sabato 24 novembre 2018

Tutto normale,

come se non fosse mai accaduto nulla.


[postato da Antonella]

   Il giorno dopo sia Moana che Berni si comportarono come se non fosse accaduto nulla. Dopo avermi scopata tutti e due insieme (lei con lo strap-on) io ero sfinita, e quindi ero ritornata nella camera accanto, dove poi mi ero addormentata sul divano letto che c’era nella cameretta della piccola Cleopatra. Mi svegliai alle otto del mattino, con un fortissimo dolore al buco del culo. Ed era più che normale, dal momento che avevo perso la verginità anale.
   Ero ancora nuda, e guardai nella culla di Cleopatra e lei non c’era. Allora andai nel panico e mi precipitai in cucina, ed era lì, in braccio a sua madre, che era seduta a bere una tazza di latte, e Berni invece era in piedi, appoggiato con il sedere al lavandino, e stava leggendo una rivista di cinema. Erano entrambi vestiti e pronti per andare a lavoro, io invece ero ancora nuda, e quando mi videro Moana scoppiò a ridere. “Mi dici che ci fai tutta nuda in casa nostra?” mi chiese.
   “Ti chiedo scusa, Moana. È che devo essermi addormentata così, e poi quando mi sono svegliata ho visto che Cleopatra non era nella culla, e allora mi sono spaventata e sono corsa di qua per vedere se era con te”.
   “Ma certo che è con me” mi rispose, poi mi guardò da capo a piedi. “Però... sei messa piuttosto bene. Sei proprio un bel bocconcino. Non hai mai pensato di darti all’hard? Berni potrebbe darti una mano, se vuoi” poi si rivolse a lui. “Tu cosa ne pensi? Non credi che la nostra Antonella potrebbe diventare una star del porno?”.
   “Sì, in effetti ha un bel corpo”.
   Parlavano come se per loro fosse la prima volta che mi vedevano nuda. Possibile che avevano già dimenticato quello che era successo la notte precedente? Ero molto perplessa, perché non sapevo cosa dire. Dissi soltanto che il porno non mi interessava. E allora Moana rispose che era un peccato, perché con il corpo che avevo avrei potuto tirare su un bel po' di soldi. Poi la discussione terminò lì, e allora mi andai a rivestire. Era chiaro che Moana e Berni non volevano parlare di ciò che era accaduto. E sinceramente neanche io. Era stato un gioco, un gioco a cui avevo partecipato anche io. Punto. Adesso si ritornava alla normalità. O forse no? Non potevo sapere se quello che era accaduto avrebbe modificato il nostro rapporto.
   Dopo essermi rivestita ritornai in cucina, e Berni era appena uscito per andare a lavoro, e allora la mia boss colse l’occasione per parlarmi di ciò che avevano fatto insieme a me. Affrontò il discorso in modo molto vago, parlando del fatto che era del tutto normale in una coppia avere delle fantasie e quindi desiderare di fare delle nuove esperienze. E io facevo di sì con la testa a tutte le cose che diceva per non contraddirla. Poi dopo un po' venne al nodo della questione.
   “Sai, ieri ti ho vista lì sulla porta che ci stavi spiando, e allora ho capito che ti avrebbe fatto piacere unirti a noi. Per questo ti ho fatta entrare in camera da letto. Ho sbagliato?”.
   “No, certo che no”.
   “Ti ha fatto piacere fare l’amore con noi?”.
   “Sì, certo. Molto”.
   “Ottimo”.
   Nei giorni che seguirono non parlammo più di quella cosa, comportandoci come se non fosse mai accaduto nulla. Era stata un’avventura, un gioco erotico a tre, e basta. Ovviamente non lo raccontai a nessuno, neppure al mio fidanzato, con cui ultimamente non andava granché bene, perché lui mi tradiva in continuazione e io ero stufa di portare le corna. Per cui poi decisi di lasciarlo, e mi ritrovai di nuovo single.
   Il mio lavoro a casa di Moana si intensificò; infatti iniziò a chiedermi con molta frequenza di sistemarle casa, perché lei era sempre troppo impegnata. E nel giro di qualche settimana senza rendermene conto ero diventata una specie di domestica, sempre disponibile, ventiquattro ore su ventiquattro. E devo dire che la cosa non mi dispiaceva, perché la mia boss mi pagava molto bene.
   Spesso dormivo lì, e una notte mi chiesero un’altra volta di unirmi a loro, e io gli dissi di sì, però questa volta lei non usò lo strap-on. Questa volta fu un rapporto molto più morbido, quasi d’amore. Io e la mia boss ci leccammo a vicenda i buchi, mentre Berni ci penetrava una alla volta. I nostri corpi intrecciati l’uno all’altro erano illuminati dalla luce fioca delle abat-jour che c’erano sui comodini, le nostre bocche si univano, si esploravano, le nostre mani toccavano zone erogene, poi ad un certo punto la sborra di Berni mi schizzò sulla faccia, una cumshot in piena regola che mi inondò il viso, e uno schizzo mi finì anche sui capelli, e allora Moana mi prese il viso con entrambe le mani e iniziò a leccare il seme del suo uomo, e quindi sentii la sua lingua calda percorrermi le guance. Poi mi disse di aprire la bocca e io lo feci, e a quel punto mi ritrovai il cazzo di Berni tra le labbra, che stava perdendo di consistenza, ma gli bastarono alcuni dei miei risucchi per farlo ritornare dritto, e quindi ricominciammo d’accapo. Per tutta la notte. E ancora altra sborra, altri baci, altre carezze.
   Poi il giorno dopo tutto ritornò di nuovo alla normalità, come se nulla fosse accaduto. Io ritornai ad essere la domestica di casa e loro i miei datori di lavoro. E Moana era ritornata ad essere quella di sempre, esigente e a tratti insopportabile, così diversa da come era a letto, anche se anche lì aveva una certa tendenza a dominare sugli altri. Me ne ero accorta perché mentre lo facevamo mi girava e mi rigirava come voleva lei, e era sempre lei a prendere ogni iniziativa. Proprio come quando era a lavoro. Però a letto lo faceva in modo diverso. Lo faceva con amore.
   E quella mattina mi disse una cosa che mi fece davvero commuovere. Mi disse: “sai, sei una ragazza davvero speciale. Io e Berni ci siamo molto affezionati a te, e anche Cleopatra. Ormai fai parte della nostra famiglia, questo è evidente”.
 

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