giovedì 9 agosto 2018

Tette al vento.

Tette al vento. 

(in foto: Ava Addams, Sunbathing Milf's Big Cock DP, Brazzers.com)


[postato da Sabrina]

   Come al solito mia figlia Moana tende sempre ad esagerare le cose. Se qualche volta le ho dato qualche schiaffo l’ho fatto solo per il suo bene, non certo per trarne piacere. In ogni modo ero andata al negozio da lei per dirle della fantastica notizia che presto suo fratello Rocco e la sua fidanzata transgender si sarebbero sposati. Ero così felice che facevo fatica a crederci. Adoravo Beatrice, e vederla diventare la moglie di mio figlio mi riempiva di gioia. E poi ero passata da Moana per salutarla prima della partenza. Il giorno dopo infatti sarei partita per una vacanza con i suoi due papà; era infatti l’anniversario del mio matrimonio con Stefano, e per una strana coincidenza era anche l’anniversario di quando Giuliano mi aveva iniziata all’amore anale. In verità non era stata una coincidenza, avevo infatti deciso di sposarmi proprio in quella data, e cioè quando per la prima volta fui penetrata analmente da Giuliano, il papà biologico di Moana.
   Era la prima volta che facevo una vacanza insieme a tutti e due, ed ero eccitata all’idea di farlo. I miei due uomini che amavo alla follia tutti per me, per due settimane intere. Solo noi tre e nessun altro. Il mio amato Lex, l’alano che avevo adottato, sarebbe rimasto a casa insieme a mio nipote Erri (che ormai da qualche tempo viveva in pianta stabile da noi) e Natalia, la collaboratrice esibizionista di mio marito Stefano (anche lei ormai viveva in casa nostra).
   La nostra meta era un mega villaggio turistico munito di tutti i servizi e tutti i comfort. Non avevamo badato a spese per questa vacanza, perché appunto avevamo qualcosa di molto importante da festeggiare. Il villaggio si trovava a pochi passi dal mare, e a dividerlo dalla spiaggia c’era una fitta pineta disseminata di tende di ogni colore e ogni forma. C’erano poi una serie di bungalow disseminati all’altra estremità della pineta, e noi ne avevamo preso uno in affitto e lo avevamo ribattezzato “il bungalow della passione”. Eh sì, perché per due settimane sarebbe stato il nostro nido d’amore.
   Accanto a noi c’erano tutte famigliole felici tipo quelle che si vedono nelle pubblicità, sorridenti, allegre e spensierate, noi invece eravamo un terzetto piuttosto “anomalo” composto da due uomini e una donna, e nessuno poteva nemmeno immaginare il tipo di legame che ci univa, e cioè che ero la donna di tutti e due. Ma in fin dei conti anche noi, a modo nostro, eravamo una “famigliola felice”, e questo nessuno poteva metterlo in dubbio. È che invece che avere un solo marito (come tutte le donne che occupavano gli altri bungalow) io ne avevo due.
   Comunque ben presto il nostro tipo di rapporto fu svelato, perché nei giorni che seguirono molti ebbero l’occasione di assistere alle mie esternazioni d’affetto e d’amore nei confronti sia di Stefano che di Giuliano (baci appassionati, abbracci, passeggiate mano nella mano). Quindi ben presto diventò ufficiale: la donna del bungalow numero 28 non è una moglie come tutte le altre. E questo scatenò certamente un numero considerevole di pettegolezzi e maldicenze sul mio conto, ma come ben sapete ci ero abituata fin da quando ero ragazza, per cui non mi facevano né caldo né freddo. Io ero felice, e questo mi bastava.
   Il bungalow era molto grazioso; era tutto in legno, e aveva sul retro un giardino privato con degli alberi e un’amaca. Era diviso dagli altri da una siepe che recintava l’alloggio lungo tutto il suo perimetro. Dentro c’era una camera da letto e una stanza con un letto singolo, e poi un bagno e la cucina. Stefano sorprese sia me che Giuliano quando disse che avrebbe dormito nella stanza accanto alla camera da letto; io obiettai che potevamo dormire tutti insieme, perché io ero la donna di entrambi, quindi era naturale per me desiderare di averceli tutti e due al mio fianco durante la notte. Ma lui continuò dicendo che preferiva in questo modo, e cioè lasciare a me e a Giuliano il letto matrimoniale. Pensai subito che questa sua decisione era legata al fatto che lui era sempre stato un marito cuckold, per cui sapermi nel letto insieme ad un altro uomo era per lui fonte di estrema eccitazione. Così decisi di accontentarlo.
   “Ok, se è questo che vuoi per me va bene” gli dissi. “Ovviamente qualche volta verrai a trovarci, spero”.
   “Ma certo, verrò a trovarvi molto spesso” mi rispose. “Ma può darsi anche che mi accontenterò di ascoltarvi mentre lo fate. D’altronde le pareti che dividono le nostre stanze sono di carta velina, per cui sarà come essere lì con voi, soltanto che sarà ancora più eccitante, perché ascolterò soltanto le vostre voci, senza la possibilità di vedere cosa succede”.
   “Sei un cornuto patentato” gli dissi divertita e baciandolo sulle labbra.
   “Lo sai che ascoltarti mentre fai l’amore è per me come ascoltare la musica più bella del mondo”.
   “Lo sai invece qual’è per me la musica più bella del mondo?” chiese Giuliano che era lì con noi ad ascoltare la nostra conversazione. “Questa” e mi diede un sonoro sganassone su una natica che echeggiò in modo assordante sulle pareti del bungalow.
   Sarebbe stata la vacanza più bella della mia vita, non ne avevo dubbi.
   La spiaggia, come vi dicevo poco fa, si raggiungeva tramite una fitta pineta. Il paesaggio era semplicemente paradisiaco era una distesa infinita di sabbia di cui una piccola parte disseminata di ombrelloni fatti di canne di bambù di proprietà del villaggio turistico. C’era anche uno chalet che dispensava cocktail di ogni colore e ogni gradazione alcolica.
   In lontananza di vedeva un porto nel quale attraccavano piccoli pescherecci, anche se per la vastità dell’area sembrava un porto adibito all’attracco di navi molto più grandi. Ma in verità per tutta la nostra permanenza al villaggio non avevo visto che piccole imbarcazioni e qualche motovedetta della guardia costiera.
   Ovviamente anche qui in spiaggia la nostra presenza destò l’interesse morboso degli altri villeggianti. D’altronde non poteva essere altrimenti dal momento che le mie amorevoli attenzioni erano rivolte sia a Stefano che a Giuliano. È chiaro che per le famiglie “tradizionali” il mio era un atteggiamento piuttosto insolito. Ma d’altronde cosa facevo di male? Amavo due uomini e li coccolavo entrambi. Non era un mio problema se a qualcuno poteva risultare scandaloso. Semmai il problema era la mia attitudine a tirare fuori le tette, quindi a stare senza il pezzo di sopra del costume.
   In verità io e Stefano abbiamo sempre praticato il nudismo quindi vi lascio immaginare lo sforzo che stavo facendo anche soltanto a tenere il pezzo di sotto. Ma per quieto vivere lo tenevo. Invece il pezzo di sopra proprio non ce la facevo, era più forte di me. Ma non potetti fare a meno di notare che questa cosa provocava un certo fastidio agli altri ospiti del villaggio, le suddette famiglie “tradizionali”. Però avrebbero fatto bene ad abituarsi il prima possibile a questa cosa, perché non avrei rinunciato per nessuna ragione al mondo a tenere le mie tette al vento.
   

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