martedì 14 agosto 2018

La nostra piccola

oasi del piacere. 

(in foto: Chloe Vevrier, ChloesWorld.com)


[postato da Stefano]

   Dopo le proteste da parte delle donne del villaggio riuscimmo a trovare un luogo appartato dove poter lasciare Sabrina libera di poter prendere il sole integrale. Un luogo sicuro dove le sue grosse tette non avrebbero suscitato l’indignazione di nessuno, e abbastanza isolato da permetterle di disfarsi anche del pezzo di sotto. E dal momento che lei era completamente nuda anche io e Giuliano decidemmo di fare a meno dei nostri costumi. E devo riconoscere che l’enormità dell’attrezzo di Giuliano mi metteva un po' in imbarazzo. Non che io ce l’avessi piccolo, piuttosto ce l’avevo nella media, ma il suo era proprio enorme, e Sabri non faceva che guardarglielo, e non perdeva occasione per accarezzarglielo di tanto in tanto, e ogni volta che lo faceva notavo che gli si invigoriva, prendeva consistenza fino a quando poi raggiungeva la massima erezione, e a quel punto Sabri gli chiedeva se gli andava di andare a fare il bagno. Ma dietro quella domanda c’era un significato ben preciso; mia moglie in realtà gli stava chiedendo se aveva voglia di fare l’amore. E ovviamente lui non rifiutava mai, soprattutto quando aveva la trave in erezione, che Sabrina aveva fatto indurire con le sue carezze e i suoi baci appassionati.
   A quel punto li vedevo andare verso l’acqua, mano nella mano come due innamorati, e quindi si immergevano e camminavano per un po', fino a che il mare non gli arrivava fino al petto, e a quel punto iniziavano, lui la penetrava, a volte analmente ma anche vaginalmente, e facevano l’amore, cullati dalle deboli onde che ogni tanto si infrangevano delicatamente sulla loro pelle.
   Questo lembo di spiaggia, che noi avevamo ribattezzato “la nostra piccola oasi del piacere”, dove eravamo liberi di dare libero sfogo al nostro amore, si trovava a circa due chilometri dalla spiaggia del villaggio turistico, era precisamente a metà strada tra il villaggio e il porticciolo che si vedeva in lontananza. Tra questi due punti di riferimento non c’era nient’altro, per cui era il luogo ideale dove Sabrina poteva soddisfare la sua tendenza innata a prendere il sole integrale e dove inoltre poteva fare quella cosa che più di tutte le dava appagamento, e cioè fare l’amore con Giuliano, e di conseguenza con me, che guardavo mentre lo facevano, e nel guardarli avevo sempre delle erezioni sorprendenti, e lei se ne accorgeva e mi sorrideva, e poi mi faceva l’occhiolino, un chiaro gesto d’intesa, per farmi capire che era felice che mi stavo eccitando nel vederla fare l’amore con lui.
   Dopo essersi appurata che avevo raggiunto la massima erezione alzava il braccio facendo un gesto molto eloquente, scuotendo il polso con la mano serrata a pugno, invitandomi quindi a godere di quello che stavo vedendo con una sana sega. E allora a quel punto cominciavo e lei era felice, ed era come se quello che facevo in qualche modo l’aiutasse a venire più in fretta, quasi come se il fatto di vedere suo marito che si faceva una sega mentre lei faceva l’amore con un altro uomo la mandasse completamente in estasi. E infatti non appena cominciavo lei dopo qualche manciata di secondi riceveva un sensazionale orgasmo.
   Un giorno si allontanarono in modo considerevole dalla riva, e potetti assistere ad una scena molto intensa di amore orale. Li vidi allontanarsi mano nella mano verso il largo, fino a quando raggiunsero una secca. Però erano così distanti che li vedevo appena. Vedevo certamente il culone burroso di Sabrina, che era di spalle, ma non riuscivo a vedere tutti i particolari. Vidi soltanto che ad un certo punto lei si inginocchiò davanti a lui, e lui restando in piedi le infilò una mano tra i capelli e seguiva i movimenti della sua testa che andava avanti e indietro.
   Come vi dicevo non potevo vederli dettagliatamente, però era evidente che mia moglie gli stava facendo un pompino. In quella posizione, in ginocchio, e con la nuca che faceva avanti e indietro, cos’altro poteva stare facendo? Ed era bellissimo, anche se devo riconoscere che questa volta mi sentii un po' escluso, perché per la prima volta si erano spinti così distanti da me. Forse perché quella cosa che stavano facendo riguardava soltanto loro, e io non dovevo entrarci.
   Era un atteggiamento piuttosto insolito da parte di Sabrina, che quando faceva l’amore con Giuliano si assicurava sempre di darmi la possibilità di poter vedere tutto nei minimi particolari. Invece quella volta vedevo quello che stavano facendo ma allo stesso tempo vedevo i loro corpi in modo indefinito, che quasi non riuscivo neppure a riconoscerli. E fu questa cosa a farmi sentire escluso.
   Comunque dopo aver concluso l’opera, quindi dopo che Giuliano ebbe eiaculato in bocca a Sabrina, ritornarono verso la riva, e quindi verso di me. E a quel punto mia moglie mi fece capire che non erano stati loro a escludermi, bensì ero stato io a farmi da parte.
   “Tesoro, come mai non sei venuto a farci compagnia?” mi chiese. Sicuramente aveva ingoiato lo sperma di Giuliano, perché non ce n’era nemmeno una goccia sul viso o tra i capelli, per cui era evidente che lo aveva fatto. D’altronde glielo avevo visto fare varie volte, perché era una cosa che faceva con molto piacere. Certe volte per scherzare diceva che era la sua bibita preferita.
   “Non so” risposi. “Non volevo disturbarvi”.
   “Disturbarci?” domandò lei con un’espressione di incredulità. “Stefano, ma come ti viene in mente una cosa del genere? È assurdo. Cosa volevi, un invito in carta bollata per venirci a fare compagnia?”.
   Sabrina aveva ragione; ero stato io stupido a non andare da loro. Mi ero perso l’occasione di assistere ad un pompino epocale, che probabilmente non si sarebbe mai più ripetuto, vista anche la magica location in cui era stato eseguito. 
  

2 commenti:

  1. Bello questo racconto è l'essenza del cuckold..... Mi piace perché rende l'idea.... la paura di disturbare la coppia in un momento intimo ... sentendosi escluso ma tremendamente eccitato .....
    Fabio

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  2. Ciao Fabio, siamo molto contenti che il racconto ti sia piaciuto. Beh, la paura di Stefano non era tanto quella di disturbare, ma di essere stato escluso dai giochi.

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