giovedì 15 novembre 2018

Dovevo assolutamente averla...

... la ballgag.


[postato da Moana]

   Il sogno che avevo fatto (o forse dovrei dire incubo, dipende dai punti di vista) mi aveva lasciato una strana inquietudine addosso. Paura ed eccitazione che si fondevano diventando un tutt’uno. E probabilmente era quello che provavano le persone che praticano il bondage, ma io non potevo saperlo, perché non avevo mai sperimentato nulla del genere. La dominazione sì, però sono sempre stata io a dominare, per cui non ho mai provato la sensazione della paura legata al sesso.
   Mi guardavo intorno in modo sospettoso in continuazione, come se il pericolo fosse dietro l’angolo, tutto a causa di quel sogno. Eppure non facevo che pensare alla ballgag rossa nella mia bocca, ai denti stretti sulla gomma, e alla saliva che colava fuori come una cascata. La paura di soffocare, la sensazione di essere un oggetto del piacere da maltrattare. Questi pensieri mi ossessionavano.
   Così a ora di pranzo telefonai a Gerry. Gerry era un amico che aveva un sexy shop. Andavo sempre da lui a comprare i miei giocattoli. Come sapete ne avevo tanti, e spesso mi facevano compagnia quando Berni non c’era, oppure altre volte li usavo insieme a lui, in modo da rendere i nostri rapporti ancora più intensi.
   Se non usi i giocattoli godi solo a metà, diceva spesso Gerry. Gerry era una checca isterica, odiava il mondo intero, trovava cento difetti in chiunque, però poi lo vedevi sempre in giro tra dark room e mastodontiche orgie. Diceva che erano le uniche occasioni che aveva per riappacificarsi con l’umanità. E io ascoltavo i suoi racconti; mi rivelava spesso i nomi dei personaggi famosi che erano soliti fare queste colossali ammucchiate: attori, politici e uomini di chiesa. C’era un po' di tutto.
   Una volta mi aveva raccontato di essersi ritrovato in una mega orgia di militari che avevano preso in affitto una villa in periferia e avevano tirato su un baccanale in piena regola. Tutto rigorosamente only for men. Lui aveva sempre avuto la fissa per gli uomini in divisa; diceva che erano molto caldi, soprattutto i poliziotti.
   In ogni modo domandai a Gerry se nel suo negozio aveva delle ballgag.
   “Da me puoi trovare qualsiasi cosa, amore mio” mi rispose. “Piuttosto, mi spieghi a cosa ti servono? Maiala che non sei altro”.
   “Voglio fare una sorpresa a Berni. Ah, e mi servono anche delle manette”.
   “Io credo che un uomo più fortunato di lui non esiste. E non esiste nemmeno una donna più zoccola di te. Ok amore mio, passa in negozio quando vuoi e ti faccio avere tutto quello che mi hai chiesto. A proposito, di che colore la vuoi la ballgag? Gialla? Blu? Nera?”.
   Rossa. La ballgag doveva essere assolutamente rossa. Come nel sogno.
   Quindi nel tardo pomeriggio passai a prendere tutto il materiale. Ogni volta che entravo nel sexy shop di Gerry ci passavo delle ore, un po' perché mi piaceva ascoltare le sue avventure estreme, e un po' perché mi piaceva guardare i giocattoli esposti. Molti già li conoscevo, ma non li avevo mai provati. Ma avevo tutta la vita davanti per farlo. Anche la ballgag l’avevo già vista, però non mi era mai venuto in mente di comprarla e adoperarla. E invece adesso… le cose erano notevolmente cambiate. E forse un giorno avrei comprato anche l’altalena dell’amore. Gerry la teneva esposta al centro del negozio; era inchiodata al soffitto. Praticamente la donna (ma anche l’uomo) si siede sopra e dondola, come un altalena normale, soltanto che la si utilizza per fare l’amore. Ogni volta che andavo in negozio chiedevo a Gerry se potevo utilizzarla, e quindi mi ci sedevo sopra e iniziavo a dondolare, e avevo sempre dei bei ricordi di quando mio padre mi portava al parco e mi prendeva di peso e mi metteva sull’altalena, e poi cominciava a spingermi.
   E ogni volta che mi mettevo a dondolare nel sexy shop mi guardavano tutti. Di solito nel negozio c’erano sempre un bel po' di clienti, tutti maschi, e io dondolavo e loro mi guardavano con desiderio, e sognavano di chiavarmi, proprio lì, su quell’altalena, in quel negozio. Mettersi in fila e chiavarmi a turno, in una massacrante gangbang altalenante con relativa cumshot collettiva finale. E l’idea mi faceva sempre eccitare così tanto che mi si faceva un vero e proprio laghetto nel perizoma.
   Gerry se ne accorgeva di come mi guardavano i suoi clienti, e un giorno mi fece una proposta, e mi chiese di dondolare nuda per qualche oretta, in modo da attirare ancora più gente nel sexy shop. Ovviamente mi avrebbe pagata per farlo. Ma io gli dissi di no. Ormai non ero più una spogliarellista. Forse poteva chiederlo a Beatrice, la moglie transgender di mio fratello. Ero certa che lei lo avrebbe fatto. Beatrice avrebbe fatto qualsiasi cosa in cambio di denaro. 
   Dopo aver preso tutto il materiale che avevo chiesto a Gerry me ne tornai a casa. Chiesi ad Antonella, la babysitter dagli improbabili capelli azzurri, se poteva restare da noi per la notte, e quindi badare alla piccola Cleopatra. Lei mi disse di sì, tanto doveva studiare perché aveva un esame tra qualche giorno, e quindi studiare a casa sua o farlo da noi era la stessa cosa.
   Telefonai a Berni per sapere a che ora sarebbe rientrato, e lui mi disse che non lo sapeva, perché aveva ancora delle cose da sbrigare in ufficio. In ogni caso mi preparai per fare in modo che al suo arrivo trovasse tutto pronto, per cui disseminai una ventina di candele rosse nella camera da letto e mi spogliai completamente, lasciandomi soltanto le scarpe col tacco dodici ai piedi. Berni era un po' feticista in questo, e quando facevamo l’amore gli piaceva vedermi indossare alcune cose, per esempio le scarpe, ma anche l’orologio che ero solita portare al polso, un orologio che mi aveva regalato mio padre al mio diciottesimo compleanno, con un quadrante molto grande e al centro le iniziali del marchio di fabbrica. Era un orologio di lusso che costava un occhio della testa, e tenerlo al polso era un po' come avere sempre mio padre accanto, anche quando facevo l’amore.
   Berni impazziva anche per i miei occhiali. Non voleva che li togliessi quando facevamo l’amore. Diceva che mi davano molta autorevolezza. E poi diceva anche che aumentavano in modo sorprendente il piacere della cumshot finale.

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