mercoledì 12 aprile 2017

Gelosa e possessiva.


   Intanto il film hard che aveva realizzato Berni, e in cui comparivo io come protagonista, aveva raggiunto un notevole numero di vendite online, tanto che la piattaforma che lo aveva distribuito aveva dato l’ok a Berni per la realizzazione di un altro film. E così aveva riunito tutta la troupe che aveva partecipato alla realizzazione de I Buchi della Moglie del Senatore e si era messo subito a lavoro. Bisognava innanzitutto creare una storia, poi un copione e cercare gli attori. Ovviamente avrebbe fatto piacere a tutti che fossi stata di nuovo io la protagonista di questo nuovo progetto, ma a tal proposito ero molto dubbiosa. Dissi loro che ci avrei pensato. Ma era più no che sì, perché diventare una pornodiva non era certamente una delle mie aspirazioni. La popolarità che ne sarebbe conseguita avrebbe reso certamente la mia vita molto difficile. E quindi essendo ben consapevole di questa cosa ero più orientata nel rifiutare quella proposta.
   Berni me lo chiese più volte, ma io gli risposi sempre che ci dovevo pensare. Un giorno passò dal negozio di intimo per salutarmi. Mi piaceva tanto quando lo faceva. Andammo al bar a prendere un caffè e me lo chiese di nuovo.
   “Allora” mi disse, “ci hai pensato?”.
   “Certo che ci ho pensato, ma lo sai quello che penso, e cioè che diventare una pornostar renderebbe la mia vita un vero inferno. Piuttosto voi avete pensato ad un soggetto?”.
   “Forse sì. Abbiamo pensato ad una trasposizione in chiave hard della celebre canzone Bocca di Rosa. Cosa ne pensi?”.
   “Bello. Si presta molto”.
   Dopo il caffè Berni mi riaccompagnò al negozio e si accorse che di fronte si era aperta una nuova attività, quella di cui vi parlavo nel post precedente, dove ci lavorava quella stangona esagerata di nome Milena. Stavo quasi per dire a Berni di andare a chiedere a lei se fosse interessata a diventare una pornostar, d’altronde aveva tutte le carte in regola per farlo, aveva un corpo perfetto, e poi secondo me era abbastanza zoccola per diventare una nuova diva del porno. Poi però mi trattenni dal dirglielo; se avesse accettato sarei diventata nera di gelosia. Ancora una volta quella stronza mi avrebbe rubato la scena. Non potevo permettere che una cosa del genere accadesse. Ero io la protagonista dei film del mio Berni.
   “Un negozio di attrezzature per le videoriprese” disse quasi distrattamente. “Molto interessante. Quasi quasi ci faccio un salto”.
   “No, forse è meglio di no” gli dissi prendendogli il viso con entrambe le mani e baciandolo, quasi come se inconsciamente stessi cercando di distrarlo.
   “Perché no? Avrei proprio bisogno di un’attrezzatura nuova”.
   “Ma perché? Io credo che quella che hai va benissimo”.
   “E invece no, lo sai. Ormai è roba vecchia la mia. Ho bisogno di qualcosa di nuovo”.
   “Lo sai di cosa hai bisogno tu?” gli chiesi facendogli un’espressione da panterona arrapata. “Hai bisogno di andare a casa e aspettarmi, poi io ti raggiungo e facciamo una bella doccia insieme, e poi ci trasferiamo in camera da letto e mi fotti fino allo sfinimento, e magari mi fai anche il culo. Cosa ne pensi?”.
   “Wow Moana, sei arrapata di brutto!”.
   “Sì, proprio tanto” risposi morsicandomi il labbro inferiore. “Mi sento la figa bollente oggi”.
   “Ok, allora stasera ci diamo dentro di brutto. Però prima andrò a dare un’occhiata a quel negozio”.
   Insomma, fu impossibile trattenerlo. Mi diede un bacio e poi andò spedito in quella direzione. Lo vidi entrare dentro e Milena subito gli andò incontro. Iniziarono a chiacchierare e io stavo per perdere la pazienza, perché vedevo lei che faceva la gatta morta. Era un atteggiamento che aveva con tutti i clienti. Più lei si comportava da zoccola e più quelli compravano. Era quasi come flirtare, soltanto che lo scopo ultimo era quello di vendere. In effetti era un trucchetto che conoscevo bene anche io, e spesso avevo fatto la stessa cosa. Devo dire che funzionava sempre. Ma il discorso è che in questo caso Milena lo stava facendo con il mio Berni, e la cosa mi stava facendo proprio incazzare. Per non pensarci me ne ritornai al mio negozio e cercai di distrarmi mettendo a posto gli scaffali. Ma era impossibile lavorare in quelle condizioni. Il pensiero di quella stallona che flirtava con Berni mi rendeva tutto molto difficile, e allora andavo continuamente fuori a vedere cosa stesse succedendo dall’altra parte. E intanto il tempo passava; era passato un quarto d’ora e loro erano ancora lì dentro, e parlavano animatamente, e ridevano, e Milena era passata dalle parole alle toccatine, e allora mentre parlava gli toccava il braccio come gesto di amicizia. Molto furba la cavallona, di questo passo a Berni sarebbe venuta un’erezione e probabilmente avrebbe comprato qualche stupidaggine di cui non aveva bisogno. A quel punto decisi che non potevo starmene lì a guardare, e allora partii spedita e li raggiunsi.
   “Ciao Moana!” esultò Milena non appena mi vide e mi sorrise in modo platealmente finto.
   “Ciao” le risposi senza troppo entusiasmo, poi mi rivolsi a Berni. “Tesoro, hai trovato quello che cercavi?”.
   “Forse sì. Milena mi sta dando degli ottimi consigli”.
   “Moana, non mi avevi detto che il tuo fidanzato è un regista di film per adulti”.
   “Beh, sono tante le cose che non ti ho detto di me. Per esempio non ti ho detto che sono una ragazza molto gelosa e possessiva” dissi abbracciando Berni da dietro, e quindi con l’intento di far capire a lei che quell’uomo era mio e non si toccava.
   “Berni comunque quell’attrezzatura di cui ti parlavo poco fa purtroppo non ce l’ho qui in negozio. Però se vuoi posso portarla a casa tua domani, magari quando stacco dal lavoro”.
   “Va bene, allora ti do l’indirizzo”.
   “Mi sembra una pessima idea” dissi in modo brusco.
   “Perché tesoro? Cosa c’è di male?” mi chiese Berni.
   “Infatti. Cosa c’è di male? Moana, non sarai mica gelosa di me? Dopotutto siamo amiche”.
   Questo lo diceva lei, ma in effetti non eravamo amiche per niente. Anzi, c’era un vicendevole odio, e lo sapevamo bene entrambe. E il fatto che si era autoinvitata a casa nostra, e proprio dopo l’orario di lavoro, era stata proprio una gran furbata. Sapeva benissimo infatti che io facevo parte del comitato del centro commerciale, e che proprio il giorno dopo era prevista una riunione del comitato proprio dopo la chiusura del centro, e che quindi non sarei ritornata a casa prima delle undici di sera. Di solito le riunioni del comitato duravano un paio d’ore, e lei in quelle ore in cui sarei stata impegnata lì al centro avrebbe potuto fare qualsiasi porcata insieme al mio Berni, nella privacy di casa nostra. La cavallona mi aveva sferrato un altro colpo basso, e questo devo dire che faceva davvero male. Anche perché non potevo assentarmi dalla riunione. A questo punto potevo soltanto fare affidamento sulla fedeltà di Berni. Era tutto nelle sue mani. Era scontato che Milena in mia assenza ci avrebbe provato con lui e quindi avrebbe tentato di farci l’amore, e quindi dipendeva tutto da lui. Ma sarebbe riuscito a resistere alla tentazione di penetrare un corpo come quello di Milena? Si sa che gli uomini non sono molto bravi a resistere alle tentazioni. E quindi da come si sarebbe comportato probabilmente molte cose sarebbero potute cambiare. Se Berni fosse andato a letto con lei probabilmente non sarei più riuscito a guardarlo negli occhi. E probabilmente sarebbe saltato anche il matrimonio e la nostra storia sarebbe finita per sempre.
   La stallona mi aveva rubato la scena, era diventata la reginetta del centro, e adesso stava cercando anche di rubare il mio uomo.

Moana.

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