giovedì 29 settembre 2016

I buchi della moglie del senatore.

(nell'immagine animata: Silvia Saint)


   Il film si chiamava I buchi della moglie del senatore, cioè di mia figlia Moana. Il buco della vagina era stato riempito già nella prima scena, una scena abbastanza leggera. Era una scena di amore coniugale. Praticamente il film cominciava con una ripresa di una strada romana, con le comparse in costume che simulavano una tranquilla giornata cittadina. Poi la scena si spostava nel senato dove stava avvenendo una discussione. La discussione finisce e si vede il marito di Moana appartarsi con un collega senatore. I due discutono di una concessione per costruire nuovi palazzi fuori le mura della città. Ma per avere questa concessione, dice il collega del marito di Moana, bisogna entrare certamente nelle simpatie di un’ala ostile del senato.
   “Come posso fare, caro collega?” domanda lui.
   “Beh, hai una bella moglie. Magari se tu la offrissi alle persone giuste, in cambio di quella concessione, magari…”.
   Il film poi si sposta in casa del senatore, dove lui e sua moglie, la mia Moana, sono seduti a tavola e stanno cenando. Dei servi gli portando le pietanze e loro le consumano in religioso silenzio. Dopo cena si spostano in camera da letto, dove appunto avviene la prima scena di sesso.
   I due si baciano appassionatamente ma sono ancora vestiti. Moana allunga una mano sul cazzo del suo partner, ed è già bello duro sotto la toga bianca. Moana infila una mano sotto e lo fa uscire fuori. L’attore che impersonava il marito c’aveva proprio un bel cazzo grosso, devo riconoscerlo. Moana inizia a masturbarlo delicatamente, poi si abbassa su di lui e inizia a sbocchinarlo. Mia figlia in questo era davvero brava, quasi quanto la mamma. E io sì che posso dirlo, come ben sapete, avendo provato entrambe le bocche, sia quella di Sabrina che quella di mia figlia.
   Durante la scena Berni ogni tanto dava qualche direttiva a Moana su come eseguire il pompino e su quando guardare verso la telecamera o negli occhi del suo partner. Per esempio:
   “Moana, adesso con la punta della lingua leccalo tutto, dalle palle fino al glande e poi guarda verso di me” e allora lei tirava fuori la lingua e con la punta partiva dai testicoli e saliva lentamente verso su, e poi guardava verso la videocamera. “Bravissima, così. Adesso rimettilo in bocca e guardalo negli occhi” e allora lei lo infilava di nuovo in bocca e guardava il suo partner negli occhi.
   Dopo la scena del pompino il partner di Moana si sfila la toga e poi aiuta Moana a sfilarsi il suo vestito. A quel punto inizia la penetrazione. Lo vidi mettersi a sedere ai lati del letto e lei mettersi sopra di lui, dandogli le spalle, cioè rivolta verso le videocamere. Vidi il cazzo durissimo di lui entrare dentro la vagina di mia figlia, molto lentamente, fino ad arrivare alle palle, a quel punto Moana cominciò ad andare su e giù. Ma c’era qualcosa che non andava. Vedevo sul viso di mia figlia delle strane smorfie di dolore e fastidio. Dopo cinque minuti disse a Berni di fermare tutto.
   “Berni aspetta, non ce la faccio”.
   “Stop!” urlò Berni e le riprese si fermarono.
   Moana fece uscire il palo del suo partner dalla sua vagina e iniziò a massaggiarsi le labbra con dolcezza. Mi feci avanti verso di lei e le accarezzai il viso.
   “Che c’è amore, qualcosa non va?”.
   “Non riesco a bagnarmi” mi rispose. “Saranno tutte queste persone che mi guardano”.
   “Ma certo, è normale”.
   “Fa un male cane papà, mi serve qualcosa per lubrificarla”.
   Per fortuna il team di Berni aveva tutto il necessario per ogni evenienza. Quindi un’assistente di studio le portò un flacone di gel lubrificante, Moana ne mise un po' sulle dita e cominciò a spalmarselo sulla vagina e dentro. E mentre faceva questa operazione mi guardava negli occhi con un’espressione di incertezza. Dopo qualche minuto la vidi sorridere.
   “Adesso è tutta un’altra storia” poi si rivolse a Berni. “Adesso possiamo ricominciare”.
   Moana andò a riposizionarsi sul cazzo dritto del suo partner, che intanto non si era mosso dal posto. Berni diede il ciak e le videocamere continuarono a riprendere da dove la scena era stata interrotta. Adesso Moana andava su e giù che era una meraviglia. Non so se stava godendo davvero o era soltanto brava a fingere, ma sul suo viso vidi le stesse espressioni di sua madre quando stava per raggiungere l’orgasmo. Era incredibile la somiglianza. Anche Sabrina veniva in quel modo, faceva roteare gli occhi come in estasi, e si intravedeva soltanto una piccola parte delle pupille, e poi la bocca aperta come di chi sta per perdere i sensi. Il suo partner le teneva le mani sui fianchi e l’aiutava nei movimenti, su e giù.
   “Brava Moana, così” diceva Berni. “Adesso cambiamo posizione. Mettiti a quattro zampe sul letto, e lui si mette dietro di te”.
   Mia figlia eseguì immediatamente le direttive di Berni e si mise sul letto con il culo rivolto verso l’alto, come in una scena anale, ma non lo era. In questa scena non era prevista una penetrazione anale. Il suo partner le andò dietro e indirizzò il cazzo duro contro la vagina, e lo fece entrare nel caldo corpo di mia figlia. Poi le prese i fianchi e iniziò a penetrarla come un treno. Ancora altre espressioni di piacere sul viso di Moana, espressioni che non potevo fare a meno di associare a mia moglie Sabrina. Sembrava di vedere lei. Possibile che avessero lo stesso modo di godere? Tale madre tale figlia? Avevano proprio le identiche espressioni facciali. Era come vedere mia moglie su quel letto.
   Venne poi la scena della sborrata, e allora Moana si mise in ginocchio davanti al suo partner, il quale cominciò a masturbarsi a pochi centimetri dal suo viso, fino a quando ecco il primo schizzo posarsi sul viso di mia figlia, poi il secondo e infine il terzo. Il viso di Moana era completamente inondato, c’aveva sborra dappertutto.
   La scena proseguiva con tutti e due seduti sul letto a discutere. Moana con ancora il viso imbrattato di sperma che gli colava da tutte le parti.
   “Qualcosa ti turba, marito mio?” chiese Moana.
   “È per quella storia delle concessioni edilizie, mia cara. Non avrò alcuna concessione edilizia senza il tuo aiuto”.
   “Il mio aiuto? E io cosa posso fare a questo proposito?”.
   “Puoi fare molto, mia cara. Devi concederti al senatore Pollione”.
   “Ma tesoro, questa cosa è immorale! Io concedermi ad un altro uomo. Cosa penserà la gente?”.
   “Io ti ordino di farlo, altrimenti ti ripudio” a quel punto il partner di Moana esce di scena con uno scatto di ira. Moana si porta le mani al viso e scoppia a piangere.
   “No, il senatore Pollione no! Lo sanno tutti che è un porco! Non ci voglio andare a letto con lui”.
   “Stop!” urla Berni.
   A quel punto partì un applauso per festeggiare il successo della prima scena. Subito andai verso mia figlia con una confezione di clinex e lei ringraziandomi ne prese un po' per ripulirsi il viso da tutta quella sborra.
   “Sei stata bravissima” le dissi.
   “All’inizio faceva male, però poi ci ho preso gusto”.
   “Ma dimmi la verità, stavi godendo davvero durante le riprese o era solo finzione?” le domandai.
   “Fingevo papà. Come si fa a godere con tutta questa gente che ti guarda?”.
   “Allora fingevi davvero bene”.
  
Stefano.

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