giovedì 15 settembre 2016

Porno d'autore.

(in foto: Selen)


   Berni continuava a venirmi a spiare al negozio, e io non riuscivo a uscire in tempo per fermarlo. Appena cercavo di raggiungerlo ecco che lui spariva, si confondeva nella massa chiassosa che affollava il centro commerciale. Ma un giorno decisi di metterlo in trappola, e così mi misi ad aspettarlo nella profumeria di fronte al negozio di lingerie di mia madre. Berni arrivò puntuale e così gli andai dietro, a quel punto non poteva più scappare. Lo presi per il braccio e lo strattonai facendolo girare e lo guardai negli occhi in malo modo. Adesso doveva darmi per forza delle spiegazioni, altrimenti non lo avrei lasciato andare.
- Adesso devi dirmi perché vieni sempre qui – gli dissi. – Forza, sei abbastanza adulto da tirare fuori le palle e dirmi la verità.
   Ma non riuscì a dirmi niente. Così lasciai la presa e decisi di cambiare tattica. Lo invitai a prendere un caffè con me alla caffetteria del centro commerciale. Finalmente riuscimmo a scambiare due parole. Mi disse che non se la stava passando molto bene, perché nonostante si fosse laureato ancora non riusciva a trovare lavoro.
- Tu invece, tu sei davvero fortunata – mi disse. – Tu praticamente gestisci un negozio, hai delle responsabilità. Io invece, non sono riuscito a fare niente nella vita.
   Non avevo mai visto Berni così giù. Mi fece molta pena se devo essere onesta. Sì, in effetti ero stata fortunata, perché mia madre aveva messo su un’attività molto remunerativa, che praticamente adesso gestivo io. Berni invece non aveva avuto niente, solo la possibilità di frequentare l’università. E adesso, con una laurea conseguita col massimo dei voti, non riusciva a farci proprio nulla.
   Non era l’unico, se devo dirla tutta. Nella sua condizione c’erano tanti nostri coetanei. Ma non sapevo davvero come aiutarlo. Gli presi una mano e la strinsi nella mia per fargli capire che aveva tutto il mio sostegno.
- Ti ricordi della mia passione per il cinema?
- Certo che la ricordo – risposi. – Ricordo tutte le volte che mi obbligavi a guardare quei polpettoni neorealisti.
- Ricordi quella volta che hai scoperto la mia collezione di video hard sotto il mio letto?
- Sì, e ricordo che tu si sei imbarazzato tanto, e che poi io ti ho detto che non c’era nulla di cui imbarazzarsi. E poi ne abbiamo visto qualcuno insieme, e ci siamo eccitati e abbiamo fatto l’amore. Ricordi? Per la prima volta ti ho permesso di venirmi dentro.  
- Sì, ed è stata una sensazione bellissima.
   In quel momento provai un forte affetto per Berni, e mi avvicinai a baciargli una guancia e lui mi sorrise. Berni aveva sempre avuto una gran passione per il cinema porno d’autore, e quindi mi riferisco ai film di Joe D’Amato per esempio, al buon vecchio cinema hard anni Ottanta e Novanta. In principio me lo aveva nascosto, poi un giorno che ero a casa sua, e lui era andato un attimo al bagno, avevo cominciato a rovistare tra le sue cianfrusaglie, e sotto il letto avevo trovato una collezione davvero ricca di film hard d’autore. Quando mi scoprì a rovistare tra quei film era diventato viola dalla vergogna.
   Ovviamente era un appassionato anche di cinema in generale, e da sempre il suo sogno era quello di girare un film. Un sogno che credevo non sarebbe mai riuscito a realizzare. E invece mi sbagliavo.
- Ebbene, ho deciso di provarci – mi disse.
- A fare cosa?
- A fare un film.
- A fare un film? Ma Berni, non è semplice. Devi trovare un produttore, devi comprare le attrezzature, pagare gli attori.
- Moana, io devo provarci. Non sono riuscito a fare nulla nella vita. Voglio riuscire almeno a fare questo. E chissà che magari non divento qualcuno.
- Hai tutto il mio appoggio – gli dissi accarezzandogli il viso. Mi sembrava una follia, ma sentivo comunque il dovere di stargli vicino, per quello che eravamo stati e per quello che saremmo potuti continuare ad essere.
- Voglio realizzare un film hard – disse.
- Cosa?! Ma sei fuori?
   Non nutrivo molta simpatia per il settore del porno. Quello d’autore di cui parlavo poco fa era tutt’altro discorso. I film di Joe D’Amato mi piacevano molto. Ne avevano alcuni anche i miei genitori, e spesso li guardavo. Ma ultimamente il cinema porno era diventato una schifezza, ammucchiate senza senso e senza passione, senza alcuna storia di fondo.
- Voglio far ritornare il cinema porno allo splendore degli anni novanta, capisci? Con delle storie, dei sentimenti.
   Era un’impresa davvero titanica, un’utopia che solo Berni poteva pensare di realizzare. Era sempre stato un sognatore, ma quello era solo un sogno. Dove avrebbe trovato un produttore che avrebbe creduto in quel progetto? Ma poi mi disse che aveva già trovato qualcuno pronto a finanziargli il lavoro.
- C’è qualcuno che finanzia questa follia? – domandai scoppiando a ridere.
- Sì, ma ad una condizione.
- Quale?
- Dovrai essere tu la protagonista di questo film.

Moana. 

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