giovedì 28 febbraio 2019

Passeggiate notturne

e squirt esplosivi.

(in foto: Blanche Bradburry, NubileFilms.com)


[postato da Moana]
  
   Il giorno dopo mi svegliai alle otto. Era sabato, e il negozio di Emily era aperto soltanto la mattina, e io sarei andata con lei a farle compagnia durante il lavoro. Il tempo non passava mai, perché i clienti si contavano sulle dita delle mani. Mi domandavo come facesse a tirare avanti. Poi però mi accorsi che quando veniva qualcuno e comprava un libro Emily incassava un pacco di soldi. Perché erano libri rari, ragion per cui erano anche molto costosi.
   “Ho notato che la notte ti fai delle gran belle passeggiate” le dissi ad un certo punto.
   “Eh sì, sono sonnambula” rispose lei mentre armeggiava con un delicatissimo libro dell’ottocento.
   “Fai dei sogni frequenti quando lo fai?”.
   “Niente di speciale” disse guardandomi con la coda dell’occhio. Era evidente che non me lo voleva dire. Doveva essere qualcosa di molto porco, altrimenti me l’avrebbe detto. E il sesso per Emily non era un argomento che affrontava volentieri. Era troppo timida per farlo. Eppure io volevo saperlo. Ero curiosa di sapere quali erano le sue fantasie. Perché tutti abbiamo delle fantasie, e quindi era impossibile che lei non ce le aveva.
   “Dai, racconta. Non tenerti tutto dentro” cercai di spronarla, ma non ci fu nulla da fare. Mi disse che i suoi sogni erano sempre molto vaghi, e che poi quando si svegliava ricordava poco e niente. Ma io non ci credevo. Semplicemente non aveva il coraggio di dirmelo.
   Poi quella notte successe di nuovo.
   Ero nel letto quando ad un certo punto mi squillò il telefono; era Berni il quale mi chiese il motivo per cui me ne ero andata senza dire nulla. Infatti non gli avevo detto niente. Lo avevo detto soltanto a mia madre.
   “Avevo bisogno di riflettere” gli dissi.
   “Su cosa?”.
   “Sul fatto che probabilmente ti vedi con un’altra”.
   “Ma cosa ti stai inventando? Moana, perché dovrei farlo? Tu mi dai tutto, sei la donna che chiunque vorrebbe avere accanto”.
   “Sì ma voi maschi non vi accontentate mai. Senti, forse hai ragione. Forse mi sono inventata tutto. Infatti non ho nessuna prova per dimostrarlo. Sono solo molto confusa, vedrai che mi passerà”.
   Ad un certo punto vidi nella sala da pranzo un’ombra aggirarsi in modo silenzioso. Era Emily. Stava dormendo, ma allo stesso tempo era lì che vagava nell’appartamento come un fantasma.
   “Adesso devo andare. C’è mia cugina che sta dando di matto”.
   Dopo un po' la vidi entrare nella mia camera. Era nuda, e bofonchiava frasi sconnesse, diceva che io ero una vacca, poi salì sul letto e iniziò a strofinarsi su di me. Mi infilò una mano nei pantaloni del pigiama, e sotto non avevo niente, per cui non ci mise niente a raggiungere la mia patata. Iniziò a sgrillettarmi di brutto e nel frattempo con la bocca iniziò a tempestarmi di baci sul collo, e poi mi diceva delle cose, diceva che ero una porca e che avevo bisogno di una punizione. Provai a chiamarla in modo delicato, ma avevo paura di svegliarla. Ma sfilò i pantaloni con violenza quasi strappandomeli via, e mi aprì le gambe con entrambe le mani e iniziò a leccarmi, prima il buco davanti e poi quello del condotto anale. E io stavo ferma e la lasciai fare, pensando che prima o poi avrebbe smesso, ma invece si mise a cavalcioni sul mio viso piantandomi la figa in bocca. Emily era molto bagnata, e soprattutto molto pelosa, e il suo fitto boschetto mi stava quasi soffocando. Cominciai a leccarla e il suo caldo succo iniziò a colarmi dappertutto. Nel frattempo lei mi sgrillettava pesantemente, e allora mi bagnai anche io, e allora lei si abbassò e iniziò a leccarla. Non avrei mai immaginato che un giorno avrei fatto un sessantanove con mia cugina, eppure era proprio quello che stava accadendo. E lei lo stava facendo così bene che ad un certo punto mi fece squirtare in modo furioso, e un getto considerevole schizzò fuori dal mio corpo, come un esplosione, e io avevo voglia di urlare, di gridare per il piacere che stavo provando, ma non potevo farlo perché Emily continuava a tenermi la sua figa pelosa piantata in bocca. Era così bello che ebbi la sensazione di perdere i sensi, e allora roteai le pupille quasi fino a farle sparire, come facevo di solito quando avevo un orgasmo. Era una cosa che facevo automaticamente, senza pensarci; venivo e facevo quella cosa, e poi di solito mi ci volevano un paio di minuti per riprendermi. 
   Poi ad un certo punto se ne andò, lasciandomi sul letto priva di forze, e in preda agli spasmi involontari dei muscoli del corpo, che erano come delle piccole scosse che ogni tanto avevo subito dopo aver fatto l’amore.
   Ovviamente il giorno dopo Emily non ricordava niente di quanto era successo. Provai a dirglielo ma lei mi disse che non era vero, che mi ero inventata tutto, o che probabilmente lo avevo soltanto sognato. E poi volle subito cambiare discorso. Una cosa era certa, e cioè che mia cugina era bravissima a leccare la patata, ma non poteva saperlo.
   Comunque quello che era successo quella notte rimase un segreto. Emily negava che fosse accaduto davvero, io invece ne ero certa ma feci finta di credere alla sua versione, e cioè che avevo soltanto sognato.
   In ogni modo per me era arrivata l’ora di ritornare a casa; non potevo stare via per troppo tempo, avevo pur sempre una figlia da accudire e un negozio da mandare avanti. Mi sarebbe mancata Emily, soprattutto la sua bocca, ma non potevo fare altrimenti. Le promisi che sarei ritornata presto. Ma lungo tutto il tragitto verso casa non riuscii a pensare ad altro. Era stato strano perché in fin dei conti Emily era mia cugina, però non vi nascondo che era stata una delle esperienze più appaganti della mia vita. Non era la prima volta che avevo un rapporto con una ragazza, e ogni volta che era accaduto era sempre stato molto gratificante. E ogni volta mi chiedevo sempre la stessa cosa: possibile che mi piacciono di più le donne che gli uomini?
  

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