mercoledì 29 aprile 2015

Testimonianze: Sandro (e Giulia)



Prefriamo sempre andare in vacanza nei periodi di bassa stagione, non soltanto per risparmiare ma anche per goderci i posti senza la folla impazzita dei vacanzieri tradizionali. Ma questa volta dobbiamo ammettere che l'accoglienza presso l'Oasi ha superato ogni aspettativa, oltre a goderci quel posto meraviglioso abbiamo potuto approfondire la conoscenza con i gestori, Stefano in particolare, come non sarebbe stato possibile nei periodi di pienone.
Prenotiamo quindi un week fuori stagione. Arriviamo per cena, siamo l'unica coppia del ristorante e veniamo serviti personalmente dallo chef. Stefano ha la nostra età, è loquace. Dopo il primo lo invitiamo asedersi con noi e lui accetta con piacere. E' molto simpatico, alla mano, elegante e carino. Giulia quella sera era proprio bella, con il suo caschetto di capelli neri e il seno molto abbondante.
Quando Giulia si alza per scegliere il dessert, sia io che Stefano non riusciamo ad evitare di guardare come i pantaloni le disegnano le curve, credo che lui si sia accorto che io mi sia accorto che la guarda. Quando torna noto degli scambi di sguardi fra loro. Giulia, in modo apparentemente casuale, gli tocca la gamba. Ma Stefano viene chiamato da Sabrina e deve allontanarsi lasciandoci confabulare. Quando Stefano torna al tavolo Giulia non c’è, io gli sorrido per trattenerlo.
“Ti piace mia moglie?” gli domando a bruciapelo.
“E' una donna molto bella” è la risposta che mi da per lasciarmi la prossima mossa.
“Solo bella o qualcosa di più? E' una con cui ci proveresti?”
“Beh… se non fosse sposata probabilmente ci proverei” mi da la risposta giusta.
“E se anche fosse sposata, ma il marito fosse d’accordo? Sai, pensiamo che tu possa essere la persona giusta per fare una cosa che desideriamo da tempo.”
Giulia ritorna proprio prima che Stefano possa rispondermi, è nervosa.  
“Glielo hai chiesto?” mi sussurra. Annuisco.
A chiederlo dovevo essere io, ma poi è lei che prende in mano la situazione. Spiega a Stefano che abbiamo questa fantasia di farlo in tre. 
"Non abbiamo mai trovato la persona o l’occasione giusta ma quando stasera ti abbiamo visto abbiamo pensato “ora o mai più” continuo a spiegare.
"Mi piaci, sei una persona distinta. Sicuramente anche uno non nuovo a queste situazioni" completa Giulia.
Siamo nervosi, eccitati e impazienti. e ci stiamo affidando a lui. 
"Noi staremoio qui tre sere" provo a mettere le carte in tavola.
“Abbiamo 3 sere quindi, rendiamo la cosa interessante. Fissiamo 3 incontri, ogni sera uno di noi deciderà per tutti. Gli altri 2 sottostanno ai suoi ordini, tutto nel massimo rispetto e senza giochi pericolosi.”è la proposta di Stefano che evidentemente era in vena di giocare con noi.Per noi era già stato un salto nel vuoto il farsi avanti per il menage a trois, ma ora siamo troppo su di giri per rifiutare questo ulteriore incremento dell’altezza dell’asticella.
Non sappiamo cosa dire, ma è chiaro che stavamo accettando.
“Stasera decido io, domani Sandro e dopodomani siamo nelle mani di Giulia. Ok?”
Sandro chiede di aspettare ad alzarci da tavola, ha una erezione imbarazzante.
Davanti alla nostra camera succede quello che non ci aspettavamo. Stefano mi consegna le chiavi di un'altra stanza stanza. Le prendo senza comprenderne il motivo “Stasera ho deciso che tu dormi in un'altra stanza e io con tua moglie.”
Provo a protestare: "Non erano questi i patti, parliamone!"
Giulia però non mi aiuta e questo mi fa desistere. E' elettrizata all’idea e mi consola dicendo che domani sera faremo quello che voglio io.
Davanti alla porta mi bacia appassionatamente, mi  tasta nell’inguine: “Vedi che piace anche a te l’idea” commenta. 
Entrano in camere mentre Stefano le palpo il sedere, in modo plateale.
“Sei diabolico” gli dice ed è l'ultima cosa che riuscirò a sentire per quella sera.
Di giorno Stefano è molto preso dal lavoro e quasi ci ignora. Ci serve a colazione e ogni tanto finivo per girare lo sguardo su di lui mentre Giulia mi racconta che non ha aspettato neanche che aprisse la porta della camera per tirarglielo fuori e infilarselo in bocca. Mi racconta di come urlava, le parole che diceva. Come si apriva le chiappe per farlo entrare il più possibile. Come lo ha svegliato durante la notte, con la bocca, per essere scopata un’altra volta. “Hai avuto una bella idea, farlo non con il proprio marito è liberatorio. Con lui non riesco a lasciarmi andare così. Chissà lui quanto ti sei masturbato nella tua stanza. Stasera se vuoi me la potrai far pagare”
Chiamo Stefano e gli parlo del prossimo appuntamento.
“Vorrei prendermi la rivincita, ma non ho armi contro di te. Privarti di mia moglie sarebbe sì una cosa di cui dispiacerti, ma ti toglierei comunque un qualcosa che già non avevi. e poi non soddisferei nemmeno la mia fantasia, che forse è banale, ma la devo provare. Ti voglio insieme a me per scopare mia moglie. Voglio vederla in faccia mentre è sopra di me e tu le entri dietro. Voglio scoparla a pecorina mentre ti fa un pompino. Voglio vederla con i nostri due cazzi che le sborrano in faccia.” girò la chiave per entrare. lei ci aspettava dentro.
Il mattino seguente mentre Stefano è ancora nudo, nel nostro bagno, Giulia lo raggiunge, si siede sul water come non ci fosse e mentre fa la pipì davanti a un estraneo lui inizia a parlare: “Stasera tocca a te” le dice guardandola dallo specchio.
“Sì” risponde mia moglie e si morde la lingua, come a trattenersi dal dire qualcosa. 
"Che sorpresa hai per noi? Ti abbiamo già fatto tutto quello che due uomini possono fare su una donna"
Lei non spiega nulla e gli da appuntamento in camera per la terza sera.
Quando io e Stefano siamo nudi, ai piedi del letto, aspettiamo le istruzioni. Giulia è sul letto, in lingerie, e si tocca mentre ci parla. “L’altra sera mi è piaciuto molto vederti così umiliato mentre noi andavamo a fare sesso. C’è un altro modo in cui mi piacerebbe vederti umiliato. E' una fantasia che non ti ho mai detto di avere. Voglio vedervi insieme, voglio vedere due uomini che scopano. Voglio vederti mentre lo lecchi ad un uomo bello, giovane e forte come Stefano. Voglio vederlo mentre ti scopa.”
Resto a bocca aperta. Stefano non trattiene una risata, scuoto la testa e provo a rifiutare. Glielo guardo: “E' troppo lungo” poi mi accorgo di non aver detto no, ma solo che è troppo lungo.
“io ho eseguito i vostri ordini, stasera decido io e non ti puoi rifiutare. quando doveva inculare me non era troppo lungo per te....sii uomo.”
Senza altre chiacchiere Stefano mi spinge in basso la testa. Sono bravo, dice lui "come tutti gli uomini" aggiunge guardando Giulia che si masturba. Con amore Giulia passa a prepararmi, con le dita affusolate, lucide di lubrificante, mi massaggiava e mi penetrava. Lo ha guidato lei dentro di me, baciandoglielo,succhiandoglielo, diceva parole porche all’orecchio che lo incitavano.
Me lo ritrovo nel culo mentre Gliulia si fa scopare da me.
Al mattino lei ci risveglia a turno con un pompino con un pompino.
Ci salutiamo alla reception, faccio fatica a guardare Stefano mi rendo conto di essere scontroso quanto Giulia è elettrizzata. “Come è stata questa esperienza? Pensate di tornarci a trovare?”
“No” io. “Sì” lei.
Stefano la bacia e all’orecchio le suggerisce: “comprati un fallo indossabile, gli piacerà e sarà meno traumatico se se lo fa fare da una donna.”
“Grazie, per quando possiamo prenotare il prossimo week end?”

martedì 28 aprile 2015

domenica 26 aprile 2015

La festa di fidanzamento



Martina volle così diventare la fidanzata di Pietro. La notizia non ci stupì più di tanto, ognuno di noi ne aveva uno: Stefano era fidanzato con Tiffany, io con Angelo ed era giusto che anche la piccola Martina ne avesse trovato uno che faceva per lei pur restando legata anche ad Angelo, questo fu il motivo per il quale non volle trasferirsi subito a casa di Ganna e Pietro nonostante lei avesse molto insistito. Nonostante Pietro non mi piacesse particolarmente, vederlo come il fidabzato della mia amica me lo faceva essere perfino più simpatico.
Ero a letto con Stefano mentre facevo queste considerazioni e mentre lui dormiva ancora mi venne un'idea che non potevo rimandare, dovevo dirgliela subito.
Avevo in testa donne e uomini vestiti solo da una maschera, altri più o meno vestiti, gruppetti impegnati in rapporti in cui l’accoppiamento appariva più una casualità che una scelta, coppie che copulavano sui divani dell'oasi, eleganti dame che rivelavano sotto la gonna più di quel che ci si immaginava, ragazzi completamente nudi, dai muscoli oliati, su piedistalli al centro delle stanze a simulare statue greche...insomma volevo organizzare una festa in grande stile per il fidanzamento di Martina. Allungo una mano verso il basso per svegliare mio marito, nonostante il sonno, reagisce subito, gli stringo il cazzo e si sveglia. Gli faccio un pompino dolce, non voglio farlo venire, voglio solo leccarlo e insalivargli il membro e quando mi sembra di aver fatto un buon lavoro passo a leccarlo anche dietro.
Il sole illumina la nostra stanza, restiamo a poltrire sotto il piumone tutta la mattina e a progettare quante persone invitare all’orgia di fidanzamento. 
"Faremo dividere le coppie, prepariamo due spogliatoi, là sistemiamo degli abiti carnevaleschi" spiegavo a Stefano.
E lui subito mi veniva dietro:"Così possono scegliere quello che vogliono, anche un costume che nasconda il loro vero sesso". 
"Si ed è obbligatoria la maschera, che non potranno mai togliersi, a differenza del costume". 
"Abbiamo maschere che coprono completamente il viso e altre la cui parte inferiore permette maggiore libertà di utilizzo della bocca".

"Ogni membro della coppia potrebbe quindi non incontrarsi per tutta la sera. O incontrarsi e non riconoscersi". 
"Sta a ognuno decidere quanto vogliono scoprirsi". 
"Siiii nella nostra oasi ognuno è libero di trasgredire come vuole, sotto l’anonimato del travestimento".

Sono elettrizzata, guardo mio marito, lo bacio, provo ad immaginare cosa farà durante la festa.
Chiamiamo gli altri della nostra equipe e ci mettiamo a lavoro, ma prima telefono a Gianna oltre che per invitarla le chiedo se può passare a prendere Martina così da poter lavorare alla sorpresa senza che sospetti nulla.
Stefano si occupa del buffet, Tiffany degli inviti, Angelo di allestire le sale e in un baleno arriva l'ora della festa.
Gianna è tra i primi ad arrivare mentre Martina e Pietro tardano. Anche se la festa era per loro non riusciamo a trattenere i nostri ospiti e decidiamo di iniziare con una pecorina almeno per ingannare l'attesa. Il primo giro lo faccio io come padrona di casa e anche Stefano si mette in fila per sodomizzarmi.
Iniziava a farsi tardi e dei nostri amici ancora nessuna notizia. Per dare modo agli uomini di ricaricarsi, Stefano si offre di prendere il mio posto sul letto e intrattiene diverse donna ognuna con un grosso dildo legato in vita e, a turno, glielo infilavano nella pancia.
Durante una pausa incontro Gianna e mi dice che non si è mai divertita tanto, ha visto che mi sono data molto da fare. Lei, come sempre, preferisce guardare, controllare ed osservare cosa fanno tutti i nostri ospiti.  Mentre parlo con Gianna sento l'esigenza di toccarmi e lo faccio senza pudore accogliendo il piacere di Gianna che non mi stacca gli occhi di dosso. 
Con la coda nell'occhio noto Stefano che si avvicina a Angelo, nudo e in posa sul piedistallo, ed esitante e timoroso allunga la mano per provare a toccarlo. A toccare per la prima volta il suo membro, apprezzarne la turgidezza, la stessa che apprezzo spesso io. Poi scende, soppesa i coglioni e strisciare il dito sull’ano scuro, quasi ad esprimere un desiderio, a ribadire comunque un ruolo da maschio dominante. Ma la cosa finisce là. Mio marito e il mio fidanzato non erano ancora entrati molto in sintonia e forse quel gesto era un invito a istaurare una nuova complicità.
L'orgia era entrata nel pieno e nessuno più si domandava dove fossero i veri festeggiati.
Tiffany si era appartata con un ragazzo e quando Stefano la riconosce, preso da una gelosia che non gli apparteneva decide di raggiungerli. Tiffany felice di ritrovarlo subito si inginocchia a succhiarglielo ma dura poco perchè subito quel ragazzo vuole prendere il suo posto sul cazzo di mio marito. Tiffany gelosa a sua volta rilancia e si appoggia al divano offrendo le chiappe nude e tonde. Stefano per quanto si stesse godendo il suo primo pompino da un uomo non sa resistere e con il pene eretto passa a violare e riempire il forellino della sua fidanzata ristabilendo l'ordine naturale delle cose. 
 


venerdì 24 aprile 2015

Una cena diversa.



Quando arrivò il giorno della nuova cena con Patrizio e Gianna mi accorsi di non avere nessuna voglia di rivederli. Non che non mi sia divertita ma Patrizio non era affatto il genere di maschi che piacciono a me e va bene essere porche ma fare benifecenza così non mi andava. Stefano invece era duro fin dalla mattina all'idea di conoscere una donna come Gianna, il suo alter ego femminile, una donna cuck! Non volevo deludere nessuno nè volevo creare problemi alla rivista, ci pensai a lungo e mi venne l'illuminazione: al posto mio ci sarebbe stata Martina. Primo perchè il lavoro per la rivista diventava impegnativo e avevo bisogno di un aiuto ma anche perchè ci stavamo occupando dell'educazione della giovane troia ed era giusto farle fare esperienza, inoltre Martina a differenza mia aveva l'attrazione per quel genere di uomini. Mi finsi malata come quando non volevo andare a scuola e mentre Stefano voleva telefonare per rimandare io avevo già istruito la mia sostituta e glielo impedii e alla fine dovette rassegnarsi.
Arrivati a casa di Pietro e Gianna la nostra sorpresa fu molto gradita, in particolare da Gianna che saltando la formalità delle presentazioni abbracciò Martina riempiendola di complimenti per la sua bellezza. Stefano era teso, aveva paura che lei non sarebbe stata all'altezza della situazione e non voleva deludere i nostri amici. Pietro sembrava tranquillo, era il genere di uomo che non badava troppo a chi doveva trombare, per lui l'importante era farlo.
A cena chiacchierano tutti serenamente e si conoscono ed è Gianna a introdurre "l'argomento".
"Allora cara, ti sei accorta che mio marito si è già innamorato di te?"
"Un pò si nota si, staremo a vedere..."
Questa frase gelò il sangue di Stefano che pensava già alla figuraccia e al contrario fece ribollire quello di Gianna a cui non pareva vero di trovarsi di fronte ad una ragazzina così giovane, fresca e ingenua da corrompere. Gianna di corna ne aveva avute parecchie ed era consapevole di non avere accanto un uomo così attraente, quella di Martina sembrava una sfida interessante.
“Certo che non sei come mi aspettavo..." continuò Martina rivolta a Pietro.
Stefano sudava, forse voleva andarsene ma Gianna cominciava a bagnarsi.
Poi la sorpresa: "Sai se fossimo da soli probabilmente mi butterei ai tuoi piedi, per fare tutto quello che vuoi.”
“anche io farei lo stesso. ma lo farei anche ora che non siamo soli.”
“sì, tu mi vorresti come Sabrina.”
“no. Sabrina è bella. Ma tu sei meglio, sei incontenibile. Si vede. hai una sensualità che Sabrina non aveva. Questa minigonna che hai la ricorderemo a lungo, credimi.”
“Che porci” risponde Martina aggiustandosi una ciocca di capelli che le è finita sugli occhi.
Dopo cena Martina si toglie i tacchi e si massaggia i piedi è poco abituata a portarli. Gianna le propone il loro idromassaggio per rilassarsi e lei accetta. La accompagna in bagno, dopo poco Martina apre la porta, è avvolta in un asciugamano.
“Fra cinque minuti entra pure" dice rivolta a Pietro, "ma da solo, così continuiamo a chiacchierare. tanto c’è la schiuma che mi copre.”
Non si capisce quanto siano innocenti le sue parole, ma proprio per questo l'atmosfera si scalda e anche Stefano inizia ad apprezzare la malizia di Martina.
"Fa caldo qui dentro" esordisce Pietro quando la raggiunge in bagno.
Martina tiene gli occhi chiusi, con la nuca adagiata contro il bordo della vasca. Troppa schiuma, non lascia intravedere nulla. Solo ogni tanto lei tira fuori un piede e lo appoggia gocciolante fuori dall’acqua, Pietro osserva il suo piedino curato, sexy, la curva del polpaccio, la caviglia sottile e impazzisce.
"E' una sauna, non ce la faccio più". 
“Spogliati pure” gli consiglia Martina con molta tranquillità.
Pietro si siede su uno sgabello di fianco alla vasca, in boxer.
Martina gli chiede, con tutta la naturalezza del mondo, se le insapona la schiena, e lui lo fa nascondendo l’erezione nei boxer.
In salotto Gianna sta impazzendo immaginando cosa stiano combinando quei due là dentro e chiede continuamente a Stefano di andare a origliare e riportarle tutto. Stefano non sente nulla che possa assomigliare a del sesso ma conoscendo bene cosa sta provando Gianna le mente inventando oscenità che in realtà non stanno accadendo e lo fa con il cazzo duro, senza un motivo preciso.
Gianna è talmente arrapata e fuori di sè che decide di lasciarli soli, propone a Stefano di andarsene, vuole lasciare il loro lettone a Martina per quella notte.
Fa scivolare un biglietto sotto la porta del bagno con su scritto: "Divertiti stallone, sono fiera di te!"
Stefano confuso ma divertito dalla situazione non ha altra scelta che tornare a casa in compagnia di Gianna sempre più eccitata.
Pietro e Martina hanno dormito nel letto matrimoniale. Lui non l’ha sfiorata ma ha avuto un sonno agitato. Si sveglia spesso fino a che non resiste più ed è costretto ad andare in bagno e farsi una sega.
Al mattino fanno colazione insieme, poi viene il momento di salutarsi. Entrambi hanno la giornata piena, si scambiamo i recapiti. E quando lei sta andando via finalmente la ferma.
“Scusa, ho una domanda… ma tu questa notte avresti fatto anche altro?”
“Altro cosa? cosa intendi?” 
Ha capito benissimo, si vede da come sorride.
“Intendo, se io ci avessi provato, avresti fatto sesso?”
lo guarda negli occhi.
“Perchè non provi a sentire se Gianna può restare fuori anche stasera?”

giovedì 23 aprile 2015

A cena con Sabrina Bocca e Culo.

(in foto: Savannah Secret, Savannah's Secret, AssholeFever.com)

   La rivista Mondo Sborra, in accordo con Sabrina, aveva lanciato un'incredibile iniziativa. Nel nuovo numero del giornale infatti, sulla copertina, c'era una scritta a caratteri cubitali che diceva: "incredibile: puoi vincere una cena con Sabrina Bocca e Culo. Scopri subito se il fortunato vincitore sei tu". Nella prima pagina c'era un numero che bisognava inserire nel sito della rivista, e se risultavi il vincitore allora avevi l'opportunità di andare a cena con Sabrina. Con questo trucchetto Mondo Sborra vendette migliaia di copie in più. Alla fine venne fuori che il vincitore era un impiegato di quarant'anni. Sabrina passò tutto il pomeriggio a prepararsi per quella cena. Eravamo in camera da letto, lei indossava solo il perizoma e le calze autoreggenti, e si girava e rigirava tra le mani tutti i vestiti che aveva. Non riusciva a decidersi su quale indossare. Erano le sette di sera, ormai sarebbe dovuta già essere pronta, e invece era ancora mezza nuda. Il vincitore del concorso della rivista si presentò alla nostra porta spaccando il minuto. Sabrina corse ad aprirgli la porta. Posso solo immaginare cosa dovette provare lui nel vedere la porta che si apriva e Sabrina con le tette al vento e coperta solo da un perizoma e dalle calze autoreggenti. Lei gli fece un sorriso, lui invece sembrava disorientato.
"Vieni, entra" disse lei. "Come vedi non sono ancora pronta. Non so davvero cosa mettere".
   Sabrina gli fece strada nel soggiorno camminandogli avanti, e l'uomo si gustò cul suo sculettare. Sabrina aveva certamente voglia di provocarlo, così si abbassò a novanta gradi a rassettare il divano su cui voleva che l'ospite si accomodasse. In quella posizione le natiche si allargarono indecentemente, e il sottile pezzo di stoffa del perizoma non riusciva a nascondere per niente il buco del condotto anale.
"Ecco, puoi sedere qui" disse. "Io intanto vado a vestirmi".
"Fai con calma tesoro" disse lui, e con una mano le accarezzò il culo e con il dito medio le sfiorò l'orifizio anale. 
"Uuuh!" Sabrina ebbe un sussulto. "Ci metto due minuti. Se vuoi puoi guardare la tivù. Abbiamo molti dvd porno come vedi" mostrò al nostro ospite la nostra collezione di film hard accanto al televisore. "Abbiamo Ruggito Anale, Fecondami, A Mia Moglie Piace Duro... quale preferisci?".
"Meglio niente, non vorrei rovinarmi l'appetito" rispose, si riferiva al dopo-cena.
"Come vuoi, allora io vado a vestirmi. A proposito, come ti chiami?".
"Patrizio".
"OK Patrizio, torno subito".
   Sabrina ritornò in camera da letto. Gli domandai di parlarmi del nostro ospite, e lei sembrò piuttosto restia a descriverlo. L'impressione che aveva avuto era quella di un uomo frustrato, con una moglie che non lo soddisfava più e nessuna passione se non quella del calcio e del porno. Forse, pensai, aveva riposto troppe aspettative nell'iniziativa della rivista.
"Cosa credevi? Di trovare George Clooney?" le domandai.
"No, George Clooney no. Però qualcosa di meglio di quello lì. Vabbè, mettiamoci l'anima in pace... ora ci vado a cena, poi gli faccio una spagnola in macchina e ritorno a casa. Spero di essermene liberata entro le undici".
   Sabrina decise di indossare un vestito molto porco, con uno scollo pauroso da cui le tette sarebbero scivolate fuori ogni due minuti. A quel punto era pronta per andare a cena, e la rividi non alle undici, bensì alle tre di notte. Infatti mi ero anche preoccupato un pò non vedendola arrivare. Credevo che sarebbe andata proprio come aveva detto lei: cena, spagnola in macchina e casa. E invece si era trattenuta con Patrizio fino a notte inoltrata. Era stanchissima, inebriata dal sesso, e aveva chiaramente sudato molto. I capelli erano molto stropicciati e lo scollo si era rotto, adesso aveva le tette fuori e nessuna possibilità di rimetterle dentro.
"Ma cosa ti è successo?" le domandai.
"Quello che è successo con Patrizio è stato incredibile. Penso di non aver mai goduto così tanto" disse con un filo di voce.
   Mi feci raccontare tutto. Cosa poteva aver mai fatto quel Patrizio? Era davvero così bravo a letto da aver stravolto perfino Sabrina? Che di avventure estreme ne aveva avute tante. Mi disse che erano andati a cena in un ristorante tranquillo, poi alla fine erano saliti di nuovo in macchina. Mentre Patrizio guidava Sabrina aveva cominciato a sbocchinarlo. Ci teneva a farlo sborrare presto. Non vedeva l'ora che quella serata terminasse. Ad un certo punto Patrizio aveva fermato la macchina; erano arrivati sotto casa sua.
"Ti va di salire da me?" le aveva domandato.
   Sabrina, la quale si era accorta in precedenza della fede che Patrizio portava al dito, gli chiese di sua moglie, e lui le rispose che a lei avrebbe fatto piacere conoscerla. Insomma, la faccenda iniziava a farsi seriamente strana, ma alla fine Sabrina si fece convincere, ma un pò controvoglia. Quella che si apprestava a fare era una follia, entrare in casa di un uomo sposato. Vestita in quel modo la moglie avrebbe pensato di lei che era una escort, e avrebbe dato di matto. Qualcuno sarebbe finito all'ospedale, si disse. E invece le cose andarono diversamente. La moglie di Patrizio, Gianna, sembrò davvero felice di vedere Sabrina. Si accomodarono tutti e tre in soggiorno e subito Gianna servì a Sabrina un martini con un oliva dentro. Sabrina era davvero in imbarazzo. Tra l'altro le tette le erano scivolate fuori dallo scollo e neanche se ne era resa conto. Se ne rese conto soltanto dieci minuti che era lì a tentare di fare conversazione con Gianna e Patrizio. Quando se ne accorse tentò goffamente di rimetterle dentro, ma Gianna le disse di non preoccuparsi.
"Non sentirti in imbarazzo" le disse. "Capita a tutte le donne. Soprattutto a quelle che hanno delle belle tette come le tue". 
   Insomma, Gianna aveva cominciato a corteggiare mia moglie, la quale non si era mai sentita così in imbarazzo, e alle domande dei due rispondeva in monosillabi, sperando che quella serata giungesse il più presto possibile alla fine. Poi ad un certo punto Patrizio, che era seduto di fianco a Sabrina, tirò giù la lampo dei pantaloni, e tirò fuori il suo cazzo enormemente eretto.
"Allora..." disse. "Dove eravamo rimasti?".
"Patrizio, ma sei matto?" mia moglie era nel panico, diventò rossa come un peperone. "Rimettilo dentro".
"Non devi preoccuparti, Sabrina" continuò la moglie. "Continua pure quello che stavate facendo in macchina. Fate come se io non ci fossi".
   Sabrina, molto scettica a dir la verità, si abbassò sul cazzo di Patrizio e continuò il pompino già cominciato in macchina, ma non poteva fare a meno di guardare Gianna, per vedere quale fosse la sua reazione. Dopotutto le stava sbocchinando il marito davanti, come poteva sapere quale sarebbe stata la sua reazione? E invece rimase lì a guardare con piacere, e Sabrina si lasciò trasportare, e allora Patrizio l'aiutò a spogliarsi e la fece stendere sul divano sul quale fecero l'amore, con Gianna che continuava a guardare, ma adesso aveva una mano sotto il suo vestito floreale, e si sgrillettava, e godeva insieme a loro. Poi Patrizio fece mettere Sabrina a quattro zampe e le si mise dietro, deciso a metterglielo nel culo. Lo fece entrare e la prese per i fianchi e iniziò una furiosa penetrazione. Alla fine Patrizio fece inginocchiare Sabrina sul pavimento e le sborrò sul viso, tre schizzi copiosi. Gianna sorrise per tutto il tempo della sborrata, poi andò a prendere un altro bicchiere di martini per Sabrina e glielo porse.
"Tieni tesoro, ti sei meritata un altro drink. Sei stata fantastica".
"Grazie" rispose mia moglie con un filo di voce, e prese il bicchiere bevendone il contenuto a piccoli sorsi.
   Quando finì di raccontarmi quanto era successo io ero eccitatissimo, pendevo dalle sue labbra. Avrei voluto che quel racconto non finisse mai. Poi mi disse che dopo aver fatto l'amore avevano parlato ancora un pò prima di congedarsi, e Sabrina aveva detto loro di me. A quel punto le avevano detto che sarebbero stati molto felici di conoscermi, e così ci invitarono a cena da loro per il fine settimana successivo.

Stefano.
 

mercoledì 22 aprile 2015

Le scommesse



Con tutto questo lavoro stavo trascurando il negozio, dovetti passare giorni di duro lavoro chiusa la dentro per recuperare ordini, fatture, richieste dei clienti. Per fortuna potevo contare sui miei due uomini che mi venivano a trovare spesso per ricaricarmi le batterie con delle piacevoli pause. Avevamo adottato il camerino più ampio per le nostre effusioni e non posso essere sicura che quella nostra abitudine fossimo gli unici a conoscerla. L'orario della pausa era più o meno la stessa, alle 15 in punto si presentava Stefano e a distanza di mezz'ora Angelo. Mi resi conto che a quell'ora erano presenti anche sempre gli stessi clienti. Dalle loro conversazioni capii che avevano aperto un vero e proprio giro di scommesse.
"Secondo me oggi la incula"
"No io mi gioco 10 euro che si fa succhiare"
E così via.
Quel pomeriggio puntuale arrivò prima Stefano, raggiungemmo il nostro camerino dell'amore, lui mi spoglia, mi lecca, mi  accarezza e mi fa venire con la lingua. Io volevo sentirlo dentro di me. 
“Dopo” mi fa, “non ho vent’anni, devo risparmiarmi.” ed esce a prendere un caffè.
Giusto in tempo per l'arrivo di Angelo, entra nel camerino. mi abbassa il perizoma che avevo appena tirato su, lentamente, l’elastico fa fatica a scavalcare la rotondità del mio sedere.

Si inginocchia. mi lecca dietro. mi fai girare. mi lecca davanti e io vengo. Lui esce. mi lascia lì, il perizoma a mezzagamba. 
Dopo due orgasmi praticamente consecutivi mi gira un po’ la testa ma non faccio in tempo a uscire che Stefano ha finito il suo caffè ed è di nuovo dentro con me.
Io sono con le mani appoggiate al muro, gambe dritte in bilico sui tacchi, il corpo piegato ad angolo retto. Così mi prende mio marito, col suo cazzone. 
“E' grazie a lui che ti ho conquistata”, mi dice. 
Io lo sfilo e lo porto più in su, verso l’altro buco. 
“Ecco, proprio così”.
Fuori il solito giro di soldi tra chi ha perso e chi ha vinto la sua scommessa su Sabrina Bocca e Culo, la nostra quitidianità.
Un'esperienza nuova.


   La posta di Sabrina Bocca e Culo e la sua relativa rubrica andava alla grande. Arrivavano a casa centinaia di lettere di gente che chiedeva a mia moglie consigli e pareri, e lei poteva leggerne soltanto una parte di queste. Erano davvero troppe. Certe volte l'aiutavo anche io a leggerle, e una volta lette le sottoponevo quelle più interessanti. Alla fine riusciva a rispondere soltanto ad un paio di queste, le altre purtroppo rimanevano senza risposta. Nel mucchio di lettere ne trovai una interessante, e la feci leggere a Sabrina. La mandava un certo Marco, e chiedeva a Sabrina se era mai stata in una gloryhole, e se sì quanto le era piaciuto. Sabrina mi guardò e mi sorrise, non sapeva cosa dire.
"E allora?" domandai. "Ci sei mai stata?".
"No, in verità non ci sono mai stata" rispose. "Butta via quella lettera e cerchiamone un altra".
"No, aspetta. Davvero non sei mai stata in una gloryhole?".
"Beh, ne abbiamo una nella nostra oasi, ma lo sai bene che è stata utilizzata pochissimo. E per quanto mi riguarda ci sono entrata soltanto per vedere com'era fatta. Tutto qui. Perchè, tu ci sei stato?".
"Io sì".
"Ah sì? E con chi?" Sabrina fece finta di essere gelosa.
"Con Tiffany. Mi ci ha portato lei".
"E ti sei fatto sbocchinare o...?".
"...o?".
"...oppure hai sbocchinato?".
"Ho sbocchinato".
   Sabrina era diventata tutta rossa. Non la vedevo arrossire da un sacco di tempo. L'idea di vedermi fare un pompino a qualcuno la eccitava tantissimo, ma sembrava non volerlo ammettere, e così per smorzare quel suo imbarazzo guardò le altre lettere, ma senza leggerle, se le rigirava tra le mani con finta indifferenza, e io capivo che stava pensando a quello che avevo appena detto, e che il discorso non era chiuso come voleva farmi credere lei. Aveva il fiatone, ma cercava di camuffarlo alla meglio. Ogni volta che c'era un'idea, una fantasia che la eccitava terribilmente le veniva il fiatone, e allora cominciava a sospirare di insofferenza, perchè avrebbe voluto realizzare quella fantasia porca che le stava ronzando nella testa. L'idea di vedermi sbocchinare uno sconosciuto in una gloryhole la stava facendo andare ai matti. Cominciò perfino a tremare leggermente.  
"Muori dalla voglia, vero?" domandai.
"Di fare cosa?" Sabrina fece finta di cadere dalle nuvole.
"Di guardarmi mentre lo faccio".
"Oh sì, non sai quanto!" finalmente mia moglie vuotò il sacco.
"Facciamo così... ti ci porto, così potrai rispondere alla lettera del tuo ammiratore".
"Oh sì, ti prego! Solo l'idea e c'ho un lago nelle mutande" rispose allargando le cosce e in effetti vidi che aveva il perizoma zuppo.
   E così ci mettemmo in cammino per il club che mi aveva fatto conoscere Tiffany. Prima di entrare avvertii Sabrina che era un club frequentato esclusivamente da uomini, di tanto in tanto si vedeva qualche trans, ma niente di più. Insomma, volli metterla in guardia sul fatto che davanti a tutti quegli uomini si sarebbe potuta sentire a disagio. Ma la sua voglia di vedermi fare quella cosa era più forte dell'imbarazzo, e così entrammo dentro. Pagammo la quota dovuta e entrammo nella stanzetta dove c'erano gli armadietti, dove riponemmo i nostri vestiti. Davanti agli armadietti c'erano cinque uomini che si stavano spogliando, e quando videro Sabrina le misero gli occhi affamati addosso, e lei se ne accorse e cominciò a spogliarsi. Quando liberò le sue morbidose tette ci furono dei commenti sottovoce: "Che bocce!", "chissà che spagnole!", "che vacca da monta!". Per quanto stessero parlando sotto voce, io e Sabrina riuscimmo a sentirli benissimo, ma facemmo finta di niente. Una volta nudi ci addentrammo nel club, e quasi come un padrone di casa feci fare un giro di perlustrazione a mia moglie. La portai nella piscina, e anche qui l'attenzione di tutti si focalizzò su Sabrina. Mia moglie, tutta nuda, era un miraggio in quel club, che non vedevano che uomini e trans tutto l'anno. Vedere una donna con tutti quegli attributi fu per loro un'eccitante novità. Poi portai Sabrina nel labirinto di specchi, dove incrociammo altri uomini. Il labirinto era molto stretto, quindi quando passavamo accanto a loro, quelli si strusciavano addosso a Sabrina con la scusa dello spazio ristretto. Uno addirittura non appena sfiorò col cazzo il culo di mia moglie iniziò a fiottare, e il suo seme saltò sulle sue natiche.
"Ops, mi scusi" disse.
"Non si preoccupi" rispose Sabrina. "Può capitare".
   L'eccitazione era alle stelle. Lungo il labirinto, come già detto in qualche post precedente, c'erano una serie di stanzette dove fare sesso, e c'era anche una dark room. Dalle stanzette, la maggior parte chiuse a chiave, si sentivano urla di piacere di ogni tipo. Urla maschili, ma anche di qualche trans. Lungo il nostro tragitto non erano rari i commenti da parte di chi ci incrociava. Erano commenti rivolti a Sabrina naturalmente. "Che maiala!", "che gran culo che c'hai, te lo romperei". I commenti erano così tanti che alla fine divennero parte della tappezzeria, nel senso che non ci facevamo neanche più caso. Dopo aver percorso tutto il labirinto arrivammo alla famosa gloryhole. Ci trovammo davanti a quei buchi sul muro, ma non c'era nessun cazzo che ne fuoriusciva.
"Eccoci qui" dissi. "Ma pare che dall'altra parte non c'è nessuno".
"Come sarebbe a dire?" Sabrina si impuntò. "Non è possibile. Ehi, sveglia!" urlò. "Tirate fuori i vostri bei piselloni che abbiamo voglia di sborra!".
   A quel punto ne uscì fuori uno, bello grosso, con una cappella dura e viola, e l'asta percorsa da spesse vene verdi.
"Finalmente" disse Sabrina. "Eccone uno. Dai tesoro, fagli vedere cosa sai fare".
   Mi inginocchiai e lo misi in bocca, iniziai a spompinare e Sabrina mi teneva una mano dietro la nuca e mi accompagnava nei movimenti, spingendomi la testa avanti e indietro.
"Così, bravo amore. Sbocchina, dai. Fallo sborrare" e intanto con l'altra mano aveva cominciato a sgrillettarsi. Era così bagnata che vedevo le goccioline dei suoi umori colargli tra le cosce. Ma per quanto ce la mettessi tutta, lo stallone che stava dall'altra parte del buco resisteva. Si inginocchiò anche Sabrina.
"Non ce la faccio più, ne voglio un pò anche io".
   Ci mettemmo a sbocchinare insieme. Percorrevamo l'asta con la lingua, arrivando al glande dove le nostre labbra si incontravano in un tenero bacio. Finalmente lo stallone iniziò a fiottare e la sborra ci saltò sulla faccia. Il grosso cazzo sparì nel buco, ma ne apparve un altro, e un altro nel buco accanto. Questi erano più piccoli e ancora mezzi mosci, e allora ci mettemmo subito all'opera e nel giro di qualche secondo li facemmo diventare di pietra. Schizzarono e ci riempirono la faccia. Nel giro di mezz'ora facemmo sborrare una decina di cazzi, alla fine eravamo ricoperti di sborra calda, ce l'avevamo dappertutto, ma soprattutto in faccia. Nonostante ci fossero ancora altri cazzi che volevano godere con le nostre bocche, noi decidemmo di andare via. Tutta quella sborra ci aveva inebriati e ridevamo come stupidi. Riprendemmo la nostra roba e filammo via. Entrammo di corsa in macchina e ci rendemmo conto che non ci eravamo neppure ripuliti; avevamo ancora tutto lo sperma sulla faccia, e la cosa ci fece ridere, poi Sabrina si avventò su di me e mi ripulì il viso con la lingua.
"Adesso sono pronta" disse. "Posso rispondere alla lettera del mio ammiratore".    

Stefano.

lunedì 20 aprile 2015

La posta di Sabrina Bocca e Culo



Come prevedibile il numero di Mondo Sborra andò a ruba e furono necessarie ben due ristampe per accontentare le richieste senza contare le prenotazioni per week end all'oasi che cominciarono a fioccare anche se non era il periodo adatto e dovemmo attrezzarci per ricevere gli ospiti anche in un clima più tiepido. Insomma niente vacanze per noi, riprendemmo tutti subito a lavorare.
Io mi trovavo molto a mio agio anche in veste di autrice per la rivista, in particolare mi piaceva leggere le lettere degli ammiratori che sottoponevano i loro dubbi e problemi in ambito sessuale, di esperienza ne avevo e mi sembrava giusto mettere a disposizione anche quella oltre che la bocca e il culo come sempre...del resto ora ero una mamma non potevo più permettermi di saltare da un cazzo all'altro così a caso, avrei scelto con maggiore cura le mie avventure. Ma veniamo alla prima lettera che mi capitò tra le mani. Il pubblico della rivista era prevalentemente maschile e infatti la lettera mi veniva da Alex un giovane maritino che si rivolgeva alla mia esperienza e si confidava senza peli sulla lingua, dopo essersi presentato e descritto la sua situazione mi confessava con queste poche righe il suo desiderio di prenderlo nel culo:
"Vorrei farlo, ti scrivo da solo, lei non lo sa, ma quando ho letto che avrei potuto parlare con te non ho resistito. Tu per me rappresenti una dea del sesso, ti ho vista in foto e da allora ti sogno ogni notte. Ci ho pensato un sacco e mi sono fatto molte seghe all'idea che tu possa prendermi a farmi tuo.
Con Amore
Alex"
Penso molto alla risposta, voglio essere professionale e non lasciarmi trasportare dalla passione, sono seriamente intenzionata ad aiutare chi ne ha bisogno e specie su quest'argomento posso comprendere benissimo cosa si provi a non poter esprimere al massimo il proprio potenziale erotico, per cui decido di rispondergli in privato.
"Mio adorato Alex,
le tue parole mi copliscono e ti ringrazio per la fiducia che riponi in me.
Nessuno a cui l’ho fatto si è mai lamentato, ma pochi si sono dimostrati così impazienti di farlo come mi sembri tu. Voi uomini siete molto più troie di noi donne.

Comunque per cercare di esserti di aiuto nel modo migliore non credo che sia la scelta migliore, non lo faremo. Se verrai a trovarci all'Oasi con lei sarà un altro discorso. Il mio cazzo finto non è a disposizione come la bocca o il culo. Mi dovrai convincere, ma sarò io a decidere quando scoparti.

Se si tratta solo di un capriccio c’è mio marito, se vuoi ti può sodomizzare lui.
Capisco che sei sconvolto, dall'aver scoperto un lato oscuro della tua sessualità, ma da soli non succederà, cerca di capire se siete davvero pronti. Non può essere solo un ripiego, ma qualcosa che vi intriga davvero.


E ora il mio consiglio: staserai scoperai con la tua ragazza, magari chiederai a lei di essere penetrato e se sarete pronti a vivere questa nuova emozione insieme sarete nostri ospiti all'Oasi.
Aspetto tue notizie, mio dolce culetto
Sabry"

Mondo Sborra.

(in foto: Eva Notty, Beautiful Big Tits, EvaNotty.com)

   Ebbene sì, la stagione estiva era finita, e per fortuna era andata benissimo. Era andata così bene che una rivista per adulti volle dedicarci un articolo. La rivista si chiamava "Mondo Sborra". Ci chiamarono per fissare un appuntamento, e noi li invitammo a casa nostra. Vennero in tre: l'autore dell'articolo, un fotografo e un altro (di cui non mi era chiaro il ruolo, dal momento che era l'unico che apparentemente non faceva altro che starsene in disparte). Ci mettemmo in soggiorno, e Sabrina portò ai nostri ospiti del caffè. Il piccolo Rocco era nella sua stanzetta che giocava con le costruzioni. Era un bambino molto tranquillo, e forse aveva capito che i suoi genitori erano impegnati e così se ne restò nella sua cameretta. Gli inviati della rivista "Mondo Sborra" ci dissero che avevano in mente di fare qualche fotografia a Sabrina da affiancare all'articolo. Per noi non c'era nessun problema, e così Sabrina si mise in posa, seduta sul divano, con le gambe accavallate e un bel sorriso. Ma era vestita, e il fotografo non mosse un dito.
"In verità avevamo pensato a delle fotografie di nudo" disse.
   Io e Sabrina ci guardammo un pò scettici. L'idea di apparire su una rivista porno era per Sabrina una novità assoluta. Quelle foto avrebbero fatto probabilmente il giro del mondo, dal momento che era una rivista consultabile anche in rete.
"Beh, non è obbligata a farlo" disse l'autore dell'articolo. "Capisco benissimo che la cosa potrebbe risultarle un tantino imbarazzante. D'altronde la nostra rivista è molto diffusa, e capisco il suo disagio nel trovarsi nuda sulla copertina di una rivita porno".
"In copertina?" Sabrina era eccitatissima, tanto che la voce le usciva a fatica. Il suo corpo nudo sulla copertina di una rivista porno. Penso di non averla mai vista eccitata in quel modo, tanto che non ci pensò due volte e iniziò a sbottonarsi la camicia liberando le sue grosse tette. Il fotografo iniziò a scattare, Sabrina aveva tolto la camicia e si alzò dal divano sfilandosi la gonna. A quel punto era rimasta soltanto con il perizoma rosso, ed era in piedi lì davanti a noi. Poi sfilò lentamente anche il perizoma e intanto il fotografo le dava delle indicazioni.
"Mettiti a pecorina sul divano" disse, e Sabrina si mise con le ginocchia sui cuscini dandoci le spalle, con il suo culo oscenamente aperto, e il suo buco offerto a tutti noi. "Adesso sdraiati e allarga bene le cosce". E lei eseguì, si distese e aprì le gambe, offrendo la visione delle sue labbra di sotto.
"Le nostre intenzioni erano di fare un servizio fotografico softcore" disse l'autore della rivista, "intendo con un partner da affiancare a Sabrina. Cosa ne pensate?" ci domandò. Il partner in questione era quello di cui vi parlavo prima, di cui non mi era chiaro il ruolo. Adesso finalmente lo aveva capito. Era un modello, e infatti era molto bello, biondo, con un fisico scultoreo. Avrebbe dovuto affiancare Sabrina in questi scatti, ma senza penetrazione. Si sarebbero dovuti soltanto scambiare delle effusioni spinte, tutto qui. Sabrina diede la sua approvazione, e il modello iniziò a spogliarsi. Aveva già una modesta erezione, e salì anche lui sul divano, mettendosi dietro a Sabrina e abbracciandola. Il suo cazzo era piantato in mezzo alle natiche della mia donna, e lo spingeva avanti e indietro, come a simulare una penetrazione. L'autore cominciò a fare le domande che aveva preparato.
"Allora... la vostra oasi naturista pare che sia stata un vero successo. Come si fa a coniugare un matrimonio ben riuscito con un progetto simile?".
"Beh, è tutta questione di dialogo" rispose Sabrina, che continuava (insieme al suo bel partner) a simulare una penetrazione, mentre il fotografo immortalava quei momenti. "In principio io e mio marito avevamo non poche difficoltà nella comunicazione. Lui aveva delle fantasie nascoste e io avevo le mie, e ce le siamo tenute dentro per diverso tempo. Poi finalmente abbiamo deciso di uscire allo scoperto, e abbiamo cominciato a fare cose che prima non avremmo neanche immaginato".
"Del tipo?".
"Pratiche cuckold, sesso di gruppo, scambio di coppia e... ma questa non è una fantasia erotica, nudismo. E proprio grazie alla passione per il nudismo abbiamo deciso di aprire l'oasi".
   Sabrina e il suo partner, sotto l'invito del fotografo, cambiarono posizione. Adesso Sabrina era distesa e lui era sopra, e strofinava il suo cazzo enormemente eretto contro la sua vagina. E si sorridevano, si baciavano, si era creata una sorta di complicità.
"Com'era la vostra vita prima che vi incontraste?" domandò l'autore.
"Tranquilla. Normale. Come quella degli altri".
"Non dire bugie" continuò lui divertito. "A noi risulta che tu eri la famosa Sabrina Bocca e Culo, non è così?".
"Non vi si può nascondere niente a voi di Mondo Sborra. Ebbene sì, Sabrina Bocca e Culo ero io".
"Perchè ti chiamavano così?".
"Perchè avevo deciso di conservare la vagina per l'uomo giusto. Però allo stesso tempo il sesso mi piaceva molto, e non mi negavo a nessuno, e a tutti quelli che mi chiedevano di andare a letto con loro dicevo sempre di sì, ma davo loro solo la bocca o il culo. La figa era off limits. Ed è rimasta off limits fino a quando ho incontrato Stefano".
   Il partner di Sabrina continuò a strofinare il suo cazzo duro contro le labbra morbide di Sabrina, fino a sborrare copiosamente. Gli schizzi saltarono in mezzo alle tette, copiosi e caldi, e lui sembrò mortificato, non si aspettava una venuta così repentina. Sabrina invece era molto divertita da quella eiaculazione improvvisa, e scoppiò a ridere. Poi prese la sborra con le dita e se la portò alla bocca come se stesse assaggiando la crema di un dolce. Fece un mugolio di approvazione, a quanto pare era di suo gradimento. Il modello sembrava mortificato per quanto accaduto e mi guardò.
"Ti chiedo scusa, non volevo. Non so cosa mi è preso" mi disse.
"Ma figurati" risposi. "Capita a tutti".
"Dev'essere l'effetto Sabrina Bocca e Culo" disse l'autore della rivista per sdrammatizzare. Il fotografo ne approfittò per fare qualche primo piano di Sabrina con le tette imbrattate di sborra.
   L'articolo uscì la settimana successiva; sulla copertina della rivista c'era Sabrina sdraiata sul divano con le cosce aperte. E devo dire che vedere mia moglie con le cosce spalancate in ogni edicola, accanto alle altre riviste porno, mi riempiva d'orgoglio. Mi dicevo: "quella è mia moglie" e avrei voluto  dirlo a tutti, gridarlo al mondo. "Ecco! Guardate! Quella donna con le cosce spalancate su quella rivista porno è mia moglie!". In ogni modo "Mondo Sborra" vendette tantissimo, forse proprio per quella bella copertina, e il direttore della rivista volle conoscere Sabrina di persona e la invitò nel suo ufficio. Non so per la precisione cosa si dissero, ne cosa successe nell'ufficio (un pompino sotto la scrivania?). So solo che quando ritornò a casa mi disse che le avevano affidato una rubrica. Si chiamava La Rubrica di Sabrina Bocca e Culo, dove Sabrina avrebbe dovuto raccontare le sue esperienze porche e rispondere alle lettere dei suoi fans.

Stefano.
    

sabato 18 aprile 2015

Nuovi acquisti.



La prima stagione della nostra Oasi stava per concludersi come un successone su tutti i fronti, sia economici che lavorativi che personali. Ognuno di noi era riuscito a trovare la propria collocazione e soddisfazione. Negli ultimi giorni di settembre l'oasi era poco frequentata. Anche Martina che sembrava la meno integrata del gruppo aveva forse scoperto la sua attitudine sessuale e dopo l'esperienza con quegli uomini maturi era molto più solare e aperta, approfittavamo del meno lavoro per rilasarci un pò insieme. Una di quelle mattine eravamo stese al sole. unte di crema, ovviamente nude. Un padre di famiglia, poco lontano, alzava troppo spesso gli occhi dal giornale ma non gli davamo troppa soddisfazione.
Chi invece aveva attirato la nostra attenzione era un venditore ambulante nero nero che passava troppo spesso vicino a noi. Finora non se ne erano mai visti e ci sembrò strano che si presentasse proprio ora che c'era meno possibilità per lui di fare affari, Ci incuriosimmo e volemmo saperne di più...per cercare di agganciarlo e magari parlarci un pò cominciammo a provocare. Passeggiate ancheggiando più del dovuto, lunghe sessioni di incrematura, io su di lei, lei su di me. 
"I seni vanno protetti bene" dicevo ad alta voce a Martina. 
"Anche la schiena e i glutei" rispondeva lei con lo stesso tono. 
Le dita scivolavano, lei mi stuzzicava l’ano. Questo non credo potesse vederlo, forse non lo stava facendo solo per gli spettatori.
L’ambulante dopo tanti passaggi decide di fermarsi e ci propone la merce. Rifiutiamo sorridenti lui ci fa un po’ di complimenti e finalmente si ferma a parlare. Scopriamo che si chiama Amin e viene dal Senegal, ha una laurea in economia ma qui fa fatica a trovare lavoro.

Mentre la conversazione continua io e Martina ci guardiamo, un breve cenno di assenso fra di noi.

Lei gli dice che vuole comprare uno di quei pendagli.
"Ma qui in spiaggia non abbiamo soldi". Gli indica la nostra casa. 
"Se passi di là, più tardi, verrai ricompensato".

Lui ci lascia il ciondolo e noi ci incamminiamo verso casa, sotto il sole di mezzogiorno. Entrambe non controlliamo una risatina nervosa e eccitata.
Lo guardiamo mentre ci segue a distanza, diretto alla nostra casetta. E' forte, imponente, massiccio.

Io ho indossato una vestaglia leggera, semi trasparente. Martina si è messa una t-shirt un po’ lunga e si sporge dalla finestra, alzandosi sulle punte degli zoccoletti. Io intravedo l’avvallamento tra le gambe, già umido.

“Ti possiamo offrire qualcosa? Vuoi da bere? Vuoi mangiare qualcosa? Vuoi darti una rinfrescata? Farti una doccia.” l’ultima non era una domanda.
Lo abbiamo spinto nel bagno, quando abbiamo sentito l’acqua della doccia scorrere ci siamo spogliate. Ci siamo baciate in bocca con la lingua prima di entrare, premendo i nostri corpi una contro l’altra e abbracciandoci, quasi per darle coraggio dato che Martina non era ancora così abituata a questo genere di cose.

Siamo entrate, Amin non è parso molto stupito. La doccia era veramente stretta in tre, con il suo corpo imponente. Sei mani scivolavano su corpi insaponati, lei si è dedicata al davanti: il cazzo e le palle di lui, coperte di schiuma. Io la schiena, l’ho lavato anche tra le chiappe, poi sono scesa ai piedi.
Era pomeriggio inoltrato quando rientrano i nostri uomini, prima Angelo e mi trova che sto leccando da sotto il cazzo e le palle del nostro amore nero. Ogni tanto con la lingua mi spingo fino al contatto tra il pene e la vagina tenera di Martina.Gli viene duro all'istante e senza disturbarci inizia a segarsi. Quando sente entrare Stefano va ad accoglierlo in piena erezione. Mio marito lo guarda stupito.
"No scusa, non era per te. Abbiamo ospiti amico, vieni con me ti piacerà".

La prima scena che Stefano si trova davanti agli occhi è la sua preferita di sempre: Martina che con le dita mi allarga lo sfintere e guida Amin dentro di me.

Una serie di orgasmi si susseguono a raffica mentre Martina lo cavalca e io che da dietro raggiungo con le dita l’ano di lei e quello di lui e li penetro all’unisono.