giovedì 31 maggio 2012

Un pompino e passa tutto

Nemmeno a me sinceramente piaceva quello che stava accadendo, non capivo perchè Stefano si dimostrasse così distante e così poco ospitale, non era nella sua natura. Sicuramente il lavoro, sicuramente lo stress delle emozioni del matrimonio e sicuramente l'imbarazzo verso Franco, ma io non riuscivo più a gestire questa situazione, tanto più che andare a letto con altri senza poterlo rendere partecipe in qualche modo mi sembrava così ben poca cosa.
Decisi di affrontarlo direttamente, mi presentai alla mensa, aveva da poco finito il turno e aveva un'ora di pausa.
Fu sorpreso di vedermi, non capitava spesso, era in compagnia di quella donna orientale, non gli diedi il tempo di presentarmela e con tono deciso lo portai fuori. Dobbiamo parlare!
Raggiungemmo il primo bar utile, ordinai un caffè e lui un succo di ananas. Sorrisi pensando a quello che avevo letto in rete circa gli effetti del succo di ananas e mi rilassai, litigare non ci avrebbe portati a nulla, dovevo capire.
"Allora Stè si può sapere che succede? Ti sei per caso stancato di noi?"
"Amore, che dici? Perché dovrei...". Lo interruppi subito.
"Non giriamoci intorno se lasciarmi. Mandami affanculo se devi farlo. Ma dimmi che ti succede... ti prego!"
"Tesoro mio, calmati! Non mi passa neanche...."
"E allora si può sapere perchè ti stai comportando così?"
"Scusami tanto piccolina mia, ma credo solo di aver bisogno di una vacanza, io e te in un posto lontano, sai quanto tempo è che non mi succhi l'uccello? Ed è solo un esempio..." Quindi il problema era questo! Si sentiva trascurato? Lo potevo capire però Franco e Maria Stella sono nostri amici, non meritavano la sua assenza. Decisi di aggirare l'ostacolo con l'arma della dolcezza.
"Oh Stefano! Tu sei adorabile. Ti mangerei di baci anche subito. Ma non puoi pensare di scappare ogni volta che sorge un problema. Cerchiamo di capire cosa succede e solo quando tutto sarà chiaro allora si partiremo e andremo dove vuoi, ma non per scappare. Vedi quando abbiamo iniziato questa nuova vita sessuale pensavo solo di essere una ragazza come tante. A cui piacciono i bei ragazzi e piace fare sesso con i bei ragazzi. Punto e basta. Che male c'è? E fino ad un certo punto questo tu hai capito che quello che stavo per fare non cambiava minimamente le cose tra di noi. Ma non immaginavo nemmeno di poter finire a letto con qualcuno senza che nemmeno lo sapessi." Iniziavo ad avere un tono preoccupato.
Continuai. "Ieri mi sei mancato, sei mancato a tutti, e al posto tuo c'era Franco. Io sentivo il cuore che mi scoppiava d'amore per te. E se mi stavo bagnando tra le gambe, non era solo per la prospettiva di succhiargli il cazzo, ma anche a causa tua. Ti rendi conto, amore, di quale intesa, di quale sintonia, di quale complicità si creava un tempo tra noi in quei momenti? Ci sono coppie sposate da trent'anni che nemmeno se lo sognano..."
Stefano era sollevato. "E allora perché tanta paura che ti lasci?".
"Perché prima era tutto troppo bello per essere vero. E ora ho paura di questo tuo cambio di atteggiamento. Non voglio che anche tu diventi come tutti i maschi... E' stato un incubo per tutto il giorno. Temo di perderti proprio nel momento in cui sento di amarti di più."
"Penso proprio di poterti tranquillizzare! Altro che cambiare atteggiamento! Sono sempre più convinto che mi eccita sapere che tu fai sesso con un altro! Ieri sera ci sono stato male per essermelo perso. Oggi invece tu mi stai riportando alla realtà. Sabrina io ti amo come non ho mai amato nessuna in vita mia. Ma se ti immagino mentre succhi il cazzo di Franco invece di scoppiare di rabbia o di gelosia... ho un'erezione. Non è assurdo? Non è incredibile?"
"Forse è meno assurdo e incredibile di quanto tu creda...ripensa all'inizio, alle prime volte...".
"Io sono qui apposta, sai? Voglio che mi racconti tutto di ieri sera. Ogni singola succhiata di cazzo, ogni leccata di cappella, ogni sospiro, ogni mugolio...Sono un pervertito? Un depravato? Non ti faccio schifo? Ti prego accettami per come sono, tu mi hai reso così e non posso più cambiare"
Mi scappò finalmente una risata. "Amore! Sei il mio adorato schifoso depravato e pervertito. Ma sei in buona compagnia. Perché devo confessarti che anche io sono ancora stuzzicata dall'idea di andare con un altro, di tradirti. Questo pensiero mi eccita ancora. Mi fa sentire un po' troia e mi spinge a comportarmi da troia. Ma tutto questo solo a patto che non ci separiamo più. Mi eccita sapere che tu sai, renderti partecipe. Voglio che tu sappia sempre che gran pompinara è la tua Sabrina. E io Stefano ti faccio schifo?"
"Siamo proprio fatti l'una per l'altro! Amore mio!"
"Ora si puoi dirlo! Siamo una coppia splendida..."
"Siamo una splendida coppia di schifosi pervertiti e depravati..."
Mi sentivo più leggera ora, tutto sembrava tornato al suo posto. Stefano tornò a lavoro, io approfittai di quella mezza giornata per passeggiare fino al tramonto e mi feci trovare di nuovo là alla fine del suo turno per tornare a casa insieme.
A casa trovammo Franco e Maria Stella completamente nudi in terrazzo che si divertivano a stuzzicare il nostro vicino guardone. Noi sembravamo una coppietta felicemente innamorata come ai primi tempi, li salutammo senza troppa enfasi. Appena ci siamo chiusi la porta alle spalle l'ho abbracciato, in piedi, e ci siamo dati un lungo bacio in bocca. Poi mi ha portato per mano verso il balcone della terrazza dove in un lampo si è spogliato completamente e ha fatto cenno agli amici di non disturbare. Già aveva il suo bel bastone enorme tra le gambe. Avevo voglia di mangiarlo vivo! Ce l'aveva già durissimo, sembrava quasi che gli si staccasse da un momento all'altro.
Mi sono tolta il vestito e sono rimasta in reggiseno e mutandine. Un completo nero di pizzo. Mi sono avvicinata a Stefano per ricominciare a pomiciare. Sentivo il cazzo che mi premeva sulla pancia. I nostri amici ci guardavano con affetto sincero. Gli ho leccato il collo e i capezzoli, sono scesa a leccargli la pancia intorno all'ombelico, mentre il cazzo mi si strofinava sul collo e sul mento. Nel giro di pochi secondi ero gia in ginocchio tra le sue gambe, con la mano intorno alla base del cazzo e con l'altra gli tenevo le palle. Ero pronta ad incominciare. L'ho guardato negli occhi. Gli ho sorriso "Finalmente si ricomincia".
Lui mi ha sorriso "Era ora!"
Mi sono messa al lavoro sul suo cazzo. Per prima cosa glielo ho leccato tutto. L'ho ricoprirlo completamente con la saliva. Ho cominciato passando sopra la lingua. Lunghe leccate dal basso verso l'alto, dalle palle fino alla punta. Mentre lo leccavo gli stringevo la cappella con una mano e lo spostavo leggermente a destra e a sinistra per poter arrivare con la lingua in tutti i punti. Stefano aveva gli occhi socchiusi e sospirava di piacere.
Ormai tutto il cazzo era lucido della mia saliva. Potevo sentirmelo per un attimo in bocca. Così ho spalancato le labbra per accogliere la sua cappella enorme. Ho lavorato di lingua per apprezzarne la durezza e il sapore succhiavo accompagnandomi da mugolii di piacere. Proprio in quel momento lui ha lanciato un grido ed è venuto.
Il primo schizzo mi ha colpito sulla guancia vicino alla bocca e fino al collo,e nei capelli. Ho cercato di riprenderlo in bocca ma non ho fatto in tempo ad evitare il secondo schizzo che mi ha colpita le labbra superiore e il naso.
Era così piacevole sentirmi sulla pelle quel liquido caldo. Ma soprattutto sentivo che era una cosa molto porca, molto da troia. Non volevo smettere. Ho afferrato il cazzo con la mano e ho preso a masturbarlo con forza, tenendo il viso a pochi centimetri dalla punta del cazzo e muovendo la testa in modo da ricevere gli schizzi su tutta la faccia. Stefano continuava a eiaculare ansimando. Sembrava non finisse mai.
Quando si era calmato, ho rimesso la bocca intorno alla cappella per succhiare le ultime gocce del suo orgasmo. La faccia era completamente sporca e il liquido stava cominciando a colarmi sul collo. Allora ho cominciato ad utilizzare il cazzo per raccoglierlo. Me lo strofinavo sulle guance e sul collo, dove sentivo la maggiore quantità di sperma, e poi me lo portavo alla bocca dove lo succhiavo e lo ripulivo con la lingua, mandando giù tutto quello che avevo raccolto. Sono andata avanti in questo modo per un po' mentre il cazzo di Stefano pian piano si ammosciava.
"Basta, grazie, puoi andarti a sciacquare".
Avevo sperma dappertutto. Negli occhi. Tra i capelli. Sulle orecchie. L'immagine perfetta di una pompinara.
E in tutto questo i nostri amici erano là a guardarci.
Mi rivolsi a loro e ho cominciato a passarmi lentamente la lingua tutta intorno alle labbra per raggiungere tutto lo sperma ancora presente.
"Gli ho fatto un pompino, e lui mi ha schizzato in faccia tutto il suo sperma, non è meraviglioso?"
"Molto eccitante. A te è piaciuto?" mi chiese Franco.
"Da morire. Voglio farlo anche a te ma stavolta non più da soli, se Stefano non ha nulla in contrario."
"Contaci tesoro, io ti amo anche per questo".
Sabrina
Dura giornata.

(in foto: Asa Akira, Flash or Fantasy, PornFidelity.com)

Misato e io eravamo sul letto della sua camera d'albergo. Il mio cazzo, ancora eretto, premeva contro il suo fianco, e intanto la baciavo. Mi piaceva la sua lingua, e la sua saliva aveva un sapore nuovo. Era molto calda. Con la mano raggiunsi la sua vagina, e con le dita la aprii. Le massaggiai il clitoride con il medio e lei mugolò di piacere. Poi la feci mettere a quattro zampe sul letto e mi ci misi sopra allargando le gambe, puntando il cazzo contro il suo buco del culo. Quando sentì premere il glande sul suo fiorellino chiuso ebbe un sussulto.
"Ti prego, fai piano. Non l'ho mai fatto lì".
"Rilassati" le dissi, e premetti il cazzo contro l'orifizio anale. Cavolo se era stretto! Ebbi molte difficoltà, ma alla fine riuscii a far entrare il glande, e Misato lanciò un urlo di dolore, che a poco alla volta si trasformò in un mugolio. Sentivo le pareti del suo retto premere contro il mio pene duro, e allargarsi ogni volta che provavo a affondare maggiormente dentro di lei. In qualche minuto, non senza difficoltà, riuscii a farglielo entrare nella sua interezza. Allora la presi per i fianchi con più decisione e iniziai a scoparla con maggiore intensità. Poi feci uscire il cazzo dal buco e le fiottai sulla schiena.
Tornai a casa e trovai la porta della camera da letto chiusa a chiave. Dentro, qualcuno stava facendo l'amore. Sentii le voci di Sabrina e Franco, negli ultimi estenuanti momenti di piacere. Me ne andai a dormire sul divano della sala da pranzo. Una giornata così piena non l'avevo mai vista in vita mia. Dopo un pò Sabrina uscì dalla camera da letto e mi raggiunse; era completamente nuda. Si distese accanto a me. Sulla pelle portava l'odore dell'orgasmo e del corpo di Franco. Avevo davvero bisogno di una vacanza, e di passare del tempo insieme a Sabrina. Avevo sentito parlare di un villaggio vacanze per naturisti; avrei potuto portarla lì. Sarebbe stata sicuramente un esperienza piacevole, e avremmo conosciuto molte persone con le nostre stesse passioni. Cavolo se ero stanco in quel periodo. Se pensavo che il giorno dopo sarei dovuto ritornare a lavoro mi saliva il sangue alla testa. E avrei sicuramente rivisto Misato, perchè insieme agli azionisti Giapponesi sarebbe rimasta in città ancora per qualche giorno. Sabrina non mi chiese niente di dove avessi trascorso la serata; ero sicuro che come io sentivo l'odore di Franco sul suo corpo, lei sentisse l'odore di un'altra donna sul mio.

Stefano.

mercoledì 30 maggio 2012

L'amore con Franco

Inutile dire che l'assenza di Stefano quella sera lasciò tutti straniti, Maria Stella e Franco avevano fatto un lungo viaggio per stare con noi e lui preferiva il lavoro?
Sapevo che era un periodo molto impegnativo e non era certo l'unica sorpresa, ne era in ballo una molto più grossa di cui però vi parlerò più in là, per ora eravamo a casa senza sapere cosa pensare. Franco attribuì l'assenza di Stefano all'imbarazzo di quello che era successo tra loro e si sentì molto in colpa.
"Non sarei dovuto venire".
"Non dirlo nemmeno per scherzo, vedrai che ci sarà una spiegazione e comunque intanto io e te faremo l'amore tutta la notte, alla faccia sua! E mi raccomando non ho detto scopare Franco, voglio fare l'amore come non lo abbiamo mai fatto".
Deborah e Maria Stella compresero la mia situazione e valutarono che non era il caso di restare in casa quella sera, decisero di uscire, tra donne quasi coetanee ne avevano di cose da dorsi per conoscersi meglio.
Io e Franco dopo cena ci chiudemmo in camera, a chiave così se Stefano si fosse deciso a tornare ne sarebbe rimasto fuori.
Quando mi girai era già disteso sul letto. Era un po' imbarazzato all'idea di fare l'amore, non voleva peggiorare le cose tra lui e Stefano.
"Non ti preoccupare, sarà bellissimo e soprattutto abbiamo tutta la notte".
Allora mi ha invitata a stendermi accanto a lui sul letto.
"Ma prima spogliati completamente". Ha detto con indifferenza.
In fondo mi aveva vista nuda milioni di volte, che senso aveva chiedermelo?
Ho capito che dovevo farlo in modo speciale. Ho iniziato molto lentamente i movimenti con cui mi liberavo della mia biancheria. Gli giravo le spalle mentre mi slacciavo il reggiseno e lo poggiavo su una sedia, poi mi sono girata lentamente verso di lui, mi sono fermata per un attimo, lasciandogli il tempo di ammirare le mie tette piene e sode. Gli ho dato di nuovo le spalle, ho fatto scivolare giù le mutandine lentamente, sentendo i suoi occhi sul mio culo. Mi sono piegata in avanti per raccoglierle, ben sapendo lo spettacolo che in questo modo gli offrivo. Poi le ho appoggiate sulla stessa sedia, accanto al reggiseno e, finalmente, mi sono voltata verso di lui per farmi guardare in tutta la mia nudità. Tenevo le gambe leggermente allargate, per dargli una migliore visuale della mia vagina. Le labbra sporgevano tra i peli, comunicandogli la mia eccitazione, desiderando di espormi al suo sguardo.
Il suo sguardo valeva più di mille parole e tutto il mio corpo vibrava di eccitazione di fronte alla sua ammirazione. Anche il suo cazzo stava dando i primi segni di risveglio, e ne sono stata particolarmente lusingata.
"Sabrina sei bellissima". Poi mi ha fatto largo sul letto accanto a lui e mi ha sussurrato "Vieni, ti prego".
Mi sono stesa sul letto accanto a lui, sorridendogli, e lui mi ha subito abbracciata e baciata con grande passione. Poi è passato ad occuparsi delle mie tette, afferrandole entrambe con le mani e leccando, succhiando e mordicchiando alternativamente i capezzoli con la bocca. I capezzoli erano inturgiditi e la fica mi colava dall'eccitazione. Poi la sua testa è scesa a baciarmi e leccarmi la parte bassa del ventre, e già stavo pregustando una deliziosa leccata di fica. Ma lui, almeno per il momento, aveva altri programmi.
Mi ha fatta mettere a pancia in sotto, con le gambe allargate. Lui si è sistemato a quattro zampe con le ginocchia tra le mie cosce e ha cominciato a leccarmi la schiena. Seguiva un percorso ben preciso. Partiva da sopra il solco delle natiche e arrivava, slinguata dopo slinguata, fino alla nuca. Ogni volta che arrivava dalle parti del collo, il suo cazzo ancora moscio, ma imponente anche in quello stato più o meno involontariamente andava a sbattermi tra le natiche, colpendo la zona tra il buco del culo e la fica e dandomi brividi di piacere. Senza accorgermene, avevo cominciato a sospirare e a spingere il bacino avanti e dietro per strusciarmi contro il letto.
Lui intanto aveva smesso di andare su e giù per la mia schiena e si era soffermato a leccare la parte alta del solco delle natiche. Io ormai gemevo ad alta voce. Si era spostato indietro con le ginocchia e ormai era steso a pancia in giù con la testa all'altezza del mio culo. Ho sentito che mi allargava le natiche con le mani e per un attimo è rimasto fermo così. Sapevo che stava guardando il mio buco del culo e la mia vagina in quel momento aperta e viscida dei miei umori. Ha cominciato delicatamente a massaggiarmi le natiche, una mano per ogni chiappa, con movimenti circolari, aprendole e stringendole. Mi aspettavo che da un momento all'altro mi ricominciasse a leccare, magari in mezzo alle chiappe, affondando con la bocca e con il naso tra i miei succhi. Invece si è messo a mordicchiare i glutei tornando a torturarmi per l'attesa. Poi finalmente si è deciso a rimettere in azione la lingua. E' partito dalla parte interna delle natiche. Ha percorso meticolosamente il solco dall'alto verso il basso, centimetro per centimetro e alla fine ha raggiunto il mio buco del culo e si è messo a leccarlo avidamente, alternando piccole penetrazioni con la punta.
Era una sensazione divina, ma avevo troppa voglia di sentire la sua lingua sulla mia passera. Senza accorgermene avevo inarcato la schiena per facilitargli l'accesso. Dopo qualche interminabile leccata, ha abbandonato il lavoro sul culo per dedicarsi alla figa. Ha premuto per qualche momento la lingua sul buco, assaporando tutti i miei liquidi, e anche lì alternando qualche piccola penetrazione con la punta della lingua. Poi è sceso molto lentamente esplorando con cura ogni centimetro fino ad arrivare al clitoride. Quando me l'ha toccato la prima volta con la lingua quasi svenivo per il piacere. Ma in quella posizione non riusciva a leccare come si deve. Io mi sono alzata ancora di più. In quella posizione Franco aveva il naso in corrisondenza del buco della vagina. Istintivamente mi sono spinta contro il naso di Franco che così è penetrato nella fica. Ora poteva muovere la lingua sul clitoride più agevolmente e ne ha subito approfittato. Stavo per impazzire. Ho cominciato a ondeggiare avanti e dietro istintivamente, strofinando il clitoride sulla sua lingua e facendomi scopare nella fica dal suo naso. Lui muoveva la testa aumentando la spinta del naso sul mio buco e contemporaneamente agitava freneticamente la lingua intorno al clitoride, facendomi godere come non mai.
Sono venuta urlando. Un orgasmo lunghissimo e devastante che mi ha lasciata per almeno cinque minuti senza fiato, immobile, con le gambe sempre spalancate, mentre lui si ripuliva la faccia con il lenzuolo.
Appena mi è tornata la forza di parlare ho cominciato a fargli i complimenti per il meraviglioso orgasmo che mi aveva fatto provare.
Mi ha chiesto se mi era piaciuto come mi leccava la schiena.
"Da pazzi" ho risposto.
Mi ha chiesto se mi andava di fare lo stesso a lui e soprattutto di fare l'amore senza scopare quella notte.
Si è sdraiato nella stessa mia posizione di prima. A pancia sotto gambe larghe. Io ero in ginocchio sul letto a contemplare lo spettacolo di quello stupendo ragazzo. La schiena abbronzata, le spalle larghe,i glutei sodi. In quella posizione a gambe larghe il suo buco del culo si vedeva benissimo. Sembrava esposto ed indifeso. In quel momento avrei voluto prendere il nostro cazzo finto per possederlo e sodomizzarlo. Poco più sotto riuscivo a vedere le palle.
Invece di cominciare dalla schiena, come aveva fatto lui con me, mi accucciai con la testa tra le sue gambe e cominciai a leccare dalle sue palle. Sono risalita seguendo con la lingua il solco.
Passato il solco, ho seguito tutto il percorso fino alla nuca, era molto piacevole sentire le labbra della mia figa che si appoggiavano sul suo culo, appena sopra il buco. Era stranamente eccitante.
Ho ripetuto per cinque o sei volte tutto il tragitto della lingua da sotto ai coglioni fino alla nuca. Ogni volta fermandomi il più possibile con la lingua sul suo buco. Ogni volta strofinavo i capezzoli sulla sua schiena. Ogni volta premendo con gusto la parte esterna della mia fica contro il suo culo. Ogni volta entrambi più eccitati.
Finché Franco mentre gli stavo leccando il collo con passione, mi ha detto "Fermati Sabrina, fermati così, mettiti sopra di me".
Mi sono così ritrovata con tutto il corpo a contatto con il suo. Continuavo a baciargli e leccrgli il collo e la nuca mentre le tette continuavano a strofinarsi contro la sua schiena. Ma soprattutto avevo cominciato a muovermi con il bacino, strusciando la mia fica sul suo culo. Gli ho passato la mano sotto e gli ho afferrato il cazzo. Era piuttosto duro. Cominciai a muoverlo su e giù, per quello che potevo, con la mano schiacciata dal letto. La mia eccitazione diventava sempre più violenta.
"Si, così, dai, continua" e intanto sentivo il cazzo indurirsi nella mia mano.
Non resistevo più, volevo incularlo! Volevo prendere piacere dal suo culo.
Non resistetti e dovetti chiederglielo "Tesoro vuoi che ti sfondo il culo vero?"
"Aprimelo in due!"
Il potere della mente a letto è molto più forte di quello del corpo, mi bastò solo sentire quella frase per venire violentemente.
Abbiamo ripreso a pomiciare sdraiati uno a fianco all'altra. Potevo sentire ancora i miei sapori nella sua bocca e sicuramente lui poteva sentire i suoi nella mia quelli che avevo raccolto poco prima con la lingua tra le sue gambe e le sue natiche. Lui mi abbracciava carezzandomi la schiena e il culo, io invece avevo portato entrambe le mani sul suo cazzo e lo stavo lentamente masturbando.
Era duro e lo sentivo pulsare tra le dita. Sentivo crescere la voglia di prenderglielo in bocca. Più ci pensavo e più la voglia si faceva insistente. Ero in vantaggio sul conto degli orgasmi ed era giusto pareggiare. E la mia voglia di pompino cresceva, mentre io la sfogavo sulla sua lingua, leccandola e succhiandola con passione.
"Basta, ora voglio pomiciare un po' con il tuo cazzo".
Restando distesi sul fianco uno di fronte all'altra mi sono accucciata fino ad avere il cazzo a portata di bocca. E ho cominciato a fare proprio quello che avevo detto: a pomiciare con il suo cazzo. Gli davo bacini, slinguatine, ciucciatine. Con amore.
E mi piaceva ancora di più se pensavo che il cazzo al quale stavo offrendo questa adorante sottomissione, non era il cazzo del mio ragazzo. Era il frutto di un rapporto d'amore e dalle mie pulsioni da troia che mi spingevano a tradire Stefano e a godere nel farlo nel modo più porco.
Mi sono messa a quattro zampe sul letto mentre lui si girava e si metteva seduto. In quella posizione avevo una maggiore libertà di movimento di lingua, mi godevo la punta, l'asta, le palle. Franco mugolava di piacere.
Ho cominciato a succhiarlo e a fare su e giù con la testa. Molto lentamente all'inizio. Poi pian piano ho accelerato, sentendo crescere il piacere di lui. Poi ancora un po' più veloce. Poi ancora un po'. Franco si agitava, gemeva, ma non veniva.
Lui ha cominciato a spingere con la mano la mia testa su e giù tenendola per i capelli. Poi ha cominciato a spingere sempre più velocemente.
Alla fine è venuto. Ha fatto un breve grido, poi un altro più lungo, poi un lungo "aaaaahhhh!". Dal suo cazzo sono partiti pesanti fiotti di sperma denso che io ho assaporato e ingoiato con adorazione.
Franco è rimasto almeno un minuto ad ansimare. Poi, appena ha avuto la forza di parlare ha detto "Sei stata eccezionale".
Sabrina
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martedì 29 maggio 2012

Festa

Non c'è cosa più bella al mondo che ritrovare tutti gli amici, quelli che contano davvero in un'atmosfera di festa, per di più che quella sera avevamo una grande notizia da condividere.
Ci tenni affinchè nessuno degli invitati sapesse in anticipo il motivo della festa e organizzai tutto secondo regole ben precise, ci fu l'atmosfera orientale voluta da Stefano, il nostro terrazzo illuminato da tanti lampioncini di carta in stile cinese e il menù elaboratissimo dalla nostra nuova cuoca comprendeva pietanze al gusto del lontano oriente.
Il pomeriggio mentre tutti erano impegnati nei preparativi mi preoccupai di andare ad avvisare pure il vicino, mi scusai se quella sera avremmo fatto un pò di chiasso ma gli consigliai di trovare la posizione migliore per osservarci e di tenere d'occhio l'orologio, a mezzanotte in punto la festa avrebbe preso una piega interessante.
Quando tutto fu pronto iniziarono ad arrivare i nostri amici, Roberta e Fabrizio per primi naturalmente.
Come accade durante queste feste la prima ora si passa tra saluti e presentazioni e così fu per quelli che piano piano si aggiunsero. 15 in tutto come preventivato, oltre noi 5, Roberta e Fabrizio, si unirono Giuliano accompagnato da Riccardo, Valentina e Mattia da poco rientrati dal loro lunghissimo viaggio, Sebastian, e infine Nadia con la coppia conosciuta all'associazione. Il bilancio era di 8 uomini e 7 donne la proporzione perfetta per la festa che avevo in mente.
Le presentazioni andarono avanti davanti al ricco buffet, il bello era che ognuno di loro aveva condiviso momenti speciali con noi ed era quello l'argomento comune di tutte le discussioni.
Io però avevo una gran voglia di riabbracciare Valentina e lo fece conquistando un invito a cena da loro per farmi raccontare tutti i dettagli del loro viaggio, cavolo quanto mi era mancata ma per stssera c'erano altri progetti.
Avvisai tutti i presenti che dalla mezzanotte sarebbe iniziata la seconda parte della festa e li vidi tutti guardare l'orologio impazienti, finora si era solo parlato di sesso e l'appetito iniziava a farsi sentire.
Nadia non trovando pane per i suoi denti fu eletta fotografa della serata, del resto oltre Stefano e Mario (il lui della coppia) aveva adocchiato diverse nuove prede per il suo sito.
Poco prima della mezzanotte fu il momento della grande notizia, lasciai la stanza per andare ad indossare il regalo di Maria Stella e attesi che furono Stefano e Fabrizio a riempire i calici di tutti i presenti.
Feci la mia entrata in grande stile con quel vestitino bellissimo, tutto bianco che copriva a malapena il mio sedere su cui mi premurai di non indossare altro.
Ci fu un applauso che destò l'attenzione del vicino, fu come un segnale a prendere la sua postazione.
Stefano e Fabrizio mi aiutarono a salire in piedi su una sedia in modo che tutti da sotto potessero sincerarsi dell'assenza della mia biancheria intima.
Fu così che tutti appresero che tra poco più di 3 mesi noi 4 ci saremmo sposati e avremmo iniziato una nuova vita felicemente insieme. La sorpresa fu grande ma anche la gioia e come nelle migliori tradizioni ognuno venne a complimentarsi infilando la lingua in bocca agli sposi, gli uomini a me e Roberta e le donne a Stefano e Fabrizio, tranne Nadia che volle baciare tutti.
Poteva avere inizio il festeggiamento, illustrai le regole ferree e precise di quella nostra prima...festa del pompino!
Avremmo festeggiato così ma c'era una specie di gara, per prima cosa dovevano liberarsi tutti e tutte di ogni vestito e l'operazione non fu delle più semplici. Il regolamento prevedeva che non ci sarebbe stato alcun tipo di interazione tra uomini e donne, gli uomini dovevano ignorare del tutto la nostra presenza continuando a chiacchierare, ridere e scherzare solo tra di loro, lasciando noi donne libere di gustare i piselli che più desideravamo ma cosa importantissima doveva essere il loro atteggiamento indifferente, chi ci avesse toccata o rivolto la parola o non resistito alla fellatio sarebbe stato eliminato, quindi non c'era spazio per distrazioni. Regole benedette, pensarono i presenti che si sarebbero potuti godere in santa pace il sano piacere del pompino, e che non sembrarono troppo sgradite nemmeno alle signore presenti, che trovarono l'idea sorprendente forse persino di più, dei loro compagni.
L'unica a non spogliarsi naturalmente fui io che avevo tutta l'intenzione di assaporare tutti quei piselli proprio vestita da sposa.
Ritrovarsi tutti nudi a parlare tra uomini certo all'inizio fu per qualcuno imbarazzante ma presto si comprese il senso della serata e alla prima bocca che diede il via la situazione migliorò decisamente.
Fabrizio cercò di trattenere un gridolino di piacere quando le labbra di Deborah cercarono per prime la punta del suo pene completamente eretto. A sorpresa fu proprio lei a dare inizio alle danze e scelse di farlo con l'altro festeggiato per augurarsi che nel nostro matrimonio allargato ci sarebbe stato posto anche per lei. Non ci riuscì, ma nessuno intorno a lei sembrò farci troppo caso, tranne me che da giudice inflessibile lo squalificai. Le regole erano chiare, mi servì a ricordare a tutti di mantenere un atteggiamento di rigoroso contegno. Preoccupati di fare la stessa fine tutti cercarono di assumere un'espressione indifferente nonostante le bocche ora si moltiplicassero.
Franco sembrava un attore nato per questo gioco impostò un sorriso di circostanza mentre raccontava a Mario l'avventura vissuta con Stefano e con aria svogliata si lasciava andare alle piacevolissime sensazioni che sentiva arrivare sul suo cazzone dalla lingua conosciuta di Maria Stella.
Guardandomi intorno, mi consolai nel vedere i miei uomini seduti comodi sul divano, che riuscivano a mantenere un indifferenza particolarmente convincente.
La moglie di Mario sbavava abbondantemente sull'uccello di Giuliano, Roberta succhiava rumorosamente il cazzo di Mario, io avevo scelto come prima preda Mattia che faceva molta fatica a stare fermo. Per non parlare degli altri intorno a me tutti visibilmente in difficoltà.
Era evidente che anche le loro rispettive pompinare stessero facendo un ottimo lavoro. Mai tanti pompini vennero fatti così bene e con gusto considerando che non si sarebbe per nessun motivo potuti passare oltre.
Scappò un altro gridolino godurioso e fui costretta ad eliminare anche Sebastian. Valentina gli aveva ingoiato completamente l'uccello nero. Era talmente duro che l'eliminazione fu per lui una liberazione per potersi scaricare per primo nella gola della mia amica soddisfatta di aver vinto il primato della prima sborrata.
Senza perdere tempo e con le labbra ancora bagnate di sperma si tuffò sull'uccello del mio futuro marito, iniziando diabolicamente a stuzzicarlo con la lingua intorno alla cappella. Lo stava facendo impazzire, ma Stefano fu bravissimo a non farsi eliminare. La lingua di Valentina era tutta fuori dalla bocca a spennellare instancabilmente. Lui si sforzava di mantenere la discussione con Mario che gli chiedeva dettagli sulla sua esperienza anale con Franco.
Il nostro divano sembrava appositamente comprato per permettere a chi vi si accomodasse di godersi un lavoretto di lingua nel massimo relax.
Deborah intanto ci aveva preso gusto, era già al secondo pisello della serata e si impegnava molto nel muovere senza sosta la lingua sull'asta di Riccardo che si gustava il suo fiato caldo che gli sfiorava il pelo.
Tutta la stanza fu invasa di un odore intenso di sesso perversamente eccitante.
Stefano sentiva il piacere ormai vicinissimo mentre tra le sue cosce Valentina cercava di velocizzare sempre di più il ritmo delle succhiate. Alla fine gridò forte e a lungo, ma Valentina continuò imperterrita a stuzzicarlo con lingua per qualche sconvolgente secondo, costringendolo a gemere ancora di piacere, finché le riversò in bocca la seconda abbondante sborrata che lei ingoiò con gusto incurante del rischio di indigestione.
Il numero degli uomini attivi iniziava a diminuire io dovetti abbandonare un attimo il cazzo di Mattia per andare a ripulire quello del mio amore dalle ultime goccioline che gli colavano sulle palle.
Ci avvicinavamo alla sfida finale, sistemammo gli uomini rimasti sul divano uno accanto all'atro e lasciammo a loro la scelta della bocca in cui concludere la partita, 5 uomini contro 6 donne significava che l'ultimo sopravvissuto avrebbe guadagnato un pompino a due bocche.
Le sborrate si susseguirono tra visi e seni fino ai due finalisti che nemmeno a dirlo furono Giuliano e Franco, che furono omaggiati dalle due future spose in una sfida all'ultima leccata.
Roberta accucciata tra le gambe del siciliano, gli stava già offrendo le prime leccatine esplorative, mentre Giuliano mi concesse un'affettuosa carezza sulla testa per invitarmi a succhiare, voleva vincere.
Roberta prese a slinguazzare il suo cavaliere, Giuliano continuava ad accarezzarmi la testa in modo più deciso e autoritario.
Roberta leccava con impegno senza trascurare le grosse e gonfie palle di Franco.
Con la coda dell'occhio vidi Fabrizio guardare la sua fidanzata all'opera con un sorriso malizioso e lei si scoprì perversamente divertita da quella circostanza.
"Brava Sabrina bocca e culo. Leccami per bene. Fammi godere e vinciamo sta partita".

Sabrina
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lunedì 28 maggio 2012

Peccati di gola


Con il passare dei giorni Deborah si ambientò, non solo non si stupiva più delle nostre effesuioni sessuali ma se qualche sera capitava che non ci sentisse fare l'amore si preoccupava e cercava di fare di tutto per renderci la vita semplice per lasciarci il tempo di godere dell'amore. Ma non vi prese mai parte fedele al suo proposito di volere essere solo un'amica speciale.
Non si può dire però che quel proposito fosse condiviso in pieno da Stefano che accantonata l'immagine di lei come una cliente iniziava a sentire il peso di quell'astinenza. Desiderava quella donna e allo stesso tempo era consapevole di non poterla avere così brutalmente.
La vita è strana si sa, si diverte a metterci alla prova e ogni volta che sembra si sia raggiunto un equilibrio è sempre pronta dietro l'angolo la sorpresa che ti costringe a metterlo in discussione.
La data del matrimonio non era ancora vicinissima ma i giorni passavano e noi avevamo invitato Franco e Maria Stella a passare qualche giorno da noi per dare la festa in cui avremmo annunciato a tutti il nostro progetto d'amore.
Come sapete non viviamo certo in un castello e non abbiamo mai avuto tanti ospiti tutti insieme, serviva una certa organizzazione ma ancora non sapevamo se Deborah avrebbe accettato l'invito alla festa che sarebbe stata senz'altro particolare come nel nostro stile.
Le cose da fare erano tante e ci dividemmo i compiti, io mi sarei occupata dell'animazione della festa, avevo da tempo una certa idea che non vedevo l'ora di mettere in pratica, mentre Stefano e Deborah si sarebbero occupati dell'aspetto culinario.
Ci aspettavamo un pò di gente e volevamo fare le cose in grande ora che i soldi non erano più un problema. Deborah avrebbe preferito comprare tutto, ma un cuoco che vive il suo lavoro come una vera passione non poteva permetterlo.
Si impegnarono duramente ogni sera in serie lezioni di cucina durante le quali Deborah divenne molto brava, tanto da poter essere considerata un'aiuto cuoco a tutti gli effetti.
Il giorno prima dell'arrivo degli altri ospiti e della festa in questione passarono un giorno intero in cucina a lavorare mentre io ero fuori impegnata tra lavoro e acquisti vari.
Deborah era sicura e precisa in ogni suo movimento, grazie all''abilità conquistata con la pratica fatta con Stefano. Eppure quel giorno era distratta, presa da uno strano brivido di trasgressione.
La sua mente ripercorreva gli eventi delle ultime settimane che l'avevano portata nella nostra cucina.
"Non ho ancora deciso se resterò alla festa ma cucinare per voi è il minimo che possa fare per ricambiare l'ospitalità".
Stefano sapeva che non doveva forzarla. "Vederti all'opera in cucina è uno spettacolo, sai? Quasi come mangiare quello che prepari".
Deborah arrossì leggermente per quel complimento sincero.
"Non fermarti. Non voglio disturbarti. Continua come se io non ci fossi…" Deborah sentì forte la presenza del mio uomo vicino alla sua schiena senza vederlo.
Lui non si mosse e lei si ritrovò davanti a lui, quasi a contatto.
"Sei bella, lo sai?" le sussurrò.
Deborah sentì il cuore che le batteva forte. "Dai Stefano… ti prego…"
"T'imbarazza sentirtelo dire?"
"Mi stai prendendo in giro…"
"Non ti sto prendendo in giro. Ti trovo davvero bellissima."
Nel dirlo avvicinò le sue labbra a quelle della donna che non ebbe il tempo di ritirarsi.
Le labbra si toccarono, le lingue si sfiorarono per pochi attimi. Lei percepì il proprio corpo rispondere a quel bacio.
"Ora torno di là, ti lascio cucinare in pace...Ma presto tornerò, e vorrò baciarti ancora." continuò dall'altra stanza.
Deborah era rimasta immobile e confusa. Cercò di tornare a concentrarsi sul lavoro da fare. Non era così semplice.
Si passò la lingua sulle labbra e poi le strinse come se sentisse ancora quel bacio. Non riusciva a trattenere i pensieri su tutto quello che le era successo.
"Guarda che tocco morbido hanno le tue mani..." Stefano era nuovamente dietro di lei. Si era avvicinato alle sue spalle senza far rumore. Le labbra di lui cominciarono a posarsi sul collo. Il suo corpo era scosso da un fremito così forte da dover stringere le cosce per controllare l'eccitazione. Si girò verso Stefano quasi per ribellarsi.
"Lasciati andare, baciami" le disse sussurrando.
Si avvicinò nuovamente alle sue labbra per sfiorargliele con la lingua lentamente, poi la fece scivolare nella bocca di Deborah che finalmente la accolse in modo morbido e passionale. Lo strinse tra le braccia premendo il seno contro il suo petto. Stefano senza smettere di baciarla, iniziò ad accarezzarla provocandole molti brividi caldi. Quando le sue mani virili trovarono le natiche se la tirò con forza ancora più vicino a sé. Deborah sospirò forte, facendogli capire che doveva osare ancora. Le mani di Stefano palparono a lungo da sopra la stoffa della gonna per poi cercarne velocemente di insinuarsi sotto. La coscia di Deborah vibrava calda fra le sue dita.
"Autoreggenti…" sussurrò Stefano sorpreso ed eccitato appena le sfiorò le calze.
Deborah arrossì. Stefano sorridendo del suo imbarazzo osò ancora. Le sue mani sollevarono la gonna, finché mise a nudo lo slip che copriva le sue natiche morbide. Lei sentiva il corpo sciogliersi tra le sue mani e indecisa fra imbarazzo ed eccitazione, cercò ancora le sue labbra. Bocca su bocca, si baciarono ancora. Stefano succhiando la lingua di lei raggiunse con le dita l'elastico delle mutandine.
"Che cosa fai?" reagì lei, confusa.
"Toglitele, dai..." rispose deciso.
"Sei pazzo?... No, ti prego... Devo cucinare..."
"Toglitele, e ti lascio cucinare in pace..." Stefano non attese la risposta e con un gesto delicato ma deciso le fece scivolare a terra.
Deborah non disse una parola ma alzò la gamba per sfilarle completamente. Stefano s'inginocchiò, le raccolse e stringendole ne annusò il profumo.
"Continua quello che stavi facendo, non badare a me…"
Deborah tornò a cucinareverso il tavolo, accettando il gioco di far finta di nulla, di ignorare che lui era rimasto sdraiato a terra osservava quel paradiso di pelo nero.
"Che meraviglia..." sospirò poco dopo Stefano sfiorando con le dita il suo inguine.
Deborah sussultò, ma invece di stringere le cosce le aprì ancora un poco. Ora si ritrovava l'indice ed il medio del mio fidanzato infilarsi dentro la sua figa bagnata che gli si offriva.
"Oohh Stefano…" le sfuggì un sussurro.
"Non dire nulla… continua a preparare la cena…" le ordinò lui da terra dolcemente mentre cambiava posizione. Deborah ci provò, ma non riuscì a trattenere un lungo gemito quando la lingua di lui iniziò a sfiorare la vagina morbida e bagnata infilandosi piano tra le sue labbra umide.
"Stefano… ti prego… su…". Ma il suo corpo andava incontro a quella lingua audace e sfacciata.
Chiuse gli occhi e si lasciò andare al piacere. La lingua di Stefano sembrava capace di infilarsi ovunque, fuori e dentro di lei, cambiando continuamente ritmo. Proprio quando sentiva sempre più vicino il momento dell'orgasmo Stefano cominciò a concentrarsi sul clitoride facendola esplodere intensamente nel giro di qualche secondo in gemiti di piacere.
"Sei davvero un pazzo…" sussurrò, con il respiro affannato.
"Scusami, ma a quello spettacolo non ho resistito", le stava dicendo con la bocca ancora umidi di lei. "Ma ora ti lascio cucinare, promesso… Vado ad apparecchiare la tavola. Aspetteremo Sabrina che è andata a prendere Franco e Maria Stella alla stazione"
Sabrina
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domenica 27 maggio 2012

Solo per una volta

Ricevere a pranzo quella donna non fu una prova facile da affrontare, per nulla. Tutto sommato era quella che ci stava ricoprendo di denaro e una mossa falsa avrebbe potuto rovinare tutto, d'altro canto però sembrava anche poco interessata al sesso e questo mi preoccupava ancora di più.
Bisognava metterla suo agio era la mia unica preoccupazione. Stefano lavorò sodo in cucina tutta la mattina, voleva che tutto fosse perfetto. Si presentò puntuale con due bottiglie di vino costosissimo e un vassoio di dolci che avrebbe sfamato un esercito. Questa donna non ha il senso della misura pensai ma la sua incapacità sociale mi infuse una profonda tenerezza, capii le parole di Stefano, lui l'aveva fatta sentire donna dopo tanto tempo e ora non desiderava altro che un'amicizia. Approfittai degli ultimi preparativi di stefano in cucina per studiarla, no non era il tipo di donna in cerca di solo sesso, decisamente.
A tavola invece il discorso si spostò prima sulla nostra storia che non vi racconto perchè la sapete già poi su questo lavoro di Stefano. era solo un modo per arrotondare, un lavoro vero lui lo aveva e Deborah ne potè constatare la bravura divorando tutto fino all'ultimo boccone. Naturalmente anche il vino scorse a fiumi nella sua gola, si sentiva in pace finalmente, non stava ribando l'uomo di un'altra, lo stava condividendo. Tolti i sensi di colpa forse avrebbe potuto lasciarsi andare più facilmente.
Complice l'alcol che iniziava a fare effetto la donna volle essere raccontata le nostre avventure, toccò a me descrivere i nostri amici con puntuali dettagli sulle loro caratteristiche intime. Sembrava divertita e anche piuttosto eccitata.
"Sabrina tu sei davvero una donna speciale e non devi in alcun modo preoccuparti di me, non ho intenzione di rubarti il tuo Stefano, anzi spero vogliate accettare il mio aiuto per il vostro matrimonio. Sarò ben felice di contribuire". Ed era chiaro che si riferisse all'aspetto economico, era il suo modo preferito di trattare con le persone.
Io però sapevo bene che Stefano non era andato con lei per i soldi, il sapore della sua figa gli piaceva sul serio e mi dispiaceva che dovese privarsene.
"Sai alla mia età il sesso non è più così importante, preferisco di gran lunga la compagnia di Stefano in situazioni come l'altra sera a cena, quindi se siete d'accordo non vi chiederò altro".
Questa mossa non ce l'aspettavamo, forse era anche giusto trovare una via d'uscita ma non così presto.
"Non dire così Deborah, il sesso è sempre importante, ormai voi siete amici e questo mi fa piacere, avrai Stefano al tuo fianco tutte le volte che vorrai ma prima ci tengo che tu lo possa avere completamente, almeno una volta".
Deborah era abbastanza sbronza per rifiutare, in più fare l'amore in tre le avrebbe permesso di di superare i suoi sensi di colpa nei miei confronti.
Senza aggiungere altro Stefano le si avvicinò e cominciò a spogliarla. Se le avesse chiesto di fare l'amore come aveva fatto fino a quel momento avrebbe ricevuto il solito rifiuto, era il momento di agire. E senza chiedere nessun permesso prese a baciarla tra le gambe con avidità crescente mentre le infilava una mano tra le natiche per ficcarle un dito nel culo. Io ero sdraiata sul divano e li osservavo con estrema attenzione per capire se Stefano sarebbe stato in grado di portare quella donna complicata verso le vette del piacere.
"Mmmm come sei morbida e tutta calda" le mormorò.
"Oh dolce piccolo Stefano, non mi basta, hai deciso tu di portarmi fino a questo punto e allora mi inculerai!".
Non potevamo credere alle nostre orecchie, ma era evidente che fosse l'alcol a parlare per lei dicendo cose che non avrebbe mai osato dire ma che desiderava fortemente.
"Come sei sexy" continuò Stefano "Sei una donna bellissima, baciami il cazzo e fammi godere tanto, lo desidero tesoro".
Senza aspettare la risposta le andò incontro al viso con il cazzo ritto, lei goffamente lo agguantò per le chiappe che si trovò divaricate sotto le mani e finì per tastargli il buco del culo con un dito. Alzò la testa e si trovò a leccare quel buchetto peloso mentre cercava di infilargli un dito. Stefano la masturbava per evitare che si rendesse conto di quanto si stesse lasciando andare.
Deborah aveva la bocca piena di saliva che riversò sull'uccello del mio fidanzato quando lo trovò rusucchiandola.
La scena mi eccitava moltissimo, ero tutta bagnata ma non volevo assolutamente fare nulla che potesse interrompere il piacere della donna.
Finalmente stava sperimentando la libertà totale di dare sfogo a desideri accumulati da anni.
Continuava a far scorrere la lingua su tutta l'asta, andando ad infilare il naso sotto le palle, sull'ano.
Eppure sentiva che non le bastava. Gli scostò le natiche pelose e infilò la lingua nel buco poi ritornava sull'asta senza sosta percorrendo tutto il tragitto in continuazione.
In quel modo Stefano arrivò all'orgasmo sulla sua lingua che si divideva tra il cazzo e l'ano.
"Oh tesoro sei grande!" sospirò Stefano stremato.
"Fammi venire, ti prego fammi venire" le rispose lei. Finalmente lo aveva detto!
"Sabri amore vieni a darmi una mano". Non ero certa di cosa intendesse ma li raggiunsi.
"Tienile aperte le gambe e la figa così sarò più libero di leccarla arrivando con la lingua dove nessun uomo è mai arrivato".
Con due dita raggiunsi le grosse labbra mature di quella figa pelosa, le separai e le tenni aperte al massimo.
"Aaaah!" gridò lei non appena la lingua di Stefano le affondò nella vagina completamente dilatata, e finalmente venne con una colata di liquidi densi che le arrivarono fino al culo.
Ma a quel punto Stefano era nuovamente duro, gli presi l'uccello in mano e lo guidai io verso una penetrazione profonda in quella figa così calda. La testa del cazzo di Stefano si impregnò degli umori della donna, la figa glielo risucchiava e lui la impalava con ritmo crescente.
Lasciai che si lavorassero a vicenda verso il loro nuovo orgasmo finchè Stefano scaricò il suo seme sui peli folti della donna che urlava di piacere.
Passato l'orgasmo venne il momento più delicato da affrontare, l'imbarazzo per quello che era successo.
Ma l'accordo era già stato fatto, solo amici d'ora in poi e nel caso in cui non sarebbero riusciti a controllare gli ormoni io sarei dovuta essere sempre presente. Lei voleva così e non ammise repliche.
Sabrina
Una cena di affari.

(in foto: Linda, legsonshow.com)

Deborah passò a prendermi a lavoro alle sette di sera. Aveva una macchina che sembrava un astronave; un SUV, per intenderci. Enorme, nero. Quando salii a bordo lei mi sorrise e mi baciò le guance. Era molto elegante, perchè chiaramente la cena a cui avrei dovuto accompagnarla era davvero importante. Quindi mi ero organizzato anche io e avevo indossato una camicia bianca e una giacca, che utilizzavo soltanto per i grandi eventi: cerimonie, matrimoni e questo genere di cose. Ebbene, in macchina Deborah continuava ad essere molto tesa. Per rompere il ghiaccio le domandai come si sentiva.
"Bene" mi rispose. "E tu?".
"Non c'è male".
"Sai, ieri non mi hai detto molto di te. Ho parlato tutto il tempo dei miei problemi e mi sono accorta di conoscerti così poco".
"Cosa vuoi sapere?".
"Beh, innanzitutto perchè fai questo lavoro" Deborah non mi guardava mai negli occhi, non so se era troppo attenta alla strada o se era semplicemente timidezza. "Sai, fare quelle cose... con donne che magari non ti piacciono neppure... perchè?".
"In realtà è successo tutto per caso. Susan è stata la mia prima cliente. Ma la storia è troppo lunga da raccontare. Piuttosto, posso avere una domanda di riserva?".
"Ce l'hai la ragazza?".
"Sì, e tra qualche mese ci sposiamo".
"Oddio" sussurrò. "Sto andando con l'uomo di un'altra. Adesso sì che mi sento uno schifo".
"Ma no, non devi preoccuparti. Lei lo sa".
"E non dice niente?".
Anche questa era una lunga storia che non mi andava di raccontarle. Ma le promisi che se voleva, gliel'avrei fatta conoscere. Arrivammo al ristorante alle otto; luci soffuse, musichetta jazz in sottofondo, e tanta gente in abiti da affari. Un ambiente molto raffinato, adatto per aristocratici e grandi manager. Le persone con cui avremmo cenato ci stavano aspettando ad un tavolo lungo. Erano in tutto dieci, sette uomini e tre donne. Deborah mi presentò loro come il suo compagno. Mi misi a sedere tra Deborah e una delle tre donne; una signora molto distinta, piena di gioielli e un tailleur che costava quanto il mio stipendio. Era la moglie di uno dei grandi manager seduti al tavolo. Mi sorrise, poi ritornò ad ascoltare il discorso che sembrava farsi serio. Si parlava di cifre, di somme, di preventivi. Ci capii poco. Si discuteva della costruzione di un edificio, e Deborah, in quanto ingegnere edile, avrebbe dovuto occuparsi della realizzazione. Ci portarono da mangiare. Sapete quei piattini della nouvelle cuisine? Che pare che il cuoco aveva appena sputato nel piatto. Insomma quei piatti che dopo cinque minuti c'hai ancora fame. Beh, vi assicuro che io, essendo cuoco, preferisco di gran lunga la cucina casereccia. Ma purtroppo, in questi ambienti, le meraviglie della tavola non sanno neanche dove stanno di casa. Ogni tanto Deborah mi accarezzava la mano e mi sorrideva. Non so cosa volesse trasmettermi. Forse cercava solo un pò di sostegno. Doveva essere una persona molto sola. Per questo mi aveva chiesto di accompagnarla alla cena. Ad un certo punto sentii una mano accarezzarmi una coscia, lì sotto il tavolo. La mano iniziò a salire lentamente, fino a raggiungere il mio cazzo. Lo tastò bene, per sentirne la consistenza. Era mezzo duro, ma fece presto a raggiungere l'erezione. Mi guardai accanto; era la moglie del grande manager. Mi sorrideva e mi accarezzava il cazzo da sopra i pantaloni. Avvicinò la bocca al mio orecchio e mi sussurrò qualcosa.
"Che gran bel cazzo che c'hai. Quanto vuoi?".
La donna aveva tra i quarantacinque e i cinquant'anni. Aveva i capelli rossicci corti, un naso all'insù che la faceva sembrare una porcella. Non era proprio male. E poi mi eccitano le donne col tailleur.
"Sei arrapata?" le chiesi.
"Da morire" sussurrò. "Dai, quanto vuoi?".
"Seicento" pensai che ad una come lei potevo chiedere qualsiasi cifra.
"Sei un pò caro" mi sorrise. "Ci vediamo al bagno delle signore. Cerca di non dare nell'occhio. Vado prima io, tu mi raggiungerai dopo qualche minuto".
La donna si alzò dal tavolo, spiegando al marito che andava a rifarsi il trucco. Dopo qualche minuto mi alzai anche io e andai verso il bagno delle donne. Entrai e lei era lì. Il bagno era piccolo, c'era uno specchio, un lavandino con la rubinetteria scintillante e una porticina che nascondeva una tazza bianca e pulita. La donna non perse tempo e mi spinse contro il lavandino, inginocchiandosi ai miei piedi e abbassandomi la lampo dei pantaloni. Tirò fuori il mio cazzo eretto e iniziò a leccarlo lungo tutta l'asta, poi infilò in bocca il glande e fece roteare la lingua tutt'intorno. Cazzo, se era brava! Le misi una mano tra i capelli e l'aiutai nei movimenti. Ad un certo punto si alzò e con una certa violenza mi trascinò oltre la porticina, e mi fece sedere sulla tazza del cesso.
"Lo voglio dentro, tutto. Tutto" diceva. "Tutto dentro". Aveva il fiatone.
Si tirò su la gonna e si spostò il lembo delle mutandine bianche, e mi si mise sopra, infilandosi nella vagina il cazzo. Tra le gambe c'aveva un lago e il cazzo venne letteralmente risucchiato dentro. La donna alzò la testa e chiuse gli occhi, e iniziò ad andare su e giù, cavalcandomi selvaggiamente.
"Dio mio, che cazzo che c'hai!" mi diceva.
Con le mani raggiunsi le sue natiche, morbide e con un filo di cellulite. Gliele palpai e poi la colpii con qualche schiaffo. Sembrava piacerle, perchè quando lo facevo ansimava con più intensità. Sarà la posizione scomoda, ma durai molto tempo.
"Dimmi quanto sono zozza" mi chiese.
"Sei una porca" e a quel punto la donna mi colpì con uno schiaffo, ma senza smettere di cavalcarmi.
"Non permetterti di chiamarmi in quel modo" capii che quell'atteggiamento faceva parte del gioco. Poi mi prese per i capelli e mi tenne la testa ferma, e prima che potessi capire cosa stesse per fare mi sputò sul viso. La sua saliva mi finì sullo zigomo. "Pensa a scoparmi, porco".
Mi stava umiliando. Faceva parte del suo gioco. E non credo che potevo protestare, dal momento che avrebbe sborsato seicento euro per quella prestazione. Ad un certo punto mi fece alzare dalla tazza e si andò a mettere con il busto piegato contro il lavello, e mi offrì le natiche. Mi misi dietro di lei e ritornai a scoparle la vagina. Un altro paio di minuti e lei raggiunse l'orgasmo, e qualche secondo dopo toccò a me, così uscii dalle sue labbra e appoggiando il cazzo tra le due natiche iniziai a fiottare. La sborra saltò sul suo culo e scivolò giù, verso le cosce. Dopo essersi ripresa, cercò nella borsetta il denaro. Mi diede i seicento contrattati e mi accarezzò il viso.
"Sei un tesoro. Come ti chiami?".
"Stefano".
"Stefano. Che bel nome. Me lo lasci il tuo numero di telefono?".
Ritornammo al banchetto. Deborah mi sorrise. Fino alla fine della serata, la donna non mi degnò di uno sguardo. Forse non voleva dare nell'occhio. Solo alla fine, quando lasciammo il ristorante, e quindi ci salutammo tutti, lei mi accarezzò il culo fugacemente e mi sussurrò qualcosa nell'orecchio: "alla prossima, stallone".
Stallone? Mi aveva chiamato stallone. Io? Ma possibile? Possibile che mi stavo trasformando in uno stallone, come Giuliano? Bah, io continuai a pensare che fosse stata la posizione scomoda a farmi durare così tanto. Ma chi lo sa. Deborah mi riaccompagnò a casa col suo SUV. Mi disse che la cena era andata alla perfezione. Il lavoro era suo. Mi parlò così tanto di quel progetto, ed era così felice di poterlo realizzare che quasi si mise a piangere. Ero felice per lei. Una donna così fragile aveva bisogno di quelle gratificazioni.
"Non vuoi fare l'amore?" le domandai.
"L'amore?" sembrò distratta, come se non riuscisse a capire quello che le dicevo. "Ah, certo. L'amore. Scusami, non avevo capito".
"Oppure vuoi solo la bocca?".
"Oh no, Stefano. Ti ringrazio, ma quello che volevo era solo che mi accompagnassi a questa cena. Non volevo andarci da sola. Sai, certe volte mi sento molto triste. Ti confesso che non ho molti amici. Oddio, chissà cosa penserai di me" si mise a cercare i soldi nella borsa, ma io le fermai il braccio.
"Non voglio i tuoi soldi" le dissi.
"Come sarebbe a dire?".
"Averti accompagnato alla cena è stato un piacere. Io sono un tuo amico, Deborah. Non devi pagarmi. Non avrebbe senso".
A Deborah gli brillarono gli occhi e qualche lacrima gli rigò il viso. Poi mi abbracciò, stringendomi forte e iniziò a singhiozzare.
"Perchè piangi?".
"Non lo so" e invece io lo sapevo benissimo. Perchè Deborah aveva bisogno di un amico, e ora ne aveva trovato uno.
"Ascolta, domani ti andrebbe di venire a pranzo da noi? Così magari conosci Sabrina. Ti va?".
"Sì, sarebbe molto bello".
"Allora a domani".

Stefano.