sabato 7 luglio 2018

Un tradimento

imperdonabile. 

(in foto: Carter Cruise, BSKow.com)


[postato da Moana]

   Dopo la visita di mia madre ritornai in camera da letto da Berni per concedermi qualche altro minuto di zuccheroso amore prima di andare a lavoro. Berni era ancora nudo ed era sdraiato sul letto con le mani annodate dietro la nuca. Il suo cazzo aveva perso l’energia e il vigore che aveva avuto poco prima, ma d’altronde lo avevo già fatto sborrare due volte, quindi cosa pretendevo?
   “Mia madre è molto contenta che siamo ritornati insieme” gli dissi. “E tu? Sei contento?”.
   “E me lo chiedi? Moana, forse non te lo dico abbastanza spesso, ma io sono pazzo di te. Tu sei tutto ciò che un uomo potrebbe desiderare. Sei la fidanzata perfetta, nonostante la sorprendente quantità di scappatelle che ti sei fatta alle mie spalle”.
   “Beh, ma che c’entra? Io poi ti ho sempre confessato tutto. E poi tu mi hai sempre perdonata”.
   “Sì, quasi sempre”.
   “Quasi?” gli domandai divertita.
   “Sì, quasi. C’è un episodio che probabilmente non riuscirò mai a perdonarti”.
   “Quale?”.
   “Quando mi hai tradito con Mattia”.
   “Mattia?!” ero molto perplessa, perché in verità non ero mai stata a letto con Mattia, quindi non capivo del perché avesse tirato fuori quella storia. “Ma io non ti ho mai tradito con Mattia”.
   “Diciamo le cose come stanno, e cioè che con Mattia mi hai tradito con la testa, e non con il corpo come si fa di solito, e forse è anche peggio”.
   Non riuscivo a credere che Berni considerasse la mia amicizia con Matteo un vero e proprio tradimento, quando poi era stato un semplice rapporto senza alcun tipo di approccio fisico. E poi era riuscito a perdonarmi i tradimenti veri, cioè quelli dove c’era stata penetrazione sia anale che vaginale. Che senso aveva quella cosa? Me lo domandai per tutto il giorno, anche a lavoro, dove con un braccio reggevo la nostra piccola Cleopatra e con l’altro sbrigavo il lavoro di ogni giorno. Ormai Cleopatra era sempre con me al negozio, o perlomeno era con me tutte le volte che la babysitter che avevo assunto non poteva venire. Antonella, la babysitter appunto, era una studentessa universitaria, per cui spesso doveva seguire i corsi e dare gli esami, e quindi Cleopatra la tenevo io.
   E quindi, come vi dicevo, non facevo che pensare a quello che mi aveva detto Berni. Come poteva essere arrabbiato per un’amicizia che avevo avuto tanto tempo fa? Avevamo diciotto anni quando iniziai a frequentare Mattia, e io e Berni eravamo già fidanzati. Mattia mi piaceva, ma come amico, non come possibile uomo con cui farmi una scappatella. Anche perché Mattia non era sto granché. Era simpatico, e poi avevamo gli stessi interessi, ma essenzialmente era brutto da morire. Però mi ci trovavo bene con lui.
   Sì, devo ammettere che aveva un qualcosa di attraente, e forse era il fatto che ci sapeva fare con le ragazze. Infatti nonostante la bruttezza aveva avuto un sacco di storie, ma mai con me. E devo dire che qualche volta ce l’avevo fatto un pensiero di andarci a letto insieme, però poi mi ero tirata indietro, un po' perché non mi piaceva (Berni era cento volte più bello), e poi perché appunto mi dispiaceva cornificare il mio fidanzato con qualcuno che in fin dei conti non ne valeva la pena. Di solito cornificavo Berni soltanto con stalloni da monta di razza, quindi soltanto quando ne valeva la pena di farlo. Con Mattia no, non ne valeva la pena. Lui mi interessava soltanto come amico. Anche se devo ammettere che lui ogni tanto ci provava con me, ma io interpretavo questi suoi tentativi come una forma di gioco. Non ci vedevo mai nulla di malizioso.
   Per farvi un esempio una volta ricordo che eravamo andati in discoteca insieme, senza Berni. Uscivo spesso con Mattia senza il mio fidanzato, e forse proprio questa cosa aveva alimentato in lui una collera che io neppure riuscivo a immaginare. Ma io lo facevo lo stesso, perché appunto non ci vedevo nulla di male. Per me Mattia era un semplice amico. Punto. A quanto pare Berni invece lo vedeva come uno dei tanti che ci provava con me, e a cui io davo corda.
   Quindi, come vi dicevo poco fa, ero uscita con Mattia ed eravamo andati in discoteca. Avevamo ballato tutta la notte; io come mio solito ero vestita come una troia da strada. Quando vado a ballare mi piace vestire in questo modo. Una volta mia madre vedendomi uscire così mi chiese: stai andando a ballare o stai andando a vendere i tuoi buchi sulla statale? Quella stronza di mia madre adorava provocarmi, perché lo sapeva che io mi incazzavo da morire quando lo faceva. 
   Quando si fece ora di ritornare a casa Mattia ovviamente si offrì di riaccompagnarmi. Lo faceva sempre, perché lui aveva la vespa, io invece no, e quindi sarei dovuta ritornare a casa a piedi. E vestita in quel modo certamente non era il caso. Però quella sera mi chiese se potevo guidare io, perché lui aveva bevuto più del solito e quindi aveva la testa un po' annebbiata. Io gli risposi che non c’erano problemi, quindi saltammo in sella e partimmo. Ad un certo punto ad un incrocio un deficiente ci ha tagliato la strada, ma io sono stata abbastanza brava da frenare in tempo, ma la frenata brusca fece sobbalzare in avanti Mattia e quindi sentii la sua erezione premere contro le mie natiche. Sì, Mattia aveva un erezione, piantata direttamente contro il mio culo. Feci finta di niente, perché in qualche modo pensai che era del tutto normale, perché sì sa che i ragazzi a diciotto anni praticamente sono perennemente in erezione. Quello che non immaginavo (o che forse non volevo immaginare) era che quell’erezione era dovuta proprio a me. Era l’effetto che gli facevo io. Quando Mattia era con me era sempre in tiro, e io facevo sempre finta di non accorgermene, perché appunto io in lui ci vedevo un amico, invece lui in me ci vedeva un buco da riempire, più e più volte.
   “Ehi!” esclamai. “Perché sei così duro?”.
   “Sono sempre duro quando sto con te” mi rispose lui.
   “Ma falla finita!” sbottai. “Sei proprio un cretino”.
   Mattia non era un cretino, era semplicemente un rivale di Berni, uno dei tanti, che io stavo assecondando senza rendermene conto. Perché non volevo vedere, perché ero semplicemente cieca di fronte al suo modo di corteggiarmi. Perché quando non vuoi vedere una cosa, pure se te la sbattono in faccia, tu fai finta di non vederla. E forse era questo che Berni non sarebbe mai riuscito a perdonarmi, e cioè il fatto che io stavo dando corda ad un suo potenziale rivale d’amore.

2 commenti:

  1. Ciao....io comprendo Berni ... la penso allo stesso modo .... lui di te ha il cuore ... l'anima.. l'essenza della vita ... con Mattia era diverso aveva paura che ha lui davi di più del semplice corpo..... è una gioia infinita vedere la propria donna godere ....godi con lei .... sai che lei ....anche se sta prendendo un cazzo che non è il tuo .... sai che lei ama solo te .... penso che il cuckold sia un amore infinito...... grazie di tutto attendo sempre un nuovo racconto .... li ho letti tutti.... baci fabio

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  2. Ciao Fabio, è molto bello quello che dici, perché hai colto bene il punto della questione. Questo ci fa piacere per due motivi: prima di tutto perché vuol dire che i nostri racconti sono chiari e di facile interpretazione. E poi ci fa piacere perché è gratificante sapere che c'è qualcuno che li legge. Grazie, e a presto.

    Stefano e Sabrina.

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