giovedì 12 aprile 2018

L'ultimo scoglio.

L'ultimo scoglio.

(in foto: Jonelle Brooks, JonelleBrooks.com)


   Come vi ho detto nel post precedente, Beatrice si faceva rimorchiare con una facilità imbarazzante. La maggior parte delle volte lo faceva in cambio di denaro, ma altre volte invece lo faceva perché le andava di farlo, perché magari incontrava un toro da monta che gli piaceva davvero e allora si faceva ingroppare. Una volta è successo che si è lasciata rimorchiare addirittura in mia presenza, anche se per essere più preciso devo dire che avevano rimorchiato entrambi, sia lei che me. Questo di solito è quello che succede alle coppie cuckold, e cioè che il bull rimorchiando la donna rimorchia anche il suo uomo, invitandolo a guardare quello che sarebbe successo, e cioè la presa di possesso della lei della coppia da parte del toro. Però io e Beatrice non avevamo mai avuto un’esperienza cuckold, e quindi non eravamo una coppia incline a questo genere di pratiche. Lei andava a letto con altri uomini, questo sì, ma mai in mia presenza. E invece quel giorno successe proprio questa cosa: un toro si mise a rimorchiare Beatrice davanti ai miei occhi e lei ci stava, si lasciava corteggiare e sembrava felice come una pasqua di questo. E io, a quel punto, ero diventato automaticamente il fidanzato cuck che assiste alla presa di possesso della sua ragazza.
   Questo episodio è accaduto al mare. Io e Beatrice eravamo soliti frequentare una spiaggia naturista che si chiamava “l’ultimo scoglio”, ed era una spiaggia sì naturista ma principalmente frequentata da gente che ci veniva solo per scopare. C’erano molti transgender come Beatrice, qualche coppia in cerca di trasgressione e un sacco di allupati che avrebbero ficcato il loro biscotto in qualsiasi tipo di buco. Noi ci andavamo prima di tutto perché era una spiaggia incontaminata, che per arrivarci dovevi fare un chilometro a piedi, e quindi questo ti assicurava una serenità che avresti faticato a trovare altrove. E poi ci andavamo perché era la spiaggia preferita dalle amiche di Beatrice, tutte ragazze come lei, cioè munite di un pezzo di carne tra le gambe.
   Ebbene quel giorno, quando fummo rimorchiati, in spiaggia non c’era quasi nessuno. C’erano tre o quattro ombrelloni piantati nella sabbia, tra cui il nostro. Io e Beatrice eravamo a riva, con l’acqua che ci arrivava fino alle caviglie, senza dirci nulla, semplicemente eravamo lì a lasciarci baciare dal sole e a goderci quel caldo pomeriggio. Ad un certo punto ci si è avvicinato questo toro. Devo dire che non mi ero accorto della sua presenza in spiaggia, eppure era lì già da un pezzo e ci stava osservando da parecchio. E infatti per rompere il ghiaccio ci disse subito questa cosa, e cioè che non riusciva a fare a meno di guardarci.
   “Sai, hai una fidanzata molto bella” mi disse, e allo stesso tempo accarezzò il viso di Beatrice, la quale se lo lasciò fare con molto piacere. Mi accorsi subito che Beatrice era già sua. Quando lei decideva che voleva dare via il suo buco del culo ad un uomo lo si capiva subito. Lo capivo da come guardava l’uomo in questione, con quei suoi occhi carichi d’amore e di passione. Praticamente era un libro aperto, e quando decideva di darsi via te lo faceva capire senza tergiversare troppo.
   Tra l’altro il toro aveva un cazzo enorme, ed era già bello duro, svettante verso l’alto, che non vedeva l’ora di entrare nel corpo della mia Beatrice. Era così grosso che né io né lei potevamo fare a meno di guardarlo, lei perché probabilmente aveva l’acquolina in bocca, e quindi lo avrebbe accolto molto volentieri in culo, e io perché ero affascinato da tutta quella potenza sessuale, e… sì, in fondo ne ero attratto anche io. Come posso nasconderlo? Mi piaceva un casino. Era proprio la massima espressione del sesso. Quella cappella turgida rosa, come un bombolone gigante alla fragola, e con un corpo possente contornato da grosse vene verdi e viola, e quelle grosse palle taurine sotto, pronte per essere svuotate nel condotto anale della mia Beatrice, o forse sul suo viso, con una colossale cumshot. 
   “Quindi ti piace la mia fidanzata?” gli chiesi. In verità non sapevo cosa dirgli, perché era venuto da noi all’improvviso, e le sue intenzioni erano così evidenti, voleva incularsi Beatrice. E lei lo aveva capito benissimo, e non sembrava dispiacergli, anzi, sembrava decisamente propensa a dargli ciò che voleva. E io non sapevo precisamente come comportarmi; potevo dirgli che essendo la mia fidanzata non poteva averla, oppure potevo temporeggiare e vedere come andava a finire quella storia. E quindi decisi di adottare la seconda possibilità.
   “Perché, non si vede?” domandò divertito spingendo il busto in avanti e mettendo in mostra (come se non ci avessimo fatto ancora caso) la sua enorme erezione.
   “Certo, solo un cieco non lo vedrebbe” risposi guardandolo di nuovo, e anche Beatrice ci buttò un’altra occhiata, ma morsicandosi il labbro inferiore e quindi esternando la sua voglia di giocarci e farlo godere. “Un gran bel cazzo, non c’è che dire. Ma non credo che alla mia fidanzata interessi”.
   “Non direi, visto il modo in cui me lo guarda”.
   In effetti aveva ragione. Beatrice era proprio rapita da tutto quel ben di dio. Guardava quella trave di carne con gli occhi a forma di cuoricino. Comunque cercai di portare il discorso da un’altra parte, proprio per perdere tempo e vedere a dove voleva arrivare, ma lui non ne voleva sapere di mollare la presa, continuando a ripetere con insistenza che Beatrice era fantastica, che aveva un culo divino (in effetti il culo di Beatrice avrebbe fatto invidia a qualsiasi ragazza) e una bocca che sembrava fatta apposta per  sbocchinare. E lei ormai era completamente sua, e lui lo sapeva benissimo. Insomma ad un certo punto pensai che fosse giunta l’ora di farmi da parte. Era chiaro l’interesse della mia fidanzata per lui, quindi cosa dovevo fare io? Dovevo solo farmi da parte. Tra l’altro ormai la conversazione tra me e lui era già finita da un pezzo, ormai il dialogo era soltanto tra loro due. Ma più che un dialogo era un vero e proprio flirt spinto, fatto di carezze e ammiccamenti. Quindi decisi di dichiarare la mia sconfitta. Mi avvicinai a loro due e gli dissi che poteva prendersela, perché la mia fidanzata ormai era  sua. Cioè si vedeva che Beatrice si era invaghita di lui. Quindi stando così i fatti io mi toglievo di mezzo.
   “Ma cosa dici?” domandò lui sorpreso.
   “Quello che ho appena detto. Io tolgo il disturbo. Hai tentato di rimorchiare la mia fidanzata e ci sei riuscito, quindi io me ne vado” e lo dissi con molta amarezza, e anche con un pizzico di rabbia, ma lui mi fermò dicendomi che non avevo capito nulla.
   “Cosa intendi dire?” gli chiesi.
   “Io non intendevo rimorchiare la tua fidanzata, io volevo rimorchiarvi entrambi”.
   “Entrambi?!” ero un po' perplesso.
   “Sì, tutti e due. La mia idea era quella di invitarvi a casa mia a passare la serata insieme. Sono sicuro che sarà molto divertente”.
   Capite dov’era il punto? Il toro non voleva lei, voleva entrambi. Ma a quel punto non seppi cosa dire. Guardai Beatrice e lessi nei suoi occhi la sua volontà di accettare l’invito, indipendentemente dalla scelta che avrei preso. Quindi se io dicevo di no lei ci sarebbe andata lo stesso. Quindi decisi di andarci. Perlomeno potevo tenere lui sotto controllo mentre si faceva la mia fidanzata. Perché era ovvio che sarebbe successo.

Rocco.

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