martedì 10 novembre 2015

Un'emozione nuova.

(in foto: Jessie Rogers, HardcoreGangbang.com)


   Lo spettacolo a cui stavo assistendo era del tutto nuovo. Era la prima volta che vedevo un'orgia gay, e io mi sentivo come un pesce fuor d'acqua. La mia presenza in mezzo a quegli stalloni era del tutto inutile. Infatti me ne restai lì sul divano a guardare e a procurarmi piacere da sola, con le mie dita. Tutto quel sesso anale però mi stava facendo impazzire. Non potevo accettare che io fossi l'unica ad avere il culo ancora immacolato. E poi avevo la fighetta in fiamme. Non facevo l'amore da circa un mese, cioè da quando mi ero lasciata con Berni.
   Ebbene sì, io e Berni ci eravamo lasciati, per incompatibilità di carattere. Lui ad un certo punto venne da me con una pretesa assurda; voleva che lasciassi lo strip bar e mi dedicassi esclusivamente a lui. Era stanco del fatto che mi esibissi nuda di fronte ad altri uomini. Per un certo periodo aveva ingoiato il rospo senza dire niente, però poi ad un certo punto era sbottato. Non poteva accettare che mezza popolazione della città vedesse la sua donna così come mamma l'aveva fatta, e quindi mi diede un ultimatum: o lui o lo strip bar. Ci fu una terribile discussione, in cui gli dissi che non mi erano mai andati a genio gli ultimatum, e che quella era la mia vita, e ne lui ne mia madre potevano dirmi cosa fare. Quindi l'ultimatum alla fine glielo diedi io: o accettava il mio lavoro oppure poteva pure andarsene. Berni decise di lasciarmi. E da quel giorno non avevo più fatto l'amore, un pò perchè non mi era capitata nessuna occasione degna di essere presa in considerazione, e un pò perchè la rottura con Berni mi aveva lasciata molto scossa. Stavamo insieme da molti anni, e adesso trovarmi da sola mi aveva un pò disorientata. Ma quella sera, la sera della cena, avevo proprio voglia di rifarmi. Ma i miei amici non ne volevano sapere di riempire anche me. Era chiaro che la mia "merce" così ben esposta non era di loro gradimento. Ma stavo per impazzire. Toccarmi non mi dava alcuna emozione. Volevo un cazzo. Anzi, li volevo tutti. Così ad un certo punto decisi di far presente che mi avevano lasciata da sola.
- Ehi! E a me nessuno ci pensa? - domandai allargando le labbra della vagina per mostrarla a tutti.
   A quel punto si fermarono e mi guardarono divertiti.
- Siete mai entrati dentro una donna? - domandai, e qualcuno rispose di sì, altri invece dissero di no. - Non siate timidi, fatevi avanti.
   Il primo a farsi avanti fu Jeremy, il mio collega dello strip bar, il quale puntò il suo enorme cazzo (che fino a pochi attimi prima era stato nel retto di qualcuno) contro la mia vagina e iniziò a penetrarmi. Dopo dieci minuti si fece la folla intorno a me; tutti volevano provare quella nuova esperienza di entrare dentro una donna. In pochi attimi mi ritrovai tutti i buchi occupati. Non mi davano tregua, se ne sfilava uno e subito ce n'era un altro pronto a riempire il buco che si era appena liberato. E non riuscivo neppure a parlare, perchè praticamente avevo sempre la bocca occupata da un cazzo. Non appena ne usciva uno subito me ne piazzavano un altro dentro. Ad un certo punto credo di aver perso anche i sensi per via dei continui orgasmi che mi stavano donando. Mi lasciai andare esanime, mentre loro continuavano a pomparmi i buchi. Ero completamente sommersa dai loro corpi, incapace di muovermi, erano loro a fare tutto. Qualcuno mi mise le palle in bocca e io le succhiai con le poche energie che ancora mi rimanevano. Poi mi ritrovai davanti alle labbra anche un orifizio anale. Leccai anche quello. Poi altre palle e altri buchi. Qualcuno iniziò a schizzare; sentii i fiotti di sborra calda sulla pelle. A poco alla volta cominciarono a venirmi addosso, da tutte le parti. Alla fine ero stremata e avevo il corpo ricoperto del loro seme. Mi accasciai sul divano come uno straccio logorato a pancia in giù, con la faccia immersa nei cuscini. Ero distrutta ma soddisfatta. Avevo ottenuto quello che cercavo, cioè una bella ripassata. Non era stato facile convincerli a farlo, ma alla fine, vuoi un pò la curiosità di provare qualcosa di nuovo, avevano ceduto e mi avevano riempita tutta. Mi resi conto che per loro doveva essere stata un'emozione completamente nuova. A giudicare da tutta la sborra che mi avevano lasciato sul corpo, per loro doveva essere stata sicuramente un'esperienza piacevole. E il fatto di aver donato il mio corpo ai miei nuovi amici mi faceva davvero molto piacere, soprattutto perchè avevo goduto come una matta.      
   Mi addormentai, e qualcuno di loro mi coprì con una giacca affinchè non prendessi freddo durante la notte. Quando mi svegliai non c'era più nessuno. Però mi avevano lasciato un messaggio sul tavolo che diceva: "sei stata divina". Avevo ancora la mente annebbiata dal troppo sesso (e da qualche bicchiere di vino di troppo) e neanche avevo la forza di rivestirmi o di fare una doccia. Avevo la loro sborra appiccicata dappertutto. La casa era sottosopra e mi ci sarebbe voluta tutta la mattinata per mettere a posto. Ad un certo punto qualcuno bussò alla porta. Andai ad aprire. Ero così confusa che non mi venne neanche per la mente di indossare qualcosa, e al portinaio che mi era venuto a portare la posta a momenti gli venne un attacco cardiaco quando mi vide nuda. Il portinaio aveva una sessantina d'anni, portati malissimo, sembrava che ne avesse settanta, e aveva sempre avuto un debole per me. E ogni scusa era buona per venire a rompermi le scatole. E non dovette sembragli vero vedermi nuda. Ma non provai alcun senso di vergogna. Era innoquo, e probabilmente non gli si alzava neanche più.
- Signorina, ecco la sua posta - disse dopo aver fatto un'accurata panoramica del mio corpo. - Inoltre vorrei segnalarle che i suoi vicini si sono lamentati molto per la confusione di stanotte.
- Mi dispiace. Io e i miei amici abbiamo fatto una gangbang. Non glielo posso assicurare, ma le prometto che non si verificherà più.
- Una... una... gangbang?! - gli stavo venendo un altro mezzo attacco. - Signorina, questo è uno stabile rispettabile.
- Va bene, grazie - cercai di richiudere la porta, ma lui aveva ancora qualcosa da dirmi.
- Vorrei ricordarle che lei è in arretrato con le rate condominiali.
   A quel punto mi guardai intorno, e vidi la mia borsetta per terra a pochi passi. La raggiunsi e mi abbassai a novanta gradi per rovistarci dentro, e il portinaio ebbe l'occasione di vedere com'ero fatta dietro. Le mie natiche si allargarono mettendo in mostra il mio buco del culo, ancora bello largo per il troppo sesso anale della notte precedente. Finalmente trovai il borsellino, presi i soldi per saldare la rata condominiale di quel mese, ma ero ancora in arretrato. Da quando mi ero trasferita non avevo mai pagato. Ero sulla lista nera dell'amministratore. Dopo aver offerto al portinaio il panorama del mio didietro lui sembrava rimasto senza parole. In ogni modo ero troppo impegnata per prestargli attenzione, e così richiusi la porta e cercai di sistemare la confusione dell'appartamento.

Moana.
 

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