sabato 23 febbraio 2019

Emily,

molti libri, poco sesso.


[postato da Moana]

   Non avevo alcuna prova per dimostrare che Berni andava a letto con un’altra. Sapevo soltanto che qualche volta non si era presentato a lavoro, ma non ne conoscevo il motivo. E non so perché, ma in qualche modo mi ero convinta che c’entrasse un’altra donna.
   Era un periodo che mi sentivo spossata, e questo pensiero non aveva fatto che peggiorare le cose. Dovevo andarmene da qualche parte, lasciare tutto e divertirmi, era questo che pensavo, e infatti andai da mia madre e le chiesi se poteva tenersi la mia piccola Cleopatra per qualche giorno. E comunque non doveva preoccuparsi più di tanto, perché Antonella, la babysitter che si occupava di mia figlia, le avrebbe dato una mano.
   Era tutto sotto controllo, quindi potevo andare. E allora presi la macchina e imboccai l’autostrada. Trecento chilometri mi dividevano dalla mia meta. Avevo deciso di fare una sorpresa a mia cugina Emily, che non vedevo da molto tempo, ma che da qualche anno aveva avviato una discreta attività e si era messa a vendere libri rari. Per essere chiari Emily era la figlia della sorella di mio padre. Non avevamo chissà che rapporto, però lei mi telefonava durante le feste comandate, lo faceva sempre, io invece no. E l’ultima volta che ci eravamo sentite mi aveva invitato ad andare da lei a vedere il suo negozio di libri usati. E io le avevo detto di sì, ma senza crederci troppo. Però con la faccenda delle presunte corna che mi aveva messo Berni, decisi che allontanarmi da casa per un po' mi avrebbe fatto bene, e andare da Emily mi avrebbe sicuramente fatto bene.
   Emily era sempre stata una secchiona. A scuola era la migliore. Poi si era laureata con il massimo dei voti e aveva fatto un sacco di master e corsi di formazione che l’avevano portata ad essere ciò che era adesso, e cioè una ragazza la cui vita ruotava tutta intorno ai libri, senza mai provare l’emozione di una scopata. Quando parlavo di uomini con Emily lei mi diceva sempre che non aveva tempo.
   Emily non era bellissima, però ero sicura che non avrebbe avuto problemi a trovare qualcuno con cui farsi una bella chiavata. È solo che non ne aveva voglia. La cosa più importante per lei erano i libri. Purtroppo andava un giro vestita sempre in modo troppo castigato, e quando glielo dicevo lei mi rispondeva che non aveva il fisico adatto per indossare abiti succinti. Ma questo era il suo parere; Emily infatti aveva un culo spettacolare, e non faceva niente per metterlo in risalto.
   Comunque dopo trecento chilometri di auto arrivai da lei. Il suo negozio era in centro, in una strada secondaria. L’insegna diceva semplicemente “libri rari”. Sembrava uno di quei negozi di antiquariato in cui il tempo si era improvvisamente fermato. Appena entrai venni assalita dall’odore di legno tarlato e polvere, e naturalmente di libri, tutti ben allineati e disposti in un ordine molto preciso.
   In negozio non c’era nessuno, a parte Emily che era seduta dietro ad una scrivania e stava tentando di riparare un libro con la copertina danneggiata. Poi si accorse di me e venne a baciarmi le guance. Mi fece fare un giro della sua libreria, facendomi vedere dei libri rari che costavano un pacco di soldi, ma io non ci capivo niente, per me erano soltanto libri e non capivo il motivo per cui dovessero costare così tanto. L’unica cosa che riuscii a realizzare era che lì dentro c’era un patrimonio, e che Emily avrebbe fatto bene a ingaggiare un addetto alla sicurezza.
   “Stai tranquilla, qui non viene a rubare nessuno”.
   Il negozio era su due livelli; al piano superiore si accedeva tramite un elegante scala di legno, e poi c’era un ballatoio su cui erano disseminate altre librerie zeppe di volumi di ogni genere. E lei mi fece vedere alcuni dei pezzi forti, roba di altissimo livello.
   “Dai, scegli un libro” mi disse. “Te lo regalo”.
   “Non saprei, ci sono così tanti libri”.
   “A te cosa ti piace?”.
   “Non so, non hai qualche libro erotico?”.
   “Lo sapevo che mi avresti chiesto qualcosa del genere” mi rispose divertita. “Ebbene, ho proprio ciò che fa per te” Emily prese un volume da uno scaffale e me lo diede, un libro rilegato con una copertina di pelle, doveva essere molto raro, non so per quale motivo ma avevo la sensazione che mi stesse regalando un pezzo davvero unico. “È l’Ars Amatoria di Ovidio. Sono sicura che lo apprezzerai”.
   “Ovidio?” le chiesi un po' delusa. “Ma non hai qualcosa di più recente?”. 
   “Non lo sottovalutare questo libro. Ci sono argomenti molto interessanti. In quest’opera Ovidio esorta le persone a vivere l’amore come un gioco, arrivando perfino ad ammettere il tradimento all’interno di una coppia”.
   “Beh, allora tutto sommato forse mi interessa” risposi, e pensai subito alla mia situazione, e alla mia convinzione che Berni mi metteva le corna con un’altra.
   Mia cugina Emily mi aveva appena regalato un libro che costava mezzo stipendio.
   Era ora di pranzo, così lei mi invitò ad andare a mangiare in un ristorante in cui andava spesso, un posto economico ma veramente buono. Lo frequentava così tanto che conosceva tutti; non solo quelli che ci lavoravano, ma anche le persone che erano solite andarci a mangiare. E prima di metterci a sedere si fermò a parlare con un tizio sulla sessantina, un uomo distinto, ma la cosa che mi stupì fu soprattutto il fatto che parlavano in francese. Mia cugina Emily parlava un francese perfetto, e quando lo faceva era davvero molto eccitante, perché poi aveva una voce molto delicata, molto suadente, da centralinista erotica. Se la libreria andava male aveva un futuro assicurato nel mondo dell’intrattenimento telefonico per adulti, questo era certo.
   “Conosco uomini che ti salterebbero addosso soltanto per il modo in cui parli francese” le dissi.
   “Che se ne importano gli uomini del mio francese?”.
   “Ha fatto eccitare me, figurati l’effetto che può fare ad un uomo”.
   “Che scema” rispose divertita. “Pensi sempre al sesso”.
   “E tu invece non ci pensi mai”. 

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