sabato 21 luglio 2018

Una moglie

transgender. 

(in foto: Chanel Santini, Control Her, TransAngel.com)


[postato da Rocco]

   Mentre mia sorella Moana cercava di ristabilire l’ordine, ricostruendo la relazione con Berni e facendogli capire che in ogni caso sarebbe stata sempre lei a comandare, io invece stavo cercando di dare una svolta alla mia vita su tutti i fronti. La mia relazione con Beatrice (la mia fidanzata transgender) andava alla grande, e la nostra vita di letto era sempre piena di sorprese. Ormai era diventata quasi una consuetudine far entrare altri uomini sotto le nostre lenzuola. Potrei star qui giorni e giorni a raccontarvi delle innumerevoli esperienze che abbiamo avuto, ma non è di questo che vi voglio parlare oggi.
   Come vi dicevo poco fa volevo dare una svolta alla mia vita, o forse dovrei dire alla “nostra vita”, perché i cambiamenti che volevo apportare riguardavano anche Beatrice. Ma andiamo per ordine. Prima di tutto il mio lavoro non lo sopportavo più. Ormai da parecchi anni lavoravo come cuoco nella cucina di un ospedale, ma non riuscivo ad essere soddisfatto né a livello economico né a livello professionale. Volevo qualcosa di più. E per farlo non avevo altra possibilità che mettermi in proprio. E infatti già avevo cominciato a guardarmi intorno, e in effetti avevo trovato qualcosa di interessante di cui vi parlerò dopo.
   Il secondo cambio di rotta a cui miravo riguardava l’appartamento in cui abitavo; volevo lasciarlo per andare a vivere insieme a Beatrice. Magari in un appartamento lussuoso, come piaceva a lei, perché lei mirava proprio a questo, al benessere, e io volevo darglielo. Beatrice abitava in un tugurio che stava nei pressi della stazione; un appartamento molto piccolo, che non aveva proprio niente a che vedere con quello che lei aveva sempre sognato. E nonostante adesso avesse uno stipendio fisso (era già da un anno che lavorava nello strip bar di mio zio Giuliano) anche lei non si sentiva sufficientemente realizzata. Lei sognava il lusso, sognava una villa faraonica, sognava di essere ricoperta di gioielli e vestiti molto costosi. E spesso devo dire che i clienti dello strip bar le facevano certi regali davvero incredibili; collier di diamanti, orologi d’oro e molto altro, e lei per ringraziarli li portava nel privè e faceva delle cose con loro. Non mi aveva mai detto con esattezza cosa faceva, era sempre rimasta sul vago, ma potevo intuirlo. Ma a me non dispiaceva, perché in fin dei conti era il suo lavoro.
   Io abitavo in un appartamento insieme ad un collega di lavoro di cui vi ho parlato parecchio tempo fa. Lui si chiamava Rocki, ed era una vera macchina del sesso che non faceva prigionieri. Ogni sera si scopava una ragazza diversa. E si era scopato anche la mia Beatrice, più volte, e io non avevo detto niente, in parte perché mi era piaciuto guardarli mentre lo facevano, e poi perché sapevo che lei lo trovava irresistibile, ma in fin dei conti non lo amava. Lei amava soltanto me.
   Beatrice era spesso a casa nostra, e dormiva da noi. Una volta aveva dormito anche nel letto di Rocki, perché avevano fatto l’amore e poi lei era collassata tra le sue lenzuola per l’intenso orgasmo che aveva avuto, e quindi era rimasta con lui. Comunque bisogna dire che lei non faceva che provocarlo, perché quando era da noi spesso girava per casa in costume, oppure completamente nuda, e quindi Rocki appena vedeva quel suo corpo divino gli veniva subito duro, e allora andava da lei e la prendeva da dietro con le braccia e le iniziava a tempestare il collo di baci, e con le mani gli prendeva le tette e iniziava a smanacciargliele, e lei glielo lasciava fare senza opporsi, perché gli piaceva da morire. E poi a quel punto lei si inginocchiava davanti a lui e gli tirava il cazzo fuori dai pantaloni e iniziava a sbocchinarlo. E poi dopo un po' facevano l’amore.
   Una volta ero ritornato a casa dal lavoro e li trovai mentre lo stavano facendo. Lei era venuta a trovarmi, e invece aveva trovato lui, e quindi avevano dapprima fatto un po' di petting sul divano, e poi quando finalmente rientrai dal lavoro loro erano già arrivati quasi alla conclusione del rapporto. C’era Beatrice piegata sul tavolo della sala da pranzo e Rocki che la inculava senza sosta, quasi come se il suo intento fosse quello di rompergli il culo, e le teneva una mano premuta sulla schiena per non permetterle alcun movimento.
   Poi ad un certo punto lui sfilò il suo attrezzo dal condotto anale della mia fidanzata e iniziò a sborrare poderosamente sulla sua schiena. C’era così tanta sborra che alla fine Beatrice decise di andare a fare una doccia.
   Anche per questo motivo avevo deciso di cambiare appartamento e prenderne uno tutto nostro, perché in casa con Rocki praticamente la nostra relazione era continuamente compromessa, dal momento che lui non poteva fare a meno di fare l’amore con la mia fidanzata. Ripeto, non mi dava fastidio quando lo facevano, però mi sarebbe piaciuto ritornare a casa e trovare la mia fidanzata ad aspettarmi, da sola, senza Rocki che consumava tutte le energie di Beatrice. Praticamente avevo un po' di pace soltanto quando ero io ad andare a casa della mia fidanzata, perché lì eravamo soltanto noi due, e quindi potevamo coccolarci tutto il tempo che volevamo.
   Ma la questione della casa sarebbe rimasta in sospeso per altro tempo ancora. Perché prima dovevo pensare ad un altro affare. E cioè, come dicevo prima, avevo pensato di lasciare il lavoro e di mettermi in proprio. E avevo avuto un’idea che se fossi riuscito a portare avanti mi sarebbe fruttata parecchio denaro. Certamente ne avrei speso parecchio per realizzare questo sogno, ma poi avrei anche incassato altrettanto. Si trattava di comprare e rimettere a nuovo un vecchio ristorante che stava sulla spiaggia nudista che io e Beatrice eravamo soliti frequentare, ovvero la spiaggia dell’Ultimo Scoglio.
   Una volta infatti c’era un ristorante, che poi era andato distrutto a causa di un incendio, e quindi era stato chiuso per più di vent’anni. La mia idea era di comprarlo e rimetterlo a nuovo. Ma avevo bisogno di molto denaro per farlo. E soprattutto avevo bisogno delle conoscenze giuste. Ci voleva la licenza per farlo, e le licenze si sa che non è facile averle.
   Se la cosa riusciva ad andare avanti poi avrei comprato la villa faraonica che Beatrice sognava da sempre, e le avrei chiesto di sposarmi,  e saremmo stati felici per tutta la vita, anche se lei indubbiamente avrebbe avuto rapporti con altri uomini, perché non ne poteva fare a meno. La mia fidanzata era innamorata dell’amore, e poi era bellissima, per cui era normale se altri uomini avrebbero cercato di portarsela a letto. E lei non era mai stata molto brava a resistere alle tentazioni. Però l’importante per me era sapere che nonostante tutto lei sarebbe stata in ogni caso mia moglie.

Nessun commento:

Posta un commento