domenica 25 settembre 2016

Vita da amante. 

(in foto: Angela White, Big Natural Tits Australian Babe, Blacked.com)


   Non ero molto fiera di quello che stavo facendo. Ero diventata l’amante di Franco a tutti gli effetti, e allo stesso tempo avevo abbandonato mio marito e i miei figli per una stupida cotta da adolescente. Ero innamorata, accecata dal sentimento d’amore che provavo per Franco. Come ha giustamente detto mio marito io avevo sempre provato una forte attrazione sia emotiva che fisica per Franco, ma non si era mai manifestata così accesamente.
   Franco mi aveva prenotato una camera di un bed and breakfast non molto distante da casa sua. Ormai era da due settimane che vivevo lì, lontano da mio marito, e in trepidante attesa che la sera Franco venisse a farmi visita. E io mi facevo sempre trovare con della lingerie porchissima, oppure nuda e mi lasciavo montare i buchi fino a notte inoltrata. Dopo avermi eiaculato dentro o in faccia se ne andava e ritornava da sua moglie, e allora io mi addormentavo, oppure stavo sveglia a pensare a cosa cavolo stavo combinando. Segregata in quel bed and breakfast, con l’unico scopo di aspettare la notte per essere chiavata da Franco.
   Di giorno facevo delle lunghe passeggiate. Avevo scoperto una spiaggia dove non c’era nessuno, e dove potevo prendere il sole nuda lontana da occhi indiscreti. Ogni tanto passava qualcuno e mi vedeva, ma mai nessuno aveva avuto da ridire sul fatto che fossi nuda. Feci anche amicizia con un uomo anziano, sulla settantina, che veniva lì in spiaggia per passeggiare, perché il medico gli aveva prescritto di prendere un po' di aria fresca. Il primo giorno mi passò accanto e mi salutò con un cordiale “buongiorno” e io risposi alla stessa maniera, e lui tirò dritto. Il secondo giorno invece si fermò a parlare. Mi raccontò dei suoi acciacchi e della prescrizione del medico. Poi gli chiesi se per lui il fatto che fossi nuda fosse un problema.
   “Problema? Ci mancherebbe altro! Una così bella donna”.
   “La ringrazio” mi facevano sempre piacere i complimenti.
   Il terzo giorno che lo vidi pure si intrattenne un po' con me. Ero sempre nuda, si capisce. E questa volta non mi parlò dei suoi acciacchi. Piuttosto volle sapere di me. Mi chiese se ero sposata. E io gli dissi di sì.
   “Suo marito è un uomo molto fortunato”.
   “No, non direi. Non sono una moglie esemplare. Lo tradisco continuamente. D’altronde, con un passato come il mio… sa da ragazza come mi chiamavano?”.
   “Come?”.
   “Sabrina Bocca e Culo. Vuole sapere il motivo? Perché il mio orifizio anale e la mia bocca erano…” sorrisi, perché stavo per dire che erano degli sborratoi pubblici, ma mi trattenni. “… erano cavità molto ambite dai maschietti della città. E io non facevo differenza di età o di estrazione sociale. Accontentavo tutti. E tutti mi trattavano come un giocattolo con cui godere, e il problema è che a me stava bene”.
   “Su, non si abbatta” mi disse. “Il passato non conta. L’importante è che adesso c’è un uomo che ha capito che lei non è solo un giocattolo con cui godere”.
   “Sì ma lei forse non mi ha capito. A me piaceva essere trattata in quel modo, come un buco da riempire. E mi piace ancora. E quindi non voglio rinunciare a farmi ingroppare da altri uomini. Ma allo stesso tempo amo ancora mio marito”. 
   “Si lasci andare, si conceda senza problemi anche ad altri uomini, e quando alla fine sarà sazia sono sicuro che suo marito sarà lì ad aspettarla. Adesso devo andare. Mia moglie mi aspetta”.
   E lo vidi andare via. Pensai a lungo alla nostra conversazione. E infondo aveva ragione. Forse ero solo affamata d’amore, e quando mi sarei saziata sarei tornata a casa senza rimpianti. In ogni modo quella sera, come tutte le sere, Franco venne a montarmi al bed and breakfast. Quando veniva mi faceva il servizio completo, vagina e retto. Al retto non sapeva rinunciarci. Diceva che entrava dentro come il coltello nel burro. Diceva che il suo cazzo sembrava fatto apposta per entrarmi in culo. E questa cosa mi faceva sempre ridere, e allo stesso tempo sciogliere, perché mi faceva sentire apprezzata. E dopo aver detto questa cosa concludeva dicendo che per quel motivo, il fatto che il suo cazzo entrasse alla perfezione nel mio orifizio anale, ero la sua donna ideale. E a quando mi diceva così diventavo sua e poteva fare di me ciò che voleva. Poteva chiedermi di fare qualunque porcata e io l’avrei accontentato. 

Sabrina.

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