martedì 28 febbraio 2017

Il solito posto. 

(in foto: Brigitta, Cool Water, PhotoDromm.com)


   Il giorno dopo Moana mi chiese se mi andava di andare al mare. Io le dissi di sì. Ma dove? Le chiesi. E lei mi rispose: al solito posto. Ma io non avevo la più pallida idea di quale fosse questo solito posto. Comunque decisi di affidarmi completamente alle sue mani. Qualsiasi posto andava bene, l’importante è che c’era lei.
   Per arrivarci bisognava prendere il treno e poi scendere in una stazioncina che non avevo mai sentito nominare. A quel punto bisognava camminare un po'. E allora percorremmo un sentiero battuto di campagna. C’era ancora un gran caldo nonostante fosse settembre. Lungo la strada non c’era anima viva, soltanto qualche ruminante che pascolava nei prati che c’erano tutt’intorno. Il mare ancora non si vedeva, quindi ipotizzai che avevamo ancora parecchia strada da percorrere. Però si sentiva chiaramente l’odore di salsedine.
   Ad un certo punto Moana sbuffò e lasciò cadere per terra il suo borsone da spiaggia e lo zainetto che teneva sulle spalle e sbottò dicendo che c’era un caldo terribile, e allora si tolse gli hot pants e sotto aveva un costume a perizoma azzurro che metteva in risalto il suo culo divino. E pensai tra me e me: non vorrà mica prendere il sole con quel costumino striminzito? Come minimo sarebbe stata presa d’assalto dagli occhi voraci di tutti i maschietti della spiaggia.
   Poi si tolse anche la maglietta, e notai che sotto non aveva nulla. Cioè, aveva dimenticato di mettere il pezzo di sopra, e quindi adesso stava con le tette al vento, noncurante del fatto che qualcuno avrebbe potuto vederla. Ma se l’era dimenticato il pezzo di sopra oppure era sua abitudine non indossarlo? Ma cos’era, matta? Voleva davvero dare spettacolo andandosene in giro in quel modo, con le tette alla mercè di tutti?
   “Ok, adesso possiamo andare” si rimise lo zainetto e raccolse lo borsone.
   “Moana, non vorrai mica proseguire il cammino in queste condizioni?” dissi.
   “Perché?” domandò come se la mia domanda fosse per lei davvero incomprensibile.
   “Perché praticamente sei nuda” risposi. “E se passasse qualche malintenzionato?”.
   “Berni, non essere paranoico. Non vedo nessun malintenzionato. E poi ci sei tu a difendermi, no?”.
   Sarei stato in grado di farlo? Per tutto il tragitto non feci altro che guardarmi intorno. Ero così nervoso che avrei voluto dire a Moana di rivestirsi, ma sapevo che lei non lo avrebbe fatto e quindi cercai perlomeno di controllare la zona. Intanto vidi qualcuno avvicinarsi nella direzione opposta alla nostra. Santo cielo, questa non ci voleva. E Moana non sembrava assolutamente intenzionata a coprirsi. Quello lì l’avrebbe vista così, nuda, praticamente con addosso solo uno striminzito costume a perizoma. Ma lei era tranquilla, senza paura, io invece stavo per andare nel panico, anche perché man mano che l’uomo si avvicinava riuscivo a vederlo in modo sempre più dettagliato. Prima era solo un puntino all’orizzonte, adesso cominciavo a vederlo molto bene, abbastanza bene da notare che era completamente nudo, e portava un borsone da mare come quello di Moana. È finita, pensai, ecco un maniaco sessuale che adesso tenterà di abusare della mia fidanzata. Ma io ero così innamorato di lei che sarei stato pronto a farmi uccidere pur di proteggerla. E quindi man mano che l’uomo si avvicinava i miei pugni si serravano, pronti a partire nella sua direzione. Sarebbe stato un bel combattimento. Sarebbe stata la prima volta per me, non avevo mai fatto a pugni, ero sempre stato contrario ad ogni forma di violenza, ma questa volta era per una giusta causa, e cioè l’incolumità della mia fidanzata.
   L’uomo nudo era sulla cinquantina, e aveva un corpo davvero poco attraente; aveva una discreta pancia, e poi era completamente depilato. Neppure un pelo solcava la sua pelle, era liscio come una donna, ma aveva un cazzo di dimensioni notevoli nonostante non fosse in erezione. Ad un certo punto allargò le braccia in direzione della mia ragazza e sorrise.
   “Moana! Da quanto tempo!” esultò.
   “Giorgio! Che bello vederti” la mia fidanzata gli andò incontro e si abbracciarono.
   “Come sei bella, proprio come tua mamma” le disse dandole una calorosa pacca sul sedere. “Che mi racconti? Stai andando al solito posto?”.
   “Sì” confermò lei, poi guardò verso di me. “Lui è il mio fidanzato”.
   “Ah!” esclamò guardandomi da capo a piedi. “Che ragazzo fortunato. Con Moana hai vinto un terno al lotto, amico mio” poi si rivolse di nuovo a lei. “E mamma e papà come stanno?”.
   “Stanno bene”.
   “Me li saluti tanto. Digli che magari uno di questi giorni li chiamo così ci andiamo a bere qualcosa fuori” a quel punto diede un’altra bella pacca sul sedere a Moana e riprese il cammino. “Ciao cara, passa una buona giornata. E tu, mi raccomando” mi disse. “Trattala bene questa signorina, e vedrai che ti darà un sacco di soddisfazioni”.
   Non ne ero sicuro, ma penso che si riferisse a soddisfazioni di tipo sessuale. In ogni modo ero molto confuso dalla scena che avevo appena visto. Perché quell’uomo era nudo? E soprattutto come faceva a conoscere Moana e i suoi genitori? In ogni modo doveva esserci tra loro un legame molto stretto, dal momento che la mia fidanzata gli aveva permesso di darle ben due pacche sul sedere senza battere ciglio. Lei, forse vedendomi un po' perplesso, mi disse che quello lì era un amico di lunga data dei suoi genitori, ma comunque non mi diede alcuna spiegazione del perché era tutto nudo. Insomma, aveva il batocchio di fuori, e per Moana non sembrava proprio esserci nulla di male.
   Proseguimmo il sentiero fino ad arrivare ad un’insegna ad arco che diceva: Il solito posto. L’insegna era sorretta da due lunghi pali su cui erano stati fissati due mascheroni haitiani, tipo quelli che si vedono nei film che parlano di riti voodoo. Sorpassammo l’insegna e arrivammo finalmente a destinazione. Moana mi aveva portato su una spiaggia nudista. Era la prima volta che ne vedevo una. Adesso si spiegavano molte cose, per esempio la presenza di quell’uomo tutto nudo lungo il sentiero battuto. E si spiegava anche perché Moana non aveva avuto alcun problema a disfarsi della maglietta, lasciando le sue tette libere di godere del sole. Insomma, la mia fidanzata era nudista.
   Guardai la spiaggia disseminata di persone nude, la maggior parte erano uomini, e poi c’era qualche coppia, e notai anche la presenza di alcuni uomini che vagavano guardandosi intorno in modo circospetto. Moana mi disse in seguito che si trattava dei guardoni, che prendevano d’assalto le coppiette nella speranza che facessero qualcosa di eccitante. Ad alcune coppie infatti piaceva dare spettacolo, e quindi si mettevano a fare l’amore di fronte a tutti.
   Mentre mi guardavo intorno lei mi raccontò che i suoi genitori la portavano lì fin da quando era bambina. Il nudismo era per lei una cosa naturale.
   “Quindi anche i tuoi genitori sono…”.
   “Nudisti? Sì, certo” rispose, e a quel punto si slacciò il nodo che le teneva su il perizoma liberandosi anche di quello. Adesso era nuda dalla testa ai piedi e tutti potevano vedere com’era fatta la mia ragazza.
   “Moana, non credi sia meglio che tu lo rimetta?” le chiesi.
   “Uuuhh! Come sei noioso!” sbottò lei, poi allargò le braccia e si mise a camminare all’indietro in direzione del bagnasciuga. “Dovrai farci l’abitudine Berni, perché io sono così. Sono fatta in questo modo. E né tu e né nessun altro riuscirà a farmi cambiare”. 
   
Berni.

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