Angelo ne approfitta e si butta in acqua mentre noi tre restiamo a prendere il sole. Io e Federica ci spalmiamo la crema e vicenda e Luigi non è parso indifferente a questo spettacolo.
All’improvviso faccio la rivelazione: “Qui all'Oasi la gente è abituata a prendere il sola nuda, è un problema se mi spoglio?”
Risponde solo Luigi: “No, nessun problema.” 
Forse la risposta è sbagliata, o forse l’ha data troppo in fretta o col tono sbagliato, si vede che Federica si è incazzata. Gelosia e invidia insieme, ma è troppo orgogliosa per ammetterlo e non vuole fare la parte della bacchettona.
Mi spalmo la crema sul culo, sul seno, sul pube rasato di fresco. Vedo Luigi in difficoltà, deve far finta di non guardare, deve nascondere l’erezione e vuole guardarmi il più possibile. L’atmosfera è tesa ma io mi comporto come se nulla fosse, nel modo più naturale possibile. Non escludo che questa mia naturalezza renda ancora più nervosa Federica e più eccitato lui.

Ad un certo punto Luigi non ce la fa più e va verso l’acqua, nascondendo in modo evidente, con la mano, l’erezione. L’acqua fredda lo calmerà. Federica forse vorrebbe chiedermi di rivestirmi ma non vuole mostrarsi così insicura. Forse vorrebbe imitarmi ma non è ancora abbastanza sicura.
Angelo intanto torna gocciolante dall'acqua. Mi vede nuda e sorride. 
“Ah, vedo che hai deciso di stare libera. è un problema se lo faccio anche io?” lo chiede rivolgendo la schiena a Federica, guardandola e con le mani già sotto l’elastico dei boxer.
Lei sembra destarsi, sembra perdere un po’ l’incazzatura e gli scruta le gambe, i glutei e la schiena. Sembra pregustare il momento in cui si volterà. Angelo la fa attendere, si spalma la crema ovunque. Da sotto gli occhiali da sole lei fissa di sbieco pensando forse di non essere notata. Dalla sua visuale probabilmente sta vedendo i coglioni penzolanti di Angelo, vrà pure visto il buco del culo quando si è chinato. Ha un leggero sorriso quando Angelo si volta mentre si sta incremando l'uccello.
Federica ha riacquistato l’allegria, parla e scherza con noi. E' il suo ragazzo a tornare dal mare turbato. Vede Angelo e probabilmente fa il confronto. Vederla fare la sciocchina a pochi centimetri da un cazzo più grande del suo gli fa male. E' rabbuiato ma almeno ora non nasconde più i suoi sguardi su di me.
Ci rilassiamo, dormicchiamo, ci rimettiamo la crema. Stavolta io su Angelo e lui su di me. Per fortuna è a pancia in giù.
“Io torno in acqua” annuncia dopo un po’. “Chi mi segue? Dai vieni!” insiste con Federica che si nega, come da copione, ma poi lo raggiunge sculettando.
Io e Luigi li guardiamo, li controlliamo. Angelo la spruzzi con l’acqua, lei risponde, poi si allontanano a nuoto, vicini. Angelo le fa degli scherzi da sott’acqua, io percepisco la gelosia di Luigi e senza preavviso appoggio la mano sui suoi addominali. Ha un sussulto, si guarda attorno timoroso che qualcuno ci veda, ma siamo soli quindi infilo la mano nei boxer per trovare un pene già duro. Lui inclina indietro la testa, quattro o cinque colpi e già viene inondandomi la mano di sperma. Mi guarda ansimante, non ci siamo detti una parola.
Federica sta risalendo con qualcosa in mano. Sono i pezzi del bikini, si è spogliata anche lei. Arriva da noi, Luigi è paonazzo.

“Ho deciso anche io di stare libera, è bellissimo. Nuotare nuda è fantastico. Dai, spogliati anche tu a questo punto. Sei rimasto l’unico!”
Luigi è imbarazzatissimo. dice di no, lei prova a tirargli i boxer, lui se li tiene. Non può toglierseli, lei vedrebbe il suo pene sporco di sperma, io fingo indifferenza.

“Dai, di che ti vergogni? Io so come sei nudo, non puoi rimanere l’unico vestito. Ok, Angelo ce l’ha più grosso di te ma non devi fartene un problema.” 
Credo si stia divertendo ad umiliarlo.
La serata si trasformò in una specie di scambio di coppia perpetuo. In un modo o nell’altro io ero sempre insieme a Luigi (che dopo essersi lavato in piscina si tolse tutto anche lui) e Angelo insieme a Federica. Non fu nulla di dichiarato, di esplicito, soprattutto fra loro. Si stavano tradendo alla luce del sole ma facendo finta di nulla, non chiedendosi e non dicendosi cosa succedeva quando una delle due coppie era avvinghiata in acqua, era nascosta fra i cespugli o era semplicemente in una delle due nostre camere.
Il mattino dopo era come se nulla fosse accaduto, anche se Federica volle assaggiare Angelo un’ultima volta nel bagno prima di andarsene.
Ci era mancata solo la ciliegina del sesso a quattro, ma il rapporto che c’era fra loro due non lo consentiva. Peccato perchè penso che fossero una coppia che avrebbe gradito che la parte maschile, seppur etero, si sottomettesse a me in un atto di sodomia. Mi sembravano i tipi, soprattutto lei.
Angelo si è accontentato del culo di lei, rotondo anche se piccolo e voglioso, insaziabile ma poco allenato. Io ho addestrato un po’ lui, così potranno continuare da soli, facendo finta di ignorare da dove è sorta questa voglia per entrambi.

mercoledì 27 maggio 2015

martedì 26 maggio 2015

Le bellezze della Sardegna


Quell'inculata mattutina aveva messo Angelo su di giri e io avevo tutta l'intenzione di approfittarne. Era super eccitato mentre mi raccontava di quanto fosse caldo e accogliente il culo di Sammy, decisi di vestirmi poco e in fretta per goderci una bella colazione al bar in cerca di avventure.
Solita gente, le facce nuove in vacanza si notano subito. Come ad esempio quella ragazzina. Avrà 18 anni o poco più, è carina, sembra la fotocopia di me da giovane. Vestita tiratissima, più da discoteca che da colazione. E' seduta ad un tavolino, rivolta verso il sole e scruta la gente. I nostri sguardi si incrociano più volte e nessuna distoglie il proprio. Mi guarda sempre più spesso e mi sorride. Mi decido e vado da lei.
Facciamo conoscenza, è in vacanza, frequenta l'ultimo anno di liceo. 
“Wow, figo” è il suo commento quando dico del negozio in cui lavoro. Le chiedo che cosa ha intenzione di fare questa mattina, ammicca, ci scambiano sguardi e risatine nervose.  
“Qualcosa di trasgressivo” dice.
Mentre usciamo dal bar si ferma un attimo a parlare con la barista, indicandoci.
Alla fine stiamo andando tutti e tre a casa nostra.
“ho chiesto di voi alla barista. Vi conosce. ha detto che mi posso fidare.”
“Dipende da cosa ti aspetti. Cosa vuoi fare a casa nostra?” èer la prima volta Angelo le rivolge la parola mentre io tiro fuori il cellulare e inizio a riprenderla
“Perché mi filmi?”
“Voglio mandarlo a mio marito. Tu ti fidi di noi gli farà sicuramente piacere.”
Francesca, che ovviamente aveva pensato che fosse Angelo mio marito resta interdetta ma evidentemente la cosa la eccita ancora di più, si lascia andare ed ammicca alla telecamera. Il gioco è cominciato.
“Voglio fare del sesso. Voglio trasgredire. Voglio fare quello che se lo facessi a casa mia lo verrebbero a sapere subito tutti e scoprirebbero la puttanella che sono”
Va verso Angelo e comincia a palpargli il petto, gli addominali, il pacco e a leccarlo sul collo.
“Bene,” dico “allora la barista ti ha detto la verità” e invio a Stefano il primo video. 
Entrati in casa riacquista per un attimo le inibizioni. La vedo di nuovo timorosa.
“Hai mai fatto sesso con una donna?” mi guarda prima di rispondere.
“No. In gita ho baciato la mia migliore amica davanti agli altri per scherzo…beh, poi c’è stata anche quell’altra cosa…la doccia, abbiamo fatto una volta la doccia insieme…”
“Hai mai fatto sesso anale?” è la domanda di Angelo e lei strabuzza gli occhi.
“No, ma… non è quello che intendevamo per trasgressione, no? Vero?” ma lo dice mordendo un labbro.
“Perfetto, ora voi due spogliatevi a vicenda. Fatemi eccitare. Fatevi guardare. Ma ti prometto che entro stasera perderai la verginità anale. Così vediamo se non era tra le trasgressioni che avevi in mente.”
Francesca non dice più nulla. Ci denudiamo, ci baciamo, ci tocchiamo poi ci spostiamo sul letto dove ci raggiunge Angelo, già nudo, per prenderci a turno alla pecorina.
All’inizio eseguiamo tutti gli ordini, poi cominciamo a prendere anche noi iniziative. Inizia lei mettendosi a leccarglii il culo mentre Angelo mi sta scopando. Continuo io quando lei si trova con il culo per aria, comincio ad accarezzarla tra i glutei, a leccarla, a stimolarle l’ano, infilando un dito dentro.
“Inculala.” gli sussurro nell’orecchio. “Se lo merita. Fai piano però. Ce l’hai molto grosso per una vergine.”
Francesca non protesta, non si oppone. Ci vuole molta pazienza, ma entra dentro.
Siamo tutti e tre nel letto, io li riprendo. 
Dopo un po’ Francesca parla:“mi hai fatto morire, ma devo confessare una cosa, non ero vergine lì dietro.” 
Io scoppio a ridere, Angelo un pò meno: “per cui adesso te lo riprendi con più forza” 
La guardiamo e pare terrorizzata. Scuote la testa, fa per scappare, ma la prendiamo. Nasce una lotta a tre. Il tutto si svolge in maniera giocosa, dopo poco si lascia ripreparare. Le allungo il lubrificante dopo averne spalmato molto sul cazzo di Angelo.
“Sei pronta?” le chiede “rilassati, non opporre resistenza. Se ti faccio male mi fermo, piccola troietta bugiarda.”




lunedì 25 maggio 2015

sabato 23 maggio 2015

Una vacanza anche per Sabrina



Una volta sistemata la vicenda di Martina, di lei non sapremo più nulla per un pò. Stefano era in Sicilia con la sua fidanzata e io mi trovai da sola con Angelo. Decisi così di regalare anche a lui una breve vacanza tutta per noi ma le cose non andarono esattamente come mi aspettavo.
“Ciao, sono io, ho una brutta notizia. Mi sa che ci salta la vacanza, è nato un casino a casa. I prossimi giorni devo stare qui a sistemarlo.”
“Noooo, come facciamo? E' già tutto prenotato, io ero già tutta eccitata all’idea.”
“Senti, tu vacci, trova qualcuno con cui andarci. Io magari per gli ultimi giorni riesco a liberarmi e vi raggiungo.”
“Ok, faremo così. Mi dispiace molto però, provo a sentire qualcuno. Ti faccio sapere, ciao”
Dopo un paio di telefonate dal negozio, gli mando un sms.

“Ho risolto, se proprio non riesci vado con Sammy. Così non hai neanche da essere geloso :)”

Sammy infatti è un mio amico gay, uno di quei gay fighi: palestrato, glabro, occhi azzurri. Quelli per cui le donne maledicono l’omosessualità, farà molte più conquiste di me in vacanza.
                                                                     *********
“Ciao, guarda sto uscendo ora. E' stato un inferno, però ho prenotato un volo. Entro sera dovrei essere lì, almeno un weekend di vacanza me lo faccio… riesci a venirmi a prendere in aeroporto? Sì? Bene.”
“Sì, lascerò Sammy qua in giro per locali e vengo io. Tanto qui io non batto chiodo, lui invece ne rimorchia un nuovo ogni sera. Sono tutti gay quest’anno in Sardegna. Spero almeno che tu scoperai con me e non con lui. O almeno anche con me”
“Sei proprio spiritosa…”
Quando finalmente Angelo è arrivato, abbiamo mangiato qualcosa per strada, poi arrivati in stanza ci siamo saltati addosso. in 5 secondi eravamo nudi e mi stava scopando contro il muro, poi nel letto. era stanco, si è addormentato quasi subito.

Verso le tre è rientrato Sammy che stasera dormirà nel divano letto nel piccolo soggiorno. L’ho accolto e aiutato a sistemarsi. Io ero ancora nuda da prima, ma ormai non ci facciamo caso. L’ho beccato però che guardava dentro la stanza, verso Angelo che dormiva nudo e a pancia in giù. Ho colto del desiderio nello sguardo, gli ho assestato una gomitata.
Quando Angelo si sveglia il sole è già alto. Barcolla verso il bagno, è ancora nudo dalla sera prima. In bagno c’è Sammy che si rade di fronte allo specchio, incurante della sua nudità Angelo si presenta e chiede se non disturba.
"A quanto pare no". Lui indossa soltanto un paio di boxer attillati.
Angelo si mette a pisciare. Sammy gira spesso lo sguardo, lo guarda, gli guarda il pisello. Angelo ha la caratteristica di essere già molto più grosso della media da moscio, inoltre a causa delle erezioni mattutine è ancora parzialmente gonfio. 
“Ti piace?” gli chiede. “Allora è vero che sei gay?” 
Sammy rimane un po’ interdetto.
“Come faccio ad esserne sicuro? Non è che invece ti sei scopato Sabrina mentre io non c’ero?” aggiunge con un tono fintamente arrabbiato, poi si sposta dietro di lui che è ancora col rasoio in mano e metà faccia con la schiuma. Si guardano negli occhi attraverso lo specchio. Reggono entrambi lo sguardi per molti lunghi secondi. Angelo intanto con la punta delle dita sta percorrendo la sua schiena muscolosa, dal collo in giù. Si ferma con le dita sotto all’elastico dei boxer. Sammy, per risposta, inarca la schiena, si appoggia con le mani al lavandino e spinge in fuori il culo.
Angelo gli abbassa i boxer, poi gli chiede di passarglii una crema. Si unge il cazzo già in erezione completa. Poi ne spalmo un po’ su di lui e lo penetra con facilità. Lo scopa, lo domina. Emettono entrambi grugniti e parolacce sconnesse.
Terminano ansimanti e sudati, appoggiati al lavandino. Continuano a guardarsi attraverso lo specchio. Poi Angelo si lava e Sammy si finisce la barba.
“Quando vuoi la rivincita io ci sono” gli dice mentre esce dal bagno.


venerdì 22 maggio 2015

Toy boy.

Toy boy. 

          
   Mentre Sabrina si lavorava Oscar, in modo da far ottenere a Martina quello che le spettava, io e Tiffany avevamo deciso di farci una vacanza romantica. Era da settimane che Tiffany, dopo che avevamo fatto l'amore, mi diceva che voleva passare del tempo da sola con me.
"Dai, prendiamoci una vacanza" mi diceva. "Io e te, come due innamorati. Io ti amo Stefano, e voglio vivere un'esperienza di coppia con te. Come due fidanzati che vanno in vacanza insieme".
   Come potevo dirle di no, dal momento che anche io l'amavo? Amavo quel suo grosso cazzo sempre duro, ma amavo anche la sua sensibilità e la sua dolcezza. Poi un giorno si presentò un occasione davvero speciale, cioè chiamò a casa la nostra cara Maria Stella. Era da parecchio tempo che non la sentivo.
"Come sta la nostra bambina?" mi domandò, e si riferiva a Tiffany, che per Maria Stella ed Ettore era una specie di figlia adottiva.
"Sta bene".
"Dì un pò Stefano, non la stai mica trattando come uno sborratoio?".
"No Maria Stella, lo sai. Per me Tiffany non è solo un buco da riempire".
"Lo so, lo so. Sono sicura che la mia bambina con te è in buone mani. Piuttosto, perchè non vi prendete un fine settimana, e ci raggiungete qui in Sicilia?".
   La proposta capitava proprio nel momento giusto. Quindi, senza pensarci troppo su, io e Tiffany preparammo i bagagli a prenotammo l'aereo. Il giorno della partenza Tiffany era vestita in modo porchissimo; aveva un vestitino nero molto corto, tanto che le si poteva vedere il sorriso che facevano i suoi glutei morbidosi. Al petto aveva un collier di diamanti che le avevo comprato per il suo compleanno che era stato un paio di giorni prima. Era bello camminare per strada mano nella mano, come una coppia, mentre tutti gli uomini me la mangiavano con gli occhi. Ma io sapevo che era mia.
   Arrivammo in Sicilia a mezzogiorno, Ettore era fuori all'aeroporto che ci aspettava con la macchina. Quando Tiffany lo vide corse ad abbracciarlo urlando: "papiiii!". La nostra permamenza lì si preannunciava molto bene, dal momento che c'era un clima davvero piacevole. Ci mettemmo in marcia per raggiungere casa. Tiffany si mise a sedere al posto di dietro, io di fianco a Ettore che guidava, e ogni tanto sbirciavo dietro, perchè Tiffany si era seduta con le gambe aperte, e il vestitino le era salito fin sopra i fianchi, e quindi le vedevo il perizoma e il grosso bozzo che faceva il suo enorme cazzo che riusciva a stare a stento dentro quella lingerie. Era duro, ce l'aveva in erezione, come sempre d'altronde (mi chiedevo come facesse). Poi si accorse che la stavo guardando, e allora per scherzare lo fece scivolare fuori dal perizoma, e me lo mostrò in tutta la sua potenza, in tutta la sua maestosità, e io ebbi una voglia matta di prenderglielo in bocca e sbocchinarlo fino a farlo sborrare. Ma non era il luogo ne il momento adatto, così mi limitai a strizzarle l'occhio, come per farle intendere che non appena saremmo stati soli le avrei consumato il cazzo con la lingua, e lei sorrise e si rimise l'attrezzo dentro il perizoma. Non credo che Ettore si fosse accorto di quella scenetta, perchè era troppo preso a raccontarci di Maria Stella e delle sue ultime conquiste. Eh sì, a quanto pare Maria Stella aveva trovato un nuovo toy boy con cui giocare. Ettore aveva avuto modo di vederlo in azione, e non aveva potuto fare a meno di notare che il ragazzo era un vero stallone. 
"Devo dire che sono rimasto piacevolmente sorpreso" disse Ettore. "Non avevo mai visto mia moglie montata in quel modo. Il ragazzo è un vero professionista. Ha appena vent'anni. Sono sicuro che Maria Stella non vede l'ora di presentarvelo".
   In effetti ero curioso di conoscerlo. Chi mai poteva essere? Doveva essere una vera furia. Ma la cosa più importante per me ora era trascorrere del tempo con Tiffany. Quando arrivammo a casa fummo accolti da grida di piacere subito dopo aver varcato l'ingresso. Provenivano dal terrazzo; la porta finestra era aperta, ma non riuscivo a vedere con esattezza cosa stesse succedendo lì fuori. Ettore ci disse di accomodarci, e ci fece strada verso il terrazzo. Io e Tiffany ci prendemmo per mano e ci guardammo negli occhi, e entrambi ci chiedevamo cosa stesse succedendo. Una volta fuori vedemmo lui, il toy boy, uno stallone di prima categoria, era in piedi e teneva Maria Stella sollevata con le braccia e intanto la penetrava come un treno. In quel momento, lo stallone, proruppe in un urlo liberatorio, scaricando tutto il suo caldo seme nel corpo della nostra cara cinquantenne. Poi Maria Stella si accorse di noi e disse al toy boy di metterla giù, e corse ad abbracciare Tiffany. Poi venne verso di me; la sua pelle era umidiccia di sudore e lei era visibilmente stanca e affaticata. Cavalcare il toy boy doveva essere per lei un faticoso esercizio fisico. D'altronde aveva pur sempre cinquant'anni, e lui venti. 
"Ciao Maria Stella" dissi. "A quanto pare non ti stanchi mai".
"Ehh, purtroppo gli anni avanzano. Una volta non mi stancavo mai. Prima me ne facevo anche dieci al giorno di scopate. Ora ormai...".
"Però vedo che hai un nuovo stalloncino con cui giocare. Dove l'hai trovato?".
"Non è un amore? Si chiama Mario".
   Mario aveva un qualcosa che lo faceva somigliare ad un animale taciturno, docile, addomesticato, ma pronto all'attacco nel momento del bisogno. Lo guardai mentre, dopo essere venuto dentro Maria Stella, andava verso la sdraio e ci si stendeva sopra. Aveva un corpo che somigliava a quello di una statua di Michelangelo per quanto era perfetto. Insomma, Maria Stella aveva di che divertirsi.

Stefano.
 

giovedì 21 maggio 2015

Il contratto


Non potevo sopportare che quel vecchiaccio avesse approfittato così di Martina, era una di famiglia ormai, ne parlai con Stefano ero su tutte le furie. Lo convinsi ad andare a parlare con il professore, mi accontentò con poca convinzione.
"Quindi niente contratto per la nostra bravissima Martina?”
“Al momento non ci sono le condizioni. Certo, se questo discorso me lo avesse fatto la sua signora....”
“In che senso scusi?”
“Nel senso che è una donna molto bella e sono sicuro che è molto brava a parlare con gli uomini come me, magari non solo a parlare.”
“Quindi lei dice che se la mia Sabrina le venisse a parlare si potrebbe fare qualcosa per il futuro di Martina?”
“Esattamente”
Alla cena di chiusura dell'evento osservai quel vecchio porco. Lui anciò una occhiata verso di me e lo salutai con un sorriso. Lui non rispose in maniera particolarmente cordiale, le fantasie che si era fatto su di me sarebbero rimaste tali.
Decisi di giocare tutti gli stereotipi della moglie bella e disponibile. D’altronde sapevo che facevano effetto anche su mio marito.
Stefano sorrise guardando la camicetta tesa sui miei seni, le gambe accavallate, coperte da calze nere, poi decise di parlare. Espresse i sui apprezzamenti per il mio vestito, anticipandomi qualcosa della conversazione avuta con il professore.
“Sai che sei stata apprezzata molto anche dal porco?”
“In che senso, scusa?”
Mi raccontò che avrebbe desiderato approfondire la mia conoscenza, dal punto di vista che potevo immaginare. Non fui particolarmente turbata o indignata da questa richiesta.
“Perchè non hai accettato?”
“Per rispetto verso di te, verso il nostro matrimonio e quindi anche verso me stesso, so che non ami quel genere di uomini.”
La conversazione si spostò, verso argomenti sessuali. Disse che con certi uomini del genere ci sarei andata anche senza bisogno di un ritorno. Da quando eravamo là Stefano non era andato molto più al di là di una sveltina alla missionaria e aggiunsi che qualche voglia la avevo anche per quello.
Il passo fu breve e mi ritrovai dopo cena inginocchiata in camera del professore a fargli un bocchino.
“Tu continua a lavorare.” dissi mentre lui stava rispondendo a delle mail dell' Università per cercare un posto per Martina e solo così si distrasse per non venire. Il mio intento non era comunque quello. Lo leccavo e lo succhiavo dolcemente, per prolungare il più possibile.
Mi fece risalire, voleva ricambiare. Mi fece appoggiare alla poltrona a pancia in giù in modo che assumessi una posizione a novanta gradi, con il culo che sporgeva.
Mi abbassò calze e mutandine. "Che avessi un bel culo era evidente anche da vestita" disse prima di inginocchiarsi lui stavolta. Mi leccò da dietro sul clitoride, infilò la lingua tra le grandi labbra, risalì fino al buchetto posteriore che dovetti ricordagli avrebbe avuto solo dopo la firma del contratto di Martina.
Squillò il mio telefono interruppi i mugolii, allungai la mano, presi la cornetta e, adottando un tono normale risposi.
“Sì, è qui. Adesso te lo passo. Ciao.”
Era Martina. Per rispondere dovette interrompere la sua attività ma si alzò e appoggiò il suo cazzo fra le mie natiche. Io allungai le mani dietro per afferrarlo e condurlo nella vagina ben lubrificata. Lentamente andava dentro e fuori.
“Sì, sto lavorando al tuo contratto, cosa credi che stia facendo? Che mi stia scopando la tua amica?”
Dopo poco fummo di nuovo interrotti. Stavolta era Stefano al cellulare come avevamo concordato all'insaputa del vecchio.
“Sì, siamo ancora al lavoro. Fra poco torno…. ah, sei qui fuori?… No, no, non entrare, adesso esco… sì, sì, arrivo. Sì, sto venendo.”
Mentre parlavo con mio marito Oscar fece una mossa un po’ stronza, per mettermi in difficoltà. Spostò la cappella contro lo sfintere anale e fece un po’ di pressione. Mi ritrassi, con una mano glielo cacciai via e girandomi gli diedi una occhiataccia, pur continuando a parlare normalmente al telefono.
“Oh ma sei stronzo? Cosa pensavi di fare?”
“Scusa non ho resistito, pensavo ti sarebbe piaciuto prenderlo nel culo e dover far finta di niente al telefono.”
“No, cazzo, non voglio dartelo il culo.”
“Davvero? Peccato perchè merita”
“Non sei riuscito ad eccitarmi abbastanza.”
“Strano, mi sembrava quasi che stessi riuscendo ad entrare senza troppa difficoltà.”
“Ho detto che sei stronzo, non che non mi piaceva quello che stavi facendo. Prepara il contratto per Martina e ne riparliamo.”
Per eccitarlo al massimo iniziai a parlare sotto voce mentre mi rivestivo.
“Cazzo, ora sono straeccitata. Spero che Stefano sia pronto, ora vado in camera e me lo scopo come dico io”
“Non ti preoccupare per il contratto, quando ho il cazzo duro non capisco nulla. Era già pronto mentre mi succhiavi. Pensami mentre ti farai prendere il culo.”
“Hai fatto bene, vedrai che non te ne penrtirai. Se va tutto bene poi te lo do anche a te. ciao.”

mercoledì 20 maggio 2015

lunedì 18 maggio 2015

Allegato speciale


Stefano si arrapò talmente per l'ultima risposta preparata per il numero di Mondo Sborra che decise che doveva essere un numero speciale con un allegato per tutti i fans di Sabrina Bocca e Culo.
Prese la telecamera e mi filmò per la rivista. Filmò un mio spogliarello: "il tuo corpo non sarà solo per me questa volta".
Mi divertiva l'idea e scelsi una sua camicia, delle autoreggenti nere e un gonnellino che lasciava scoperta l’attaccatura delle natiche.
"Muoviti, balla per me. Fammi eccitare, pensa a quanti ti guarderanno, con il cazzo in mano".
E io ballavo proprio pensando a quello.
"Il tuo culo è perfetto, tondo, le chiappe pronunciate, sode. Alzati la gonna, facci vedere il perizoma". Lo scuoto, nonostante mi conosca da anni ormai, Stefano è ipnotizzato.
Mi chino in avanti e glielo mostro. Le chiappe si schiudono leggermente, il filo del tanga ora si vede tutto e si scorge anche l’ombra dell’avvallamento.
"Ora girati, accarezzati con le mani, anche sotto la gonna" continuava a dirigermi mio marito da regista esperto, sapeva esattamente cosa eccita i segaioli come lui.
Gli do di nuovo le spalle, ora le mani artigliano i glutei. Li muovono e li aprono, poi mi tiro un po’ giù la gonna, quasi pentita di cosa ho fatto vedere, quasi pudica.
Mi allontano un po’ e nell’inquadratura entrano le tmie gambe. Con lentezza e sensualità mi sfilo le autoreggenti ho culo di profilo.
"E' da impazzire".
Ora faccio la gonna ed il mio culo ora è sempre più il protagonista. Mi chino di nuovo. Si vedrebbe la figa, se non avessi il perizoma.
Accenno a togliermi anche il tanga. Ma è solo una finta.
Con lentezza sbottono la camicia. "Non toglierla!", rimane aperta a mostrare un po’ di seno.
Mi avvicino alla telecamera, mostro una parte di viso, finora mai inquadrato. Mi lecco le labbra, poi un dito che finisce sotto il tanga.
"E' venuto il momento, lascia cadere la camicia e poi, piegata in avanti afferra il perizoma". 
"Lo faccio o non lo faccio?" Dopo alcune esitazioni me lo sfilo. Sono nuda.
Mi volto, ma con una mano copro il pube e con l’altra mano copro la fessura fra le natiche. Mi accarezzo un po’, si vede che esito un po’ con il dito sull’ano.
"Il resto a tutti i porci che mi verranno a trovare all'Oasi".
Con me nuda, Stefano spegne la registrazione. 
La vuole rivedere subito. 
E nonostante io fossi là pronta per lui scegli di masturbarsi come un qualsiasi lettore di Mondo Sborra. 
"Oggi non sei mia".

sabato 16 maggio 2015

Offerta speciale


Durante il periodo di bassa stagione all'Oasi, per assicurarci comunque qualche presenza ci inventavamo ogni tanto delle offerte speciali che pubblicizzavamo su "Mondo Sborra" in modo da garantirci sempre un pubblico di veri porcelloni, questa era una di quelle.
“Sono in stanza che ti aspettano” mi dice Stefano controllando le prenotazioni alla reception. “ e tu sei bellissima”.

Prima di andare mi controllo nello specchio. Ho degli stivali che arrivano alle ginocchia, sopra una gonna a portafoglio. Dallo spacco si intravedono le autoreggenti, sopra una camicetta e una giacca. I capelli raccolti, trucco leggero.

Arrivo e busso: “servizio in camera”.

Mi apre un bell’uomo, distinto e imponente.
Si siede sul letto: “benvenuta.” 
Estrae il portafoglio, conta dei biglietti da cento. Ho un brivido lungo la schiena, è la prima volta che mi faccio pagare da un ospite dell'oasi.
“La cifra è questa, no?” chiede appoggiando le banconote sul comodino. Annuisco, fa per mettere via il portafoglio e poi ci ripensa. Guarda dentro come per vedere quanto ha ancora.
“Per il culo il sovrapprezzo è 100?”
Altro brivido, questa volta più in basso. Mi giro continuando a guardarlo e mostrandoglielo.
“Non so, giudica tu quanto vale” ammicco cominciando a scoprirlo tirandomi su la gonna.

Tira fuori delle banconote e le appoggia sulle altre.
“Dai spogliati per me. Poi vieni qui a succhiarmelo.”
Armeggia con i pantaloni per estrarre un cazzo di tutto rispetto. Io mi spoglio, con lentezza e con sensualità, rimango solo con gli stivali e le autoreggenti.
Con la sua grande mano sulla nuca mi dà il ritmo del pompino.
“Come sei brava, a mia moglie fa schifo farmeli. Tu invece vuoi bere la mia sborra, vero?”
                                                                  ****
“Allora amore possiamo farlo altre volte?” mi chiede Stefano alla reception mentre prepara il conto del cliente.

“Se me li selezioni tu, sì.”

“Tranquilla, avrai solo cazzi di un certo livello. Dimmi solo se ci sono cose che non sei disposta a fare.”

“Non saprei… decidi tu, se tu lo faresti allora posso farlo anche io.”
E a sorpresa il nostro ospite si trovò il conto decurtato del costo del servizio in camera.



venerdì 15 maggio 2015