sabato 22 aprile 2017

Un oggetto.

(in foto: Carter Cruise, The Stepdaughter, SweetSinner.com)


   Ormai eravamo tutti e tre nudi, e Berni continuava ad avere quell'erezione enorme. In teoria il gioco era finito, ma rimanemmo ancora un pò in soggiorno a chiacchierare del più e del meno. Anzi, a dirla tutta erano solo loro due a parlare, io me ne stavo seduta a guardarli. Lei continuava a fare domande a Berni sul mio conto, quasi come se stesse cercando di stuzzicarlo. Ma il fatto strano era che lo faceva come se io non ci fossi; ma non era esattamente quello il punto. Piuttosto direi che si stava comportando come se io fossi la bambolina di Berni, il suo buco da riempire, la sua dolce fidanzata remissiva. E io d'altronde non facevo nulla per smentire questa cosa, perchè me ne stavo zitta mentre loro due parlavano di sesso, quasi come se il mio unico scopo fosse quello di accontentare il mio uomo. Non so come aveva fatto, ma mi aveva messo in quella posizione. Forse perchè continuavo a stare sulla guardia, e questo mi faceva assomigliare ad una fidanzata gelosa e taciturna, ma allo stesso tempo remissiva e dalle sembianze di una bambolina da fottere. 
   "Hai mai pensato di condividere la tua Moana con un amico?" gli chiese.
   "Sì, ad essere onesto ci ho pensato, ma ancora non abbiamo trovato la persona adatta".
   "Capisco. Ma mettiamo il caso che la troviate, tu con quale buco preferiresti godere? E di conseguenza, quale buco cederesti al tuo amico?".
   Ecco, lo stava facendo di nuovo. Mi stava riducendo ad un oggetto, come se io nell'ipotesi in cui avessi fatto l'amore a tre non avessi potuto scegliere quale buco dare a Berni e quale buco dare all'altro partner. Eppure non facevo nulla per controbbattere, forse perchè in qualche modo ero curiosa di sentire le risposte che stava dando il mio uomo. Milena era riuscita a mettermi in una posizione di inferiorità.
   "Non so, credo che potremmo alternarci in entrambi i buchi" rispose Berni.
   "E permetteresti al tuo amico di sborrarle in faccia?".
   "Credo di sì, ma dovrebbe essere Moana a deciderlo".
   "Ma nel caso in cui il tuo amico dovesse mancarle di rispetto, magari dandole qualche schiaffetto, oppure rivolgendosi a lei chiamandola in qualche modo offensivo, tipo maiala, puttana, tu cosa faresti?".
   "Dipende, se a lei fa piacere lo lascerei fare. E comunque Moana è in grado di difendersi da sola".
   Non riuscivo a capire il senso di tutte quelle domande da parte della stallona, ma in ogni caso continuavo a starmene buona ad ascoltare. Ci fu qualche minuto di silenzio, in cui lei cominciò a fissarmi in modo insistente. Guardai in direzione del cazzo duro di Berni, ormai era già da una buona mezz'ora che era in quelle condizioni, e ebbi l'impressione che quei discorsi non facevano altro che gettare benzina sul fuoco. L'idea di condividermi con qualcun'altro doveva proprio farlo eccitare tanto.
   "Sai Berni, credo che sei un ragazzo molto fortunato" disse Milena. "Quando sono arrivata al centro commerciale e ho visto per la prima volta Moana, ho subito pensato che fosse un concentrato incredibile di erotismo. Forse non lo sai, ma la tua Moana ha un sacco di ammiratori. I maschietti che bazzicano il centro non fanno che parlare di lei. Tutti vorrebbero avere l'occasione di passare almeno una notte con Moana. Confesso di essere molto invidiosa".
   Invidiosa lei? Mi veniva da ridere. Ma se da quando era arrivata non aveva fatto altro che rubarmi la scena! Ovviamente non glielo dissi, perchè sarebbe stato molto imbarazzante confessarle che anche io ero invidiosa di come la guardavano gli uomini.
   "Certo, gli uomini guardano anche me" disse, quasi come se mi avesse letto nel pensiero. "Però mi guardano in un modo diverso. C'è modo e modo di guardare una donna. A me mi guardano come si guarderebbe un semplice oggetto del piacere, a te Moana ti guardano come ad una donna potenzialmente da sposare. Lo so, è difficile da spiegare, ma è come se gli uomini vedessero in me solo una vacca da monta, e invece in te una donna con la quale trascorrere tutta la vita. E infatti tu hai già trovato un compagno perfetto con cui presto convolerai a nozze. Io invece dovrò aspettare chissà quanto altro tempo".
   Possibile che la stallona fosse davvero invidiosa di me? Questo non me lo sarei mai aspettato. D'altronde, disse lei, io ero la proprietaria di un negozio di intimo (in realtà nominalmente era ancora di mia madre, ma di fatto era ormai mio), e facevo parte anche del comitato del centro commerciale, quindi oltre che ad un corpo spettacolare avevo anche una capacità imprenditoriale fuori dal comune. E lei invece era una semplice commessa. Ero spiazzata da quella confessione, perchè allora avevo frainteso tutto. Avevo creduto fin dal principio che lei volesse muovermi una guerra, con il semplice scopo di tirarmi giù dal trono di reginetta del centro, e invece non era così. La reginetta rimanevo io, e questo nessuno lo avrebbe messo in dubbio.
   "Voglio dire, guarda che corpo" Milena si alzò dalla poltrona e venne verso di noi sul divano, mettendosi a sedere tra me e Berni. Con una mano raggiunse delicatamente il mio collo, e lentamente scese giù, accarezzandomi fino ad arrivare alla figa. A quel punto mi aprì le labbra con due dita. "Tutto questo non ha prezzo, Berni. Ed è tuo. Ti rendi conto di quanto sei fortunato?".
   Il contatto delle dita di Milena mi fece bagnare immediatamente, e se ne accorsero entrambi. Adesso c'è bisogno che vi dica che quando iniziavo a bagnarmi perdevo completamente il controllo. A quel punto la mia volontà si annullava, e diventavo facile preda di chiunque, cioè in sintesi se riuscivi a farmi bagnare poi potevi fare di me ciò che volevi, compreso cose che normalmente non avrei permesso a nessuno. Cioè praticamente diventavo la tua schiava. A quel punto Milena raggiunse il clitoride con il dito medio e iniziò a massaggiarmelo delicatamente, e per me si aprirono le porte del paradiso, e feci roteare gli occhi verso l'alto fino quasi a far sparire le pupille, come facevo di solito quando ero in preda ad un piacere così intenso da farmi perdere la ragione.
   "Guarda che bella la tua Moana" disse Milena a Berni, "è proprio un angelo".
   "Sì, lo so" rispose lui con un filo di voce. Quello che stava facendo Milena lo stava eccitando ancora di più di quanto non lo era già.
   "Vuoi penetrarla? Come vedi lei è pronta, e lo sei anche tu. Coraggio, falla tua".
   "Qui? Davanti a te?".
   "Io me ne starò in disparte a guardarvi. Cosa c'è di più bello di due innamorati che fanno l'amore?".
   A quel punto Milena ritornò sulla poltrona, e Berni prese il suo posto mettendosi sopra di me. Io ero in uno stato di ebbrezza, ubriaca d'amore, incapace di reagire, pronta per essere penetrata. Sentii l'erezione di Berni entrarmi dentro, farsi strada nella fighetta delicatamente, e scivolando a fondo senza alcun problema. Guardai in direzione di Milena, che si era messa con le gambe aperte a guardarci e nel frattempo aveva cominciato a massaggiarsi e a fare dei movimenti circolari delle dita sul suo clitoride. Sentivo il cazzo duro di Berni entrare e uscire dal mio corpo, e nel frattempo mi riempiva di baci sul collo, e sotto di noi il rivestimento di plastica del divano che scricchiolava ad ogni nostro movimento. Milena aveva iniziato a sgrillettarsi pesantemente, probabilmente stava per raggiungere l'orgasmo. Anche Berni era ormai pronto per inondarmi, e infatti dopo qualche minuto si lasciò andare, e il suo seme mi riempì tutta, e ne sentii tutto il calore dentro la vagina, e Milena con un urlo liberatorio iniziò a squirtare come una fontana.
   Dopo essere venuti tutti e tre ci rivestimmo. La cavallona disse che era ora di ritornare a casa.
   "E la macchina?" domandai ingenuamente.
   "Non avrai mica creduto alla balla della macchina guasta?" rispose lei divertita. 
 
Moana. 

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