mercoledì 8 febbraio 2017

Mamma è a casa. 

(in foto: Sarah Jessie, Stripper Sarah takes a big dick from a customer, Puba.com)


   Sentivo che dovevo chiedere scusa al mio papà biologico. Non era stato per niente carino quello che avevo fatto nei suoi confronti. E così sentii il bisogno di andare da lui al Biancaneve Strip Bar (di cui molti ricorderanno che lui ne era il proprietario) e fare una tregua. 
   Notai che tutto era cambiato; cioè, in verità l’arredamento, la disposizione dei tavoli e del palco era rimasto tutto invariato. Erano cambiate solo le ragazze, cioè le mie ex colleghe. Quelle che c’erano adesso non ne conoscevo neppure una. E quindi era come se tutto fosse cambiato. Insomma, senza Jay che serviva ai tavoli, con indosso solo un perizoma e con il suo bozzo sul davanti, a identificare la sua sessualità mista, non era la stessa cosa, era come trovarsi in un altro strip bar.
   Erano le cinque del pomeriggio e la sala era deserta. Il mio ingresso destò l’attenzione di una ragazza molto carina, coi capelli castani e un bel corpo da modella. Indossava un perizoma e un papillon intorno al collo, e nient’altro. Aveva un sorriso dolcissimo, e venne verso di me accogliendomi calorosamente.
   “Benvenuta al Biancaneve Strip Bar. Cerchi qualcuno?” mi chiese.
   “Sono Moana” dissi, e questo accese il viso della ragazza che sembrava fuori di se dalla contentezza.
   “Sei tu! Accidenti, è un vero onore conoscerti! Il mio nome è Adelaide. Sai, qui sei una specie di leggenda per tutte noi. I clienti non fanno che parlare di te”.
   “Ma davvero?” cominciai ad atteggiarmi come una diva e allora mi feci strada verso il bar. Il barman era sempre lo stesso, e quando mi vide mi sorrise e mi porse il solito cocktail che ero solita bere prima di cominciare la serata.
   E quindi ero una leggenda? Adelaide non faceva che adularmi, e io già l’adoravo. Mi disse che alcune delle sue colleghe, su esplicita richiesta dei clienti, avevano riprovato a fare il numero delle palle da biliardo nel condotto anale, praticamente il numero che facevo io quando lavoravo lì, ma nessuna ci era riuscita.
   “Ci ho provato anche io” mi disse, “e non ci sono riuscita. Ti prego, mi dici come ci riesci? Qual è il tuo segreto?”.
   “Cosa vuoi che ti dica?” risposi facendo un po' la spocchiosa. “Ho un condotto anale molto allenato”.
   Ero lì da cinque minuti e già mi sentivo la protagonista indiscussa della scena, con il barman che conosceva i miei gusti e una spogliarellista che mi considerava un modello da imitare. Mamma era ritornata a casa.
   Chiesi ad Adelaide di raccontarmi un po' di lei mentre sorseggiavo il mio cocktail, e allora lei mi disse che aveva cominciato a fare quel lavoro per puro esibizionismo. In verità lei non aveva bisogno di lavorare; la sua famiglia era molto ricca, e quindi lo faceva solo per esibizionismo, e anche perché al suo fidanzato gli faceva piacere vederla esibirsi nuda davanti ad altri uomini.
   “Il tuo fidanzato è un cuckold?” le chiesi.
   “No, non lo è. Lui non vuole che io abbia rapporti con altri uomini, ma gli piace il fatto che altri uomini possano vedermi nuda”.
   “Gli piace esibirti come un trofeo. Ho capito” l’espressione era un po' brusca ma il senso era quello.
   Adelaide era la figlia di un ricco industriale della zona, e anche il suo fidanzato apparteneva ad una famiglia facoltosa. E allora subito capii. Adelaide e il suo fidanzato erano una di quelle giovani coppie piene di soldi che avendo avuto tutto dalla vita trovavano appagamento facendo cose strane. A lui piaceva esibire la sua ragazza come un trofeo, e a lei piaceva farsi vedere nuda a destra e a manca. C’era qualcosa di insano in tutto questo, ma d’altronde non era un fatto che mi riguardava. Inoltre, mi disse, lei e il suo fidanzato avevano pubblicato anche dei video amatoriali su un sito, in cui li si poteva vedere durante le loro performance amorose; tipo in un video c’erano loro due che facevano sesso sotto la doccia. In un altro invece c’era lei che passeggiava nuda in un sentiero di campagna. In un altro invece c’era sempre lei su una spiaggia nudista a sgrillettarsi distesa sulla sabbia, e intorno una platea di vecchi guardoni che si segavano. Insomma, Adelaide era proprio la regina delle esibizioniste, e il suo fidanzato il re indiscusso.
   In ogni modo non avevo tempo per intrattenermi con lei, così le dissi che dovevo parlare con Giuliano. E lei mi disse che lo avrei trovato nel suo ufficio. E così ci andai subito. In effetti era lì che si stava occupando della contabilità. Appena mi vide balzò in piedi dalla sedia e venne verso di me.
   “Moana, che ci fai qui?”.
   “Sono venuta a chiederti scusa per come mi sono comportata. Quello che c’è stato tra te e mia madre non mi riguarda. E poi penso di averti fatto soffrire già abbastanza”.
   “Tesoro, in effetti sì ho sofferto un po' nel sentirti dire certe cose. Ma non devi chiedermi scusa, perché ti capisco. Eri solo molto arrabbiata, ecco tutto”.
   Per fare pace mi portò a cena fuori, e questa volta fu molto diverso. Andammo d’amore e d’accordo per tutto il tempo, e io non fui più sboccata per farlo sentire in imbarazzo. Parlammo per tutto il tempo dello strip bar e delle nuove ragazze. Gli dissi che avevo conosciuto Adelaide e lui si fece una mezza risata. Mi disse quello che avevo già intuito da sola, e cioè che Adelaide era un’esibizionista da competizione.
   “Sì però perlomeno è fedele al suo fidanzato” gli dissi.
   “Fedele? Ti ha detto così? Bella bugiarda. Te lo dico per esperienza personale, Adelaide non è per niente fedele”.
   “Te la sei portata a letto?”.
   “Se proprio vuoi saperlo, sì. La settimana scorsa. E ti dirò di più, a letto è davvero scatenata. Non si ferma mai”.
   “Papà, sei proprio un porcellino! Potrebbe essere tua figlia!” dissi.
   “Eh lo so, ma che ci vuoi fare? A certe cose non ci so rinunciare”.
  
Moana.

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