lunedì 9 novembre 2015

Cena con dessert di cazzi.

(in foto: AJ Applegate, DP My Wife With Me 8, RealityJunkies.com)


   Mio fratello mi aveva telefonato per darmi le ultime notizie. Da quando mi ero trasferita Rocco mi aveva chiamato poche volte, e se lo aveva fatto era per dirmi qualcosa di importante. Quella volta mi chiamò per dirmi dei nostri vecchi; nostro padre aveva fatto un'altra delle sue follie. Era partito per le vacanze con mia madre e il suo toy boy. Non credete sia una faccenda alquanto strana? E oltre a dirmi questo mi aveva anche raccontato delle sue nuove eccitanti avventure con Laura. Quello che mi disse mi stupì non poco. Non credevo che Laura fosse capace di fare cose del genere. L'avevo sempre vista come una ragazza acqua e sapone, a cui il massimo che un uomo poteva chiederle era di dare una leccatina al proprio cazzo. Mi sbagliavo. Laura a quanto pare nascondeva anche lei un pò di porcume, come ognuno di noi, e a quanto pare era riuscita a tirarlo fuori.
   La faccenda dei nostri genitori era davvero forte. Era chiaro sia a me che a Rocco che al loro rientro sarebbero ritornati come marito e moglie, e non più come una coppia separata. Qualsiasi cosa avessero deciso di fare comunque non era un mio problema. Io mi godevo la mia meritata indipendenza. Da quando mi ero trasferita, e soprattutto da quando avevo litigato con mia madre, non avevo fatto altro che dedicarmi a me stessa. Con il nuovo lavoro allo strip bar potevo permettermi il lusso di una mansarda tutta mia, dove potevo fare quello che volevo senza dare conto a nessuno. E infatti feste e cene tra amici erano all'ordine del giorno.
   Proprio quella sera infatti avevo organizzato una cena tra amici. Ultimamente avevo cominciato a frequentare un collega di lavoro, quel Jeremy Q di cui vi ho parlato in precedenza. Eravamo diventati molto amici, e lui mi aveva spalancato le porte del suo mondo gay friendly. Se non sbaglio vi ho detto anche questo, cioè che Jeremy Q era gay, e lo erano anche tutti i suoi amici con cui spesso uscivo la sera, e con cui condividevo delle serate magiche nei locali gay e lesbo più conosciuti della città. Jeremy Q e i suoi amici mi facevano sentire speciale, nonostante fossi l'unica del gruppo ad essere etero. Con loro mi divertivo davvero.
   Ebbene, quella sera sarebbero venuti da me a cena. In tutto erano otto, e mi ero data da fare ai fornelli per tutto il giorno. Mio padre mi aveva insegnato a cucinare qualche specialità, e quella sera avevo sfruttato tutti i suoi insegnamenti per fare colpo sui miei nuovi amici. Ci tenevo a fare bella figura. Fin da quando ero entrata in quella comitiva ero sempre stata trattata come una regina; mi adoravano, mi riempivano di lusighe, e ogni volta che uno di loro lo faceva io mi scioglievo, perchè non lo facevano con l'intento di venire a letto con me (non era nei loro interessi, erano tutti gay), ma se mi facevano un complimento era perchè lo pensavano davvero. E quella sera avevo voglia di stupirli, dimostrandogli che potevo essere anche una cuoca sopraffina. La cosa strana sapete qual'era? Era avere tutte quelle attenzioni da parte di otto bei stalloni da monta. Eh sì perchè erano davvero degli adoni. Vederli faceva venire l'acquolina in bocca, coi loro corpi muscolosi e atletici. Non vi nascondo che una volta mi ero anche masturbata pensando a loro, e ero venuta come una fontana, e avevo schizzato umori dappertutto, perchè pensavo a loro, tutti insieme su di me a riempirmi i buchi. Ho goduto così tanto che non potete neanche immaginare. Ma sapevo che poteva essere solo una fantasia. Sapevo benissimo che loro non erano attratti dai miei buchi, ma dai buchi degli uomini come loro.
   In ogni modo la cena ingranò bene come mi aspettavo. Furono tutti colpiti da quello che avevo preparato da mangiare, e come loro solito mi coprirono di complimenti. Jeremy addirittura disse:
- Sei bella da morire, sai cucinare benissimo, sicuramente a letto sarai una bomba del sesso, insomma Moana, sei proprio una donna da sposare.
   E tutti gli altri applaudirono divertiti in segno di approvazione, e io come mio solito diventai tutta rossa per quell'eccessivo carico di lusinghe. Mi sentivo proprio a mio agio con loro. Era come se li conoscessi da una vita, eppure era soltanto un mese che avevo cominciato a frequentarli. Mi avevano accolta nel gruppo con un affetto davvero sorprendente.
   Quella sera a tavola c'era molto vino. Ricordo che dopo il terzo bicchiere cominciai a vedere tutto sotto un'altra ottica, iniziai a sentirmi davvero arrapata. Guardai i miei amici, e ripensai a quando mi ero masturbata pensando a loro. Mi si inzupparono le mutandine in due secondi. Sapete quel raptus di porcaggine che ti viene quando c'hai una voglia matta di scopare? Quando magari c'è qualcosa, uno stimolo che ti accende il desiderio. Ebbene quella sera mi prese quell'impulso incontrollabile che partiva dal cervello e scendeva repentinamente alla vagina, scaldandola come una caldarrosta. Un pò, come ho già detto, per via del vino, un pò perchè i miei nuovi amici erano molto gnocchi, con quei pettorali e quelle braccia muscolose, quei colli taurini, le loro mani calde, il profumo dei loro corpi. Era un tutt'uno che mi fece surriscaldare, mi venne voglia di sentirmeli tutti addosso, in una gangbang selvaggia. E forse sarà stato anche il discorso che avevamo intrapreso a tavola; uno dei miei amici aveva detto di essere stato a letto con un tizio con un membro di trentacinque centimetri, ma nessuno di noi volle crederci, e allora cominciammo a parlare della misura giusta, e ognuno di loro disse quella del proprio membro, che si aggirava tra i venticinque e i trenta. E allora me li immaginai nudi, coi cazzi svettanti verso l'alto, tutti per me, e questo mi fece eccitare come una cagna. Così me ne andai in bagno e mi ci chiusi dentro per qualche minuto. Mi guardai allo specchio e cercai di calmarmi. Avevo il batticuore per quello che avevo in mente di fare. Feci un lungo sospiro e mi spogliai sfilandomi il vestitino e il perizoma. Adesso che ero completamente nuda ritornai dai miei amici. Mi misi lì di fronte a loro e mi lasciai guardare. Quella mia improvvisata li lasciò senza parole. Mi avevano già vista nuda allo strip bar, quindi non era la prima volta, ma vedermi nuda in un contesto diverso da quello lavorativo li fece rimanere a bocca aperta.
- Gnoccolona! - urlò Geremy e scoppiammo tutti a ridere.
- Che ne dite di trasformare questa cena in una serata nudista? - domandai.
   Si guardarono tutti per cercare di capire se stessi facendo sul serio. Era chiaro a tutti che una volta tolti i vestiti si sarebbe scatenata un'orgia colossale, quindi bisognava stare attenti. Molti dei presenti erano fidanzati, e tra l'altro alcuni dei loro partner erano lì.
- E dai! - dissi. - Tirate fuori i vostri bei cazzi.
   A quel punto si scatenò una sorta di spirito cameratesco e cominciarono a spogliarsi. Io andai a sedermi sul divano a godermi lo spettacolo. A poco alla volta vedevo comparire i loro attrezzi del piacere e potetti constatare che non avevano mentito quando avevano elencato le dimensioni dei loro cazzi; erano tutti tra i venticinque e i trenta. Restai lì sul divano con le gambe oscenamente aperte in attesa che qualcuno venisse ad accontentarmi. Ma avevo fatto i conti senza l'oste. Iniziarono a fare porcate tra di loro, e a me mi lasciarono tutta sola. In pochi attimi nacque un'ammucchiata da cui io fui completamente esclusa. Vidi le prime pazzesche erezioni, cazzi enormi e duri dappertutto, e io lì a guardare e a sgrillettarmi da sola. Tutti che si baciavano, che si toccavano dappertutto, e a me neppure mi guardavano. Mi stavo annoiando a morte. Anche io volevo la mia parte, ma sarebbe stato difficile ottenerla. Penetrare la mia vagina non sembrava minimamente nei loro principali interessi.

Moana.

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